I "profeti" del 12 dicembre

Propongo – alla cortese attenzione dei lettori – alcuni fatti che - riletti oggi – fanno, ragionevolmente, pensare che la tragica data del 12 dicembre ha avuto molti "profeti".

Consapevoli e no.

La fonte dalla quale attingo è sempre la stessa: il libro "La strage di Stato" pag. 30 e successive.

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(…)"Il 7 dicembre (1969 – nota di gp) i settimanali inglesi The Guardian e The Observer pubblicano il testo del dossier inviato dal capo dell’ufficio diplomatico del ministero degli esteri di Atene all’ambasciatore greco a Roma (in Italia gli unici a pubblicarlo – prima del 12 dicembre - sono i quotidiani l’Unità e Paese Sera e il settimanale l’Espresso). Contiene allegato il rapporto segreto sulle possibilità di un colpo di stato di destra in Italia, inviato dagli agenti dei servizi di spionaggio dei colonnelli. "Un gruppo di elementi di estrema destra e di ufficiali" - scrive The Observer – sta tramando in Italia un colpo di stato militare, con l’incoraggiamento e l’appoggio del governo greco e del suo primo ministro, l’ex colonnello Giorgio Papadopulos".

(…)"Mancano pochi giorni allo scoppio delle bombe. Sabato 6 dicembre Mauro Ferri, segretario del PSU, rilascia al settimanale Gente questa dichiarazione: "O il quadripartito o le elezioni anticipate". (…) La decisione di scioglimento delle Camere spetta al Capo dello Stato che ne ha il potere previsto dalla Costituzione… e sono convinto che tutti gli italiani possono essere certi che nelle mani del presidente Saragat il potere è ben affidato (…)".

Due giorni dopo (8 dicembre), in un’intervista a La Stampa di Torino, Ferri afferma che "non è aberrante" l’ipotesi di una collaborazione tra democristiani, socialdemocratici e liberali, nel caso si presenti la (testuale) "drammatica necessità di garantire la libertà come dopo la crisi del luglio ‘60".

A ventiquattro ore dalla strage (11 dicembre) il settimanale Epoca esce con una vistosa copertina tricolore e con un articolo di fondo (scritto da Pietro Zullino) che si conclude con queste parole: (…)"se la confusione diventasse drammatica e se – nell’ipotesi di nuove elezioni – la sinistra non accettasse il risultato delle urne, le Forze Armate potrebbero essere chiamate a ristabilire immediatamente la legalità repubblicana. Questo non sarebbe un colpo di stato ma un atto di volontà politica a tutela della libertà e della democrazia… Tuttavia il ristabilimento manu militari della legalità repubblicana, possibile nel giro di mezza giornata, potrebbe non essere sufficiente [collegamento ipertestuale n. 2]. La situazione generale è terribilmente intricata… Come si può garantire un minimo di stabilità al potere economico?… Questa Repubblica, cos’ì com’è, funziona ancora? La confusione che stiamo vivendo non sarà dovuta al fatto che le sue istituzioni sono ormai insufficienti e superate? Perché i costituenti crearono l’articolo 138, che prevede la possibilità di riformare la carta fondamentale della Repubblica? Chi ci impedisce di utilizzare l’articolo 138 per correggere i difetti ormai evidenti delle nostre istituzioni? Perché non possiamo imparare qualcosa dalle grandi democrazie dell’Occidente? (il riferimento alla Francia di De Gaulle appare evidente … anche alla luce del passaggio successivo – nota di gp). Perché non ci poniamo seriamente il problema della Repubblica Presidenziale, l’unica capace di dare forza e stabilità al potere esecutivo? Vi sono giorni in cui la storia impone riflessioni di questo tipo. Forse questi giorni sono venuti. Questi giorni, forse, noi li stiamo vivendo".

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Da

 http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2454&Class_ID=1001

(…)"La divisione in blocchi del mondo e dell’Europa, la guerra fredda, le lotte di liberazione nazionale, a partire dal Vietnam, che incrinavano la potenza degli Stati Uniti, rappresentarono ben più di una cornice della situazione politica italiana. Costituirono motivo e ragione di un intervento e di una interferenza diretta e pesante da parte americana. L’Italia si trasformò in un campo di battaglia, al confine fra i due blocchi, teatro di una guerra a "bassa intensità" combattuta contro il "pericolo comunista". A riscontro storico di ciò, oggi noi sappiamo con assoluta certezza, dalle indagini condotte dalla magistratura e dai processi in corso, di un ruolo effettivo, organizzativo e logistico, svolto da militari statunitensi a fianco dei terroristi neofascisti nella esecuzione di quella strage e delle successive.
Da allora, dal 12 dicembre 1969. nulla davvero fu più come prima. Quelle bombe e quei morti, segnarono l’avvenuto passaggio di una parte importante dello Stato nell’illegalità. La strage di Piazza Fontana fu in questo senso una "strage di Stato" Il corso successivo della storia venne cambiato. Alterato ne fu il gioco politico. La stessa traiettoria della sinistra ne fu in seguito modificata (…)".

Testo integrale del dossier segreto greco

 Il dossier – compilato nel maggio 1969 da un agente dei servizi segreti greci (K.Y.P.) in Italia – è stato inviato al colonnello Giorgio Papadopulos, presidente del Consiglio dei Ministri greco. Da Atene una copia è stata inviata, per conoscenza, all’ambasciatore greco a Roma assieme ad una lettera (riportata in calce), firmata dal capo dell’ufficio diplomatico del ministero degli Esteri: Michail Kottakis. Tutta la documentazione – nell’autunno – è pervenuta al giornalista inglese Leslie Finer (ex corrispondente dell’Observer ad Atene) [1]. (gp)

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 “Ministero Affari Esteri, Ufficio del Ministro. Segreto: da aprirsi soltanto dal sig. Ambasciatore”

All’Ambasciata Reale di Grecia a Roma.

Atene, 15 maggio 1969.

 Ho l’onore di trasmetterLe qui appresso, per Suo uso personale esclusivo, un rapporto confidenziale inviato al Presidente del Governo ellenico da una delle nostre fonti in Italia. Vorrà notare, in tal rapporto, che la situazione in Italia presenta per noi molto interesse e prova che gli eventi si evolvono in senso molto favorevole per la rivoluzione nazionale. Sua Eccellenza il Presidente ritiene che i difficili sforzi intrapresi da lunga data dal governo nazionale ellenico in Italia cominciano a produrre frutti. Il Presidente mi ha incaricato di trasmetterLe innanzi tutto il Suo compiacimento per l’opera che Lei ha compiuto nel paese in cui è accreditato e di pregarLa inoltre di continuare la Sua azione, rinforzandola al fine di sfruttare le possibilità che, stando al rapporto, sembrano profilarsi. Infine, mi ha incaricato di farLe conoscere il Suo desiderio che d’ora innanzi tanto Lei quanto gli estensori del rapporto aumentiate le vostre precauzioni ed occorrendo cessiate qualsiasi contatto tra di voi, in modo da escludere che si possa individuare un legame tra l’azione dei nostri amici italiani e le autorità ufficiali elleniche. Pensa che d’ora in poi Lei debba indirizzare gli italiani, per tutto quanto riguarda i problemi tecnici di aiuto, ai nostri rappresentanti ufficiosi e che Lei debba cessare qualsiasi contatto che possa pregiudicare la posizione internazionale del nostro paese.

 Obbedientissimo,

per ordine del Ministro

il Direttore Michail Kottakis

 

Testo del rapporto

 

Cap.1 – incontri e discussioni con il signor P.

 

1.      dopo il suo ritorno da Atene il signor P. ha immediatamente preso contatto, ed ha fatto una relazione dettagliata sul suo viaggio in Grecia, sugli incontri avuti, nonché sugli accordi conclusi tra Lei e lui, per uso della direzione del Movimento. Ne è scaturita un’ampia discussione, nonché lo studio delle questioni sopra menzionate. Infine egli ha impartito a ciascuno dei suoi collaboratori compiti precisi.

2.      poi, il signor P. ha avuto un incontro con i rappresentanti delle Forze Armate e ha lungamente analizzato le opinioni del governo ellenico sulle questioni italiane. A seguito di tali contatti, il signor P. mi ha ricevuto e mi ha comunicato i risultati dei suoi sforzi. Desidero sottolineare che il nostro incontro ha avuto luogo per iniziativa del signor P.

3.      il primo argomento da lui trattato è stata la gioia di aver compiuto la visita in Grecia. Sembra che la visita l’abbia profondamente colpito e l’impressione perdura tuttora. E’ stato particolarmente affascinato (sono le sue parole) “dalla potente e completa personalità del Primo Ministro ellenico”.

4.      abbiamo poi trattato la questione dell’azione futura ed abbiamo proceduto ad una precisa ripartizione dei compiti. Abbiamo altresì studiato i mezzi per tenerci in contatto e comunicare in futuro. Infine, ci si è accordati, cosa che risponde peraltro alle istruzioni ricevute, di interrompere i contatti con le autorità diplomatiche ufficiali in Italia. Per quanto mi riguarda trasmetterò d’ora in poi i miei rapporti secondo la via indicata, utilizzando la via diplomatica per i soli messaggi di grande urgenza, e ciò quando mi sarà totalmente impossibile usufruire della nuova strada.

5.      per quanto riguarda i contatti con i rappresentanti dell’Esercito e della Gendarmeria (con queste termine, in Grecia, viene indicata l’arma dei Carabinieri – nota di gp), il signor P. mi ha riferito che la maggior parte dei suoi suggerimenti sono stati accettati. Il solo punto di disaccordo riguarda la fissazione delle date precise dell’azione, come Lei ha proposto. E ciò perché, secondo gli italiani, essi si trovano sul piano organizzativo ad un livello ancora basso, poiché i loro sforzi sono appena cominciati, ed altresì per certe iniziative del centro-sinistra italiano, che tende a consolidare la sua posizione.

6.      una delle misure del governo italiano riguarda la decisione di creare unità militari di facile dislocamento, specializzate nell’affrontare le manifestazioni cittadine (l’argomento – secondo “La strage di Stato” pag. 180 – fu effettivamente affrontato ai massimi livelli – ministro dell’Interno (Restivo), capo della Polizia (Vicari) ed il comandante dei Carabinieri (gen. Forlenza) - subito dopo l’eccidio di Battipaglia ma … non fu mai reso noto ufficialmente – nota di gp). I nostri amici ritengono che il governo desideri provare con tale decisione a taluni elementi della vita pubblica italiana che esso è pronto a prendere disposizioni più drastiche per mantenere l’ordine. I nostri amici ritengono che tali misure siano superficiali e che non eserciteranno alcuna influenza sull’opposizione.

7.      le informazioni di cui sopra mi sono pervenute dopo il ritorno del signor P. da Atene ed è per questa ragione che le menziono nel presente rapporto. Peraltro, alla luce di tali informazioni e delle istruzioni portate dal signor P. da Atene, bisognerebbe, credo, modificare un poco il primitivo piano. Il lavoro preparatorio già è cominciato ; nel prossimo rapporto La terrò informata dello sviluppo dei lavori.

8.      ma sono già in grado di riferire che qui l’opinione prevalente è che l’intenso sforzo di organizzazione deve cominciare con l’Esercito. Ciò risulta dall’incontro del sig. P. con i rappresentanti delle Forze Armate italiane. E’ stato acquisito che i metodi utilizzati dalle Forze Armate elleniche hanno dato risultati soddisfacenti: perciò accettati come base per l’azione italiana. Alcuni interlocutori del signor P. ritengono che nella realtà italiana tali metodi susciteranno qualche problema poiché l’esercito italiano non ha la tradizione dell’esercito greco nel creare organizzazioni segrete, però, anche i sostenitori di questa tesi affermano che le informazioni da noi fornite sono utilissime ed è in base a tali informazioni che hanno intrapreso l’elaborazione dei loro metodi.

 Paragrafo B

 La nostra proposta riguardante un’offensiva su più fronti contro il PSI è stata accettata all’unanimità. Ho peraltro detto che un’offensiva aperta, analoga a quella che aveva avuto luogo in Grecia contro l’Unione di Centro, non è possibile per il momento anche se si dispone di una gran parte della stampa. Essi non possono ancora valutare con precisione l’effetto di una simile offensiva sul pubblico. La maggior parte si è dichiarata concorde con l’opinione che una tale campagna propagandistica dovrebbe essere lanciata solo poco prima dell’offensiva rivoluzionaria.

 Paragrafo C

 1.      per quanto riguarda la Gendarmeria italiana, il sig. P. mi ha detto che i suoi rappresentanti hanno studiato con grande interesse la sua proposta. Esse sono stati profondamente impressionati dalle informazioni sul ruolo assunto dalla polizia militare ellenica nella preparazione della rivoluzione. Hanno accettato unanimemente la Sua opinione che in Italia soltanto la Gendarmeria potrebbe assumersi analogo compito.

2.     si è parlato anche dei preparativi compiuti finora. Il sig. P. ha fatto loro conoscere la Sua opinione sulla necessità di una immediata azione contro la stampa ed in specie contro quei giornali che sono sotto il controllo comunista. Ha insistito sull’importanza fondamentale da Lei accordata a questo problema. In particolare ha trasmesso le opinioni del sig. Ladas (Capo della Gendarmeria militare greca al tempo del colpo di stato – nota di gp) che richiama la loro attenzione sul fatto che non bisognerà consentire alla stampa di distruggere la loro azione con rivelazioni ed informazioni, azione che è il frutto di una lunga, difficile, attività pianificata. Infine il sig. P. ha trasmesso dettagliatamente il punto di vista del comando “diretto” della polizia militare secondo le informazioni tratte dalla nostra esperienza. Tutti i rappresentanti della Gendarmeria italiana hanno convenuto che tale comando “diretto” costituisce un fattore essenziale di successo. A parere loro, occorre che in seno alla Gendarmeria italiana si operi in modo che il comando supremo sia in grado di dare ordini che possano giungere direttamente fino al più basso livello.

 

Cap. II – Azione concreta

A.     le azioni la cui realizzazione era prevista per epoca anteriore non hanno potuto essere realizzate prima del 20 aprile (le bombe del 25 aprile 1969 alla Fiera di Milano? - Nota di gp). La modifica dei nostri piani è stata resa necessaria per il fatto che un contrattempo ha reso difficile l’accesso al padiglione Fiat. Le due azioni hanno avuto un notevole effetto.

B.     I nostri amici organizzano per il 10 maggio una pubblica manifestazione. Prenderà la parola il sig. Turchi (manifestazione effettivamente avvenuta. Tra gli oratori il deputato del MSI: Luigi Turchi). Ho fatto un dettagliato rapporto su quest’ultimo nel mio ultimo rapporto. Egli ha l’intenzione di esaltare gli obiettivi delle realizzazioni ed i leaders della rivoluzione ellenica e di terminare il suo discorso con degli evviva a loro favore. Desidero di nuovo sottolineare che malgrado il sig. Turchi non faccia parte della nostra organizzazione egli si è più volte espresso in senso favorevole a noi. I nostri amici qui lo considerano uomo degno di totale fiducia.

C.     Per quanto riguarda il mondo studentesco, ritengo che esistano le condizioni favorevoli, capaci di dare buoni frutti  in un prossimo futuro. Spero di potere, tra brevissimo tempo, sottoporLe un rapporto dettagliato sul problema studentesco.

D.     Per quanto riguarda la stampa non sarei troppo soddisfatto. Attualmente oltre a “Il Tempo”, ho continui contatti con “Il Giornale d’Italia”. Penso di essere in grado di ottenere su questi due giornali la pubblicazione di qualunque materiale che il governo nazionale giudicasse utile. Credo però che un invito, rivolto a un redattore di ciascuno di questi due giornali (come avevo già suggerito in passato) avrebbe benefici effetti e faciliterebbe assai il nostro lavoro.

E.     allo scopo di assecondare i miei sforzi nei confronti della stampa il sig. P. ha promesso di presentarmi a taluni redattori di sua conoscenza,

F.     chiudendo il presente  rapporto, mi sia lecito sottolineare che considero indispensabile che la Grecia continui nel suo aiuto morale e materiale e nell’elargire consigli per lo sviluppo dei gruppi di azione. Mercé un aumento di aiuto, sarebbe possibile ottenere risultati migliori rispetto al passato e ciò poiché le presenti condizioni sono più favorevoli, dato che l’opposizione al governo di centro-sinistra è in costante aumento in tutti gli strati della società italiana: parallelamente aumenta il numero di cittadini che, sul piano estero, auspicano il miglioramento delle relazioni con la Grecia e, sul piano interno, desiderano ordine e tranquillità (il riferimento alla, cosiddetta, “maggioranza silenziosa” mi sembra, in questo passaggio, esplicito – nota di gp)

 

 

[1]  cfr. La strage di Stato – Savelli Editore, 1970