Venerdì 12 dicembre 1969
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Poco dopo in un’altra banca distante poche centinaia di metri, in via Larga, un impiegato rinviene una strana borsa nera in
similpelle e la consegna alla Direzione.
E’ la
seconda bomba destinata a Milano: alla Banca Commerciale Italiana. Non è
esplosa per una, semplice, casualità: il
"timer" di innesco della bomba non ha funzionato a dovere. Avrebbe
potuto costituire un utile elemento investigativo e invece …
Invece viene fatta, inspiegabilmente, esplodere in tutta fretta
alle 21,30 della stessa sera dagli artificieri della polizia che l’hanno,
dapprima, sotterrata – precauzionalmente – nel cortile interno della Banca.
Questa è la
prima di una lunga serie di "anomalie" procedurali e giuridiche:
distruggendo quella bomba in modo così precipitoso sono andati perduti indizi
importanti, forse, addirittura la "firma" degli attentatori.
"L’avrei disinnescata io … ma nessuno me l’ha chiesto. E’ stato
più pericoloso farla brillare che aprirla" – dichiarerà alla stampa,
qualche giorno più tardi, il maresciallo dell’esercito Guido Bizzarri: un
"curriculum vitae" di tutto rispetto dal momento che, nel corso della
sua carriera di artificiere, ha disinnescato circa
20mila ordigni.
Ma tant’è. In mano alla polizia
rimangono solo la borsa in similpelle nera uguale a quella di piazza Fontana, il "timer" di fabbricazione
tedesca Diehl Junghans,
e la certezza che la borsa metallica contenente l’esplosivo è anch’essa simile
a quella usata per la prima bomba. Il perito balistico incaricato
dell’inchiesta esprime un giudizio categorico: chi ha confezionato l’ordigno è
un … "esperto". Forse un militare.
Le bombe di
Roma sono tre. La prima esplode alle 16,45 in un corridoio sotterraneo della
Banca Nazionale del Lavoro, tra via Veneto e via San
Basilio. Provoca tredici feriti (tra i quali uno grave) tra gli impiegati. Il
secondo ordigno esplode alle 17,16 sulla seconda terrazza dell’Altare della
Patria, dal lato dei Fori Imperiali.
Passano
otto minuti ed ecco la terza deflagrazione. Sempre all’Altare della Patria. Sempre sulla seconda terrazza ma, questa volta, dal lato opposto:
dalla parte della scalinata dell’Ara Coeli. Le
esplosioni sono meno violente e la "fattura" degli ordigni appare – a
giudizio degli esperti balistici - più rudimentale rispetto a quelli
"destinati" alle banche.
Frammenti
di cornicione feriscono, comunque, alcuni passanti.
Le indagini
si rivolgono, subito, in direzione dell’estremismo di Sinistra
Nota a margine: Per saperne di più consultare il sito:
http://www.misteriditalia.com/lestragi/piazza%20fontana/piazzafontana.html