Suggerimenti per
missione terrestre n° 14
Obiettivo
Miglioramento della motricità fine, del
coordinamento sensomotorio e dell’orecchio.
Sviluppo di un atteggiamento espressivo
nella manipolazione sonora.
Approccio
Manipolazione sonora di piccoli oggetti e
registrazione audio degli stessi.
Motivazione
Chiudere l’attività e aprire, se lo si
desidera, la prospettiva a un discorso ulteriore.
Siamo al termine del nostro percorso.
Può essere l'inizio di un discorso sulla musica, cioè
sull'organizzazione espressiva dei suoni.
Può essere l'inizio di un discorso sulla comunicazione, cioè sul
bisogno di comunicare in un ambiente che ci immerge in un eccesso di stimoli,
segnali, seduzioni.
Può essere l'inizio di un discorso sul computer, che per la nostra
generazione è stata una macchina burocratica (per lettere commerciali, fatture,
indirizzari, magazzini) e oggi diventa una macchina poetica (per creare e
montare insieme suoni, colori, testi creativi, filmati). L'arte totale, sogno di tanti artisti del '900, si sta realizzando
sotto i nostri occhi, ma verso tanta potenzialità la nostra generazione è così
impreparata che vediamo quasi sempre usare queste macchine in modo banale e
antiestetico.
Può essere l'inizio di un discorso sul nostro mondo emotivo e
affettivo. La metafora dell'ascoltare invece di guardare ci invita a una
relazione più intensa e sincera con noi stessi e, quando ne diventiamo capaci,
con gli altri.
Ma non abbiamo ancora finito.
L'ultima missione non chiude il lavoro;
anzi, apre un nuovo argomento: quello della creazione espressiva con strumenti
poveri che porta a un discorso musicale. Notate che è collocata alla fine e non
all'inizio, come spesso si fa nei curricola più praticati.
Al termine di questa missione c'è il repertorio, a cui si accede dal menu
generale e che può rappresentare una breve missione 15.
1. Il CD e la musica
Dei tanti possibili discorsi sulla
musica, solo una piccola parte è trattata in questo CD.
Non è un CD sull'espressione musicale:
siamo in un CD sull'ambiente sonoro.
Come musicista mi piacerebbe che i discorsi sulla qualità del mondo udibile non
riguardassero solo una ristretta cerchia di musicisti, ma anche architetti,
urbanisti, progettisti, medici... e insegnanti.
Raramente i suoni che ci stanno intorno
sono progettati. Quasi tutto intorno
a noi è invece stato studiato per gli occhi: forma, colore, grana, luminosità.
Perchè?
Tre contenuti di questo CD possono
indirizzarvi verso il discorso specificamente musicale. Sono il gioco dei pianeti, questa missione e il
repertorio
2. Su questa missione
Devo fare due affermazioni, forse
perentorie.
a) Spesso a scuola si fa un po' di
bricolage mettendo del riso nelle lattine o percuotendo i fustini di detersivo.
Salvo poche eccezioni, il suono che ne esce è poco interessante e poco
variabile (quindi poco espressivo). Per improvvisare sonorizzazioni, situazioni
espressive, giochi sonori occorre invece che ciascuno strumento produca molte
sfumature diverse e che sia accompagnato da azioni gestuali diverse.
b) Due errori sono frequenti. Spesso si
pensa a una gerarchia che mette su un gradino più alto il suono intonato,
scrivibile su un pentagramma, e più in basso i rumori, i suoni di serie B. Questo è il primo errore. Il secondo
errore è pensare che ai bambini più piccoli sia da riservare l’animazione
esplorativa e sensomotoria, aspettando che siano abbastanza grandi per accedere
alla sacra musica tonale con il suo
solfeggio. Questa prospettiva va capovolta. I bambini piccoli dei nidi e delle
materne devono anche (sottolineo anche)
avere esperienza della tonalità (che è un linguaggio formale, come una lingua)
e quindi cantare, sentire qualcuno che suona ecc.
Il bisogno di approfondire la
sensomotricità riguarda anche gli alunni più grandi (studenti), e gli adulti,
che dopo esperienze espressive e creative si sentono psicologicamente più in
armonia con se stessi e con il mondo.
Inoltre, siamo in un mondo dove quasi
tutta la musica è mediata da dispositivi elettroacustici. Riscoprire le proprie
mani e il senso delle proprie espressioni sono percorsi che vanno di pari
passo.
3. Errori da evitare
Non
lasciate che i bambini accelerino le esplorazioni
Occorre che l'affiatamento nel gruppo sia
buono: se i bambini non hanno imparato a lavorare insieme si farà più fatica e
ci sarà più dispersione di energie per gli alunni e per l’insegnante.
Non
perdete di vista la funzione espressiva
Un aspetto che raccomando: questi suoni
servono a creare musica.
Uno dei modi per far sì che questo
avvenga è quello di combinarlo con il gioco
dei pianeti e incrociarlo con il repertorio.
Intendo dire che il gioco dei pianeti
apre il bambino (e l'adulto) alle potenzialità simbolico-evocative delle
composizioni musicali.
Le stesse musiche, ascoltate fuori dalla
situazione particolare di quel gioco, in condizioni di ascolto più abituali,
possono essere un esempio di espressione. È' come quando, vedendo un quadro di
Mirò o di Matisse, viene voglia di provare a lavorare con i colori;
difficilmente si diventerà un Grande,
ma insistendo sicuramente si diventerà migliori e un po' più felici.
Non
sottovalutate l’utilità del registratore
Nella fotostoria questo aspetto è appena
accennato, come se non fosse indispensabile. Infatti, nel caso di un singolo
bambino che naviga da solo questo aspetto è solo consigliato, per non rischiare
di demotivare al gioco chi non ha un registratore sottomano.
Lavorando in classe, registrare i suoni
(e suonare indossando le cuffie) può essere di un’importanza decisiva per la
riuscita dell’attività.
Se si ha l’avvertenza di registrare solo
i suoni interessanti (evitando noiosi tempi di ascolti inutili) il risultato
del riascolto può essere notevole in termini di coscienza, e di capacità di
ascolto timbrico, e anche sul piano pratico, per collezionare un repertorio di
sonorità espressive interessanti, per una composizione.
4. Aspetti transdisciplinari
La descrizione delle procedure
algoritmiche (in un contesto simpaticamente aleatorio e con un approccio per
prove ed errori) può essere importante per stimolare l’atteggiamento scientifico.
Anche le procedure linguistiche per
descrivere le procedure e i risultati incitano a una maggiore capacità verbale.
5. Variabili in ordine all'età
Nessuna. Con i più grandi può essere
molto utile scrivere e disegnare le procedure; ma occorre evitare che questo
sia fatto per forza.
6. Tempo
Il gioco per questa missione richiede un
tempo variabile, da circa un’ora e mezza a due ore, a seconda dei materiali
prescelti e dell’età della classe.
L'indomani è bene ripensare a quello che
è stato scoperto.
Infine si scrivono/realizzano le
testimonianze e si prepara la busta
(per i piccoli) o la e-mail (per i grandi) da spedire a Qwrtp.
Che
cosa fare prima
Il gioco
dei pianeti.
Che
cosa fare dopo
Ascoltare il repertorio.
4. Note tecniche
Per evitare tempi morti è utile aver stampato in anticipo le copie della relazione di Nico d'Aria.