FALLISCONO I NEGOZIATI!
Cancun, 14
settembre ore 13,20 – In questo istante fallisce il vertice di Cancun con
la conferma di un delegato keniano e del commissario Fishler che le nuove
questioni hanno fatto fallire le trattative.
Pareva che Lamy avesse chiesto la convocazione
di un Consiglio Europeo per farsi modificare il mandato negoziale, dato che
la bozza di ieri era talmente sbilanciata che tanti Paesi del sud del mondo
si erano irritati al punto da minacciare per la prima volta la rottura.
E che Lamy dovesse arrivare a chiedere questo, a
molti di noi italiani "ufficiosi" (ONG e campagne) per la verità
pareva abbastanza logico sin da principio... Le delegazioni europee, un
poco per tattica ed a mio modo di vedere molto anche per scollamento dalla
realtà, sembravano ieri essere rilassate e del tutto incapaci di comprendere
quanta frustrazione continuassero a creare nei Paesi del G21 e nei Paesi
poveri in generale.
Facevano finta di non capire o non capivano
davvero?
A volte mi domando quanto si tratti di tattiche
negoziali e poi come italiano rimango desolato nel capire che invece per lo
più il distacco dalla realtà è abissale.
Come potessero gli europei pensare di
"farla franca" inserendo le new issues nella bozza dopo che 80
paesi avevano detto chiaramente di no... sfugge a chiunque parli un poco
con africani ed asiatici.
Ma il governo italiano e la commissione con chi
parla? Alcuni di noi hanno avuto prima del governo le bozze, abbiamo avuto
prima di loro documenti confidenziali della commissione, abbiamo avuto
prima la letteraccia indignata spedita dal governo Indiano.
Perché?
Semplicemente perché ci confortiamo ed abbiamo
la fiducia dei paesi poveri ed anche di altri europei.
Ministri africani si riuniscono nella sala
conferenze di Actionaid, loro e gli altri ne parlano con noi, con Oxfam,
con Our world is Not for Sale... cose normali ovunque si comprenda che il
nostro mondo non Ë composto di pazzi idealisti o spaccavetrine di
professione, ma anche da gente che conosce la materia ed aiuta nel
negoziato anche dal punto di vista tecnico i paesi che lo conducono in
condizione di inferiorità.
Non si può essere felici che una negoziato
crolli se deve stabilire regole buone per tutti, ma se invece la maggior
parte dei paesi del mondo deve essere del tutto frustrata allora forse
bisogna fermarsi a pensare sui motivi per cui si arriva a questo.
Un poco più di umiltà verso paesi del sud,
movimenti e organizzazioni che ogni giorno lottano per migliori condizioni
di vita dei poveri forse sarebbe salutare a tutti, compresi i paesi ricchi.
Marco De Ponte
Segretario Generale di Azione Aiuto
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