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Redattore Sociale

 

POVERTA' - Il Ministro Maroni apre a Torino i lavori della Seconda tavola Rotonda europea sull'esclusione sociale: ''Il pilastro principale delle politiche di inclusione è il lavoro''

 

Roberto Maroni Ministro del Welfare ha aperto i lavori della Seconda tavola Rotonda europea sulla povertà e l'esclusione sociale organizzata a Torino dalla Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Un appuntamento che è anche l’occasione per un confronto sulle misure previste nei rispettivi Piani di azione nazionali degli interventi e dei servizi sociali. "Il pilastro principale delle politiche di inclusione è il lavoro. Il nostro slogan può essere ‘more better jobs’ più lavori migliori. L’Italia ha lavorato su questo con la recente riforma ‘Biagi’ che offre ai cittadini più occasioni e strumenti che consentano un maggiore livello di opportunità di lavoro”. Il ministro ha anche ribadito che l’obiettivo per l’Unione Europea resta quello fissato a Lisbona: portare al 70% la percentuale media di occupati nei paesi dell’UE. “Il lavoro – ha proseguito Maroni – è anche lo strumento che la legge sull’immigrazione ha dato per costruire integrazione e inclusione delle persone extracomunitarie immigrate, uno strumento che evita rischi di emarginazione e conflitti”. Stato, governi, istituzioni locali, ONG, associazioni no profit sono invece secondo il ministro gli attori delle politiche attive per aiutare e sostenere quanti invece non possono accede al mercato del lavoro, per problemi di disabilità, non autosufficienza… “L’Unione Europea – ha continuato – deve darsi un coordinamento aperto, per costruire un modello sociale europeo, rispettoso però delle tradizioni, specificità dei diversi Paesi”. L’intervento del ministro si è concluso con una forte sottolineatura del ruolo della famiglia. “Non intendiamo da questa tavola rotonda definire come unico modello di famiglia, quello sperimentato con successo in Italia., ma quasi come scambio di best practices intendiamo proporre il ruolo che in Italia ha la famiglia nelle politiche di inclusione sociale. Nel libro bianco sul welfare abbiamo calcolato 3 miliardi di ore a sostegno di chi non è autosufficiente, disabili, esclusi e il 95% di queste ore vengono spese nella famiglia allargata, vicini, parenti, amici. Il governo italiano sostiene le famiglie, sia favorendone la nascita, sia con interventi a carattere economico e fiscale, nella prospettiva che attraverso la famiglia si possa innalzare i livelli di inclusione sociale”.

 

Forze di lavoro per condizione professionale e tasso di occupazione, disoccupazione e attività per sesso  
Anni '93/'01 - Valori assoluti (in migliaia)  e valori %

MASCHI

ANNI

Occupati

Persone in cerca di occupazione

Tot. forze di lavoro

v.a.

v.%*

v.a.

v.%**

v.a.

v.%***

1993

13.415

68,2

1.094

7,5

14.509

73,8

1994

13.156

66,7

1.234

8,6

14.390

73,1

1995

13.019

65,9

1.280

9,0

14.299

72,5

1996

13.003

65,9

1.286

9,0

14.289

72,4

1997

13.015

65,8

1.294

9,0

14.309

72,5

1998

13.090

66,2

1.313

9,1

14.403

72,9

1999

13.158

66,7

1.266

8,8

14.424

73,2

2000

13.316

67,5

1.179

8,1

14.495

73,6

2001

13.455

68,1

1.066

7,3

14.521

73,6

FEMMINE

1993

7.069

35,8

1.205

14,6

8.274

41,9

1994

6.998

35,4

1.274

15,4

8.272

41,9

1995

7.007

35,4

1.358

16,2

8.365

42,3

1996

7.122

36,0

1.367

16,1

8.469

43,0

1997

7.192

36,4

1.394

16,2

8.586

43,5

1998

7.345

37,3

1.431

16,3

8.777

44,6

1999

7.533

38,3

1.404

15,7

8.937

45,5

2000

7.764

39,6

1.316

14,5

9.080

46,3

2001

8.060

41,1

1.201

13,0

9.261

47,3

TOTALE

1993

20.464

51,9

2.299

10,1

22.783

57,8

1994

20.154

51,0

2.508

11,1

22.662

57,4

1995

10.026

50,6

2.638

11,6

22.664

57,4

1996

20.125

50,9

2.653

11,6

22.778

57,7

1997

20.207

51,0

2.688

11,7

22.895

57,9

1998

20.435

51,7

2.745

11,8

23.180

58,7

1999

20.692

52,5

2.669

11,4

23.361

59,3

2000

21.080

53,5

2.495

10,6

23.575

59,9

2001

21.514

54,6

2.267

9,5

23.781

60,4

Note:
(*) Tasso di occupazione
(**) Tasso di disoccupazione
(***) Tasso di attività
I tassi di occupazione e di attività sono riferiti alla popolazione tra i 15 e i 64 anni di età

Fonte: Rapporto Istat 2001, Indagine sulle forze di lavoro  

Tipologie di contratto atipico utilizzate nell'industria e nei servizi privati, per orario di lavoro e carattere temporale del rapporto di lavoro - Anni 1996-2000 - Variazioni %

Tipologia

Orario di lavoro

Pieno

Ridotto

Totale

TOTALE DEI RAPPORTI DI LAVORO

Atipici in senso stretto

Interinale

(b)

(b)

(b)

Solidarietà esterna

-

-17,7

-17,7

A tempo determinato

39,5

51,6

42,8

Contratto formazione lav.

-14,4

20,7

-11,6

Piani di inserimento prof.

-

(b)

(b)

Parzialmente atipici

Part-time

-

42,8

42,8

Lavoro a domicilio

23,3

-32,8

-25,6

Apprendistato

68,0

99,5

72,0

Totale (c)

 

40,6


di cui PERMANENTI

Atipici in senso stretto

Interinale

(b)

(b)

(b)

Solidarietà esterna

-

-17,7

-17,7

Parzialmente atipici

Part-time

-

42,8

42,8

Lavoro a domicilio

-

-43,5

-43,5

Totale (c)

 

41,6


di cui TEMPORANEI

Atipici in senso stretto

Interinale

(b)

(b)

(b)

A tempo determinato

39,5

51,6

42,8

Contratto formazione lavoro

-14,4

20,7

-11,6

Piani di inserimento professionale

-

(b)

(b)

Parzialmente atipici

Lavoro a domicilio

23,3

9,2

15,2

Apprendistato

68,0

99,5

72,0

Totale (c)

 

39,9

Note:
(b) Variazione non calcolabile poiché nel '96 le tipologie di contratto non erano ancora state regolamentate
(c) La variazione include le posizioni interinali, non ripartibili per modalità dell'orario e assenti nel '96
 
Fonte: Istat, Contabilità nazionale, Min.del lavoro e delle politiche sociali, Rapporto di monitoraggio sulle politiche occupazionali e del lavoro, n.1/2001

''Conoscere le cause della povertà e capire come può essere sconfitta''. A Milano convegno di Caritas e Banca Etica

 

MILANO – In occasione della Giornata Mondiale di Lotta alla Povertà, in programma per domani, un convegno organizzato da Fondazione Culturale di Banca Etica e Caritas Ambrosiana, con l’adesione di Acli, Arci, Cgil-Cisl-Uil, chiuderà sabato prossimo, 18 ottobre (ore 9.30-17.30) il cerchio delle iniziative ad essa dedicate. Si tratta del convegno dal titolo “I volti, le statistiche, le politiche, le azioni: conoscere le cause della povertà e capire come può essere sconfitta”.

”Al contrario di come si è spesso portati a pensare la povertà non è affatto una realtà univoca – affermano gli organizzatori -. Le facce della povertà sono numerose. Sono in maggioranza facce di donne, di bambini, di giovani, dei disabili e degli anziani, degli indigeni, degli emigranti e dei rifugiati: tutti quelli che la globalizzazione ha spinto ai margini. La povertà si manifesta inoltre in molte forme: vi è una miseria endemica e di massa nei paesi più poveri ma anche sacche di indigenza più o meno nascoste nelle nazioni ricche, impoverimento dovuto a disastri naturali o a conflitti, bisogno determinato da licenziamenti e malattie, capifamiglia che svolgono lavori servili per una paga irrisoria”.

Dunque, la povertà ha tante forme. “Ma avrebbe anche i giusti rimedi – continuano -: durante il Vertice del Millennio, i Governi di tutti i paesi del mondo si sono impegnati a raggiungere otto obiettivi comuni di sviluppo (Millennium Development Goals), il primo dei quali è ridurre del 50% il numero dei poveri entro il 2015. Eliminare la povertà assoluta dal mondo entro il 2015 è dunque possibile. Basterebbe che i Governi, in particolare quelli dei paesi ricchi, mantenessero le proprie promesse. Quel che manca è la volontà politica. Ecco perché la necessità di una campagna di pressione sui Governi per indurli a rispettare i propri impegni concordati: la Campagna ONU per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio “No Excuse 2015”, la cui coordinatrice internazionale sarà a Milano, durante il convegno, per illustrarne i contenuti”.
Tornando al convegno, va detto che esso si articolerà in due sessioni. La prima, incentrata su “Il lato oscuro della globalizzazione: aumenta la ricchezza, cresce la povertà”, vedrà la partecipazione di Eveline Herfkens, coordinatore esecutivo dell’Onu, con “Le promesse mancate”, di Giovanni Andrea Cornia, Università delle Nazioni Unite, con “L’impatto sociale di un’economia senza regole”. Seguiranno gli interventi dei promotori.

Nella seconda sessione, ecco “I poveri in cammino”, documentario di Sebastiao Salgado e intervento dell’autore. Seguirà “Un’agenda per sradicare la povertà”, con: “Garantire il decent work” (Daniele Checchi, Università di Milano), “Salvaguardare il reddito” (Chiara Saraceno, Università di Torino), “Non cancellare la solidarietà” (Silvano Ambrosetti, presidente Coop Lombardia, e Marco Santori, direttore di Etimos). Le conclusioni saranno affidate a don Virginio Colmegna, direttore Caritas Ambrosiana, e a Fabio Salviato, presidente di Banca Etica.

 

Somavia (Ilo): ''Enfasi esagerata sulle politiche finanziarie che limitano l'emergere dei temi della produzione e dei legami sociali''

 

TORINO - "La battaglia per porre al centro del dibattito internazionale le politiche del lavoro come politiche di lotta all’esclusione sociale non è ancora stata vinta a livello mondiale – denuncia Juan Somavia direttore generale dell’Ilo(Intenational Labour Organization) intervenendo alla secondo tavola europea sulla povertà e l’esclusione sociale in corso a Torino - . In questo senso l’attenzione che l'Europa dedica a questo tema è un’eccezione” . Secondo l’Ilo l’impegno di imprese, politiche sul lavoro, protezione sociale, governi dovrebbe convergere alla creazione di opportunità di accesso a quello che viene definito “Lavoro Decente”. “Non è democrazia per le persone in difficoltà poter scegliere tra due mali: sopravvivere grazie a bassi livelli di welfare o grazie a un lavoro non dignitoso - ha affermato ancora Somavia -. Per questo i ministeri del lavoro e delle politiche sociali dovrebbero avere più peso nella definizione delle politiche economiche dei Paesi, con lo scopo di stabilire un maggiore equilibrio tra stabilità finanziaria e investimenti produttivi, creazione di posti di lavoro e sviluppo di competenze lungo l’arco dell’intera vita delle persone”. Il Direttore generale dell'Ilo ha anche criticato l'attuale idea di globalizzazione: "L'attuale forma di globalizzazione ha svalutato il ruolo del lavoro. C’è un’enfasi esagerata sulle politiche monetarie e finanziarie che limitano l’emergere dei temi della produzione e dei legami sociali. Troppi ‘decisori’ hanno dimenticato che il mercato del lavoro è diverso dagli altri mercati, perché è un mercato fatto di persone che hanno diritti e meritano rispetto. Le politiche i internazionali hanno anche dimenticato la dimensione locale: tutto è fatto per facilitare il commercio globale e finanziario e poco per rafforzare le comunità locali dove le persone vivono e stanno. Come ILO noi chiediamo una migliore governo della globalizzazione. In questo senso propongo, anche se forse è un sogno, che la comunità delle forze produttive e del mondo del lavoro si connetta con le reti di organizzazione sociale per lottare contro la povertà e per l’inclusione sociale”.

 

POVERTA' - A novembre il rapporto sull'esclusione sociale. Rovati (Commissione): ''Ruolo centrale della famiglia''

 

TORINO - Sarà presentato a novembre il rapporto sull’esclusione sociale. Lo ha dichiarato Giancarlo Rovati presidente della Commissione di indagine sull’esclusione sociale istituita dal ministero del welfare intervenendo alla seconda tavola rotonda europea sulla povertà ed esclusione sociale in corso a Torino. “Quello che emerge dal lavoro fino a qui svolto – ha affermato Rovati – è il ruolo centrale della famiglia nella costruzione di solidarietà tra le generazioni e in particolari le famiglie con figli. I flussi di risorse infatti che questi soggetti sociali producono sono bi-direzionali, da un lato producono ricchezza per i pensionati, ma dall’altro sostengono i giovani che saranno i lavoratori di domani.” Per questo, secondo Rovati, la comunità deve accompagnare questo sforzo fornendo, soprattutto in campo educativo, sostegni economici e servizi di qualità. Esistono però anche delle criticità nelle famiglie italiane. “Sono molte le famiglie monogenitoriali, all’interno delle quali è di solito la donna a farsi carico dei figli. Su questo versante le politiche di sostengo vanno potenziate – continua Rovati. Un’altra situazione di difficoltà è quella che vivono le famiglie con più figli: il tasso di povertà tra le famiglie con più di tre figli è del 25% contro una media nazionale dell’11%, segno che sono più vulnerabili e necessitano di accompagnamento. Terzo aspetto da sottolineare è la condizione delle famiglie con un disabile a carico che ha bisogno non solo di cure psicologiche e fisiche, ma anche relazionali. E in questo senso è fondamentale il ruolo delle associazioni di famiglie e delle iniziative di auto-aiuto. La strategia per l’inclusione sociale, contro la povertà e per la costruzione di solidarietà tra generazioni passa inevitabilmente attraverso il contributo e la collaborazione di famiglie, associazioni no profit e non governative”

 

POVERTA' - Notte senza dimora. Presentata l'iniziativa. Giorgi (Terre di Mezzo): ''A Milano necessari più strutture e attenzione''

 

MILANO - E' stata presentata questa mattina a Milano la quarta edizione della "Notte dei senza dimora". L'iniziativa, promossa dal giornale di strada "Terre di mezzo" in occasione della Giornata mondiale contro la Povertà, avrà luogo domani, 17 ottobre, in undici città italiane. L'invito, rivolto a tutti, è quello di dormire in strada per una notte, come gesto concreto e simbolico di solidarietà con chi ogni giorno vive sulla strada. Partita da Milano nel 2000, quando circa 125 persone sistemarono i loro sacchi a pelo in piazza Santo Stefano, la "Notte dei senza dimora" si svolgerà quest'anno in undici città: da Milano a Pavia, da Bergamo a Roma, da Pisa a Bari. "Per quest'anno - ha detto Carlo Giorgi direttore di Terre di Mezzo - speriamo di avere in piazza a Milano almeno 250 persone e bissare il successo dello scorso anno". La notte di Milano inizierà presto: in piazza Santo Stefano dalle ore 21, suonerà il gruppo musicale "Giù il cappello", verranno proiettati filmati sulla poverà e l'emarginazione presentati al Milano FilmFestival di quest'anno e saranno presenti banchetti informativi delle associazioni milanesi che si occupano di senza dimora. Chi andrà in piazza in bicicletta, inoltre, potrà anche farsela riparare: l'associazione "+Bici" parteciperà all'iniziativa offrendo riparazioni gratuite a chi sfiderà all'aperto la notte milanese. Un'occasione per stare insieme e ricordare alle istituzioni che l'inverno è alle porte. "Richiamiamo l'attenzione degli amministratori: con l'arrivo del freddo si tornerà a parlare di emergenza per i senza fissa dimora. In città come Milano non si muore più di fame, ma si muore ancora di freddo", ha ricordato Carlo Giorgi. Solo a Milano, ci sono oltre 5mila senza tetto, per la maggior parte stranieri. "Mancano posti letto - ha detto Carlo Giorgi - e un centro diurno nel centro città, dove in una notte abbiamo contato 89 persone che dormivano per strada solo nella zona tra piazza San Babila e il Castello Sforzesco". Queste le richieste di Terre di mezzo e delle altre associazioni che partecipano all'iniziativa di Milano. Ma quella di domani sarà anche una festa: "I giornali di strada sono uno strumento di lotta contro la povertà, per noi questo 17 ottobre è una specie di compleanno". Proprio alle facce della povertà è dedicato l'ultimo numero del giornale di strada: reportage da Amsterdam, Madrid, Budapest, Graz, Milano sulle storie di quanti vivono sulla strada. (info: Terre di mezzo, tel. 02-48953031).

 

 

Senza dimora a Milano

Abitanti di Milano

1.360 mila

Senza dimora italiani 

2.500

Senza dimora stranieri

1.000

Rom e sinti italiani e stranieri

2.300

 

Docce pubbliche e del volontariato

fornite da 8 centri

Posti letto per senza dimora 
(Da solo il dormitorio pubblico di Milano ha disponibili 450 posti letto ogni notte)

circa 650

Posti in albergo o residence

44.200

 

 

Pasti per senza dimora al di

4.300

 

I dati sui costi dell'amministrazione comunale per servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno non sono recuperabili per la riorganizzazione del settore. Il costo preventivato per l'emergenza freddo a Milano che quest'anno ammonta a 250 mila Euro. "L'ordinanza D'Alema" per l'emergenza freddo del 2000 stanziò 2.169.000 Lire.

 

Il "Centro di aiuto Stazione Centrale" è il servizio per i senza dimora del Comune di Milano: ha sede in Stazione Centrale e fornisce aiuto a persone che presentano una domanda di soddisfacimento dei bisogni primari: pasto, sistemazione notturna. Ha compiti di osservazione, ascolto, orientamento, presa in carico. Invia verso i servizi pubblici o convenzionati, collegati in rete.

 

Come funziona la concessione della residenza ai SD?

L'anagrafe del Comune di Milano comprende la residenza ai senza dimora presso le strutture di accoglienza del privato sociale

Fonte: Terre di Mezzo, 2002  

Notte senza dimora. ''Inesistenti per la legge e fuori da ogni statistica'' i protagonisti dell'iniziativa

 

L'emergenza nell'emergenza ha il volto di uomini e donne stranieri senza permesso di soggiorno. Inesistenti per la legge e fuori da ogni statistica sulla povertà, l'emerginazione, il disagio. Solo a Milano, il Naga, associazione di solidarietà che si occupa di offrire assistenza socio-sanitaria a immigrati regolari e irregolari, ne ha contati almeno 4mila. A quanti vivono nelle baraccopoli abusive ai margini della città offre assistenza il Progetto "Medicina di strada" organizzato dal Naga. Fabio Parenti, responsabile del progetto è intervenuto alla presentazione dell'iniziativa "La notte dei senza dimora", organizzata dal giornale di strada "Terre di mezzo" in undici città italiane. Parenti fotografa una realtà drammatica: "Sono migliaia di persone che nessuno censisce. Sono i nuovi immigrati, vengono soprattutto dall'est, lavorano e vivono in condizioni disperate". Ucraini, moldave, uomini e donne che lavorano nei cantieri edili, fanno le badanti e non hanno nemmeno un tetto per dormire. "Non possono essere ospitati dai centri di accoglienza perché sono privi di permesso di soggiorno che può essere ottenuto solo dimostrando di avere un lavoro e una casa", spiega Parenti. Per loro si riproduce quel circolo vizioso fatto di lavoro nero e sfruttamento, vita nelle baraccopoli, mancanza di documenti. Benché sia impossibile sapere esattamente quanti sono, è certo che, come dimostrano le cronache di questi giorni, le file di quanti vivono in queste condizioni si stanno ingrossando: "Sono soprattutto rom della Romania - spiega Parenti -. A differenza di quanto si pensa non si tratta di nomadi: nel loro Paese vivevano in case e hanno sempre lavorato. Diventano nomadi, quando arrivano nel nostro Paese: gli viene negato un lavoro regolare, sono discriminati e costretti a vivere nelle baraccopoli". L'emergenza dei rom rumeni ha occupato in questi giorni le prime pagine della stampa milanese: la morte di un bambino di due mesi che viveva nelle case occupate di via Adda, lo sgombero di lunedì scorso nel campo abusivo vicino a quello autorizzato di via Triboniano, le frequenti occupazioni di edifici dismessi rilanciano la necessità di interventi urgenti del Comune. "L'unica politica dell'amministrazione è quella dello sgombero", denuncia il responsabile del Naga. L'effetto degli sgomberi è praticamente nullo: altri stabili vengono occupati, le persone diventano più diffidenti e spesso rimangono solo. L'unico risultato di questi interventi, dice Parenti, "è la frammentazione di quel minimo tessuto sociale che anche nelle baraccopoli si riesce a creare".

 

 

OSSERVATORI NAGA: LA CITTA' INVISIBILE
"Rapporto sulla popolazione delle baraccopoli e delle aree dismesse milanesi" - Anni 2000-2002
 La na
zionalità dell'utenza della medicina di strada 

Nazionalità

v.a.

v.%

Moldavia

63

4

Bulgaria

116

8

Albania

193

13

Marocco

316

21

Ucraina

410

27

Romania

425

28

Fonte: "Rapporto sulla popolazione delle baraccopoli e delle aree dismesse milanesi" -  NAGA, 2003  

Notte senza dimora. Le iniziative nelle 11 città italiane. Gli organizzatori e i referenti

 

ROMA – Notte dei senza dimora. Quest’anno la manifestazione(in programma tra il 17 e il 18 ottobre) toccherà ben undici città. Ecco, nel dettaglio, le ‘piazze’ dove si svolgerà l’iniziativa, gli organizzatori e i referenti.


Bari. Appuntamento alla Stazione Centrale alle ore 21. Gruppi di artisti e musicisti "sensibili" (coordinamento artisti per la pace) sono stati invitati a partecipare con le modalità che ognuno di loro riterrà consone all'iniziativa. Il momento dello "sleep out" sarà preceduto da momenti di festa (musica improvvisata e giocoleria). Verrà distribuito un volantino con i dati del Centro diurno "Area 51" che da quattro anni è aperto a Bari ai senza dimora nei pressi della Stazione Centrale.
Nella piazza sarà portato un megafono dal quale chiunque potrà esprimere il proprio pensiero. La cooperativa "Caps" di Bari e la Comunità "Oasi 2" di Trani interverranno con le proprie unità di strada distribuendo informazioni e bevande calde. Le missionarie della carità pregheranno nella chiesa di S.Antonio "per i poveri, con i poveri nello spirito di Madre Teresa".
Organizzano : Cooperativa Caps di Bari, Comunità Oasi 2 di Trani, Missionarie della Carità di Madre Teresa, Coordinamento artisti per la pace, Centro diurno Area 51. Per info.: Giuseppe Arrivo, coop. Caps, cell.329-20.63.993. E-mail: peppar@libero.it.


Bologna. La Notte dei senza dimora di Bologna si svolgerà, e non poteva essere altrimenti, in Piazza Maggiore, più nota come “piazza Grande”, luogo simbolico che ha dato il nome anche al primo giornale di strada italiano, il bolognese “Piazza Grande”. Dalle ore 14 la piazza sarà animata da clowns ed artisti di strada. Dalle 20 animazione musicale con i gruppi ”Asabranca” (musica etnica) e “Tradere” (musica tradizionale pugliese...e non solo). A seguire intervento teatrale della “Fraternal compagnia” di Massimo Machiavelli. Interventi dal palco: don Oreste Benzi, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; don Giovanni Nicolini-Caritas di Bologna; Elisabetta Scoccati, Comune di Bologna. In piazza saranno presenti stand con mostra fotografica sui senza dimora e sarà effettuata una distribuzione di materiale informativo.
Per dormire i partecipanti si sposteranno invece in Stazione Centrale, altro luogo simbolo dei senza dimora della città. Organizzano: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; giornale di strada Piazza Grande. Per info.: Antonio Bevilacqua, cell.349-46.95.331. e-mail: antopevis@libero.it.


Genova. Ore 21: ritrovo in Galleria Mazzini, la galleria liberty del centro città. Discuteranno del tema dell’estrema povertà urbana i rappresentanti dei soggetti pubblici e privati che si occupano delle persone senza dimora, stimolati dalla lettura degli interventi che in questi mesi alcuni personaggi noti (da Gino Paoli a Francesco Baccini, da Pepimorgia a don Ciotti), hanno scritto per la Fondazione Auxilium. Il tutto sarà accompagnato dalle esecuzioni del compositore e chitarrista Giangi Sainato, uno dei musicisti più autorevoli. Ore 23: si dorme.
Organizzano: Fondazione Auxilium. Aderiscono: associazione San Marcellino, comunità Sant’Egidio, Gruppi di strada d’intervento sui senza dimora, Associazione Massoero 2000, assessorato alla città solidale del comune di Genova. Per info.: Fondazione Auxilium tel. 010-24.77.015; Mirco Mazzoli cell.335-66.58.222. e-mail: mirco.mazzoli@fondazioneauxilium.it.
Lecco. Ritrovo in Piazzza XX Settembre
. Animazione con tromba e violino zigano con balli popolari e biscotti del lago: sax con polenta gialla e cous cous. Sui muri di piazza XX Settembre verranno proiettate immagini a tema e nel corso della notte saranno recitate poesie riguardanti la povertà e la alterità. Dolci e vin brulè sotto i portici; caffè e the del commercio equo e solidale e ci saranno artisti di strada mangiafuoco e chitarre. La chiesetta di santa Mart, nei pressi di piazza XX Settembre, sarà lasciata tutta la notte a porte aperte per un segno/sogno. Dalla piazza alla chiesetta, sarà allestito un percorso di sensibilizzazione.
Organizzano: Terre di mezzo, Centro Khorakhané, Attac Lecco, ass. culturale Punto Rosso, associazione Equosolidale di Lecco, Mandello e Calolziocorte; Italia-Nicaragua, Cisl; Coordinamento lecchese per la difesa dei diritti dei migranti; comunità di via Gaggio; Lila Cedius Lecco; comunità il Gabbiano; Emergency Lecco; rete Radiè Resch; Scarp de tenis; Caritas di Lecco; Cgil; Mir sada- progetto per la pace; Auser provinciale. Per info.: Paolo Trezzi cell. 339-39.36.802 email: ugomoi@tin.it.


Milano. A partire dalle ore 21, in piazza Santo Stefano, serata di festa e informazione sui senza dimora. Banchetti informativi delle associazioni milanesi che si occupano di persone senza dimora: Amici di Gastone, Ronda della Carità, Suore missionarie della Carità, Comitato Milano per l’Uomo (Fondazione Fratelli di San Francesco, SOS Fondazione Exodus, City Angels, Associazione progetto Arca). Esibizione del gruppo di musica di strada “Giù il cappello”; in collaborazione con l’associazione culturale Esterni, proiezione in piazza di alcuni corti sul tema della povertà e dell’alterità partecipanti alle recenti edizioni del “Milanofilmfestival”.
L’associazione “Bici+”, riparerà gratuitamente la bicicletta a tutti coloro che arriveranno in piazza per solidarietà su due ruote. Musica e bevande calde. In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà ugualmente ma in piazza Diaz e sotto i portici delle vie circostanti.
Organizza: Terre di mezzo. Aderiscono Amici di Gastone, Ronda della Carità, Suore missionarie della Carità, Comitato Milano per l’Uomo (Fondazione Fratelli di San Francesco, SOS Fondazione Exodus, City Angels, Associazione progetto Arca), Scarp de’ tenis. Per info: Carlo Giorgi cell. 347-81.01.823. Michele Dell’Acqua cell. 348-38.50.996.

 

Notte senza dimora. Le iniziative a Padova, Pavia, Pisa, Roma, Trento e Verona

 

ROMA – Continuiamo la carrellata sulle dodici città italiane che saranno palcoscenico nella notte dei senza dimora.


Padova. Agorà, agenzia delle associazioni che si occupano di persone senza dimora di Padova, organizza a partire dalle 18 nello spazio sottostante al volto della Corda (tra Piazza della Frutta e piazza delle Erbe) banchetti espositivi e spettacoli di animazione di strada. Purtroppo l’amministrazione comunale ha concesso di manifestare solo fino a mezzanotte. A Padova mancherà così il momento più significativo della “Notte”, quello dello sdraiarsi e dormire in piazza.
Organizza: Agorà (agenzia organizzazioni associate per le persone senza dimora che comprende diversi enti cittadini dalla Caritas alle Cucine economiche popolari). Per info: cell.339-19.83.513. E-mail: agora.psd@libero.it.


Pavia. A partire dalle ore 21, per tutta la notte in Piazza della Vittoria. L’animazione sarà a cura degli artisti di strada dell’associazione Giocolatte, e per riscaldarsi cioccolata calda delle botteghe del Commercio Equo e Solidale.

A Pavia gli organizzatori hanno stilato un manifesto, rivolto all’amministrazione comunale. Nel documento si afferma: “A Pavia, 200 persone senza dimora, si rivolgono tutti i giorni alle strutture esistenti, per avere un pasto ed un letto. Il Comune di Pavia ha speso quasi 7 milioni di euro per aiutare le fasce del disagio, i diversamente abili, gli anziani spesi e una costante attenzione. Le voci di spesa sono rivolte ai minori e agli anziani, per un totale a 1,6 milioni di euro (23% del totale), ai disabili, pari al 9%, alla assistenza domiciliare e per gli ultra sessantenni, per 700.000 euro e come contributo alle famiglie in difficoltà, 500.000 euro. 186 persone sono state assistite e/o ricoverate presso Istituti ed il costo della retta di un terzo di queste persone, pesa interamente sul bilancio comunale; 1029 sono le famiglie che hanno ricevuto contributi dal Comune e attraverso il fondo affitti della Regione, altri 126 nuclei familiari, residenti nelle case popolari, hanno ricevuto sostegni economici per pagare l’affitto. Non è azzardato affermare che, almeno 500/700 persone, sono alla soglia della povertà e si aggiungono i 200 senza dimora, il numero del disagio merita una grande attenzione. Serve un confronto continuo con l’amministrazione comunale di Pavia perché il disagio sia progressivamente ridotto, creando opportunità di inserimento, lavorativo e abitativo, per rendere le persone meno dipendenti dalle strutture sociali. L’inverno incombe: i senza dimora devono poter avere un posto protetto per non essere sulla strada nei mesi freddi. All’Amministrazione Comunale e all’Aler, chiediamo un confronto per allargare la quota degli appartamenti sfitti, già previsto dall’art.10 della Legge Regionale per l’assegnazione delle case di edilizia residenziale pubblica, già adottata positivamente dai regolamenti comunali, da destinare alle fasce sociali meno abbienti”.

Organizzano: Caritas, Casa del Giovane, Cgil, Cisl,Uil Centro Servizi Volontariato della provincia di Pavia, Amnesty International, Amici di Irina, Auser, Legambiente, Rete Lilliput nodo di Pavia, Terre des Hommes, Ains, Manitese oltrepo, Soleterre, Agesci Scout Pavia 4. Per info.: Lucia Melis, CSV tel.0382.27714.


Pisa. Il Centro Gandhi allestisce, con la collaborazione delle associazioni di volontariato di Pisa, banchetti informativi dalle ore 21 alle 24: appelli, raccolte di firme, materiale divulgativo. Saranno effettuati anche volantinaggio e lettura e/o proiezione di dati sul fenomeno dei senza fissa dimora e sulla povertà in genere. Dalle ore 24 in poi si dormirà. Organizza: il centro Gandhi di Pisa. Aderisce il Dormitorio Pubblico. Per info: Lidia Polistena, tel.050-77.31.84; e-mail: coras@interfree.it.


Roma. La Notte dei senza dimora di Roma vuole essere una “Notte bianca”, ma della solidarietà e non del consumo. L’iniziativa si terrà a Piazzale dei Partigiani, di fronte alla stazione Ostiense, luogo simbolo dei senza dimora capitolini, dove ci saranno esibizioni, momenti di approfondimento e di spettacolo e soprattutto la possibilità di condividere l’esperienza di una notte di veglia attiva e sonno, insieme ad una parte delle nostre città relegata quasi sempre all’”invisibilità”. Dalle 20 fino al mattino musica e momenti di riflessione si alterneranno per trascorrere la nottata. La manifestazione ha lo scopo di coinvolgere, provocare, far pensare i partecipanti, e tutti i cittadini, sulla condizione delle persone che vivono in strada, sempre più giovani, spesso stranieri o richiedenti asilo.
Organizzano: Casa dei diritti sociali. Aderiscono: Banco Alimentare (Ass.ne) - Caritas - Controchiave - Compagnia Malebolge - Farmacap - Fondazione Di Liegro - Fondazione Andolfi - Emmaus - La Ronda della Solidarietà - Legambiente - Mario Mieli - O.sa.la. - Psichiatria Democratica associazione “Un Sorriso” - Villaggio Globale . In collaborazione con i Centri di Servizio per il Volontariato (CESV e SPES). Col patrocinio del Comune di Roma V Dipartimento - Municipio I - Municipio III - Municipo XI. Per info: Casa dei Diritti Sociali,. 06 4464613/4464742 Laura Aluisi - tel. 348/3100420.


Trento. La manifestazione si svolgerà, unica eccezione nel panorama delle città coinvolte, giovedì 16 sera. L'iniziativa avrà luogo in Piazza d'Arogno (dietro al Duomo) dalle 18 alle 23. Dalle 18 alle 19.30 verranno forniti dati sui senza fissa dimora a Trento, sui problemi che incontrano, sul supporto che ricevono dalle associazioni attive sul territorio. Verranno inoltre lette storie di vita di persone di strada e poesie da loro composte. Alle 19.30 si aprono le danze. Si alterneranno sul palco gli "Etoile d'Afrique", i "Bullfrogs", gli "All'inghiastre" accompagnati dai danzatori dei "TretaranteaTN" e musicisti di strada, intervallati dalla lettura di storie e poesie. Durante la serata ci sarà la possibilità di mettere qualcosa sotto i denti. Dalle 24 i "Volontari di Strada" propongono ai volenterosi di procurarsi cartone e sacco a pelo per passare una notte all'"hotel millestelle".

Organizzano: "Casa della Giovane”, Centro sociale "Il Delfino", Croce Rossa Italiana, Padri Cappuccini, Cooperativa "Punto di Incontro", "Villa S.Ignazio", Associazione "Volontari di Strada". Per info: Stefano De Toni, cell.3403772981, e-mail: stefano.detoni@ing.unitn.it.


Verona. Si calcola che tra Verona e provincia siano 2 mila le persone che dormono all’aperto o in ricoveri di fortuna, la maggior parte concentrati in città: senza dimora italiani, ma anche molti cittadini stranieri e rom. Il recente sgombero dell’area delle ex-Cartiere non ha dato i risultati sperati, perché nessuna nuova struttura è stata aperta, anzi: una delle ultime ordinanze del sindaco riguarda la chiusura di tutti gli spazi abbandonati, che spesso sono l’unico rifugio per le persone senza casa. La situazione sta diventando drammatica e l’inverno si avvicina.

Il Coordinamento laico antirazzista Cesar K., il Csoa La Chimica, Rifondazione comunista, tutte realtà impegnate sul fronte della difesa dei diritti di cittadinanza per una società più giusta e solidale, riprendendo l’invito diffuso da “Terre di mezzo”, organizzano a partire dalle ore 21 la notte in piazza al Tempio Votivo, davanti alla stazione di Verona-Porta Nuova. Per ricordare al sindaco e a tutti i cittadini, proprio alla vigilia della cosiddetta emergenza-freddo, l’esistenza dei senza-dimora. La serata sarà allietata da dolci, bevande calde, e tanta musica.
Organizzano: Coordinamento laico antirazzista Cesar K. Aderiscono: Arci, Comunità dei migranti, Csoa La Chimica, Circolo Pink-GLBTQ, Emergency, Rifondazione comunista, Unione Inquilini, Verdi del Sole che ride, Tiziana Valpiana (deputata Prc). Per info: Alessia Berardinelli (Cesark) Cell. email: filoross@tin.it.

 

Accoglienza persone senza dimora - Comune di Roma
Dati 1/12/2002 - 21/3/2003

Tipologia centri

Posti

Pronta accoglienza - quadrante Centro storico

455

Pronta accoglienza - quadrante Sud ovest

314

Pronta accoglienza - quadrante Sud est

170

Pronta accoglienza - quadrante Nord ovest

93

Pronta accoglienza - quadrante Nord est

124

Circuito Case famiglia e centri di 2° livello

355

POSTI TOTALI

1.511

Sono inoltre stati predisposti altri 200 posti per le attivazioni in situazioni di emergenza


Fonte: Assessorato politiche sociali e della salute - Comune di Roma 

Senza dimora in Italia
Per nazionalità

Nazionalità

Valori ass.

Valori %

Italiani

1.281

48,0

Stranieri

1.085

40,7

Apolidi

15

0,6

Dato non disponibile

287

10,8

Totale

2.668

100,0


Fonte: Indagine nazionale "Persone senza dimora" anno 2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su dati del '97- '98, su  un campione di 2.668 persone prive di dimora stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza, prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.

Senza dimora in Italia
Per sesso

Sesso

Valori ass.

Valori %

Maschi

2.126

79,7

Femmine

480

18,0

Altro (non rilevabile, transessuale, travestito)

26

1,0

Dato non disponibile

36

1,3

Totale

2.668

100,0

 

 

 

Senza dimora in Italia
Per classe di età

Età

Valori ass.

Valori %

Minorenni

17

0,6

18-27

345

12,9

28-37

722

27,1

38-47

539

20,2

48-57

374

14,0

58-64

204

7,6

65-74

111

4,2

Ultra 75enni

26

1,0

Dato non disponibile

330

12,4

Totale

2.668

100,0

Fonte: Indagine nazionale "Persone senza dimora" Anno 2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su dati del '97- '98, su  un campione di 2.668 persone prive di dimora stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza, prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.

A Bologna tutti in Piazza Maggiore con il sacco a pelo: musica, teatro, clown

 

BOLOGNA – Tutti in Piazza Maggiore con il sacco a pelo. Anche a Bologna sono in programma iniziative per celebrare la Giornata mondiale di lotta alla povertà: domani, a partire dalle 10, la città sarà collegata in video conferenza con le altre più importanti stazioni italiane (Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo) nell’ambito di un’iniziativa promossa, tra gli altri, da Caritas Ambrosiana e Dopolavoro Ferroviario, in collaborazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato. Dalla sala conferenze di Rete Ferroviaria Italiana di via Matteotti 5, parteciperanno alla video conferenza il direttore della Caritas diocesana don Giovanni Nicolini, il responsabile del Dopolavoro ferroviario Ettore Bufalieri e le associazioni attive nel disagio della stazione di Bologna. Dalle 16 in poi, ci si sposterà in Piazza Maggiore, che sarà animata da gruppi musicali, laboratori teatrali, clown, giocolieri. Non mancherà lo stand con mostra fotografica sui senza fissa dimora. Alle 21 comincerà la serata vera e propria – o meglio, la “Notte con i senza fissa dimora” – , dal titolo “Ma voi…chi dite che io sia?”, introdotta da don Oreste Benzi, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, e don Giovanni Nicolini.

Entrambi porteranno una parola e una voce autorevole in difesa e di chi “non ha voce”. Al termine della serata, tutti a dormire con i senza fissa dimora con cartoni e sacco a pelo per proteggersi dai primi freddi. La serata è organizzata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, su iniziativa del giornale “Terre di Mezzo” in collaborazione con “Piazza Grande”, Caritas diocesana di Bologna e la Consulta contro l’esclusione sociale. “E’ la prima volta che a Bologna si celebra questa Giornata – spiega Luisa, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – . Quest’anno, come associazione, abbiamo deciso di aderire. La vocazione della Comunità è quella di condividere la vita degli ultimi, dei poveri, ed è da tempo che affianchiamo chi un tetto non ce l’ha, andando in stazione o per strada. Qui a Bologna abbiamo aperto, circa un anno fa, una casa d’accoglienza per i senza fissa dimora, dove ci sono persone che vivono con loro sempre, non per qualche ora e basta. La casa è vicino a San Pietro in Casale”. Domani sera, dunque, sarà “una serata di festa: ci sarà musica, uno spettacolo conPiazza Grande’ – aggiunge Luisa – ; senza fissa dimora leggeranno poesie. E poi si passerà la notte tutti insieme. Un’iniziativa per sensibilizzare la gente, e far capire, anche soltanto per una sera, che il senza fissa dimora non è la persona che fa pena, o con cui si fa fatica a vivere”. Per informazioni: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, tel. 051 6557646, e-mail: apg.bologna@tin.it.

 

Senza dimora a Bologna

Abitanti Bologna

380 mila

Senza dimora italiani

circa 500

Donne 

20%

Uomini

80%

Età prevalente

25-30 anni

 

 

Stranieri regolarmente residenti in città

17.670

Senza dimora stranieri 

non rilevato

Rom italiani e stranieri

4-500 italiani 5-600 slavi

 

 

Docce Pubbliche e del volontariato

2 centri

Posti letto per senza dimora

circa 300

Posti in albergo

8.146

Pasti per senza dimora al giorno
(senza contare emergenza freddo)

150

Pasti nei ristoranti a BO

18.710

 

 

Soldi spesi dall'amministrazione per i servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno disponibile

circa 6 miliardi di lire

 

Non esiste un ufficio per i senza dimora. Il servizio "disagio sociale adulto" si occupa anche delle persone senza dimora

Come funziona la concessione 
della residenza ai senza dimora? 

Un senza dimora può chiedere e ottenere la residenza nel centro di accoglienza dove dimora. Se non vi dimora non può chiedere la la residenza. Se se ne va, nel giro di un anno viene cancellato dall'ufficio anagrafe.



Fonte: Terre di Mezzo 2002 

A Pavia i promotori chiedono al Comune un censimento della povertà

 

MILANO - La Notte dei senza dimora sarà anche a Pavia. L'appuntamento per quanti vogliano dormire sotto le stelle è alle 21 in piazza Vittoria. Le associazioni (Caritas, Casa del Giovane, Centro servizi per il volontariato e molte altre) che aderiscono all' iniziativa prevista per domani in occasione della Giornata mondiale contro la Povertà, colgono inoltre l'occasione per chiedere all'amministrazione comunale, di avviare un censimento della povertà nel pavese. L'idea, promossa dal Centro servizi volontariato di Pavia ed estesa a Caritas e Casa del giovane, è mettere insieme le forze e preparare uno studio sull'emarginazione per capire cosa sta succedendo. La "Notte dei senza dimora" dovrebbe essere, nelle intenzioni degli organizzatori, il punto di partenza per un lavoro che proseguirà dopo il 17 ottobre. "Ci preme dare continuità all'iniziativa di domani", ha spiegato Lucia Melis del Centro servizi per il volontariato. Quest'estate era emersa, nella zona, la vicenda delle baraccopoli sorte ai margini di piccoli centri abitati, dove vivevano decine di immigrati stagionali. "Il caso di quest'estate ha portato alla luce un problema fino ad allora nascosto e che ora deve essere affrontato" affema Lucia Melis. La sensazione delle associazioni è che la povertà nella zona sia in aumento e per questo sia necessario monitorare quello che sta accadendo. I senza dimora, solo a Pavia, sono circa 200, ma le situazioni di disagio sono molte di più. Finora una risposta dal Comune di Pavia e dalle associazioni a cui è stata proposta la realizzazione della ricerca non è ancora arrivata, ma, ribadisce Lucia Melis, "ci auguriamo che questo lavoro possa essere fatto. L'idea sarebbe quella di pubblicarlo tra un anno esatto, in occasione della Giornata mondiale contro la povertà 2004". A Comune e Aler le associazioni chiedono anche un confronto sull'edilizia popolare: mancano alloggi e sempre più persone ne fanno richiesta. "La povertà sta crescendo, bisogna aumentare il numero di alloggi da assegnare alle fasce deboli", spiega Lucia Melis.

 

A Padova punti informativi, animazione, musicisti e artisti di strada

 

PADOVA - Una notte insieme per conoscere il “mondo” dei senza dimora. In occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà, indetta dall’Onu, domani venerdì 17 ottobre, dalle 18.00 alle 24.00, a Padova sotto il Volto della Corda, tra piazza delle Erbe e piazza della Frutta, un appuntamento per tutti coloro che vogliono scoprire cosa significa non avere un tetto. Punti informativi, momenti di animazione, musicisti e artisti di strada....una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini sulle povertà estreme presenti in ogni città e in particolare a Padova. Proposta da “Terre di mezzo”, la “Notte dei senza dimora” coinvolge alcune città d’Italia. A Padova, la manifestazione è curata da Agorà, (Agenzia organizzazioni associate persone senza dimora), che riunisce otto associazioni e cooperative padovane che si occupano di emarginati. «Vogliamo far conoscere la “dimensione della strada”, vissuta come luogo di transito, d’incontro, di contraddizione, di vita – spiega Daniele Sandonà di Agorà – la strada come luogo da dove poter ricominciare a costruire dei ponti di comunicazione con e tra le persone, ma anche con le istituzioni, come spazio dove ognuno di noi può rendersi conto e partecipare, in maniera responsabile, alla soluzione dei problemi di chi vive in povertà». Una notte per imparare ad ascoltare e riconoscere la sofferenza e anche per “mettersi in gioco”: viene infatti proposto a tutti il “Girone di Strada”, una sorta di gioco dell’oca che percorre le difficoltà, le sofferenze, le disgrazie, la solitudine, il rapporto con i servizi pubblici di chi vive ai margini della società. «A volte basta fermarsi un attimo nella frenesia quotidiana e guardarsi intorno per vedere e capire che tutti abbiamo un sogno da realizzare, ma che per molti il sogno è semplicemente la soddisfazione di un “bisogno primario”, come avere una casa o un pasto, che permetta di vivere un’esistenza dignitosa» conclude Sandonà.

 

L'attività del centro di ascolto della Caritas di Padova

 

PADOVA - Cercano una casa, hanno problemi di denaro, di cibo, chiedono documenti o aiuto per la famiglia lontana... queste le domande di chi ogni giorno arriva al Centro di ascolto della Caritas di Padova. “Ogni persona è unica e viene da esperienze e mondi diversi - spiega Massimiliano Monterosso, operatore della Caritas –. Ci sono immigrati che hanno bisogno di un aiuto per trovare un alloggio, perché spesso capita che le agenzie immobiliari riattacchino il telefono se sentono la voce di uno straniero; si presentano persone con problemi psichici; stranieri che hanno bisogno del permesso di soggiorno; cooperative o famiglie italiane che vogliono assumere immigrati...”.

Tra i molti servizi, la Caritas gestisce un dormitorio, in centro a Padova, per offrire un letto a chi non ha una casa. “Lì ospitiamo persone senza dimora di nazionalità italiana, sono giovani o barboni cronici con problemi di dipendenze, da alcol o da gioco, o che hanno precedenti penali. Persone che hanno tagliato i ponti con la famiglia e con la comunità di appartenenza e non riescono a superare il loro fallimento – continua Massimiliano Monterosso -. Oltre ai volontari e agli operatori che ogni notte si alternano nel servizio, queste persone vengono accompagnate da uno psicologo per essere ascoltate e aiutate a uscire dalla loro situazione. Alcuni sono stati inseriti in cooperative protette e hanno ripreso a lavorare. Ma molti hanno gettato la spugna e non vogliono cambiare, aggrappandosi all’idea romantica del barbone libero da vincoli....anche se non si può parlare di libertà vera, perché si ritrovano schiavi del cercare ogni giorno dove dormire, cosa mangiare, come coprirsi....”. Ascoltare e incontrare le persone, trovare assieme una soluzione, accompagnare chi ha bisogno di un aiuto....è questo l’impegno chiesto agli operatori della Caritas e a ciascun cittadino, nella Giornata mondiale di lotta alla Povertà, venerdì 17 ottobre, con un momento di sensibilizzazione, in piazza delle Erbe, a partire dalle 18.

 

Senza dimora in Italia
Per sesso

Sesso

Valori ass.

Valori %

Maschi

2.126

79,7

Femmine

480

18,0

Altro (non rilevabile, transessuale, travestito)

26

1,0

Dato non disponibile

36

1,3

Totale

2.668

100,0

 

 

 

Senza dimora in Italia
Per classe di età

Età

Valori ass.

Valori %

Minorenni

17

0,6

18-27

345

12,9

28-37

722

27,1

38-47

539

20,2

48-57

374

14,0

58-64

204

7,6

65-74

111

4,2

Ultra 75enni

26

1,0

Dato non disponibile

330

12,4

Totale

2.668

100,0

Fonte: Indagine nazionale "Persone senza dimora" Anno 2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su dati del '97- '98, su  un campione di 2.668 persone prive di dimora stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza, prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.

Prato ospiterà la conferenza regionale sulla esclusione sociale. In Toscana interventi per oltre 4,6 milioni

 

Sarà Prato ad ospitare la conferenza regionale toscana sull’esclusione sociale. Lo ha annunciato oggi il vicepresidente della Toscana ed assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva, che sta partecipando a Torino alla seconda tavola rotonda europea sulla povertà. La conferenza regionale si svolgerà dal 30 al 31 gennaio.

"In Toscana abbiamo approvato negli ultimi giorni – spiega l’assessore – importanti interventi di politiche sociali con risorse che superano i 4 milioni e 642 mila euro. Nell’anno delle persone disabili la priorità è proprio per la disabilità, con circa un milione e mezzo di euro. Puntiamo poi sul progetto giovani e sulla qualità della nostra spesa socio-sanitaria. Nell’ambito della esclusione sociale abbiamo voluto dare un forte segnale con tre azioni specifiche: un finanziamento per il progetto europeo Retis, la rete europea contro le povertà, la collaborazione con soggetti specializzati, lo svolgimento appunto della conferenza regionale”.
E’ già pronto uno piano di contrasto alle povertà e 3,5 milioni di euro stanno per essere ripartiti fra i comuni toscani con più di 30.000 abitanti con un’attenzione supplementare riservata ai comuni con più di 60.000 abitanti, dove maggiore è il numero dei poveri, dei vecchi e nuovi barboni. “Su una materia così delicata, complessa e spesso sfuggente anche per gli stessi addetti ai lavori – aggiunge Passaleva – puntiamo a favorire lo scambio di esperienze e di buone pratiche fra istituzioni e soggetti del privato sociale, ma vogliamo anche promuovere la partecipazione dei cittadini e aumentare il grado di consapevolezza attorno alla gravità di un problema non sempre avvertito” “Specie quando lo Stato, come oggi, non riesce a governare un’economia che non può essere lasciata in balia delle sole leggi di mercato, - conclude - sono molto elevati i rischi per una certa fascia di popolazione di cadere in situazioni di precarietà o addirittura di povertà. A volte basta davvero poco, anche nella nostra Toscana, per precipitare da una situazione di normalità e di benessere a una condizione di indigenza. Come istituzioni pubbliche, ma anche come società civile, non possiamo far finta di nulla: abbiamo il dovere di migliorare la qualità di politiche sociali che, almeno in Toscana, non vogliamo fondate su forme di avvilente elemosina”. La Toscana, insieme alla Regione belga di Bruxelles Capitale, ha fondato lo scorso anno “Retis”, una specifica rete europea transregionale per l’inclusione sociale. A “Retis” aderiscono 36 Regioni e città europee. Si tratta di un organismo, spiega Passaleva che ne è uno dei vicepresidenti, che “si propone di produrre analisi e valutazioni comuni per confrontare le situazioni regionali e locali con i piani nazionali nell’ambito della povertà e della precarietà”.

 

Senza dimora a Firenze

Abitanti di Firenze

400 mila

Senza dimora italiani (stime)

oltre 1.000

Donne

10%

Uomini

90%

 

Stranieri residenti in città

24 mila

Senza dimora stranieri

circa 700

Età prevalente 45-60 anni (italiani) 25-35 anni (extra-comunitari)

Rom italiani e stranieri circa 1.000 in 2 campi nomadi

 

Docce pubbliche e del volontariato 

non ne esistono

Posti letto per senza dimora

460

Posti in albergo

32 mila

Case sfitte 

15 mila

Pasti per senza dimora al di

450 (no sera)

 

Soldi spesi dall'amministrazione per servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno 

Il Comune non ha saputo fornirci dati precisi, 
perché molte attività di assistenza sono trasversali, 
non imputabili solo all'emergenza senza dimora 

Non esiste un ufficio specifico. I senza dimora sono competenza dell'Ufficio Marginalità, presso la Sicurezza sociale del Comune

 

Come funziona la concessione della residenza ai SD?

Il comune dà la possibilità di fissare la residenza presso le associazioni di volontariato disponibili. Le associazioni devono stilare un rapporto periodico all'amministrazione

Fonte: Terre di Mezzo, 2002  

''Sostanzialmente inattendibili'' i numeri sulla povertà in Italia. Il commento del sociologo Nanni

 

ROMA – Dati poco attendibili, che si basano sui consumi e non sul reddito reale. Ma anche dati parziali, che comprendono solo le famiglie italiane ed escludono una fascia di persone – immigrati, chi vive in carcere o in centri di accoglienza – che spesso si trovano in situazioni di forte emarginazione e disagio sociale. Sono questi i numeri sulla povertà in Italia secondo il sociologo Walter Nanni, consulente per l’ufficio studi della Caritas italiana.


Qual è la situazione nel nostro paese?


“Bisogna innanzitutto fare attenzione alla terminologia. Al centro studi della Caritas facciamo distinzione tra la povertà economica, quella che non fa arrivare a fine mese, per intenderci, e il disagio sociale e l’emarginazione, che molti chiamano ‘nuove povertà’. E’ chiaro che spesso i due problemi sono correlati, nel senso che la povertà economica può essere la causa o la conseguenza di un disagio sociale. Detto questo in Italia i dati sulla povertà, forniti dall’Istat, sono molto parziali e non completamente attendibili perché prendono in considerazione solo una parte del fenomeno. Le indagini vengono condotte in base ai consumi, non in base al reddito reale, come avviene invece in altri Paesi Europei”.


Che cosa significa?


“Il consumo varia molto a seconda delle zone e delle regioni, della cultura e della fascia d’età, e proprio per questo porta a dati non completamente attendibili. Facciamo un esempio: le persone anziane, anche se hanno soldi, spesso non hanno una cultura del consumo, come magari hanno i giovani, e quindi non spendono. Alcune zone rurali non sono in condizioni di povertà, ma non consumano perché sono loro stessi produttori. In questo modo non si riesce a quantificare chi è davvero in stato di difficoltà economica”.


Ma come funziona negli altri paesi europei?


“Negli altri paesi europei i dati vengono calcolati in base al reddito reale. Un criterio abbandonato in Italia perché nel nostro paese il reddito non dichiarato, il nero, è molto vasto. Con un’indagine sul reddito si fotograferebbe quindi un’Italia molto più povera di quello che è realmente”.

 

Quali fasce comprendono, quindi, questi dati?


2I dati forniti dall’Istat comprendono solo le famiglie italiane, sono quindi anche sotto questo aspetto molto parziali: non tengono in considerazione gli stranieri, chi vive in centri di accoglienza o residenze, chi sta in carcere. Molti di coloro che vivono in condizioni di forte disagio sociale sfuggono ai numeri ufficiali. La Caritas lo ha fatto più volte presente all’Istat. Secondo i loro dati, quindi, le fasce povere risultano le famiglie molto numerose e le persone sole, in particolare al centro nord”.


Che cosa dicono invece le altre fonti?


“Le altre fonti, quindi le diverse associazioni, descrivono una realtà ben diversa. La Caritas, secondo i dati e l’esperienza dei centri d’ascolto, raccoglie informazioni non solo relative alla povertà economica in senso stretto, ma anche alle altre forme di disagio, problemi reali collegati alla povertà. La prima difficoltà risulta essere la mancanza di lavoro (per il 40% del campione, ovvero 1000 nuclei rappresentativi osservati per tre mesi), poi viene la casa (23%), infine problemi sanitari e disagio psichico”.

 

 

Povertà relativa in Italia. Famiglie residenti e famiglie povere per ripartizione geografica - Anno 2000

Popolazione

AREE REGIONALI

Nord
%

Centro
%

Mezzogiorno
%

Tot. abitanti
V.A.

Famiglie residenti

47,8

19,4

32,8

21.967.027

Famiglie povere

22,0

15,3

62,7

2.706.794

Fonte: ISTAT

Il sociologo Nanni: ''La nuova forma di povertà economica colpisce le famiglie considerate normali''

ROMA – Restano improvvisamente senza una lira, non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto e rimangono emarginate dalla società. E’ questo, secondo il sociologo Walter Nanni, il volto nuovo della povertà in Italia: famiglie che dall’oggi al domani si trovano in difficoltà economiche.

Come è cambiata la povertà in Italia, negli ultimi anni?

“C’è una nuova forma di povertà economica che colpisce le famiglie inserite nella società e considerate ‘normali’; famiglie povere, insomma, completamente estranee alla povertà. Prima le famiglie in difficoltà economiche erano quelle povere da generazioni, che vivevano in particolari quartieri delle città, in uno stato di emarginazione. Ora ci sono famiglie che passano alla povertà in maniera improvvisa. Le chiamiamo famiglie ‘a doppio binario’: non solo si trovano improvvisamente senza soldi, ma rimangono emarginate perché non sono abituate a trovarsi in uno stato di bisogno; non sanno a chi rivolgersi, a chi chiedere aiuto, non conoscono i servizi in grado di fornire sostegno. Da qui nascono quindi tutta una serie di problematiche, a partire dal disagio psicologico, fino alla devianza”.

Da che cosa deriva questa ‘nuova’ povertà?

“I fattori sono molti: la scarsa sicurezza sociale, l’elasticità del lavoro che si traduce di fatto in precarietà, l’insicurezza legata alla casa. In più si aggiunge una cultura che spinge al consumo. Rispetto alle famiglie di un tempo, per cui il risparmio era fondamentale, oggi c’è un’enorme propensione al consumo. Molto spesso le cause della povertà derivano proprio dall’incapacità di gestire le proprie finanze. Sicuramente l’introduzione del reddito minimo d’inserimento sarebbe una base da cui partire per arginare il fenomeno. Lo prevedono tutti i paesi europei, compresi Spagna, Portogallo e Grecia. In Italia era stato inserito in via sperimentale, ora bisogna aspettare di capire che cos’è di fatto il ‘reddito di ultima istanza’ previsto dalla nuova finanziaria. Sembra comunque uno strumento che aiuta chi perde il lavoro e che quindi non considera chi un lavoro non ce l’ha mai avuto”.

E’ un fenomeno solo italiano?

Tutt’altro, è un fenomeno, come spesso accade, che si verifica già da tempo negli Stati Uniti. Là viene chiamata ‘la povertà della valigetta 24 ore’. Finiscono cioè a vagare per le strade e a dormire sulle panchine ex manager con giacca, cravatta e 24 ore, che dall’oggi al domani crollano”.

 

Incidenza di povertà relativa per ampiezza della famiglia e ripartizione geografica - Anni 2000-2001 - v.%

 

Nord

Centro

Mezzogiorno

ITALIA

2000

2001

2000

2001

2000

2001

2000

2001

1 componente

6,1

4,7

6,2

4,8

17,5

20,0

9,3

9,1

2 componenti

4,9

5,3

11,9

9,7

24,2

24,9

11,7

11,4

3 componenti

4,9

4,6

8,5

7,0

21,6

22,4

10,5

10,2

4 componenti

5,9

4,7

10,7

12,0

25,0

23,8

14,7

14,2

5 o + componenti

11,3

9,5

16,2

11,9

33,4

36,4

24,3

24,5

Fonte: Istat, 2002  

Povertà relativa in Italia

L’incidenza della povertà viene calcolata sulla base del numero di famiglie (e relativi componenti) che presentano spese per consumi. Per la misurazione della povertà relativa viene utilizzata la definizione della International Standard of Poverty Line applicata ai dati per la spesa per consumo delle famiglie. Secondo questa definizione si definisce povera una famiglia di due persone la cui spesa mensile per consumi è pari o inferiore al consumo medio pro-capite del paese. In Italia tale valore nel 2000 è pari a 1 milione e 568 mila 791 lire mensili correnti. In Italia la valutazione del fenomeno povertà viene effettuata sulla base di entrambe le soglie (povertà assoluta e relativa) utilizzando i dati dell’indagine sui consumi delle famiglie.

Nel 2000 circa 2 milioni e 707 mila famiglie, pari al 12,3% del totale delle famiglie residenti, vivono in condizione di povertà relativa per un totale di 7 milioni 948 mila individui (il 13,9% dell’intera popolazione). A caratterizzare le famiglie dove è maggiormente diffuso il fenomeno della povertà relativa sono: la presenza di più figli, l’elevata dimensione, i bassi livelli di istruzione, l’esclusione dal mercato del lavoro, la presenza di anziani o anziano solo. A fronte di una sostanziale stabilità a livello nazionale tra il 1999 e il 2000 si osserva un aumento significativo dell’incidenza di povertà nel Nord, dove il valore passa dal 5% nel ’99 al 5,7% nel 2000. Le famiglie povere spendono in media 1 milione 216 mila lire mensili, il 22,5% in meno della soglia.

Povertà assoluta in Italia

La povertà assoluta: valore monetario di un paniere di beni e servizi indispensabili affinché una famiglia di data ampiezza possa raggiungere un livello di vita “socialmente accettabile” nel paese. Viene calcolato per ciascuna ampiezza familiare aggregando le componenti alimentare, per l’abitazione e residuale. Il suo valore monetario viene annualmente aggiornato tenendo conto della variazione dei prezzi di consumo (1 milione e 55 mila lire per il 2000). Vengono definite povere le famiglie che presentano una spesa media mensile familiare inferiore o uguale al valore del paniere. La povertà assoluta tocca il 4,3% delle famiglie italiane (954 mila famiglie) per un totale di 2 milioni 937 mila individui. Nel Mezzogiorno l’incidenza è del 9,4% mentre nel Centro e nel Nord è pari rispettivamente al 2,7% e all’1,6%. L’intensità della povertà assoluta a livello nazionale è del 19,3%: nel centro e nel Mezzogiorno i valori sono prossimi al 20% mentre nelle regioni settentrionali l’intensità è pari al 15,4%. Le famiglie di 4 o più componenti sono quelle che presentano l’incidenza di povertà assoluta più alta pari al 7%. Anche le famiglie di altra tipologia con membri aggregati, e gli anziani sono categorie ad alto rischio di povertà assoluta con valori dell’incidenza rispettivamente del 7,6% e del 5,3%. È sempre nelle regioni del Mezzogiorno che si evidenzia una maggiore concentrazione del fenomeno, vi risiede infatti il 70,7% delle famiglie assolutamente povere.

Fonte: ISTAT