FONTE: sito Cgil-scuola
Testo dell'accordo Governo-Sindacati del 5 febbraio
Pubblichiamo
il testo dell'Accordo sottoscritto nella notte del 4-5 febbraio 2002.
Roma,
5 febbraio 2002
PROTOCOLLO D’INTESA
GOVERNO-SINDACATI
Il Governo e le sottoscritte organizzazioni sindacali, all’esito
di un proficuo confronto, hanno concordato quanto segue:
1. La stagione negoziale 2002-2005 per il personale delle
amministrazioni di cui all’art. 1, co. 2, e 3, co.1, del d.lgs. 165/2001, dovrà
confermare integralmente i contenuti del protocollo Governo-Sindacati
sulla politica dei redditi del 23/7/1993, l’impianto contrattuale,
nonché il sistema di relazioni sindacali complessivamente definito con il
decreto legislativo 165/2001 e con i CCNL.
2. Per quanto, inoltre, concerne gli obiettivi della stagione
negoziale 2002-2003, le Parti concordano sulla necessità di difendere, secondo
i criteri richiamati al punto 1, il potere d’acquisto delle retribuzioni con il
contratto nazionale e sull’opportunità di destinare, con i criteri definiti dai CCNL, una
quota delle risorse finanziarie all’incentivazione dell’efficienza del servizio
e della produttività.
3. Le Parti riaffermano lo spirito e i contenuti delle riforme
che, attraverso la "contrattazione" dei rapporti di lavoro,
l’introduzione di logiche e criteri condivisi nei contratti basati sulla
responsabilità e l’efficacia del funzionamento delle amministrazioni pubbliche,
la distinzione tra funzioni di indirizzo degli organi politici e funzioni di
amministrazione concreta e di gestione dei dirigenti hanno mirato a promuovere
una maggiore
efficienza, economicità ed efficacia delle pubbliche
amministrazioni.
In tale spirito, le Parti riaffermano il carattere centrale e
irrinunciabile di una chiara ripartizione di ambiti tra legge e atti
pubblicistici, da un lato, e contrattazione collettiva e sistema di relazioni
sindacali, integrato da altre forme di partecipazione sindacale, dall’altro
lato, secondo le linee generali che si sono consolidate con il d.lgs. 165 e con
i contratti collettivi.
Coerentemente con quanto sottolineato al punto 3, il Governo si
impegna a conformare la propria attività al rispetto di quanto previsto
dall’art. 2, c. 2, del d.lgs. 165/2001, attualmente in vigore, che afferma la
prevalenza della contrattazione rispetto alle disposizioni di legge, fatte
salve le riserve di legge stabilite dallo stesso decreto legislativo. Pertanto,
il Governo si impegna, anche nel rapporto con il Parlamento, ad evitare che si
producano interventi in ambiti di competenza della contrattazione. L’impegno
ribadito con il presente protocollo sarà altresì sottolineato per quanto
concerne il Governo, in una direttiva del Presidente del Consiglio a tutti i
Ministri da formalizzare con apposito atto da rendere pubblico nelle forme di
rito.
4. In particolare, e per le prospettive immediate, il Governo si
impegna a perseguire il sopra detto criterio di riparto degli ambiti di
competenza legislativa e contrattuale dell’ulteriore corso dell’iter legislativo del
disegno di legge di riforma della dirigenza statale, modificando quanto in
quel disegno di legge confligge con ciò che è contenuto nel presente protocollo
ed in particolare confermando pienamente il ruolo ed i contenuti del contratto
collettivo vigente nei vari aspetti di garanzia per le due fasce. Le parti
concordano, ferme restando le attuali norme sulla rappresentanza, che la
disciplina dell’area della vicedirigenza e di quella dei professionisti e ogni
altra iniziativa riguardante gli inquadramenti del personale sono di competenza
della contrattazione. I relativi fondi dovranno essere aggiuntivi rispetto a
quelli previsti per i rinnovi contrattuali. Il Governo valuterà, altresì, i
possibili correttivi e le integrazioni del citato d.d.l., per sostituire
l’attuale previsione normativa – secondo cui la nuova disciplina trova
applicazione per i dirigenti non titolari di funzioni dirigenziali generali,
previa verifica dei risultati conseguiti – con una facoltà di avvicendamento,
sia nell’ambito di funzioni "di line" che "di staff", con
la conseguente applicazione delle procedure contrattuali all’uopo previste.
5. In sede di discussione in Parlamento del collegato
ordinamentale, coerentemente con quanto affermato ai punti 3 e 4, il Governo
presenterà proposte, come richieste dalle OO.SS., finalizzate a ricondurre alla
contrattazione il rapporto di lavoro del personale dei Beni Culturali di cui
all’art. 33 della legge finanziaria 2002. Per quanto riguarda il trattamento
del personale infermieristico, il Governo ribadisce che tale ambito costituisce
applicazione del già richiamato principio contenuto nel citato art. 2, co. 2,
d.lgs. 165.
Per quanto concerne il personale dipendente degli Istituti di
ricovero e cura a carattere scientifico, il Governo si impegna a presentare
un’apposito emendamento soppressivo relativo all’A.C. n. 2122-bis, volto a
espungere dall’art.24, comma 1, lett. c, le parole "con contestuale
passaggio al rapporto di lavoro privato"
6. In relazione agli interventi normativi sulla razionalizzazione
e la riforma degli enti pubblici di cui all’art. 28 della legge finanziaria
2002, tenendo conto dell’esigenza di perseguire gli obiettivi di stabilità e
crescita, di riduzione del complesso della spesa di funzionamento delle
amministrazioni pubbliche, di incremento dell’efficienza e di miglioramento
della qualità dei servizi, il Governo riconosce l’importanza di valutare
adeguatamente, fermo l’interesse della generalità dei cittadini alle migliori e
più economiche modalità di erogazione dei servizi, anche gli interessi dei lavoratori
dipendenti degli enti coinvolti dai mutamenti in questione a salvaguardia dei
livelli occupazionali. A tal fine il Governo, preventivamente all’adozione dei
relativi provvedimenti, attiverà entro 30 giorni un tavolo di permanente
confronto con le OO.SS., finalizzato a definire parametri di efficacia, di
efficienza, di economicità e qualità delle prestazioni pubbliche, che in ogni
caso vanno garantite e le tipologie dei servizi da escludere. Parte integrante
di tale valutazione è l’impatto sulla domanda di servizi pubblici, nonché le
ricadute organizzative ed occupazionali sul personale.
Per quanto riguarda l’attuazione dell’art. 29 della finanziaria,
il tavolo permanente avrà ad oggetto l’esame dei criteri generali e attuativi
relativi alle conseguenti ricadute occupazionali.
Il Governo, tramite il Ministro per la Funzione Pubblica, promuoverà accordi
contrattuali per prevenire eventuali eccedenze di personale, individuando le
condizioni economico-normative necessarie alla soluzione di eventuali problemi
occupazionali.
7. In riferimento al processo di riforme in atto nella scuola, il
Governo, per il tramite del Ministro dell’istruzione, dell’università e della
ricerca, attiverà, altresì, un tavolo permanente di confronto sui seguenti
punti: organici, sia del personale docente che A.T.A.; piano pluriennale di
investimento; tutti gli aspetti di applicazione della riforma che hanno
ricadute sul personale e sull’organizzazione del lavoro.
8. In relazione agli interventi normativi relativi alla delega per
la riforma dell’organizzazione del Governo, nonché di enti pubblici, il Governo
si impegna ad attivare un tavolo di confronto con i sindacati per quanto
concerne i provvedimenti di attuazione aventi riflessi sull’organizzazione delle
strutture delle amministrazioni e degli enti interessati ai processi di
riordino, fusione o soppressione. Per quanto riguarda le ricadute sul personale
conseguenti a questi ultimi processi di riordino si attivano le procedure di
cui al punto 6.
9. Per quanto concerne la materia previdenziale, il Governo,
modificando in tale senso il contenuto della delega e ferme restando le
valutazioni più generali sui contenuti manifestate dalle OO.SS., garantirà che,
nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica ed in armonia con il settore
privato, siano contestualmente estesi, nel rispetto della specificità dei
settori da valutare in un apposito tavolo tecnico, i seguenti criteri: lo
smobilizzo del rateo annuale di TFR; il superamento del divieto di cumulo.
10. In tema di controllo dei costi della contrattazione
integrativa, il Governo promuoverà, in relazione alla stesura dell’art. 40-bis,
comma 3, del d.lgs. 165/2001 (introdotto dall’art. 17 della legge finanziaria
2002) una soluzione modificativa, preferibilmente nell’ambito del d.d.l.
collegato ordinamentale, volta a contemperare il principio dell’autonomia del
contratto e, quindi, anche dei contratti integrativi con il principio,
anch’esso indisponibile, della compatibilità dei contratti con i vincoli di
bilancio dei quali sono responsabili le singole amministrazioni.
11. Il Governo si impegna a rideterminare le risorse finanziarie
per i rinnovi contrattuali e per gli adeguamenti retributivi indicati dalla
legge finanziaria per l’anno in corso, allo scopo di attribuire incrementi retributivi
medi complessivi, di comparto, del 5,56%. Le risorse aggiuntive dovranno in
ogni caso essere prevalentemente destinate alla incentivazione della
produttività dei dipendenti.
12 l Governo si impegna ad avviare immediatamente le trattative
per il rinnovo del CCNL per il personale statale contrattualizzato e degli
accordi sindacali per il personale non contrattualizzato relativi al
quadriennio 2002-2005 definendo, con la massima tempestività, i necessari atti
di indirizzo all’ARAN, nei contenuti sia economici che normativi, e
promuovendo, per quanto di competenza e in armonia con il presente protocollo,
le corrispondenti iniziative dei comitati di settore per il personale non
statale e i necessari interventi per il personale non contrattualizzato.
PROTOCOLLO AGGIUNTIVO
Per effetto della rideterminazione delle risorse contrattuali di
cui al protocollo del 4 febbraio 2002, si renderà possibile riconoscere al
personale contrattualizzato dei Ministeri un beneficio medio di 195.000 lorde
mensili.
Roma, 4 febbraio 2002
file:
Intesa2002.pdf
Da Il Nuovodel
5 febbraio 2001.
Accordo
governo-sindacati. Revocato lo sciopero.
Dopo una lunga trattativa notturno il vice-premier
Fini annuncia di aver raggiunto un accordo sul contratto del pubblico impiego.
Previsto un aumento salariare compreso tra i 100,71 e i 103,29 per i prossimi
due anni
ROMA - E' stato raggiunto nella notte l'accordo sui rinnovi contrattuali del
pubblico impiego. Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno revocato lo sciopero
generale dei dipendenti pubblici indetto per la giornata del 15 febbraio
prossimo. Il vice premier si era incontrato nella serata di ieri a Palazzo
Vidoni con i rappresentanti dei tre principali sindacati italiani.
L'accordo raggiunto prevede un aumento salariale medio pari a 100,71 – 103,29
euro, e toccherà oltre 3,5 milioni di lavoratori pubblici.
In questo modo – come spiegano i sindacati – è stato difeso il potere
d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti del pubblico impiego.
”Gli aumenti – spiega Frattini – non verrano dati a pioggia ma serviranno ad
aumentare la redditività del settore pubblico”.
Per i prossimi due anni l’accordo prevede un aumento pari al 5,56% contro una
richiesta iniziale del 6%.
Accordo raggiunto anche per quello che riguarda la parte normativa. Le parti
hanno deciso di avviare tavoli di confronti sull'armonizzazione delle norme
previdenziali tra pubblico e privato, sul riordino degli enti pubblici, sulla
riforma della scuola. Riaffermato, inoltre, il principio della contrattazione
in base al quale è, appunto, il contratto a disciplinare le materie che
riguardano il trattamento giuridico ed economico del personale.
Secondo il numero due della Cgil, Guglielmo Epifani, l'incremento
ottenuto di 195 mila lire e' una ''buona soluzione che difende le retribuzioni
dei dipendenti pubblici''.
Anche per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, si tratta di un
buon accordo che ha anche un ''significato politico essendo il primo grande
accordo con questo governo. E' un passo, dunque, nella giusta direzione''.
Positivo anche il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. ''Un'intesa
buonissima che premia la volontà del sindacato di cercare un'intesa. L'accordo
di questa sera rasserena l'ambiente e puo' rappresentare un'apertura anche per
ulteriori confronti''.
(5 FEBBRAIO 2002, ORE 6:50)