breve di cronaca
L'istruzione conta sempre meno
Tuttoscuola - 05-03-2007
Da 16 anni l'istruzione conta sempre meno nelle priorita' dell'Italia

"E' grave non capire la correlazione tra scuola e performance economica di un Paese".
Lo ha detto in questi giorni il presidente del Consiglio Romano Prodi.
Eppure sembra proprio l'errore in cui e' incorsa l'Italia negli ultimi 16 anni (almeno), durante i quali il tasso di crescita della spesa per l'istruzione (+73%) e' stato inferiore a quello della spesa pubblica totale (+84%). E nettamente piu' basso riguardo ad altri settori (Difesa +111%, Sanita' +122%, Protezione sociale +127%).
Se la spesa per scuola e formazione fosse cresciuta in questo arco di tempo secondo la media della spesa pubblica totale, oggi ci sarebbero oltre 4 miliardi di euro di risorse aggiuntive per l'istruzione ogni anno.
I dati, rielaborati da Tuttoscuola - (L'intero studio e' pubblicato su www.tuttoscuola.com) - si ricavano da uno studio dell'Istat, che nelle sequenze numeriche di sedici anni di spesa pubblica (dal 1990 al 2005) ha fotografato i cambiamenti del nostro Paese. Con risultati in alcuni casi sorprendenti su come lo Stato spende i suoi soldi.
L'indagine statistica riporta in milioni di euro le spese sostenute dalle Amministrazione pubbliche per le principali funzioni (servizi generali, difesa, ordine pubblico, protezione dell'ambiente, istruzione, salute, protezione sociale, ecc.).
Dunque l'istruzione, che pure partiva in Italia da un grave deficit rispetto alle risorse ad essa destinate dai principali paesi, in questi anni ha perso terreno nelle scelte di investimento del nostro Paese.
Viene da fare una domanda: ma il Paese lo voleva? C'era questo nel mandato degli elettori delle tante votazioni politiche degli ultimi tre lustri?

Fioroni: per la scuola "e' l'ora del rilancio e dell'investimento"

"I dati di Tuttoscuola - ha dichiarato il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni all'Ansa - meritano un approfondimento e una riflessione. Tutti siamo consapevoli della necessita' di razionalizzare la spesa evitando sprechi e sperperi, un'operazione gia' avviata e compiuta con la Finanziaria. Ma ora - ha aggiunto il ministro - e' necessario affiancare a questo percorso quello di rilancio e investimento".
Fioroni - che sarebbe intenzionato a portare i dati della ricerca anche all'attenzione del consiglio dei ministri - ha quindi reso noto di aver gia' avviato un tavolo congiunto con il ministero del tesoro per analizzare costi e investimenti del comparto scuola.
"I dati di Tuttoscuola - ha osservato ancora il ministro - offrono un ulteriore spunto di riflessione soprattutto quando ci ricordano che da sedici anni la spesa per l'istruzione e' in caduta libera ed e' diventata fanalino di coda delle scelte strategiche dell'Italia.
Avendo poi messo proprio la scuola al secondo posto tra le priorita' dell'azione di governo, credo - ha concluso il ministro - che dovremo essere conseguenti anche nella destinazione delle risorse".
Cosa devono aspettarsi a questo punto i docenti? Tuttoscuola lo ha chiesto proprio al ministro Fioroni, che apre sull'equiparazione degli stipendi agli standard europei, gia' prevista nel programma dell'Unione: "la scuola ha necessita' - e' la risposta del ministro al nostro giornale - di nuove risorse per rendere piu' efficace ed efficiente il proprio servizio a partire dai docenti, che sono professionisti che devono poter essere retribuiti come nel resto d'Europa".


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