Redattore Sociale
POVERTA' - Il Ministro Maroni
apre a Torino i lavori della Seconda tavola Rotonda europea sull'esclusione
sociale: ''Il pilastro principale delle politiche di
inclusione è il lavoro''
Roberto Maroni Ministro del Welfare ha aperto i lavori della Seconda tavola Rotonda
europea sulla povertà e l'esclusione sociale organizzata a Torino dalla
Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Un appuntamento che è
anche l’occasione per un confronto sulle misure previste nei rispettivi Piani di azione nazionali degli interventi e dei servizi sociali.
"Il pilastro principale delle politiche di inclusione
è il lavoro. Il nostro slogan può essere ‘more better
jobs’ più
lavori migliori. L’Italia ha lavorato su questo con la recente riforma ‘Biagi’ che offre ai cittadini più occasioni e strumenti che
consentano un maggiore livello di opportunità di
lavoro”. Il ministro ha anche ribadito che l’obiettivo
per l’Unione Europea resta quello fissato a Lisbona: portare al 70% la
percentuale media di occupati nei paesi dell’UE. “Il lavoro – ha proseguito Maroni – è anche lo strumento che la legge
sull’immigrazione ha dato per costruire integrazione e inclusione delle persone
extracomunitarie immigrate, uno strumento che evita rischi di
emarginazione e conflitti”. Stato, governi, istituzioni locali, ONG,
associazioni no profit sono invece secondo il ministro gli attori delle politiche attive per aiutare e
sostenere quanti invece non possono accede al mercato del lavoro, per problemi
di disabilità, non autosufficienza… “L’Unione Europea
– ha continuato – deve darsi un coordinamento aperto, per costruire un modello
sociale europeo, rispettoso però delle tradizioni, specificità dei diversi
Paesi”. L’intervento del ministro si è concluso con
una forte sottolineatura del ruolo della famiglia. “Non intendiamo da questa
tavola rotonda definire come unico modello di famiglia, quello sperimentato con
successo in Italia., ma quasi come scambio di best practices intendiamo proporre il ruolo che in Italia ha la
famiglia nelle politiche di inclusione sociale. Nel libro bianco sul welfare abbiamo calcolato 3 miliardi di ore
a sostegno di chi non è autosufficiente, disabili, esclusi e il 95% di queste
ore vengono spese nella famiglia allargata, vicini, parenti, amici. Il governo
italiano sostiene le famiglie, sia favorendone la nascita, sia con interventi a
carattere economico e fiscale, nella prospettiva che attraverso la famiglia si possa innalzare i livelli di inclusione sociale”.
Forze
di lavoro per condizione professionale e tasso di occupazione,
disoccupazione e attività per sesso |
||||||
MASCHI |
||||||
ANNI |
Occupati |
Persone in cerca di occupazione |
Tot. forze di lavoro |
|||
v.a. |
v.%* |
v.a. |
v.%** |
v.a. |
v.%*** |
|
1993 |
13.415 |
68,2 |
1.094 |
7,5 |
14.509 |
73,8 |
1994 |
13.156 |
66,7 |
1.234 |
8,6 |
14.390 |
73,1 |
1995 |
13.019 |
65,9 |
1.280 |
9,0 |
14.299 |
72,5 |
1996 |
13.003 |
65,9 |
1.286 |
9,0 |
14.289 |
72,4 |
1997 |
13.015 |
65,8 |
1.294 |
9,0 |
14.309 |
72,5 |
1998 |
13.090 |
66,2 |
1.313 |
9,1 |
14.403 |
72,9 |
1999 |
13.158 |
66,7 |
1.266 |
8,8 |
14.424 |
73,2 |
2000 |
13.316 |
67,5 |
1.179 |
8,1 |
14.495 |
73,6 |
2001 |
13.455 |
68,1 |
1.066 |
7,3 |
14.521 |
73,6 |
FEMMINE |
||||||
1993 |
7.069 |
35,8 |
1.205 |
14,6 |
8.274 |
41,9 |
1994 |
6.998 |
35,4 |
1.274 |
15,4 |
8.272 |
41,9 |
1995 |
7.007 |
35,4 |
1.358 |
16,2 |
8.365 |
42,3 |
1996 |
7.122 |
36,0 |
1.367 |
16,1 |
8.469 |
43,0 |
1997 |
7.192 |
36,4 |
1.394 |
16,2 |
8.586 |
43,5 |
1998 |
7.345 |
37,3 |
1.431 |
16,3 |
8.777 |
44,6 |
1999 |
7.533 |
38,3 |
1.404 |
15,7 |
8.937 |
45,5 |
2000 |
7.764 |
39,6 |
1.316 |
14,5 |
9.080 |
46,3 |
2001 |
8.060 |
41,1 |
1.201 |
13,0 |
9.261 |
47,3 |
TOTALE |
||||||
1993 |
20.464 |
51,9 |
2.299 |
10,1 |
22.783 |
57,8 |
1994 |
20.154 |
51,0 |
2.508 |
11,1 |
22.662 |
57,4 |
1995 |
10.026 |
50,6 |
2.638 |
11,6 |
22.664 |
57,4 |
1996 |
20.125 |
50,9 |
2.653 |
11,6 |
22.778 |
57,7 |
1997 |
20.207 |
51,0 |
2.688 |
11,7 |
22.895 |
57,9 |
1998 |
20.435 |
51,7 |
2.745 |
11,8 |
23.180 |
58,7 |
1999 |
20.692 |
52,5 |
2.669 |
11,4 |
23.361 |
59,3 |
2000 |
21.080 |
53,5 |
2.495 |
10,6 |
23.575 |
59,9 |
2001 |
21.514 |
54,6 |
2.267 |
9,5 |
23.781 |
60,4 |
Note:
(*) Tasso di occupazione
(**) Tasso di disoccupazione
(***) Tasso di attività
I tassi di occupazione e di attività sono riferiti alla popolazione tra i 15
e i 64 anni di età
Fonte: Rapporto Istat 2001, Indagine sulle forze di
lavoro
Tipologie di contratto atipico utilizzate nell'industria e nei servizi privati, per orario di lavoro e carattere temporale del rapporto di lavoro - Anni 1996-2000 - Variazioni % |
|||
Tipologia |
Orario di lavoro |
||
Pieno |
Ridotto |
Totale |
|
TOTALE DEI RAPPORTI DI LAVORO |
|||
Atipici in senso stretto |
|||
Interinale |
(b) |
(b) |
(b) |
Solidarietà esterna |
- |
-17,7 |
-17,7 |
A tempo determinato |
39,5 |
51,6 |
42,8 |
Contratto formazione lav. |
-14,4 |
20,7 |
-11,6 |
Piani di inserimento prof. |
- |
(b) |
(b) |
Parzialmente atipici |
|||
Part-time |
- |
42,8 |
42,8 |
Lavoro a domicilio |
23,3 |
-32,8 |
-25,6 |
Apprendistato |
68,0 |
99,5 |
72,0 |
Totale (c) |
|
40,6 |
|
|
|||
Atipici in senso stretto |
|||
Interinale |
(b) |
(b) |
(b) |
Solidarietà esterna |
- |
-17,7 |
-17,7 |
Parzialmente atipici |
|||
Part-time |
- |
42,8 |
42,8 |
Lavoro a domicilio |
- |
-43,5 |
-43,5 |
Totale (c) |
|
41,6 |
|
|
|||
Atipici in senso stretto |
|||
Interinale |
(b) |
(b) |
(b) |
A tempo determinato |
39,5 |
51,6 |
42,8 |
Contratto formazione lavoro |
-14,4 |
20,7 |
-11,6 |
Piani di inserimento professionale |
- |
(b) |
(b) |
Parzialmente atipici |
|||
Lavoro a domicilio |
23,3 |
9,2 |
15,2 |
Apprendistato |
68,0 |
99,5 |
72,0 |
Totale (c) |
|
39,9 |
Note:
(b) Variazione non calcolabile poiché nel '96 le tipologie di contratto non erano ancora state regolamentate
(c) La variazione include le posizioni interinali, non ripartibili per modalità
dell'orario e assenti nel '96
Fonte: Istat, Contabilità nazionale, Min.del lavoro e delle politiche
sociali, Rapporto di monitoraggio sulle politiche occupazionali e del lavoro, n.1/2001
''Conoscere le cause della
povertà e capire come può essere sconfitta''. A
Milano convegno di Caritas e Banca Etica
MILANO – In occasione della Giornata Mondiale di Lotta
alla Povertà, in programma per domani, un convegno organizzato da Fondazione
Culturale di Banca Etica e Caritas Ambrosiana, con
l’adesione di Acli, Arci, Cgil-Cisl-Uil, chiuderà
sabato prossimo, 18 ottobre (ore 9.30-17.30) il cerchio delle iniziative ad
essa dedicate. Si tratta del convegno dal titolo “I volti, le statistiche, le
politiche, le azioni: conoscere le cause della povertà e capire come può essere
sconfitta”.
”Al contrario di come si è spesso portati a pensare la povertà non è affatto una realtà univoca – affermano gli
organizzatori -. Le facce della povertà sono numerose. Sono in maggioranza
facce di donne, di bambini, di giovani, dei disabili e degli anziani, degli
indigeni, degli emigranti e dei rifugiati: tutti quelli che la globalizzazione ha spinto ai
margini. La povertà si manifesta inoltre in molte forme: vi è una miseria
endemica e di massa nei paesi più poveri ma anche sacche di indigenza
più o meno nascoste nelle nazioni ricche, impoverimento dovuto a disastri
naturali o a conflitti, bisogno determinato da licenziamenti e malattie,
capifamiglia che svolgono lavori servili per una paga irrisoria”.
Dunque, la povertà ha tante forme. “Ma avrebbe anche i giusti rimedi – continuano -: durante il
Vertice del Millennio, i Governi di tutti i paesi del mondo si sono impegnati a
raggiungere otto obiettivi comuni di sviluppo (Millennium
Development Goals), il
primo dei quali è ridurre del 50% il numero dei poveri entro il 2015. Eliminare
la povertà assoluta dal mondo entro il 2015 è dunque possibile. Basterebbe che
i Governi, in particolare quelli dei paesi ricchi, mantenessero le proprie promesse.
Quel che manca è la volontà politica. Ecco perché la
necessità di una campagna di pressione sui Governi per indurli a rispettare i
propri impegni concordati: la Campagna ONU per gli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio “No Excuse 2015”,
la cui coordinatrice internazionale sarà a Milano, durante il convegno, per
illustrarne i contenuti”.
Tornando al convegno, va detto che esso si articolerà in due sessioni. La
prima, incentrata su “Il lato oscuro della globalizzazione:
aumenta la ricchezza, cresce la povertà”, vedrà la partecipazione di Eveline Herfkens,
coordinatore esecutivo dell’Onu, con “Le promesse
mancate”, di Giovanni Andrea Cornia, Università delle
Nazioni Unite, con “L’impatto sociale di un’economia senza regole”. Seguiranno
gli interventi dei promotori.
Nella seconda sessione, ecco “I
poveri in cammino”, documentario di Sebastiao Salgado e intervento dell’autore. Seguirà “Un’agenda per sradicare
la povertà”, con: “Garantire il decent work” (Daniele
Checchi, Università di Milano), “Salvaguardare il
reddito” (Chiara Saraceno, Università di Torino), “Non cancellare la
solidarietà” (Silvano Ambrosetti, presidente Coop Lombardia, e Marco Santori,
direttore di Etimos). Le
conclusioni saranno affidate a don Virginio Colmegna,
direttore Caritas Ambrosiana, e a Fabio Salviato, presidente di Banca Etica.
Somavia (Ilo): ''Enfasi
esagerata sulle politiche finanziarie che limitano l'emergere dei temi della
produzione e dei legami sociali''
TORINO - "La battaglia per porre al centro del
dibattito internazionale le politiche del lavoro come politiche di lotta
all’esclusione sociale non è ancora stata vinta a
livello mondiale – denuncia Juan Somavia
direttore generale dell’Ilo(Intenational Labour Organization) intervenendo
alla secondo tavola europea sulla povertà e l’esclusione sociale in corso a
Torino - . In questo senso l’attenzione che l'Europa dedica a questo tema è
un’eccezione” . Secondo l’Ilo l’impegno
di imprese, politiche sul lavoro, protezione sociale, governi dovrebbe
convergere alla creazione di opportunità di accesso a quello che viene definito
“Lavoro Decente”. “Non è democrazia per le persone in difficoltà poter
scegliere tra due mali: sopravvivere grazie a bassi livelli di welfare o grazie a un lavoro non
dignitoso - ha affermato ancora Somavia -. Per questo
i ministeri del lavoro e delle politiche sociali dovrebbero avere più peso
nella definizione delle politiche economiche dei Paesi, con lo scopo di
stabilire un maggiore equilibrio tra stabilità finanziaria e investimenti
produttivi, creazione di posti di lavoro e sviluppo di competenze lungo l’arco
dell’intera vita delle persone”. Il Direttore generale dell'Ilo ha anche
criticato l'attuale idea di globalizzazione:
"L'attuale forma di globalizzazione ha svalutato
il ruolo del lavoro. C’è un’enfasi esagerata sulle politiche monetarie e
finanziarie che limitano l’emergere dei temi della produzione e dei legami
sociali. Troppi ‘decisori’ hanno dimenticato che il mercato del lavoro è
diverso dagli altri mercati, perché è un mercato fatto di persone che hanno
diritti e meritano rispetto. Le politiche i
internazionali hanno anche dimenticato la dimensione locale: tutto è fatto per
facilitare il commercio globale e finanziario e poco per rafforzare le comunità
locali dove le persone vivono e stanno. Come ILO noi chiediamo una migliore governo della globalizzazione.
In questo senso propongo, anche se forse è un sogno, che la comunità delle
forze produttive e del mondo del lavoro si connetta con le reti di organizzazione sociale per lottare contro la povertà e
per l’inclusione sociale”.
POVERTA' - A novembre il rapporto sull'esclusione sociale.
Rovati (Commissione): ''Ruolo
centrale della famiglia''
TORINO - Sarà presentato a novembre il rapporto
sull’esclusione sociale. Lo ha dichiarato Giancarlo Rovati
presidente della Commissione di indagine
sull’esclusione sociale istituita dal ministero del welfare
intervenendo alla seconda tavola rotonda europea sulla povertà ed esclusione
sociale in corso a Torino. “Quello che emerge dal lavoro fino a qui svolto – ha
affermato Rovati – è il ruolo centrale della famiglia
nella costruzione di solidarietà tra le generazioni e in particolari le
famiglie con figli. I flussi di risorse infatti che
questi soggetti sociali producono sono bi-direzionali, da un lato producono ricchezza
per i pensionati, ma dall’altro sostengono i giovani che saranno i lavoratori
di domani.” Per questo, secondo Rovati, la comunità
deve accompagnare questo sforzo fornendo, soprattutto in campo educativo,
sostegni economici e servizi di qualità. Esistono però anche delle criticità
nelle famiglie italiane. “Sono molte le famiglie monogenitoriali,
all’interno delle quali è di solito la donna a farsi carico dei figli. Su
questo versante le politiche di sostengo vanno
potenziate – continua Rovati. Un’altra situazione di
difficoltà è quella che vivono le famiglie con più
figli: il tasso di povertà tra le famiglie con più di tre figli è del 25%
contro una media nazionale dell’11%, segno che sono più vulnerabili e
necessitano di accompagnamento. Terzo aspetto da sottolineare
è la condizione delle famiglie con un disabile a carico che ha bisogno non solo
di cure psicologiche e fisiche, ma anche relazionali. E in questo senso è
fondamentale il ruolo delle associazioni di famiglie e delle iniziative di auto-aiuto. La strategia per
l’inclusione sociale, contro la povertà e per la costruzione di solidarietà tra
generazioni passa inevitabilmente attraverso il contributo e la
collaborazione di famiglie, associazioni no profit e
non governative”
POVERTA' - Notte senza dimora. Presentata l'iniziativa. Giorgi (Terre di Mezzo): ''A
Milano necessari più strutture e attenzione''
MILANO - E' stata presentata questa mattina a Milano la
quarta edizione della "Notte dei senza dimora". L'iniziativa,
promossa dal giornale di strada "Terre di mezzo" in occasione della
Giornata mondiale contro la Povertà, avrà luogo domani, 17 ottobre, in undici
città italiane. L'invito, rivolto a tutti, è quello di dormire in strada per
una notte, come gesto concreto e simbolico di solidarietà con chi ogni giorno
vive sulla strada. Partita da Milano nel 2000, quando circa 125 persone
sistemarono i loro sacchi a pelo in piazza Santo
Stefano, la "Notte dei senza dimora" si svolgerà quest'anno
in undici città: da Milano a Pavia, da Bergamo a Roma, da Pisa a Bari.
"Per quest'anno - ha detto Carlo Giorgi direttore di Terre di Mezzo - speriamo di avere in
piazza a Milano almeno 250 persone e bissare il successo dello scorso
anno". La notte di Milano inizierà presto: in piazza
Santo Stefano dalle ore 21, suonerà il gruppo musicale "Giù il
cappello", verranno proiettati filmati sulla poverà
e l'emarginazione presentati al Milano FilmFestival
di quest'anno e saranno presenti banchetti
informativi delle associazioni milanesi che si occupano di senza dimora. Chi
andrà in piazza in bicicletta, inoltre, potrà anche farsela riparare:
l'associazione "+Bici" parteciperà all'iniziativa offrendo
riparazioni gratuite a chi sfiderà all'aperto la notte milanese. Un'occasione
per stare insieme e ricordare alle istituzioni che l'inverno è
alle porte. "Richiamiamo l'attenzione degli amministratori: con l'arrivo
del freddo si tornerà a parlare di emergenza per i
senza fissa dimora. In città come Milano non si muore più di fame, ma si muore
ancora di freddo", ha ricordato Carlo Giorgi.
Solo a Milano, ci sono oltre 5mila senza tetto, per la maggior parte stranieri.
"Mancano posti letto - ha detto Carlo Giorgi - e un centro diurno nel centro città, dove in una
notte abbiamo contato 89 persone che dormivano per strada solo nella zona tra
piazza San Babila e il Castello Sforzesco". Queste le richieste di Terre di mezzo e delle altre associazioni
che partecipano all'iniziativa di Milano. Ma
quella di domani sarà anche una festa: "I giornali di strada sono uno
strumento di lotta contro la povertà, per noi questo 17 ottobre è una specie di
compleanno". Proprio alle facce della povertà è dedicato l'ultimo numero
del giornale di strada: reportage da Amsterdam, Madrid, Budapest, Graz, Milano
sulle storie di quanti vivono sulla strada. (info: Terre di mezzo, tel. 02-48953031).
Senza dimora a Milano |
|
Abitanti di Milano |
1.360 mila |
Senza dimora italiani |
2.500 |
Senza dimora stranieri |
1.000 |
Rom e sinti italiani e stranieri |
2.300 |
|
|
Docce pubbliche e del volontariato |
fornite da 8 centri |
Posti letto per senza dimora |
circa 650 |
Posti in albergo o residence |
44.200 |
|
|
Pasti per senza dimora al di |
4.300 |
|
|
I dati sui costi dell'amministrazione comunale per servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno non sono recuperabili per la riorganizzazione del settore. Il costo preventivato per l'emergenza freddo a Milano che quest'anno ammonta a 250 mila Euro. "L'ordinanza D'Alema" per l'emergenza freddo del 2000 stanziò 2.169.000 Lire. |
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|
Il "Centro di aiuto Stazione Centrale" è il servizio per i senza dimora del Comune di Milano: ha sede in Stazione Centrale e fornisce aiuto a persone che presentano una domanda di soddisfacimento dei bisogni primari: pasto, sistemazione notturna. Ha compiti di osservazione, ascolto, orientamento, presa in carico. Invia verso i servizi pubblici o convenzionati, collegati in rete. |
|
|
|
Come funziona la concessione della residenza ai SD? |
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L'anagrafe del Comune di Milano comprende la residenza ai senza dimora presso le strutture di accoglienza del privato sociale |
Fonte: Terre di Mezzo, 2002
Notte senza dimora. ''Inesistenti per la legge e fuori da ogni statistica'' i
protagonisti dell'iniziativa
L'emergenza nell'emergenza ha il volto di
uomini e donne stranieri senza permesso di soggiorno. Inesistenti per la
legge e fuori da ogni statistica sulla povertà, l'emerginazione, il disagio. Solo a Milano, il Naga, associazione di solidarietà che si occupa di offrire
assistenza socio-sanitaria a immigrati regolari e
irregolari, ne ha contati almeno 4mila. A quanti vivono nelle baraccopoli
abusive ai margini della città offre assistenza il
Progetto "Medicina di strada" organizzato dal Naga.
Fabio Parenti, responsabile del progetto è intervenuto alla presentazione
dell'iniziativa "La notte dei senza dimora", organizzata dal giornale
di strada "Terre di mezzo" in undici città italiane. Parenti fotografa una realtà drammatica: "Sono migliaia di
persone che nessuno censisce. Sono i nuovi immigrati, vengono soprattutto
dall'est, lavorano e vivono in condizioni disperate". Ucraini, moldave, uomini e donne che lavorano nei cantieri edili,
fanno le badanti e non hanno nemmeno un tetto per dormire. "Non possono
essere ospitati dai centri di accoglienza perché sono
privi di permesso di soggiorno che può essere ottenuto solo dimostrando di
avere un lavoro e una casa", spiega Parenti. Per loro si riproduce quel
circolo vizioso fatto di lavoro nero e sfruttamento,
vita nelle baraccopoli, mancanza di documenti. Benché
sia impossibile sapere esattamente quanti sono, è certo che, come dimostrano le
cronache di questi giorni, le file di quanti vivono in queste condizioni si
stanno ingrossando: "Sono soprattutto rom della Romania - spiega Parenti
-. A differenza di quanto si pensa non si tratta di nomadi: nel loro Paese
vivevano in case e hanno sempre lavorato. Diventano nomadi, quando arrivano nel
nostro Paese: gli viene negato un lavoro regolare,
sono discriminati e costretti a vivere nelle baraccopoli". L'emergenza dei rom rumeni ha occupato in questi giorni le prime pagine
della stampa milanese: la morte di un bambino di due mesi che viveva nelle case
occupate di via Adda, lo sgombero di lunedì scorso nel campo abusivo vicino a
quello autorizzato di via Triboniano, le frequenti
occupazioni di edifici dismessi rilanciano la
necessità di interventi urgenti del Comune. "L'unica politica
dell'amministrazione è quella dello sgombero", denuncia il responsabile
del Naga. L'effetto degli sgomberi è praticamente nullo: altri stabili vengono occupati, le
persone diventano più diffidenti e spesso rimangono solo. L'unico risultato di
questi interventi, dice Parenti, "è la frammentazione di quel minimo tessuto sociale che anche nelle baraccopoli si riesce a
creare".
OSSERVATORI NAGA: LA CITTA' INVISIBILE |
||
Nazionalità |
v.a. |
v.% |
Moldavia |
63 |
4 |
Bulgaria |
116 |
8 |
Albania |
193 |
13 |
Marocco |
316 |
21 |
Ucraina |
410 |
27 |
Romania |
425 |
28 |
Fonte: "Rapporto sulla popolazione delle baraccopoli e delle aree dismesse milanesi" - NAGA, 2003
Notte senza dimora. Le iniziative nelle 11 città italiane.
Gli organizzatori e i referenti
ROMA – Notte dei senza dimora. Quest’anno
la manifestazione(in programma tra il 17 e il 18 ottobre) toccherà ben undici
città. Ecco, nel dettaglio, le ‘piazze’ dove si svolgerà l’iniziativa, gli
organizzatori e i referenti.
Bari. Appuntamento alla Stazione Centrale alle ore 21. Gruppi di artisti e musicisti "sensibili" (coordinamento
artisti per la pace) sono stati invitati a partecipare con le modalità che
ognuno di loro riterrà consone all'iniziativa. Il momento dello "sleep out" sarà preceduto da momenti di festa (musica
improvvisata e giocoleria). Verrà
distribuito un volantino con i dati del Centro diurno "Area 51" che
da quattro anni è aperto a Bari ai senza dimora nei pressi della Stazione
Centrale.
Nella piazza sarà portato un megafono dal quale chiunque potrà esprimere il
proprio pensiero. La cooperativa "Caps" di
Bari e la Comunità "Oasi 2" di Trani
interverranno con le proprie unità di strada distribuendo informazioni e
bevande calde. Le missionarie della carità pregheranno nella chiesa di S.Antonio "per i poveri, con i poveri nello spirito di
Madre Teresa".
Organizzano : Cooperativa Caps
di Bari, Comunità Oasi 2 di Trani, Missionarie della
Carità di Madre Teresa, Coordinamento artisti per la pace, Centro diurno Area
51. Per info.: Giuseppe Arrivo,
coop. Caps, cell.329-20.63.993. E-mail: peppar@libero.it.
Bologna. La Notte dei senza dimora di Bologna si svolgerà, e non poteva
essere altrimenti, in Piazza Maggiore, più nota come “piazza Grande”, luogo
simbolico che ha dato il nome anche al primo giornale di strada italiano, il
bolognese “Piazza Grande”. Dalle ore 14 la piazza sarà animata da clowns ed artisti di strada. Dalle 20
animazione musicale con i gruppi ”Asabranca” (musica
etnica) e “Tradere” (musica tradizionale pugliese...e
non solo). A seguire intervento teatrale della “Fraternal
compagnia” di Massimo Machiavelli. Interventi dal
palco: don Oreste Benzi, Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII; don Giovanni Nicolini-Caritas di
Bologna; Elisabetta Scoccati, Comune di Bologna. In
piazza saranno presenti stand con mostra fotografica sui senza dimora e sarà
effettuata una distribuzione di materiale informativo.
Per dormire i partecipanti si sposteranno invece in Stazione Centrale, altro
luogo simbolo dei senza dimora della città. Organizzano: Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII; giornale di strada Piazza Grande.
Per info.: Antonio Bevilacqua, cell.349-46.95.331.
e-mail: antopevis@libero.it.
Genova. Ore 21: ritrovo in Galleria Mazzini, la
galleria liberty del centro città. Discuteranno del tema dell’estrema
povertà urbana i rappresentanti dei soggetti pubblici e privati che si occupano
delle persone senza dimora, stimolati dalla lettura degli interventi che in
questi mesi alcuni personaggi noti (da Gino Paoli a
Francesco Baccini, da Pepimorgia
a don Ciotti), hanno scritto
per la Fondazione Auxilium. Il tutto sarà
accompagnato dalle esecuzioni del compositore e chitarrista Giangi
Sainato, uno dei musicisti più autorevoli. Ore 23: si
dorme.
Organizzano: Fondazione Auxilium. Aderiscono:
associazione San Marcellino, comunità Sant’Egidio,
Gruppi di strada d’intervento sui senza dimora, Associazione Massoero 2000, assessorato alla città solidale del comune
di Genova. Per info.: Fondazione Auxilium tel. 010-24.77.015; Mirco Mazzoli cell.335-66.58.222. e-mail:
mirco.mazzoli@fondazioneauxilium.it.
Lecco. Ritrovo in Piazzza XX Settembre.
Animazione con tromba e violino zigano con balli popolari e biscotti del lago:
sax con polenta gialla e cous cous.
Sui muri di piazza XX Settembre verranno proiettate
immagini a tema e nel corso della notte saranno recitate poesie riguardanti la
povertà e la alterità. Dolci e vin brulè sotto i portici;
caffè e the del commercio equo e solidale e ci saranno artisti di strada
mangiafuoco e chitarre. La chiesetta di santa Mart,
nei pressi di piazza XX Settembre, sarà lasciata tutta
la notte a porte aperte per un segno/sogno. Dalla piazza alla chiesetta, sarà
allestito un percorso di sensibilizzazione.
Organizzano: Terre di mezzo, Centro Khorakhané, Attac Lecco, ass. culturale Punto
Rosso, associazione Equosolidale di Lecco, Mandello e Calolziocorte; Italia-Nicaragua, Cisl;
Coordinamento lecchese per la difesa dei diritti dei
migranti; comunità di via Gaggio;
Lila Cedius Lecco; comunità il Gabbiano; Emergency Lecco; rete Radiè Resch; Scarp de tenis; Caritas di Lecco; Cgil; Mir sada-
progetto per la pace; Auser provinciale. Per info.: Paolo Trezzi cell. 339-39.36.802 email: ugomoi@tin.it.
Milano. A partire dalle ore 21, in piazza Santo
Stefano, serata di festa e informazione sui senza dimora. Banchetti informativi
delle associazioni milanesi che si occupano di persone senza dimora: Amici di
Gastone, Ronda della Carità, Suore missionarie della Carità, Comitato Milano
per l’Uomo (Fondazione Fratelli di San Francesco, SOS Fondazione Exodus, City Angels, Associazione
progetto Arca). Esibizione del gruppo di musica di strada “Giù il cappello”; in
collaborazione con l’associazione culturale Esterni, proiezione in piazza di
alcuni corti sul tema della povertà e dell’alterità
partecipanti alle recenti edizioni del “Milanofilmfestival”.
L’associazione “Bici+”, riparerà gratuitamente la
bicicletta a tutti coloro che arriveranno in piazza
per solidarietà su due ruote. Musica e bevande calde. In caso di pioggia la
manifestazione si svolgerà ugualmente ma in piazza
Diaz e sotto i portici delle vie circostanti.
Organizza: Terre di mezzo. Aderiscono Amici di Gastone, Ronda della Carità,
Suore missionarie della Carità, Comitato Milano per l’Uomo (Fondazione Fratelli
di San Francesco, SOS Fondazione Exodus, City Angels, Associazione progetto Arca), Scarp
de’ tenis. Per info: Carlo Giorgi cell. 347-81.01.823.
Michele Dell’Acqua cell. 348-38.50.996.
Notte senza dimora. Le iniziative a Padova, Pavia, Pisa,
Roma, Trento e Verona
ROMA – Continuiamo la carrellata sulle dodici città
italiane che saranno palcoscenico nella notte dei
senza dimora.
Padova. Agorà, agenzia delle associazioni che si occupano di persone
senza dimora di Padova, organizza a partire dalle 18 nello spazio sottostante
al volto della Corda (tra Piazza della Frutta e piazza delle Erbe) banchetti
espositivi e spettacoli di animazione di strada.
Purtroppo l’amministrazione comunale ha concesso di manifestare solo fino a
mezzanotte. A Padova mancherà così il momento più significativo
della “Notte”, quello dello sdraiarsi e dormire in piazza.
Organizza: Agorà (agenzia organizzazioni associate per le persone senza dimora
che comprende diversi enti cittadini dalla Caritas
alle Cucine economiche popolari). Per info:
cell.339-19.83.513. E-mail:
agora.psd@libero.it.
Pavia. A partire dalle ore 21, per tutta la notte in
Piazza della Vittoria. L’animazione sarà a cura degli artisti di strada dell’associazione Giocolatte, e
per riscaldarsi cioccolata calda delle botteghe del Commercio Equo e Solidale.
A Pavia gli organizzatori hanno stilato un manifesto,
rivolto all’amministrazione comunale. Nel documento si afferma: “A Pavia, 200
persone senza dimora, si rivolgono tutti i giorni alle strutture esistenti, per
avere un pasto ed un letto. Il Comune di Pavia ha speso quasi 7 milioni di euro per aiutare le fasce del disagio, i diversamente
abili, gli anziani spesi e una costante attenzione. Le voci di spesa sono
rivolte ai minori e agli anziani, per un totale a 1,6 milioni di euro (23% del totale), ai disabili, pari al 9%, alla
assistenza domiciliare e per gli ultra sessantenni, per 700.000 euro e come
contributo alle famiglie in difficoltà, 500.000 euro. 186 persone sono state
assistite e/o ricoverate presso Istituti ed il costo della retta di un terzo di queste persone, pesa interamente sul bilancio comunale;
1029 sono le famiglie che hanno ricevuto contributi dal Comune e attraverso il
fondo affitti della Regione, altri 126 nuclei familiari, residenti nelle case
popolari, hanno ricevuto sostegni economici per pagare l’affitto. Non è
azzardato affermare che, almeno 500/700 persone, sono alla soglia della povertà
e si aggiungono i 200 senza dimora, il numero del disagio merita una grande attenzione. Serve un confronto continuo con
l’amministrazione comunale di Pavia perché il disagio sia progressivamente
ridotto, creando opportunità di inserimento,
lavorativo e abitativo, per rendere le persone meno dipendenti dalle strutture
sociali. L’inverno incombe: i senza dimora devono poter avere un posto protetto
per non essere sulla strada nei mesi freddi. All’Amministrazione Comunale e
all’Aler, chiediamo un confronto per allargare la
quota degli appartamenti sfitti, già previsto dall’art.10
della Legge Regionale per l’assegnazione delle case di edilizia
residenziale pubblica, già adottata positivamente dai regolamenti comunali, da
destinare alle fasce sociali meno abbienti”.
Organizzano: Caritas, Casa del
Giovane, Cgil, Cisl,Uil Centro Servizi Volontariato
della provincia di Pavia, Amnesty International,
Amici di Irina, Auser, Legambiente,
Rete Lilliput nodo di Pavia, Terre des Hommes, Ains,
Manitese oltrepo, Soleterre, Agesci Scout Pavia 4.
Per info.: Lucia Melis, CSV
tel.0382.27714.
Pisa. Il Centro Gandhi allestisce, con la
collaborazione delle associazioni di volontariato di
Pisa, banchetti informativi dalle ore 21 alle 24: appelli, raccolte di firme,
materiale divulgativo. Saranno effettuati anche volantinaggio e lettura e/o
proiezione di dati sul fenomeno dei senza fissa dimora e sulla povertà in
genere. Dalle ore 24 in poi si dormirà. Organizza: il centro Gandhi di Pisa. Aderisce il Dormitorio Pubblico. Per info: Lidia Polistena,
tel.050-77.31.84; e-mail: coras@interfree.it.
Roma. La Notte dei senza dimora di Roma vuole essere una “Notte bianca”,
ma della solidarietà e non del consumo. L’iniziativa si terrà a Piazzale dei
Partigiani, di fronte alla stazione Ostiense, luogo
simbolo dei senza dimora capitolini, dove ci saranno esibizioni, momenti di approfondimento e di spettacolo e soprattutto la
possibilità di condividere l’esperienza di una notte di veglia attiva e sonno,
insieme ad una parte delle nostre città relegata quasi sempre
all’”invisibilità”. Dalle 20 fino al mattino musica e
momenti di riflessione si alterneranno per trascorrere la nottata. La
manifestazione ha lo scopo di coinvolgere, provocare, far pensare i
partecipanti, e tutti i cittadini, sulla condizione delle persone che vivono in
strada, sempre più giovani, spesso stranieri o richiedenti
asilo.
Organizzano: Casa dei diritti sociali. Aderiscono: Banco Alimentare (Ass.ne) - Caritas - Controchiave
- Compagnia Malebolge - Farmacap
- Fondazione Di Liegro - Fondazione Andolfi - Emmaus - La Ronda della
Solidarietà - Legambiente - Mario Mieli - O.sa.la. - Psichiatria Democratica associazione “Un
Sorriso” - Villaggio Globale . In
collaborazione con i Centri di Servizio per il Volontariato (CESV e SPES).
Col patrocinio del Comune di Roma V Dipartimento - Municipio
I - Municipio III - Municipo XI. Per info: Casa dei Diritti Sociali,. 06
4464613/4464742 Laura Aluisi - tel.
348/3100420.
Trento. La manifestazione si svolgerà, unica eccezione nel panorama
delle città coinvolte, giovedì 16 sera. L'iniziativa avrà luogo in Piazza d'Arogno (dietro al Duomo) dalle 18 alle 23. Dalle 18 alle
19.30 verranno forniti dati sui senza fissa dimora a
Trento, sui problemi che incontrano, sul supporto che ricevono dalle
associazioni attive sul territorio. Verranno inoltre
lette storie di vita di persone di strada e poesie da loro composte. Alle 19.30
si aprono le danze. Si alterneranno sul palco gli "Etoile d'Afrique", i "Bullfrogs",
gli "All'inghiastre" accompagnati dai
danzatori dei "TretaranteaTN" e musicisti
di strada, intervallati dalla lettura di storie e poesie. Durante la serata ci
sarà la possibilità di mettere qualcosa sotto i denti. Dalle 24 i "Volontari
di Strada" propongono ai volenterosi di procurarsi cartone e sacco a pelo
per passare una notte all'"hotel millestelle".
Organizzano: "Casa della Giovane”, Centro sociale
"Il Delfino", Croce Rossa Italiana, Padri Cappuccini, Cooperativa
"Punto di Incontro", "Villa S.Ignazio", Associazione "Volontari di
Strada". Per info: Stefano De
Toni, cell.3403772981, e-mail: stefano.detoni@ing.unitn.it.
Verona. Si calcola che tra Verona e provincia siano
2 mila le persone che dormono all’aperto o in ricoveri di fortuna, la maggior
parte concentrati in città: senza dimora italiani, ma anche molti cittadini
stranieri e rom. Il recente sgombero dell’area delle ex-Cartiere non ha dato i
risultati sperati, perché nessuna nuova struttura è stata aperta, anzi: una
delle ultime ordinanze del sindaco riguarda la chiusura di tutti gli spazi
abbandonati, che spesso sono l’unico rifugio per le
persone senza casa. La situazione sta diventando drammatica e l’inverno si
avvicina.
Il Coordinamento laico antirazzista Cesar
K., il Csoa La Chimica, Rifondazione comunista, tutte
realtà impegnate sul fronte della difesa dei diritti di cittadinanza per una
società più giusta e solidale, riprendendo l’invito diffuso da “Terre di
mezzo”, organizzano a partire dalle ore 21 la notte in piazza al Tempio Votivo,
davanti alla stazione di Verona-Porta Nuova. Per ricordare al sindaco e a tutti i cittadini, proprio alla
vigilia della cosiddetta emergenza-freddo, l’esistenza dei senza-dimora.
La serata sarà allietata da dolci, bevande calde, e tanta musica.
Organizzano: Coordinamento laico antirazzista Cesar
K. Aderiscono: Arci, Comunità dei migranti, Csoa La Chimica, Circolo Pink-GLBTQ,
Emergency, Rifondazione comunista, Unione Inquilini,
Verdi del Sole che ride, Tiziana Valpiana (deputata Prc). Per info: Alessia Berardinelli (Cesark) Cell. email:
filoross@tin.it.
Accoglienza
persone senza dimora - Comune di Roma |
|
Tipologia centri |
Posti |
Pronta accoglienza - quadrante Centro storico |
455 |
Pronta accoglienza - quadrante Sud ovest |
314 |
Pronta accoglienza - quadrante Sud est |
170 |
Pronta accoglienza - quadrante Nord ovest |
93 |
Pronta accoglienza - quadrante Nord est |
124 |
Circuito Case famiglia e centri di 2° livello |
355 |
POSTI TOTALI |
1.511 |
Sono inoltre stati predisposti altri 200 posti per le attivazioni in situazioni di emergenza |
Fonte: Assessorato politiche sociali e della salute - Comune di Roma
Senza
dimora in Italia |
||
Nazionalità |
Valori ass. |
Valori % |
Italiani |
1.281 |
48,0 |
Stranieri |
1.085 |
40,7 |
Apolidi |
15 |
0,6 |
Dato non disponibile |
287 |
10,8 |
Totale |
2.668 |
100,0 |
Fonte: Indagine nazionale "Persone senza dimora" anno
2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine
sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su
dati del '97- '98, su un campione di 2.668 persone prive di dimora
stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza,
prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.
Senza
dimora in Italia |
||
Sesso |
Valori ass. |
Valori % |
Maschi |
2.126 |
79,7 |
Femmine |
480 |
18,0 |
Altro (non rilevabile, transessuale, travestito) |
26 |
1,0 |
Dato non disponibile |
36 |
1,3 |
Totale |
2.668 |
100,0 |
|
|
|
Senza
dimora in Italia |
||
Età |
Valori ass. |
Valori % |
Minorenni |
17 |
0,6 |
18-27 |
345 |
12,9 |
28-37 |
722 |
27,1 |
38-47 |
539 |
20,2 |
48-57 |
374 |
14,0 |
58-64 |
204 |
7,6 |
65-74 |
111 |
4,2 |
Ultra 75enni |
26 |
1,0 |
Dato non disponibile |
330 |
12,4 |
Totale |
2.668 |
100,0 |
Fonte: Indagine nazionale
"Persone senza dimora" Anno 2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine
sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su
dati del '97- '98, su un campione di 2.668 persone prive di dimora
stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza,
prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.
A Bologna tutti in Piazza Maggiore con il sacco a pelo:
musica, teatro, clown
BOLOGNA – Tutti in Piazza Maggiore con il sacco a pelo. Anche a Bologna sono in programma iniziative per celebrare
la Giornata mondiale di lotta alla povertà: domani, a partire dalle 10, la
città sarà collegata in video conferenza con le altre più importanti stazioni
italiane (Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari,
Palermo) nell’ambito di un’iniziativa promossa, tra gli altri, da Caritas Ambrosiana e Dopolavoro Ferroviario, in
collaborazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato. Dalla sala conferenze di
Rete Ferroviaria Italiana di via Matteotti 5,
parteciperanno alla video conferenza il direttore della Caritas
diocesana don Giovanni Nicolini, il responsabile del
Dopolavoro ferroviario Ettore Bufalieri e le
associazioni attive nel disagio della stazione di Bologna. Dalle
16 in poi, ci si sposterà in Piazza Maggiore, che sarà animata da gruppi
musicali, laboratori teatrali, clown, giocolieri. Non mancherà lo stand
con mostra fotografica sui senza fissa dimora. Alle 21 comincerà la serata vera
e propria – o meglio, la “Notte con i senza fissa dimora” – ,
dal titolo “Ma voi…chi dite che io sia?”, introdotta da don Oreste Benzi, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, e
don Giovanni Nicolini.
Entrambi porteranno una parola e
una voce autorevole in difesa e di chi “non ha voce”. Al termine
della serata, tutti a dormire con i senza fissa dimora con cartoni e sacco a
pelo per proteggersi dai primi freddi. La serata è organizzata
dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, su iniziativa del giornale
“Terre di Mezzo” in collaborazione con “Piazza Grande”, Caritas
diocesana di Bologna e la Consulta contro l’esclusione sociale. “E’ la prima
volta che a Bologna si celebra questa Giornata – spiega Luisa,
dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – . Quest’anno, come associazione, abbiamo deciso di aderire.
La vocazione della Comunità è quella di condividere la vita degli ultimi, dei
poveri, ed è da tempo che affianchiamo chi un tetto
non ce l’ha, andando in stazione o per strada. Qui a Bologna abbiamo aperto,
circa un anno fa, una casa d’accoglienza per i senza fissa dimora, dove ci sono
persone che vivono con loro sempre, non per qualche ora e basta. La casa è vicino a San Pietro in Casale”. Domani sera, dunque,
sarà “una serata di festa: ci sarà musica, uno spettacolo con
‘Piazza Grande’ – aggiunge Luisa – ; senza
fissa dimora leggeranno poesie. E poi si passerà la notte
tutti insieme. Un’iniziativa per sensibilizzare la gente, e far capire,
anche soltanto per una sera, che il senza fissa dimora non è la persona che fa
pena, o con cui si fa fatica a vivere”. Per informazioni:
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, tel. 051 6557646, e-mail: apg.bologna@tin.it.
Senza dimora a Bologna |
|
Abitanti Bologna |
380 mila |
Senza dimora italiani |
circa 500 |
Donne |
20% |
Uomini |
80% |
Età prevalente |
25-30 anni |
|
|
Stranieri regolarmente residenti in città |
17.670 |
Senza dimora stranieri |
non rilevato |
Rom italiani e stranieri |
4-500 italiani 5-600 slavi |
|
|
Docce Pubbliche e del volontariato |
2 centri |
Posti letto per senza dimora |
circa 300 |
Posti in albergo |
8.146 |
Pasti per
senza dimora al giorno |
150 |
Pasti nei ristoranti a BO |
18.710 |
|
|
Soldi spesi dall'amministrazione per i servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno disponibile |
circa 6 miliardi di lire |
|
|
Non esiste un ufficio per i senza dimora. Il servizio "disagio sociale adulto" si occupa anche delle persone senza dimora |
|
Come funziona la concessione |
|
Un senza dimora può chiedere e ottenere la residenza nel centro di accoglienza dove dimora. Se non vi dimora non può chiedere la la residenza. Se se ne va, nel giro di un anno viene cancellato dall'ufficio anagrafe. |
Fonte: Terre di Mezzo 2002
A Pavia i promotori chiedono al Comune un censimento della
povertà
MILANO - La Notte dei senza dimora sarà anche a Pavia.
L'appuntamento per quanti vogliano dormire sotto le
stelle è alle 21 in piazza Vittoria. Le associazioni (Caritas,
Casa del Giovane, Centro servizi per il volontariato e molte altre) che
aderiscono all' iniziativa prevista per domani in
occasione della Giornata mondiale contro la Povertà, colgono inoltre
l'occasione per chiedere all'amministrazione comunale, di avviare un censimento
della povertà nel pavese. L'idea, promossa dal Centro servizi volontariato di
Pavia ed estesa a Caritas e Casa del giovane, è
mettere insieme le forze e preparare uno studio sull'emarginazione per capire
cosa sta succedendo. La "Notte dei senza dimora" dovrebbe essere,
nelle intenzioni degli organizzatori, il punto di partenza per un lavoro che proseguirà dopo il 17 ottobre. "Ci preme dare
continuità all'iniziativa di domani", ha spiegato Lucia Melis del Centro servizi per il volontariato. Quest'estate era emersa, nella zona, la vicenda delle baraccopoli sorte ai margini di piccoli centri
abitati, dove vivevano decine di immigrati stagionali. "Il caso di quest'estate ha portato alla luce un problema fino ad allora nascosto e che ora deve essere affrontato" affema Lucia Melis. La sensazione
delle associazioni è che la povertà nella zona sia in aumento e per questo sia necessario monitorare quello che sta accadendo. I senza
dimora, solo a Pavia, sono circa 200, ma le situazioni di disagio sono molte di
più. Finora una risposta dal Comune di Pavia e dalle associazioni a cui è stata
proposta la realizzazione della ricerca non è ancora
arrivata, ma, ribadisce Lucia Melis, "ci
auguriamo che questo lavoro possa essere fatto. L'idea sarebbe quella di
pubblicarlo tra un anno esatto, in occasione della Giornata mondiale contro la
povertà 2004". A Comune e Aler le associazioni
chiedono anche un confronto sull'edilizia popolare: mancano alloggi e sempre
più persone ne fanno richiesta. "La povertà sta crescendo, bisogna
aumentare il numero di alloggi da assegnare alle fasce
deboli", spiega Lucia Melis.
A Padova punti informativi, animazione,
musicisti e artisti di strada
PADOVA - Una notte insieme per conoscere il “mondo” dei
senza dimora. In occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà,
indetta dall’Onu, domani venerdì 17 ottobre, dalle
18.00 alle 24.00, a Padova sotto il Volto della Corda, tra piazza delle Erbe e
piazza della Frutta, un appuntamento per tutti coloro
che vogliono scoprire cosa significa non avere un tetto. Punti informativi,
momenti di animazione, musicisti e artisti di
strada....una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini sulle povertà
estreme presenti in ogni città e in particolare a Padova. Proposta da “Terre di
mezzo”, la “Notte dei senza dimora” coinvolge alcune città d’Italia. A Padova,
la manifestazione è curata da Agorà, (Agenzia organizzazioni associate persone
senza dimora), che riunisce otto associazioni e cooperative padovane che si
occupano di emarginati. «Vogliamo far conoscere la “dimensione
della strada”, vissuta come luogo di transito, d’incontro, di contraddizione,
di vita – spiega Daniele Sandonà di
Agorà – la strada come luogo da dove poter ricominciare a costruire dei
ponti di comunicazione con e tra le persone, ma anche con le istituzioni, come
spazio dove ognuno di noi può rendersi conto e partecipare, in maniera
responsabile, alla soluzione dei problemi di chi vive in povertà». Una notte
per imparare ad ascoltare e riconoscere la sofferenza e anche per “mettersi in
gioco”: viene infatti proposto a tutti il “Girone di
Strada”, una sorta di gioco dell’oca che percorre le difficoltà, le sofferenze,
le disgrazie, la solitudine, il rapporto con i servizi pubblici di chi vive ai
margini della società. «A volte basta fermarsi un attimo nella frenesia
quotidiana e guardarsi intorno per vedere e capire che tutti abbiamo
un sogno da realizzare, ma che per molti il sogno è semplicemente la
soddisfazione di un “bisogno primario”, come avere una casa o un pasto, che
permetta di vivere un’esistenza dignitosa» conclude Sandonà.
L'attività del centro di ascolto
della Caritas di Padova
PADOVA - Cercano una casa, hanno problemi di denaro, di
cibo, chiedono documenti o aiuto per la famiglia lontana... queste le domande
di chi ogni giorno arriva al Centro di ascolto della Caritas di Padova. “Ogni persona è unica e viene da
esperienze e mondi diversi - spiega Massimiliano Monterosso,
operatore della Caritas –. Ci sono
immigrati che hanno bisogno di un aiuto per trovare un alloggio, perché spesso
capita che le agenzie immobiliari riattacchino il telefono se sentono la voce
di uno straniero; si presentano persone con problemi psichici; stranieri che
hanno bisogno del permesso di soggiorno; cooperative o famiglie italiane che
vogliono assumere immigrati...”.
Tra i molti servizi, la Caritas
gestisce un dormitorio, in centro a Padova, per offrire un letto a chi non ha
una casa. “Lì ospitiamo persone senza dimora di nazionalità italiana, sono
giovani o barboni cronici con problemi di dipendenze, da alcol o da gioco, o
che hanno precedenti penali. Persone che hanno tagliato i ponti con la famiglia
e con la comunità di appartenenza e non riescono a
superare il loro fallimento – continua Massimiliano Monterosso
-. Oltre ai volontari e agli operatori che ogni notte si alternano nel
servizio, queste persone vengono accompagnate da uno
psicologo per essere ascoltate e aiutate a uscire dalla loro situazione. Alcuni
sono stati inseriti in cooperative protette e hanno ripreso a lavorare. Ma
molti hanno gettato la spugna e non vogliono cambiare, aggrappandosi all’idea
romantica del barbone libero da vincoli....anche se
non si può parlare di libertà vera, perché si ritrovano schiavi del cercare
ogni giorno dove dormire, cosa mangiare, come coprirsi....”. Ascoltare e incontrare
le persone, trovare assieme una soluzione, accompagnare chi ha bisogno di un aiuto....è questo l’impegno chiesto agli
operatori della Caritas e a ciascun cittadino, nella
Giornata mondiale di lotta alla Povertà, venerdì 17 ottobre, con un momento di
sensibilizzazione, in piazza delle Erbe, a partire dalle 18.
Senza
dimora in Italia |
||
Sesso |
Valori ass. |
Valori % |
Maschi |
2.126 |
79,7 |
Femmine |
480 |
18,0 |
Altro (non rilevabile, transessuale, travestito) |
26 |
1,0 |
Dato non disponibile |
36 |
1,3 |
Totale |
2.668 |
100,0 |
|
|
|
Senza
dimora in Italia |
||
Età |
Valori ass. |
Valori % |
Minorenni |
17 |
0,6 |
18-27 |
345 |
12,9 |
28-37 |
722 |
27,1 |
38-47 |
539 |
20,2 |
48-57 |
374 |
14,0 |
58-64 |
204 |
7,6 |
65-74 |
111 |
4,2 |
Ultra 75enni |
26 |
1,0 |
Dato non disponibile |
330 |
12,4 |
Totale |
2.668 |
100,0 |
Fonte: Indagine nazionale
"Persone senza dimora" Anno 2000 - Fondazione Zancan
Commissione di indagine sull'esclusione sociale - Indagine
sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su
dati del '97- '98, su un campione di 2.668 persone prive di dimora
stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza,
prive di un'adeguata rete formale o informale di sostegno.
Prato ospiterà la conferenza regionale sulla
esclusione sociale. In Toscana interventi per oltre 4,6 milioni
Sarà Prato ad ospitare la conferenza regionale toscana
sull’esclusione sociale. Lo ha annunciato oggi il vicepresidente della Toscana
ed assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva,
che sta partecipando a Torino alla seconda tavola rotonda europea sulla
povertà. La conferenza regionale si svolgerà dal 30 al 31 gennaio.
"In Toscana abbiamo approvato negli ultimi giorni –
spiega l’assessore – importanti interventi di politiche sociali con risorse che
superano i 4 milioni e 642 mila euro. Nell’anno delle persone disabili la priorità è proprio per la disabilità,
con circa un milione e mezzo di euro. Puntiamo poi sul
progetto giovani e sulla qualità della nostra spesa socio-sanitaria.
Nell’ambito della esclusione sociale abbiamo voluto
dare un forte segnale con tre azioni specifiche: un finanziamento per il
progetto europeo Retis, la rete europea contro le
povertà, la collaborazione con soggetti specializzati, lo svolgimento appunto
della conferenza regionale”.
E’ già pronto uno piano di contrasto alle povertà e
3,5 milioni di euro stanno per essere ripartiti fra i comuni toscani con più di
30.000 abitanti con un’attenzione supplementare riservata ai comuni con più di
60.000 abitanti, dove maggiore è il numero dei poveri, dei vecchi e nuovi barboni.
“Su una materia così delicata, complessa e spesso sfuggente anche per gli
stessi addetti ai lavori – aggiunge Passaleva –
puntiamo a favorire lo scambio di esperienze e di
buone pratiche fra istituzioni e soggetti del privato sociale, ma vogliamo anche
promuovere la partecipazione dei cittadini e aumentare il grado di
consapevolezza attorno alla gravità di un problema non sempre avvertito”
“Specie quando lo Stato, come oggi, non riesce a governare un’economia che non
può essere lasciata in balia delle sole leggi di mercato, - conclude - sono
molto elevati i rischi per una certa fascia di popolazione di cadere in
situazioni di precarietà o addirittura di povertà. A volte basta davvero poco,
anche nella nostra Toscana, per precipitare da una situazione di normalità e di
benessere a una condizione di indigenza. Come
istituzioni pubbliche, ma anche come società civile, non possiamo far finta di nulla: abbiamo il dovere di migliorare la qualità
di politiche sociali che, almeno in Toscana, non vogliamo fondate su forme di
avvilente elemosina”. La Toscana, insieme alla Regione belga di Bruxelles
Capitale, ha fondato lo scorso anno “Retis”, una
specifica rete europea transregionale per
l’inclusione sociale. A “Retis” aderiscono 36 Regioni
e città europee. Si tratta di un organismo, spiega Passaleva
che ne è uno dei vicepresidenti, che “si propone di
produrre analisi e valutazioni comuni per confrontare le situazioni regionali e
locali con i piani nazionali nell’ambito della povertà e della precarietà”.
Senza dimora a Firenze |
|
Abitanti di Firenze |
400 mila |
Senza dimora italiani (stime) |
oltre 1.000 |
Donne |
10% |
Uomini |
90% |
|
|
Stranieri residenti in città |
24 mila |
Senza dimora stranieri |
circa 700 |
Età prevalente 45-60 anni (italiani) 25-35 anni (extra-comunitari) |
|
Rom italiani e stranieri circa 1.000 in 2 campi nomadi |
|
|
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Docce pubbliche e del volontariato |
non ne esistono |
Posti letto per senza dimora |
460 |
Posti in albergo |
32 mila |
Case sfitte |
15 mila |
Pasti per senza dimora al di |
450 (no sera) |
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Soldi spesi dall'amministrazione per servizi diretti o in convenzione dedicati ai senza dimora nell'ultimo anno |
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Il Comune non ha saputo fornirci dati precisi, |
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Non esiste un ufficio specifico. I senza dimora sono competenza dell'Ufficio Marginalità, presso la Sicurezza sociale del Comune |
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Come funziona la concessione della residenza ai SD? |
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Il comune dà la possibilità di fissare la residenza presso le associazioni di volontariato disponibili. Le associazioni devono stilare un rapporto periodico all'amministrazione |
Fonte: Terre di Mezzo, 2002
''Sostanzialmente inattendibili'' i numeri sulla povertà in Italia. Il
commento del sociologo Nanni
ROMA – Dati poco attendibili, che si basano sui consumi e
non sul reddito reale. Ma anche dati parziali, che comprendono solo le famiglie
italiane ed escludono una fascia di persone – immigrati, chi vive in carcere o
in centri di accoglienza – che spesso si trovano in
situazioni di forte emarginazione e disagio sociale. Sono questi i numeri sulla
povertà in Italia secondo il sociologo Walter Nanni, consulente per l’ufficio
studi della Caritas italiana.
Qual è la situazione nel nostro paese?
“Bisogna innanzitutto fare attenzione alla terminologia. Al centro studi della Caritas facciamo distinzione tra la povertà economica,
quella che non fa arrivare a fine mese, per
intenderci, e il disagio sociale e l’emarginazione, che molti chiamano ‘nuove povertà’. E’ chiaro che spesso i due problemi sono
correlati, nel senso che la povertà economica può essere la causa o la
conseguenza di un disagio sociale. Detto questo in Italia i dati sulla povertà,
forniti dall’Istat, sono molto parziali e non
completamente attendibili perché prendono in considerazione solo una parte del
fenomeno. Le indagini vengono condotte in base ai
consumi, non in base al reddito reale, come avviene invece in altri Paesi
Europei”.
Che cosa significa?
“Il consumo varia molto a seconda delle zone e delle
regioni, della cultura e della fascia d’età, e proprio per questo porta a dati
non completamente attendibili. Facciamo un esempio: le persone anziane, anche
se hanno soldi, spesso non hanno una cultura del consumo, come magari hanno i
giovani, e quindi non spendono. Alcune zone rurali non sono in condizioni di
povertà, ma non consumano perché sono loro stessi produttori. In questo modo
non si riesce a quantificare chi è davvero in stato di difficoltà economica”.
Ma come funziona negli altri paesi europei?
“Negli altri paesi europei i dati vengono calcolati in
base al reddito reale. Un criterio abbandonato in Italia
perché nel nostro paese il reddito non dichiarato, il nero, è molto vasto.
Con un’indagine sul reddito si fotograferebbe quindi un’Italia molto più povera di quello che è realmente”.
Quali fasce comprendono, quindi, questi dati?
2I dati forniti dall’Istat comprendono solo le
famiglie italiane, sono quindi anche sotto questo aspetto
molto parziali: non tengono in considerazione gli stranieri, chi vive in
centri di accoglienza o residenze, chi sta in carcere. Molti di coloro che vivono in condizioni di forte disagio sociale
sfuggono ai numeri ufficiali. La Caritas lo ha fatto
più volte presente all’Istat. Secondo i loro dati,
quindi, le fasce povere risultano le famiglie molto
numerose e le persone sole, in particolare al centro nord”.
Che cosa dicono invece le altre fonti?
“Le altre fonti, quindi le diverse associazioni, descrivono una realtà ben
diversa. La Caritas, secondo i dati e l’esperienza
dei centri d’ascolto, raccoglie informazioni non solo relative alla povertà
economica in senso stretto, ma anche alle altre forme di disagio, problemi
reali collegati alla povertà. La prima difficoltà risulta
essere la mancanza di lavoro (per il 40% del campione, ovvero 1000 nuclei
rappresentativi osservati per tre mesi), poi viene la casa (23%), infine
problemi sanitari e disagio psichico”.
Povertà relativa in Italia. Famiglie residenti e famiglie povere per ripartizione geografica - Anno 2000 |
||||
Popolazione |
AREE REGIONALI |
|||
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
Tot. abitanti |
|
Famiglie residenti |
47,8 |
19,4 |
32,8 |
21.967.027 |
Famiglie povere |
22,0 |
15,3 |
62,7 |
2.706.794 |
Fonte: ISTAT
Il sociologo Nanni: ''La nuova forma di
povertà economica colpisce le famiglie considerate normali''
ROMA
– Restano improvvisamente senza una lira, non sanno a chi rivolgersi per
chiedere aiuto e rimangono emarginate dalla società. E’ questo, secondo il
sociologo Walter Nanni, il volto nuovo della povertà in Italia: famiglie che
dall’oggi al domani si trovano in difficoltà economiche.
Come è cambiata la povertà in Italia, negli ultimi anni?
“C’è
una nuova forma di povertà economica che colpisce le famiglie inserite nella
società e considerate ‘normali’; famiglie povere, insomma, completamente estranee
alla povertà. Prima le famiglie in difficoltà economiche erano quelle povere da
generazioni, che vivevano in particolari quartieri delle città, in uno stato di emarginazione. Ora ci sono famiglie che passano alla
povertà in maniera improvvisa. Le chiamiamo famiglie ‘a doppio binario’: non solo si trovano improvvisamente senza soldi,
ma rimangono emarginate perché non sono abituate a trovarsi in uno stato di
bisogno; non sanno a chi rivolgersi, a chi chiedere aiuto, non conoscono i
servizi in grado di fornire sostegno. Da qui nascono quindi tutta una serie di
problematiche, a partire dal disagio psicologico, fino alla devianza”.
Da che cosa deriva questa ‘nuova’ povertà?
“I
fattori sono molti: la scarsa sicurezza sociale, l’elasticità del lavoro che si
traduce di fatto in precarietà, l’insicurezza legata
alla casa. In più si aggiunge una cultura che spinge al consumo. Rispetto alle
famiglie di un tempo, per cui il risparmio era
fondamentale, oggi c’è un’enorme propensione al consumo. Molto spesso le cause della
povertà derivano proprio dall’incapacità di gestire le proprie finanze.
Sicuramente l’introduzione del reddito minimo d’inserimento sarebbe una base da
cui partire per arginare il fenomeno. Lo prevedono tutti i paesi europei,
compresi Spagna, Portogallo e Grecia. In Italia era stato inserito in via
sperimentale, ora bisogna aspettare di capire che cos’è di
fatto il ‘reddito di ultima istanza’ previsto
dalla nuova finanziaria. Sembra comunque uno strumento
che aiuta chi perde il lavoro e che quindi non considera chi un lavoro non ce
l’ha mai avuto”.
E’ un fenomeno solo italiano?
“Tutt’altro, è un fenomeno, come spesso accade, che si verifica già da tempo negli Stati Uniti. Là viene chiamata ‘la povertà della valigetta 24 ore’. Finiscono cioè a vagare per
le strade e a dormire sulle panchine ex manager con giacca, cravatta e 24 ore,
che dall’oggi al domani crollano”.
Incidenza di povertà relativa per ampiezza della famiglia e ripartizione geografica - Anni 2000-2001 - v.% |
||||||||
|
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
ITALIA |
||||
2000 |
2001 |
2000 |
2001 |
2000 |
2001 |
2000 |
2001 |
|
1 componente |
6,1 |
4,7 |
6,2 |
4,8 |
17,5 |
20,0 |
9,3 |
9,1 |
2 componenti |
4,9 |
5,3 |
11,9 |
9,7 |
24,2 |
24,9 |
11,7 |
11,4 |
3 componenti |
4,9 |
4,6 |
8,5 |
7,0 |
21,6 |
22,4 |
10,5 |
10,2 |
4 componenti |
5,9 |
4,7 |
10,7 |
12,0 |
25,0 |
23,8 |
14,7 |
14,2 |
5 o + componenti |
11,3 |
9,5 |
16,2 |
11,9 |
33,4 |
36,4 |
24,3 |
24,5 |
Fonte: Istat, 2002
Povertà relativa in Italia
L’incidenza
della povertà viene calcolata sulla base del numero di
famiglie (e relativi componenti) che presentano spese per consumi. Per la
misurazione della povertà relativa viene
utilizzata la definizione della International
Standard of Poverty Line applicata ai dati per la
spesa per consumo delle famiglie. Secondo questa definizione si definisce
povera una famiglia di due persone la cui spesa mensile per consumi è pari o
inferiore al consumo medio pro-capite del paese. In Italia tale valore nel 2000
è pari a 1 milione e 568 mila 791 lire mensili correnti. In Italia la
valutazione del fenomeno povertà viene effettuata
sulla base di entrambe le soglie (povertà assoluta e relativa) utilizzando i
dati dell’indagine sui consumi delle famiglie.
Nel
2000 circa 2 milioni e 707 mila famiglie, pari al 12,3% del totale delle
famiglie residenti, vivono in condizione di povertà relativa per un totale di 7
milioni 948 mila individui (il 13,9% dell’intera popolazione). A caratterizzare
le famiglie dove è maggiormente diffuso il fenomeno della povertà relativa sono: la presenza di più figli, l’elevata
dimensione, i bassi livelli di istruzione, l’esclusione dal mercato del lavoro,
la presenza di anziani o anziano solo. A fronte di una sostanziale stabilità a
livello nazionale tra il 1999 e il 2000 si osserva un aumento significativo dell’incidenza di povertà nel Nord, dove il
valore passa dal 5% nel ’99 al 5,7% nel 2000. Le famiglie povere spendono in
media 1 milione 216 mila lire mensili, il 22,5% in meno della soglia.
Povertà assoluta in Italia
La povertà assoluta: valore monetario di un paniere
di beni e servizi indispensabili affinché una famiglia di data ampiezza possa
raggiungere un livello di vita “socialmente accettabile” nel paese. Viene
calcolato per ciascuna ampiezza familiare aggregando le componenti alimentare,
per l’abitazione e residuale. Il suo valore monetario viene
annualmente aggiornato tenendo conto della variazione dei prezzi di consumo (1
milione e 55 mila lire per il 2000). Vengono definite
povere le famiglie che presentano una spesa media mensile familiare inferiore o
uguale al valore del paniere. La povertà assoluta tocca il
4,3% delle famiglie italiane (954 mila famiglie) per un totale di 2 milioni 937
mila individui. Nel Mezzogiorno l’incidenza è del 9,4% mentre nel Centro e nel
Nord è pari rispettivamente al 2,7% e all’1,6%.
L’intensità della povertà assoluta a livello nazionale è del 19,3%: nel centro
e nel Mezzogiorno i valori sono prossimi al 20% mentre nelle regioni
settentrionali l’intensità è pari al 15,4%. Le famiglie di 4 o più componenti sono quelle che presentano l’incidenza di povertà
assoluta più alta pari al 7%. Anche le famiglie di altra
tipologia con membri aggregati, e gli anziani sono categorie ad alto rischio di
povertà assoluta con valori dell’incidenza rispettivamente del 7,6% e del 5,3%.
È sempre nelle regioni del Mezzogiorno che si evidenzia una maggiore
concentrazione del fenomeno, vi risiede infatti il
70,7% delle famiglie assolutamente povere.
Fonte: ISTAT