5 Febbraio 2005
Ordine del giorno sulla Scuola
Approvato dal Congresso Ds

La legge Moratti e l’intera politica del governo di centro-destra negano l’eguaglianza del diritto di tutti a quel bene primario che è l’istruzione, destrutturano e impoveriscono il sistema pubblico e rappresentano un arretramento della cultura della scuola e dell’Italia.
I democratici di sinistra si impegnano a costruire da subito un progetto diverso e alternativo, facendolo vivere in una grande campagna di discussione nel Paese e nel confronto con tutte le forze del centro-sinistra. A partire dalla convinzione che oggi serve “più scuola”, pubblica, laica e di qualità e che garantire il diritto alla cultura e a una formazione qualificata per tutti e per tutta la vita è condizione di democrazia e questione decisiva per la qualità del sistema produttivo. Per questo i democratici di sinistra si impegnano ad inserire nell’agenda del nuovo governo la cancellazione della legge n. 53 e l’immediato avvio di tutti quei provvedimenti necessari a rilanciare il processo di riforma e di innovazione del sistema formativo italiano, nel quadro degli obiettivi indicati dalla Conferenza di Lisbona.
In questo quadro obiettivi decisivi sono:
- la concreta attuazione del dettato costituzionale per quanto riguarda l’autonomia scolastica e la funzione delle Regioni e delle autonomie locali nella programmazione dell’insieme dell’offerta formativa sul territorio;
- investire con forza sulla qualità delle esperienze formative nella fascia 0-3, ampliando e qualificando l’offerta degli asili nido e facendo uscire questo settore dalla condizione di servizio a domanda individuale di tipo assistenziale per affermare il diritto di ogni bambino/a a una esperienza educativa fin dai primi mesi di vita.;
- generalizzazione della scuola per l’infanzia, da realizzare investendo le risorse necessarie, come completamento dell’asse educativo 0-6 anni;
- rafforzare il valore educativo della “comprensività” nella scuola primaria; riportare in vigore l’articolo 130 del Testo unico che regolamenta il tempo pieno e il tempo prolungato, nella prospettiva della loro estensione;
- riaffermare il valore dell’obbligo scolastico, con il suo immediato innalzamento al biennio della superiore, attraverso una profonda riforma che permetta di accogliere e valorizzare le intelligenze diverse, nel quadro di un processo di affermazione del diritto all’educazione per tutti fino ai 18 anni;
- promuovere la spendibilità a livello europeo di diplomi e lauree conseguiti nel sistema di istruzione del nostro Paese;
- investire su un sistema integrato di formazione permanente da definire organicamente, a partire dall’affermazione legislativa del diritto alla formazione per tutto l’arco della vita come nuovo diritto di cittadinanza, per contrastare anche per questa via l’obsolescenza dei saperi professionali e i fenomeni di analfabetismo di ritorno;
- riprendere gli investimenti nel sistema formativo e nella valorizzazione sociale e professionale degli insegnanti; definire nel quadro della eliminazione del lavoro precario, percorsi formativi e nuove forme di reclutamento pubblico, nel rispetto della libertà di insegnamento e nella unicità e specificità della funzione docente come elemento portante dell’autonomia scolastica;
- definire sedi di partecipazione democratica dei genitori, degli studenti, degli insegnanti e del personale della scuola alla vita e alle attività del sistema scolastico e formativo in rapporto con il territorio e con tutte le sue espressioni sociali e istituzionali.

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