(1)  Dall’Appendice del documento ARAN-OOSS-MIUR, “La prospettiva dell’OCSE”:

Incentivi basati sul merito

C’è una diffusa convinzione a livello politico secondo cui per migliorare la qualità dell’educazione bisogna passare da sistemi di retribuzione uniforme a sistemi in cui la retribuzione si basa sulle prestazioni dei docenti, misurate in termini di punteggi (esiti) dei test degli studenti oppure di valutazione di supervisori. Questo tipo di sistema si chiama “merit pay” (retribuzione basata sul merito).

Negli Stati Uniti l’esperienza di molte scuole in tale senso ha registrato un fallimento: dopo pochi anni, le scuole dove era stata introdotta la “merit pay” sono tornate sui propri passi.

Perchè tale sistema non funziona?

1.      Prima di tutto perché il prodotto dell’attività d’insegnamento è difficile da osservare. E’ un risultato complesso, all’interno del quale è difficile isolare i numerosi contributi;

2.      Inoltre molti risultati del processo educativo sono difficili da misurare.
Se si tenta di identificare quegli elementi delle prestazioni dell’insegnante che sono misurabili, si innescano automaticamente processi perversi (come il disimpegno nel lavoro di gruppo);

3.      Per di più, spesso i dirigenti non sono in grado di spiegare perché un insegnante è più efficace di un altro. Perciò non sanno spiegare ai docenti esclusi dagli incentivi come migliorare per accedervi in futuro essi stessi;

4.      Infine, si alimentano comportamenti opportunistici e non cooperativi tra docenti.