Il digitale? Politicamente è un grande imbroglio, tecnologicamente nasce già vecchio

Approvata alla Camera, mercoledì 24 marzo 2004, la legge Gasparri bis, che deve salvare la posizione dominante di Mediasetcioè di Silvio Berlusconi – sul mercato televisivo e pubblicitario. Ora toccherà al Senato: Berlusconi vuole andare alle elezioni con questo problema risolto. Tra breve, dunque, la Gasparri, ritoccata dopo la bocciatura del Capo dello Stato, diventerà legge della Repubblica. Così sarà aggirato l’obbligo, imposto dalla Corte costituzionale per garantire il pluralismo e il mercato, di ridurre a due le reti Mediaset. Il pluralismo infatti, secondo la geniale trovata del geniale inventore della geniale Gasparri, sarà d’ora in poi garantito dal Digitale Terrestre, che al pari del Comunismo, del Federalismo e dell’Elisir di lunga vita, risolve ogni problema e sconfigge ogni male.

Canali a volontà, canali per tutti, a decine, a centinaia. Con qualità digitale. Che senso ha porre limiti, esiliare il povero Emilio Fede sul satellite? I canali saranno moltiplicati, non ridotti. Bene: peccato che il Digitale Terrestre, come il Sacro Graal, sia piuttosto imprendibile, sfuggente, evanescente. Nessun apparecchio televisivo digitale ha per ora fatto capolino nei negozi, e tantomeno nelle case degli italiani. E nessun nuovo canale tv è nato per arricchire l’offerta del Sacro Digitale. Saranno i soliti, vecchi canali via etere a essere ripetuti anche con tecnologia digitale, tanto per far finta che la Gasparri abbia un senso. Quanto ai canali davvero nuovi, saranno quelli satellitari. Ma quelli non hanno alcun bisogno di Gasparri, basta una parabola e un decoder.

Quando il presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere la nuova legge sulle tv già approvata dal Parlamento, ha chiesto di sanare almeno le anomalie più macroscopiche. Che cosa ha fatto, allora, la maggioranza? Il Sic (il sistema intergrato delle comunicazioni, il paniere da cui calcolare il limite antitrust del 20 per cento) è stato leggermente ritoccato: hanno tolto quattro spiccioli, i proventi da editoria libraria e musicale, la produzione di programmi tv. Resta tutto il resto, con possibilità per la già monopolistica Mediaset di diventare ancor più monopolistica, di crescere ancora. Il Sic resta comunque un oceano di 50 mila miliardi di lire, permettendo alle tv di Berlusconi di espandersi ancora di un buon 30 per cento.

In compenso, nella nuova versione dell’ineffabile legge è silenziosamente caduto un codicillo, quello che stabiliva un altro limite antitrust: nessuno può raccogliere più del 30 per cento del mercato pubblicitario. Caduto. Scomparso. A Publitalia si sono subito rimboccati le maniche.

Quanto al controllo del pluralismo, la povera Authority potrà scendere in campo a fine maggio, ma solo per controllare tre dati, stabiliti dalla stessa furbissima Gasparri: uno, se nei negozi sono in vendita i decoder per il digitale terrestre, e se l’offerta è a prezzi accessibili; due, se la copertura virtuale del digitare terrestre ha superato il 50 per cento della popolazione italiana; tre, se c’è offerta di programmi nuovi. Tranquilli: fin da ora possiamo dire che tutto è a posto. Obiettivi raggiunti. I decoder nei negozi ci sono, i prezzi sono buoni, il 50 per cento virtuale è stato raggiunto, i programmi non saranno proprio nuovi nuovi (saranno quelli del digitale satellitare ripetuti anche per il digitale terrestre) ma insomma prima nel terrestre non c’erano. E poi si può sempre costringere la povera Rai a svenarsi per produrre qualche programma (Rai Utile...) che nessuno vedrà.
La mancanza di sanzioni per chi sgarra, lamentata da quel briccone del Capo dello Stato nella prima versione della Gasparri, è stata risolta affidando all’Authority il potere di sanzionare chi viola la legge, ma non prima del luglio 2005: dunque c’è oltre un anno di Far West in cui Mediaset potrà fare ciò che vorrà e consolidare la propria posizione dominante.

I decoder, comunque, nei negozi ci sono, e costano poco. Anche perché il governo – che fa fatica a trovare soldi per la scuola, la ricerca, le pensioni – per aiutare a vendere i decoder i soldi li ha trovati e li ha stanziati nella Finanziaria. Così oggi chi va in un negozio di materiale elettronico trova l’apparecchio Access Media (pubblicizzato nel sito Mediaset) alla modica cifra di 49 euro. Un’offertona. Anche grazie al contributo di 150 euro che il governo generosamente concede (con soldi di tutti) a chi compra il decoder offerto da Mediaset per permettere a Mediaset di non perdere Retequattro.

Ma poi i decoder sono arrivati nelle case degli italiani? Non importa, basta che siano in negozio. In effetti ne sono stati venduti pochini, 280 mila, cifra che si raggiunge se si sommano tutti i tipi di decoder presenti sul mercato. Quelli pubblicizzati sui canali Mediaset sono prodotti dalla multinazionale Adb, che ne ha venduti 35 mila. Meglio (52 mila) ha fatto Access Media, pubblicizzata sul sito Mediaset, che offre il prezzo migliore, l’offertona di 49 euro.

Ma il dato più significativo è un altro. Dei 280 mila decoder venduti, la metà, 140 mila, sono decoder Fastweb: con il digitale terrestre non c’entrano un fico, non utilizzano l’etere, ma il filo del telefono, la fibra ottica, la banda larga. Servono insomma a portarsi a casa la tv via internet. E questo la dice lunga su come sta orientandosi il mercato: il digitale terrestre nasce già superato dalla effettivamente più avanzata internet tv.
Lo conferma a Diario anche Rick Smith, vice presidente della Adb Europa: «I futuri obiettivi in tutta Europa vedono come “video medium” la banda larga. Stiamo lavorando per migliorare la qualità della tecnologia per la compressione dei dati in modo da poter sviluppare questo canale per l’uso pratico della tv».

Anche Telecom, con Valentino Rossi, sta correndo nella stessa direzione. Sta pubblicizzando con grande energia e forti investimenti «Rosso Alice» e sta potenziando gratuitamente ai suoi utenti la banda minima (aumentandola da 256 a 640 K e preparandosi a ulteriori massicci potenziamenti). Così offrirà ai clienti la tv, sia pur «on demand», sui computer di chi ha attivato una connessione Adsl. Il che vuole dire milioni di utenti già pronti domani a usufruire del nuovo medium.
Povero digitale terrestre: nasce già vecchio. Ma fa tanto, tanto bene a Berlusconi.

Di Gianni Barbacetto. Ha collaborato Giorgio Sebastiano

 Diario, 26 marzo 2004