I supplenti temporanei non devono pagare le inefficienze della scuola
Monica Capezzuto - 09-02-2007
In questi giorni, si addensano nubi minacciose sul futuro di chi è costretto a lavorare da supplente temporaneo. Infatti, sarà prossimamente varato il nuovo regolamento delle supplenze brevi. In questi ultimi mesi abbiamo assistito a drammi: segretari disperati alla ricerca del supplente fantasma, telefoni roventi, bollette stratosferiche, postini impazziti nel consegnare telegrammi mai aperti. Che razza non sarà mai questa dei supplenti temporanei che vorrebbero lavorare ma non accettano le supplenze brevi, per intenderci quelle fino a quindici giorni? Sulla base delle lamentele da parte dei dirigenti scolastici, al Ministero si è pensato di rivedere il meccanismo di reclutamento introducendo alcune novità. Peccato che non siano buone nuove in quanto prevedono una serie di provvedimenti atti a scoraggiare chiunque ad intraprendere la carriera d'insegnante, magari facendo anche un pensierino sull'evitare di rispondere al telefonino. Infatti, questo diverrà il mezzo principale di reclutamento per le supplenze brevi, peccato che già oggi il 90% delle segreterie adotti già questo metodo.
Un altro punto è quello dell'informatizzazione del sistema. Se ne parla da anni e secondo tutte le organizzazioni sindacali sarebbe il modo ideale per trovare, attraverso una serie di controlli incrociati, il primo supplente libero senza dispendio di fondi e d'energie.
Si ventila inoltre l'ipotesi di sanzioni nei confronti di coloro che non accettino le supplenze brevi senza motivo: il punto più grave, che penalizzerebbe, di fatto, la fascia più debole di chi ha meno punti in graduatoria ma che comunque lavoricchia è LA RIDUZIONE DELLE SEDI SCOLASTICHE ESPRIMIBILI.
Questa non può essere la soluzione, anzi sarebbe la soluzione finale per tanti supplenti che si vedrebbero di fatto tagliati fuori. Nell'epoca delle liberalizzazioni e della possibilità di scelta, di fatto il ministero esprime l'intenzione di dare una stretta alle opportunità e riduce drasticamente di un terzo le possibilità di lavoro di decine di supplenti, che saranno costretti a rimanere a casa perché con la riduzione a SOLE 10 istituzioni scolastiche per la primaria e per l'infanzia e 20 per gli istituti superiori, di fatto, lavoreranno solo I primi in graduatoria. Perché dunque questa stretta? Non si è riusciti a sterminare i precari con l'articolo 66 della finanziaria, ora ci si riprova con la riduzione delle sedi esprimibili? I provvedimenti vanno ricercati altrove, non addossando la responsabilità ai supplenti che già sono notevolmente svantaggiati perché non hanno una continuità né didattica né economica. I supplenti non sono padroni della propria vita; vivono attaccati al telefono, sono spesso calpestati nella dignità ed orgoglio professionale, ma nonostante tutto lavorano. La riduzione delle sedi scolastiche sarebbe un ulteriore e definitivo colpo alla loro già instabile situazione. Secondo quanto contenuto in Finanziaria, le scuole dovrebbero gestire autonomamente le risorse per le supplenze brevi e dunque tutto sembra preludere all'attuazione di una richiesta avanzata da tempo dai dirigenti scolastici: la chiamata diretta da parte dei DS, seppur in una forma mascherata.
Ciò non garantirebbe il rispetto della posizione in graduatoria e darebbe il via ad una nuova forma di nepotismo, in quanto lavorerebbero solo coloro mandati da...

I precari del forum precariscuola
dicono No a qualsiasi riduzione delle sedi esprimibili e chiedono il mantenimento delle attuali trenta sedi, con un sistema di reclutamento trasparente che tuteli i diritti acquisiti.

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