La scuola può far molto
Giocondo Talamonti - 16-02-2007
Strano che nessuno ci abbia pensato prima! I "tornelli" come soluzione di tutti i mali del calcio, fino a ieri ciecamente ignorati, sviliti, beffeggiati.
Tornelli come cartine tornasole dell'ordine e della legalità; prova provata di fedina immacolata, di cherubina innocenza, di angelica, civica, virtù sportiva.
Chi riesce a superarli è un potenziale candidato al Premio Nobel per la Pace. Con diritto all'aureola e nulla-osta per accedere alle Praterie celesti.
Requisito essenziale per presentarsi al tornello è avere l'abbonamento, essere cioè un fedele, convinto sostenitore della squadra, pronto a difenderne filosofia e colori.
A Milano, capitale dell'efficienza laborale di quest'Italia di fannulloni incalliti c'è voluto poco più di una nottata per montarli, mentre a Roma, per evitare antipatiche sfide, ci hanno pensato un anno e mezzo fa.
Ma un dubbio mi prende: può un delinquente abituale acquistare un abbonamento, magari di curva, presentarlo al tornello e garantirsi la santificazione?
Certo che può. E allora, a che serve il tornello? L'identificazione non può avvenire con il controllo di documenti e con il passaggio al metal detector? Certo che può. A Catania i tornelli non c'erano, è vero, ma i mascalzoni che passavano i controlli, acquisendo l'etichetta di illibatezza, si rivolgevano poi ai magazzini del custode del campo per rifornirsi di spranghe, mazze, coltelli e bombe carta secondo i loro desiderata.
Ho l'impressione che questa faccenda dei tornelli sia come un cerotto messo sulla coscia con la pretesa di saldare la frattura del femore, con tanto di elogi del mondo scientifico per la tecnica del luminare ortopedico.
Ho sentito pochi di parlare di educazione giovanile allo sport, e le poche voci (progetto del Ministro Fioroni) si affievoliscono nel deserto dell'indifferenza dei media, più interessati più interessati al cinismo delle società di calcio nel circondarsi di tristi figuri che hanno poco o niente da perdere, disgraziati incazzati con questo mondo e quell'altro.
Le scarse, deboli iniziative di ricreare i parametri opportuni di riferimento per questa e per le future generazioni, soccombono sotto il peso della violenza, cadono sotto i miraggi dei reality show, dove la ragione è dei furbi e di chi è pronto a barattare il successo con la dignità personale.
Non vi è un esempio positivo che meriti d'essere proposto all'attenzione dei ragazzi, non una buona lettura che li faccia riflettere, non un gesto sportivo utile a diventare un riferimento.
La strada dell'educazione è certamente più lunga dell'installazione di un tornello, ma è anche l'unica perseguibile.
E, allora, una proposta per il Ministro Fioroni: perché non introdurre fra i libri di testo nelle scuole l'acquisto obbligatorio di opere di argomento sportivo in sostituzione di quelle facoltative che spesso non servono a niente?
Gli insegnanti possono far molto, aiutiamoli a farlo.

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