Gianfranco - anno scolastico 2012-2013
Gianfranco Pignatelli - 28-08-2013
Insegno storia dell'arte. Ma non solo. Ai miei alunni ricordo sempre di essere innanzitutto un educatore. Prospetto l'arte passata sottolineando gli agganci col presente e gli spunti edificanti. Un esempio? A Firenze, nella chiesa del Carmine, c'è la Cappella Brancacci, dedicata a Felice, imprenditore, come si direbbe oggi, prestato alla politica. Felice Brancacci, in pieno umanesimo, si autocelebra identificandosi in s. Pietro. Il ciclo figurativo, magistralmente dipinto da Masaccio, è ispirato agli Atti degli apostoli e alla attualità politica dell'epoca. Tra i tanti episodi, uno, il Tributo della moneta, vede Cristo col suo seguito avvicinato da un gabelliere che richiede la tassa necessaria per poter accedere alla città della quale si scorge la porta.
Gianfranco Pignatelli - 22-06-2013
Ci risiamo: chiusa la scuola, finalmente si parla di scuola. O meglio, si straparla di scuola e di scuole. È un po' come nel calcio. Fermato il calcio giocato, tutto sudore e passione, subentra quello dei palloni gonfiati da chiacchiere e sogni del calciomercato. Così chiusa la scuola tutta passione e applicazione la partita istruzione passa dalle aule scolastiche a quelle parlamentari. Qui, in campo, i "palloni gonfiati" non mancano e neppure le chiacchiere e i sogni. C'è chi straparla della scuola da rilanciare e rinnovare e chi delle scuole da consolidare e rimodernare, chi si fa paladino dei contenuti e chi dei contenitori. Procedendo nel solco dell'avrei voluto ma non posso e del tanto rumore per niente.

Gianfranco Pignatelli - 08-12-2012
"Pozzuoli ribolle, e non di solfatara". Così, giorni fa scrivevo a una mia ex alunna di Nola. Da oltre due settimane si alternano scioperi, manifestazioni, occupazioni, assemblee, collegi straordinari e didattica alternativa. Insomma, tutto quello che si fa in una scuola viva che sa guardare fuori dai propri cancelli. Per mio conto - le riferivo - sto "lavorando" comunque. Gli alunni, anche di classi non mie, mi cercano per le loro assemblee, per aggiornarli sugli iter legislativi in materia scolastica e per altro ancora. È magnifico. Mi fanno sentire di casa benché sia l'ultimo arrivato in questa scuola.
Gianfranco Pignatelli - 05-11-2012
Così è morto Carmine Cerbera. Una prima volta ci ha pensato la tagliola della Gelmini e di Profumo. La seconda volta la lama del suo coltello di casa. Lo hanno trovato disperato e dissanguato. Nelle pagine di cronaca Carmine Cerbera è stato definito un precario. Come se precario fosse un nome, una professione e non una condizione. Condizione che fa il paio con la disperazione, quella alla quale teste vuote e cuori aridi condannano centinaia di migliaia di docenti.