- anno scolastico 2012-2013
Pierangelo - 29-08-2013
Caciocavallo non è un formaggio di latte equino, ma deve il suo nome al fatto che viene lasciato a stagionare a cavallo di una sbarra, appeso in coppia con un altro. In questo post però si parla di scuola e di quando un insegnante deve anche ringraziare la sua buona stella, perché non è andato proprio in sovrannumero, ma deve soltanto completare in un'altra scuola il proprio orario di cattedra, perché c'è stata una contrazione. Quindi fa la fine del caciocavallo, un po' qui e un po' là, doppie riunioni, ambienti diversi, capi e colleghi differenti.
Gianfranco Pignatelli - 28-08-2013
Insegno storia dell'arte. Ma non solo. Ai miei alunni ricordo sempre di essere innanzitutto un educatore. Prospetto l'arte passata sottolineando gli agganci col presente e gli spunti edificanti. Un esempio? A Firenze, nella chiesa del Carmine, c'è la Cappella Brancacci, dedicata a Felice, imprenditore, come si direbbe oggi, prestato alla politica. Felice Brancacci, in pieno umanesimo, si autocelebra identificandosi in s. Pietro. Il ciclo figurativo, magistralmente dipinto da Masaccio, è ispirato agli Atti degli apostoli e alla attualità politica dell'epoca. Tra i tanti episodi, uno, il Tributo della moneta, vede Cristo col suo seguito avvicinato da un gabelliere che richiede la tassa necessaria per poter accedere alla città della quale si scorge la porta.
Giuseppe Aragno - 27-08-2013
Giorgio Israel, storico della matematica, membro della Académie Internationale d'Histoire des Sciences, discute spesso di scuola e ne parla con notevole competenza. Al paragone, Gelmini, Profumo e Carrozza fanno la figura degli analfabeti. In ciò che dice c'è quasi sempre un notevole equilibrio; ogni osservazione corretta, tuttavia, contiene spesso un'incredibile sciocchezza. L'ultimo esempio di questo singolare modo di ragionare l'ha dato ieri, lanciandosi senza esitazioni in un'appassionata difesa del liceo classico.
Immaginando l'inevitabile domanda del lettore - "Perché il liceo classico?" - la risposta dello studioso è subito nel titolo del suo articolo: "Perché se muore il liceo classico muore il paese". Letto il titolo, però, a me è venuta spontanea un'altra domanda: perché perdere tempo a leggere l'articolo?
Severo Laleo - 26-08-2013
Nel vecchio scaffale bianco avorio, inizio novecento, mastodontico, dove per forza hai da collocare i libri in doppia fila, ogni volta devi scegliere, e con buona motivazione, quali libri avere in vista.
E senza un disegno preciso ti capita di vedere in bella mostra avvicendarsi romanzi, saggi di politica, guide per viaggi, fascicoli di fogli di appunti, e qualche titolo tra i classici, anche questi secondo una rotazione casuale.
Eppure in questa girandola di libri, hai dei punti di riferimento sicuri, stabili, sicché, quando attraversi la stanza, il tuo sguardo individua subito i colori delle copertine inamovibili. E ti par di essere padrone del tuo pensiero.
Il mio colore è un verde non brillante, direi umile, ma fermo, di semplice brossura. Edizioni Cittadella. Assisi. Tre volumi in quattro tomi, con un titolo di altri tempi, temi di continua attualità, in serrate argomentazioni.
E' un trattato di Teologia Morale...
Gabriele Attilio Turci - 25-08-2013
Con questo grido, i più vecchi di noi, ricorderanno come si sollecitavano pendolari, studenti, assonnati ed esausti fruitori dei treni che in lungo e in largo collegavano, assolutamente con maggiore frequenza, le periferie delle province alle città metropolitane.
Non assomigliava ad un ordine, ma ad un bonario stimolo a fare presto, a mettersi in carica e in moto per il lavoro del giorno, quasi una seconda sveglia mattutina. E la sera poi, l'esortazione diventava la premessa per la cena che attendeva e il ricapitolo della giornata.
Oggi, perlomeno per chi vive del lavoro della scuola e nella scuola, "Carrozza" richiama, oltre che al ministro, la situazione stessa dell'organizzazione scolastica. Quasi un "nomina sunt omina", la comparsa della dottoressa Carrozza come ministro non ha eccitato, a suo tempo, gli animi di nessuno, probabilmente essendosi perduta da tempo, ogni speranza di rinnovamento e di visione centrale della scuola e della formazione culturale, da parte della classe politica italiana.
Ma appunto "nomen omen": la scuola che brancola e arranca da decenni, percorsa da riforme che si accavallano e si contraddicono, ha messo "a cassetta" un vetturino con qualche lustrino, ha aggiunto qualche informatica balestra ancora cigolante che però fa tanto "trendy".
Giuseppe Aragno - 21-08-2013
In una lontana introduzione a un ormai classico saggio di Pietro Grifone sul peso della finanza nella nostra storia, Vittorio Foa tornava addirittura a Bucharin per cogliere nella «simbiosi del capitale bancario con quello industriale» l'essenza della finanza e ricordare un insegnamento di Lenin che non è mai stato attuale come oggi: non si può modificare la natura socialmente ingiusta e strutturalmente aggressiva del capitalismo dandogli una mano di vernice democratica. Il capitale in crisi non lascia vivere i diritti.
A guardare com'è ridotto il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione, è difficile dar torto al rivoluzionario russo. Ai ragazzi provenienti da classi subalterne si garantiscono scuole e università solo nelle fasi di espansione e crescita o quando, comunque, la difesa del saggio di profitto chiede pace sociale e un fantoccio di democrazia.
Vincenzo Pascuzzi - 19-08-2013
La miglior difesa è l'attacco, devono aver pensato a Villa Falconieri, sede dell'Invalsi a Frascati. Criticato e messo in cattiva luce per l'iniziativa Vcamp, l'istituto presieduto e gestito da Paolo Sestito e Roberto Ricci ha affidato al suo numero tre (di fatto) il compito di contrattaccare e rompere l'accerchiamento mediatico. Così Daniela Notarbartolo - ricercatrice e collaboratrice dell'Invalsi stesso - ha dovuto impegnare il suo Ferragosto e la vigilia per scrivere un lungo articolo pubblicato poi venerdì 16 agosto su il sussidiario.net.

Vediamo rapidamente alcune parti di questo articolone.
Giuseppe Aragno - 16-08-2013
Ernesto Che Guevara, che prima di essere un rivoluzionario fu uno studente in gamba, si laureò in medicina e imparò a conoscere i problemi della scuola e dell'università, parlando agli studenti a Santiago di Cuba strappata con le armi a un dittatore al soldo degli USA, non mostrò incertezze: "Andate a cercare i nomi degli artefici della riforma e andate a vedere qual è oggi la loro posizione politica, quale ruolo hanno svolto nella vita pubblica dei Paesi d'appartenenza e avrete delle sorprese straordinarie. I personaggi che [...] appaiono all'avanguardia della riforma nel loro paese sono le figure più nere della reazione, le più ipocrite, perché parlano un linguaggio democratico e praticano sistematicamente il tradimento". Sarà un caso, ma chi nel nostro Paese volesse provare a seguire il consiglio del Che, sorprese ne avrebbe davvero. Senza tornare al fascista Giovanni Gentile, Berlinguer, Moratti e Maria Stella Gelmini corrispondono perfettamente all'identikit tracciato in anni lontani dall'eroico rivoluzionario argentino.
Claudia Fanti - 15-08-2013
Sto pensando al fatto che mi piacerebbe come insegnante che la classe dirigente in generale pensasse al dramma pedagogico della scuola, e non parlo delle singole classi, mi riferisco proprio alla riflessione filosofica, base essenziale della pedagogia, la quale mi pare oggi inesistente sia alla sorgente delle leggi sia dei decreti che da tempo hanno letteralmente scompaginato le categorie su cui si basava l'azione di un adulto che per lavoro si relaziona ogni giorno con le generazioni che intanto si avvicendano dentro le aule. Lo sviluppo di personalità giovani mi pare avvenire dentro un contesto alquanto degradato. Prevalgono negli ultimi anni tecnicismi, attenzione a griglie e schemi all'interno dei quali devono rientrare competenze, abilità, scelta di soluzioni contingenti anziché quell'ampio respiro che non molto tempo fa avevano trovato la pedagogia conversazionale, l'ascolto, lo sguardo riflessivo sulle cose e sulle coscienze di ognuno.
Sonia Cartosciello - 02-08-2013
La condizione di precario non è solo una limitazione dei diritti costituzionali di ogni cittadino della nostra Repubblica, ma è, piuttosto, una condizione di vita, e la cosa è tanto più grave e inaccettabile in una società progredita che dovrebbe fondare la sua essenza sull'istruzione di tutti e per tutti e che, dunque, avrebbe l'obbligo di considerare gli insegnanti una preziosa risorsa a cui attingere e non, un peso che sembrerebbe aggravare il già affollatissimo quanto travagliato mondo del lavoro.
Maurizio Tiriticco - 25-07-2013
è stata presentata recentemente alla Commissione Lavoro del Senato una proposta emendativa al Decreto Lavoro con cui si ipotizza che ai percorsi di apprendistato si possa accedere anche al compimento dei 14 anni di età. Se ciò si realizzasse, svuoteremmo i bienni iniziali del secondo ciclo di istruzione e diremmo addio a un'istruzione di base decennale ampia e forte per tutti! E il divario di sempre tra cittadini che "pensano con la testa" e cittadini che "fanno con le mani" si aggraverebbe! E diremmo addio per sempre a un Paese forte, anche e soprattutto perché tutti i suoi cittadini dovrebbero possedere una cultura di base che permetta a ciascuno di scegliere consapevolmente il suo personale destino professionale. E non saremmo più in grado di garantire a tutti i nostri giovani di acquisire quelle competenze di cittadinanza e culturali di base che sono necessarie per accedere a una società della conoscenza sempre più complessa e che le stesse Raccomandazioni dell'Unione europea sollecitano a tutti i Paesi membri.
Enrico Maranzana - 24-07-2013
Il ministro non ha valorizzato la mission del sistema educativo di istruzione e di formazione: "E' molto importante preparare gli studenti al test di ingresso .. dovrebbe essere fatto un intervento di formazione proprio sugli insegnanti perché capiscano l'utilità e l'importanza dei test e preparino i loro studenti, è chiaro che l'insegnante si stente frustrato perché non è coinvolto nel processo .. è molto importante imparare a fare i test .. e prepararsi non tanto nell'ultimo anno ma ancora prima .."
Lucio Garofalo - 23-07-2013
Se vogliamo discutere seriamente della natura umana, il discorso si fa lungo e complesso. Cercherò di essere breve, sempre che ciò sia possibile. Anzitutto, non si possono esprimere giudizi di valore morale, come il termine "egoista", su un animale.

Sarebbe come dire che il leone è cattivo perché uccide le sue prede. Il leone, come gli altri predatori, segue solo il suo istinto di sopravvivenza. Anche l'istinto dell'uomo è un istinto animale. La specie Homo, infatti, nasce come predatori di savana riuniti in branchi, discendendo a loro volta da piccole scimmie antropomorfe che si cibavano di frutta e vivevano prevalentemente sugli alberi. I nostri denti (si pensi ai canini, che sono omologhi alle zanne delle belve e servono ad afferrare e strappare la carne: iniziano a spuntare già all'età di due anni), i nostri tessuti nervosi e muscolari, le nostra ossa, tutta la nostra anatomia indica chiaramente una struttura corporea da animali predatori.
Giuseppe Aragno - 23-07-2013
Schiacciata dal disastro Gelmini e dal pirotecnico campionario di corbellerie messo in mostra dal collega Profumo, la ministra Carrozza naviga a vista nel burrascoso mare dell'Istruzione Pubblica e fa l'. Sull'infamia del concorsone per i "nuovi insegnanti" non ha avuto l'animo di ripristinare pienamente il diritto, che pure riconosce violato, ed è ferma a metà del guado: 50% assunti dalle graduatorie e 50% dal concorso illegale. Incapace di decidere se essere o se non essere, ora fa i conti con le ingiustizie moltiplicate, le attese deluse e il marasma dei numeri ballerini. A chi, petulante, le chiede se i vincitori verranno assunti, risponde come in stato confusionale: "mi auguro di si". La ministra si augura che accada ciò che vorrebbe, però non può, minaccia di sbattere la porta in assenza di fondi per la decenza, ma non lo fa, si incolla alla poltrona, si tiene il ceffone e farfuglia: "le selezioni sono in corso, alcune sono in ritardo, alcune più avanti, dipende dalle sedi. Abbiamo avuto problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi, nonostante avessimo chiesto di aumentarli".
Salvo Bascone - 17-07-2013
In un paese a conformismo avanzato come il nostro dove impera il "così fan tutti", dove l'atavico "si fa ma non si dice" (retaggio borghese-cattolico) è stato da tempo sostituito dal più opportunistico "si pensa ma non si dice", colpisce l'articolo a firma L.F. (Lucio Ficara) sulla Tecnica della scuola di qualche settimana fa intitolato "Carichi di lavoro differenti per stipendi uguali".
Nell'articolo (8/7/2013), in sostanza, il buon Ficara si pone una domanda "Perché gli stipendi dei docenti non devono tenere conto dei carichi di lavoro obbligatori ed oggettivi che alcuni docenti svolgono, mentre altri sono esentati?" e qui mi sarei aspettato una successiva ondata di commenti pro o contro. Macché, silenzio. Come da copione.
In verità l'argomento non è proprio nuovo ma appartiene, per l'appunto, più alla sfera del "si pensa ma non si dice".
Vincenzo Pascuzzi - 13-07-2013
«L'Invalsi è un treno impazzito, che procede senza rendersi conto che a volte ci sono segnali gialli e rossi che invitano alla prudenza o all'arresto! Possibile che sia... impossibile darsi una "pausa di riflessione"?» Così si sfoga Maurizio Tiriticco su facebook!

Nessun padreterno.«I test Invalsi non sono il giudizio di Dio» ha detto il ministro Carrozza. Meno male! Di conseguenza, l'Invalsi non è Dio, né i vertici dello stesso Invalsi sono padreterni. Certo, già si sapeva, ma conforta la autorevole conferma. Però forse l'Invalsi si considera depositario di una qualche sua religione, altrimenti il ministro non avrebbe aggiunto che bisogna «uscire da una logica di guerre di religione» sulla valutazione. Comunque l'ordalia sembra citata impropriamente.
Enrico Maranzana - 11-07-2013
"Se son rose fioriranno" scrive Maurizio Tiriticco per "" [Dell'Invalsi o del grande fratello].

Le rose, arbusti rustici, capaci di vivere anche in ambienti avversi, mostrano la pienezza dei loro caratteri solo se collocate in terreni sapientemente preparati e liberi da malerba.

Fuor di metafora: la problematicità della valutazione del servizio scolastico deriva dalla confusione generata dall'affastellarsi di disposizioni contrastanti e dalla mancanza d'una visione sistemica .

Benedetto Vertecchi fornisce l'incipit all'argomentazione che giustifica l'addebito: anche "Il più perfezionato strumentario per la misurazione degli apprendimenti serve a poco se utilizzato prescindendo da una definizione accurata degli intenti dell'attività che si sta svolgendo, in funzione dei quali si procede all'espressione di un giudizio", tesi concretizzata dal decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 che regola i rapporti di lavoro della pubblica amministrazione.
Carla Giulia - 05-07-2013
INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema: un istituto che tempo fa volevano chiudere in quanto ENTE INUTILE...
Avevano ragione? Forse sì ; vai:

"Invalsi, spunta il concorso interno sospetto. Dopo tre anni si rifà, ma vincono gli stessi".
Giuseppe Aragno - 01-07-2013
Insegnare non è una missione. Checché ne pensino i predicatori dell'Invalsi, la condizione materiale dei docenti può seriamente condizionare la qualità dell'insegnamento. Lo sostiene implicitamente l'ultimo rapporto Ocse sulla scuola che riconosce i meriti dei docenti italiani - i meno considerati in assoluto e tra i peggio pagati nel mondo cosiddetto "civile" - e rende loro l'onore delle armi. I dati, infatti, per quel che riguarda la nostra scuola, sono così desolanti, che viene da chiedersi in quali condizioni verserebbe da noi oggi il sistema formativo, se gli insegnanti rendessero in proporzione di quanto ricevono, e con quale animo Carrozza, Rossi Doria e compagnia cantante prendano posto tra i loro colleghi ai convegni internazionali per parlare di valutazione.
Carla Giulia - 30-06-2013
Gli studenti di una 4° liceo (2012/13) mi hanno chiesto: prof. il prossimo anno come sarà l'esame? Faremo i test Invalsi?
Risposta: ragazzi, voi frequentate un liceo del vecchio ordinamento; frequentate un corso di studi che terminerà con voi; l'esame dovrà essere coerente con il lavoro che avete svolto.
Probabilmente gli studenti che attualmente frequentano la classe terza della riforma Gelmini, sosterranno un esame coerente con la riforma e quasi sicuramente affronteranno un test Invalsi.
E invece NO, leggo oggi che già dal prossimo anno l'esame di Stato prevederà i test Invalsi (così titolano i quotidiani, spero che siano imprecisi).
Non ci si crede. Ci voleva un ministro di sinistra per pensare questa sciocchezza; è come se ragazzi allenati per saltare in alto fossero costretti a sostenere gare di nuoto.
Severo Laleo - 26-06-2013
L'ex ministro Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia, ha così straparlato (e noi sottolineiamo) dopo la sentenza di condanna di S. Berlusconi:

"Così non si può più andare avanti. Non penso che serva la piazza, bisogna trovare un accordo politico tra le forze della maggioranza per togliere la licenza di uccidere a quei mascalzoni che sono diventati magistrati grazie a un concorso pubblico e che sono stipendiati, usando i nostri soldi, per fare solo i propri interessi. Ora è il momento di riformare la magistratura, è folle pensare ancora che i giudici possano essere autonomi".

Una dichiarazione incredibile.
Maria Grazia Fiore - 26-06-2013
Il 23 maggio la nostra Associazione, Genitori Tosti In Tutti I Posti ONLUS, ha scritto una lettera al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza in merito alla Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012, seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013, inerente gli alunni con bisogni educativi speciali, chiedendone urgentemente la sospensione.
L'Associazione Genitori Tosti, formata da genitori con figli con disabilità, si batte anche per l'integrazione scolastica di tutte le persone con disabilità; è naturale che l'attenzione per questo processo assai delicato si rivolga in modo analogo a tutti gli allievi che presentano una difficoltà di apprendimento.
Vincenzo Pascuzzi - 24-06-2013
L'ottimo preside friulano Stefano Stefanel, in una sua recente nota a favore dei test Invalsi (1) così conclude:

«Il Sistema Nazionale di Valutazione e l'Invalsi sono imperfetti ma devono essere mantenuti, perché sono infinitamente meglio del niente che vogliono quelli che urlano e pretendono il loro azzeramento».

Ovviamente, ognuno è libero di pensarla come meglio crede, o può, sull'Invalsi e su altri argomenti. Ma se ci si vuole confrontare con altri e magari tentare, ricercare una posizione comune o una sintesi, le opinioni espresse vanno motivate e supportate con argomenti seri. La frase riportata, che non è affatto apodittica, né sostenuta da argomentazioni, equivale a dire «l'Invalsi è buono e mi piace .... perché sì!» oppure al noto «ipse dixit». Forse l'esercizio di un ruolo gerarchico induce alcuni, quasi inconsapevolmente, ad assumere simili posizioni anche al di fuori dell'ambito loro proprio (senza peraltro giustificarli in esso).
Dezia Tallarico - 22-06-2013
Quando si parla di alfabetizzazione nella scuola, si parla di una problematica complessa.
La scarsa formazione della maggior parte del personale docente influisce negativamente sul rendimento di un numero sempre maggiore di allievi non italofoni e sui loro risultati scolastici.
In molti casi queste situazioni portano ad un abbandono dei banchi scolastici subito dopo il termine della scuola dell'obbligo.
Negli istituti si cerca di organizzare dei brevi corsi di alfabetizzazione in ore extrascolastiche ma spesso i risultati non sono all'altezza delle aspettative e delle necessità.
Molti allievi restano dunque silenziosi e in attesa del suono della campana in fondo alle aule.
Gli stessi vengono spesso marchiati come svogliati.
Eppure le scuole investono fondi per l'alfabetizzazione di questi allievi.
Dove sta l'inghippo,allora?
Gianfranco Pignatelli - 22-06-2013
Ci risiamo: chiusa la scuola, finalmente si parla di scuola. O meglio, si straparla di scuola e di scuole. È un po' come nel calcio. Fermato il calcio giocato, tutto sudore e passione, subentra quello dei palloni gonfiati da chiacchiere e sogni del calciomercato. Così chiusa la scuola tutta passione e applicazione la partita istruzione passa dalle aule scolastiche a quelle parlamentari. Qui, in campo, i "palloni gonfiati" non mancano e neppure le chiacchiere e i sogni. C'è chi straparla della scuola da rilanciare e rinnovare e chi delle scuole da consolidare e rimodernare, chi si fa paladino dei contenuti e chi dei contenitori. Procedendo nel solco dell'avrei voluto ma non posso e del tanto rumore per niente.

Francesco Masala - 21-06-2013
Negli anni ho constatato che la durata dell'attenzione in classe è sempre più quella del tempo di un sms o di un tweet o solo del "mi piace" o "non mi piace".
Nei film western in certi paesetti o in certi saloon non si poteva entrare con la pistola, si lasciava allo sceriffo e si ritirava alla partenza.
Perché non dotare tutte le scuole di armadietti personali dove lasciare, studenti, docenti e non docenti, le armi (di distrazione di massa: telefonini e qualsiasi altro apparecchio elettronico) all'ingresso e ritirarle all'uscita?
All'inizio sembrerà strano, visto che tenere un telefonino (ormai computer a tutti gli effetti) in borsa, spento, sembra più doloroso di un'amputazione senza anestesia.
Vincenzo Pascuzzi - 20-06-2013
1) Tiziana Pedrizzi riassume alcuni mali della scuola, tutti già ben noti, e prospetta che possano essere risolti tramite Invalsi. Però, l'attuale Invalsi è esso stesso un ulteriore problema, almeno secondo una "rumorosissima minoranza". E non è dimostrato che esista davvero una maggioranza silente (v. Bologna) che sia pro-Invalsi con convinzione e non solo per costrizione, forzatura o rassegnazione.

2) Non tutti sanno che 4 maestri elementari hanno rifiutato gli Invalsi e ora rischiano un provvedimento disciplinare da parte di d.s. troppo zelanti o bigotti.

3) Invalsi opera da 10 anni ma non si sono viste azioni ministeriali conseguenti le sue rilevazioni. Né Invalsi si è lamentato, ma - pro domo sua - mira ad espugnare l'esame di maturità.
Enrico Maranzana - 19-06-2013
Il ministro M.C. Carrozza ha presentato il suo programma di governo e ha elencato gli aspetti che qualificheranno la sua azione. Il suo successo in campo formativo- educativo-dell'istruzione dipenderà dalla ricerca, dall'identificazione e dalla rimozione delle cause che hanno sterilizzato le innovazioni elaborate e introdotte negli ultimi decenni, tra cui
• l'esame di maturità del 1969 [CFR - Nuova secondaria 6/1999 "Tra elusioni e omissioni"];
• i decreti delegati del 1974 [CFR in rete "Coraggio! Organizziamo le scuole"];
• i programmi della scuola media del 1979 [CFR in rete "Riformare la scuola media: perché"].

E' metodologicamente sbagliato ricondurre l'origine dei fallimenti delle citate riforme a incongruenze ideative: un errore commesso da tutti, indistintamente.

Il male che infetta nel profondo il servizio scolastico ha snaturato anche le procedure per la certificazione della qualità [CFR in rete "Voti, valutazione, insufficienze: parole che offuscano il problema educativo"].
Vincenzo Pascuzzi - 18-06-2013
Al Direttore dr. Alessandro Barbano,

mi riferisco all'intervista a Roger Abravanel a cura del vostro Antonio Manzo (Il Mattino - 8 giugno 2013).

Sono 4 o 5 anni che R. Abravanel ripete insistentemente lo stesso ritornello su merito, meritocrazia e test Invalsi taumaturgici, ignorando le numerose e fondate critiche che vengono rivolte alla valutazione a mezzo test a crocette.

Test che vengono spacciati per "oggettivi" senza esserlo, che vorrebbero "misurare" senza unità di misura, senza strumento e senza indicazione dei livelli di sufficienza. Test che prendono a riferimento le mitiche "competenze" prive di una definizione condivisa. Test che vengono malissimo sopportati anche da chi si sente o si crede costretto a somministrarli. Per verificare e approfondire segnalo l'indice "Test Invalsi dalla A alla ZETA" (*).
Claudia Fanti - 16-06-2013
Quello che scriverò è molto triste ma semplicemente vero e la verità non deve avvilire. Anzi, dovrebbe far rialzare la testa e pretendere risposte dal ministero.

Allora, dove eravamo rimasti?
Non ricordo ormai neanche più dove è finita la "mia" scuola elementare. Non c'è più. Ce l'hanno sottratta, volutamente bruciata.
Cova sotto le ceneri però. Eccome. Noi ci incontriamo, noi parliamo di "loro", dei ministri degli anni '90 e 2000! di quelli che non ci hanno impiegato nemmeno un minuto a portarcela via.

Svuotata per mezzo di tagli e taglietti, tipo certe torture che non si possono raccontare tanto fanno male, piccole torture centellinate, ma inesorabili.
Giuseppe Aragno - 15-06-2013
Il senso del ridicolo è un dono che manca a Letta e ai suoi ministri. Quando si trattò di vender tappeti e sbrigare la «pratica fiducia» in un simulacro di Parlamento, il Presidente del Consiglio, benché complice del mancato omicidio volontario di Profumo, non esitò a dichiarare: «La società della conoscenza e dell'integrazione si costruisce sui banchi di scuola e nelle università. Dobbiamo ridare entusiasmo e mezzi idonei agli educatori». In altri tempi, quando alle Camere c'era gente che se non altro leggeva, scriveva e faceva di conto, Letta e le sue piroette da avanspettacolo sarebbero stati sepolti sotto una risata e lì sarebbero caduti. Tutto invece filò come l'olio ed è segno dei tempi.
La scelta delle parole, si sa, non è mai neutra e dopo le coltellate di Gelmini e le virulente campagne di Brunetta, che oggi sostengono il governo delle «larghe intese», recitando da cani, Letta si guardò bene dal dare ai quei «mezzi idonei» la concretezza d'uno «stipendio europeo». In quanto alla genericità del riferimento, il neo presidente citò gli «educatori» evitando volutamente i professori. Non si trattò solo di un escamotage per risparmiarsi una parola caduta in disgrazia e ormai sinonimo di «mangiapane a tradimento»; la ragione vera era un'altra: piaccia o no, se dici professori chiami in causa una "professionalità" che andrebbe retribuita ben diversamente da quello che accade.
Laura Alberico - 15-06-2013
Da quando ho conosciuto questo sito ho avuto la netta sensazione di non essere sola, che lo scrivere sulla scuola e della scuola non sia legiferare e ottenere consensi obbligati , che il senso comune della condivisione rimanga ancora una risorsa da cui attingere la volontà e il desiderio di cambiamento, in un mare di incertezze e di impotenza istituzionale. Le tre scimmiette a lato della testata sono la parodia di una realtà che "non vede", "non sente" e "non parla", realtà che si lascia confinare nello spazio dell'indifferenza, quella "malattia" che colpisce chi vuole, nonostante tutto, accettare senza ribellarsi e far finta che tutto vada bene.
Francesco Mele - 14-06-2013
Questo il video girato come attività curriculare integrativa da due seconde della mia scuola, la 2O e la 2H ...
Come vedrete parla del terremoto dello scorso anno ...
Nel vederlo mi sono molto emozionato, anche perchè sapevo che è tutto fatto da loro, dal progetto, alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio, alla scelta delle musiche, al testo della canzone rap ...
Mi emoziono ancora mentre scrivo ...
BRAVE RAGAZZE!!! BRAVI RAGAZZI!!!
Giuseppe Aragno - 08-06-2013
Alla scuola di un Paese per molti versi «vaticano», le tragiche giornate di Istanbul pongono più di un quesito e ricordano quanto conti, quanto costi e soprattutto quanto possa diventare decisivo una estrema difesa della formazione statale laica, così come la disegna la Costituzione.
Ci sono momenti in cui la storia volta pagina. Da noi capitò poco più di tre anni fa; era il 14 di dicembre del 2010, vivevamo una crisi istituzionale di natura irreversibile, come s'è visto poi, col Parlamento impegnato in un'oscena compravendita di voti, università e scuole ridotte allo sbando, diritto allo studio cancellato e fiumi di quattrini pubblici dirottati dal pubblico al privato. In piazza, però, quel giorno si videro solo gli studenti e i soliti pappagalli indottrinati parlarono subito di violenza. Per un giorno Roma bruciò - l'incendio era tutto in Parlamento - ma si inferocì sulla piazza e c'è ancora chi paga.
Emanuela Cerutti - 08-06-2013
Il tempo della scuola batte l'ora della pausa e i portoni si chiudono in vista di un'estate che non siamo neppure certi arrivi. Di molte altre cose non siamo certi. Le certezze si annacquano, gli orientamenti si perdono e alle migliori previsioni si contrappone sempre un difetto di pressione, o di volontà, o di cuore. Poi però entriamo in classe, per l'ultima volta dopo un anno che sempre è riuscito a essere complicato, e guardiamo, guardo i miei studenti, che con i loro mille accenti mi chiedono: allora basta?.
Di nuovo non sono certa di aver capito bene. La reazione è banale:
- E non siete stufi? Finalmente in vacanza... E lì succede il miracolo.
Enrico Maranzana - 07-06-2013
La valorizzazione della professionalità docente

"Saranno attuate nuove modalità di carriera e valutazione, un cursus professionale basato sul merito e non sugli scatti automatici degli stipendi. Alla base il sistema di valutazione elaborato dal precedente Governo" [M.C. Carozza] che ha allineato l'Italia "agli altri Paesi Europei sul versante della valutazione dei sistemi formativi pubblici per rispondere agli impegni assunti nel 2011 con l'Unione europea" [Miur]
Evidente l'incongruenza tra intenzionalità e strategia, dissonanza generata sia dall'estrinseca motivazione costitutiva dell'organismo sia dalle sue finalità...
Maurizio Tiriticco - 03-06-2013
Dopo anni e anni... finalmente!... Era ora! Il nostro Governo ha assunto le sue decisioni in merito al Quadro Europeo delle Qualifiche, o meglio alla necessità di dichiarare a quale degli otto livelli indicati dall'Unione europea fin dal 5 settembre del 2006 (è la data della proposta di Raccomandazione, poi approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 23 aprile 2008) corrisponda ciascuno dei nostri titoli di studio.
Marina Boscaino - 31-05-2013
Il 10 maggio il maestro Flavio (alle primarie i bambini li chiamano così, senza cognome; in realtà Flavio Maracchia, insegnante della Crispi di Roma) ha suggerito una pratica interessante per sbarrare la strada ai test Invalsi: l'obiezione di coscienza.
Il maestro Flavio il 10 non ha somministrato le prove di matematica alla sua classe, la VA, e ha inviato alla dirigenza un testo, corredato da un impianto normativo di tutto rispetto ...
Venerdì 17 maggio, dopo il collegio dei Docenti, il maestro Flavio ha ricevuto dalla dirigente una lettera che configura l'inizio di un procedimento disciplinare per "omissione svolgimento atti dovuti inerenti alla funzione docente (art. 493 Dlgsl 297/94)"....
Gian Paolo Trevisani - 30-05-2013
La mancata pubblicazione da parte del Ministero dell'Istruzione delle commissione che gestiranno gli Esami di Stato sono un segnale anche troppo evidente della considerazione non solo professionale (vedi stipendi), ma soprattutto umana di chi governa ...
Severo Laleo - 29-05-2013
Sì, all'amore. Nelle scuole è arrivato, per fortuna, direi,
nonostante un'ampia confusione di ruoli e di competenze,
ogni tipo di educazione: all'ambiente, alla cittadinanza, alla sana alimentazione,
alla sicurezza stradale, alla legalità, alla lotta
al bullismo, alla pace, alla dimensione
europea ... ma mai un'educazione all'amore.
E troppo spesso, forse, si è preferita un'educazione sessuale fine a sé stessa,
senza ampliare il discorso ai diritti di ciascuna persona nella relazione
affettiva d'amore.
Gennaro Tedesco - 24-05-2013
Vorrei continuare il mio discorso sulla didattica della storia non disgiunta dalla didattica della geografia e, direi, non disgiunta nemmeno dalla così detta educazione alla cittadinanza.
Vorrei cominciare dal lato dei docenti. Non c'è solo la necessità di conoscere, possedere e saper utilizzare le nuove modalità elettroniche di ricerca, ma anche di una mentalità e di un atteggiamento che non può prescindere da una apertura mentale verso il nuovo e il prossimo che non sempre mi sembra scontata in questa nostra Repubblica da anni ripiegata totalmente su se stessa.
Cosimo De Nitto - 23-05-2013
Ci è capitato spesso, da un po' di anni a questa parte, di ascoltare e leggere della fatwa con la quale sono stati colpiti gli insegnanti. Qualsiasi critica essi abbiano fatto alle politiche scolastiche, qualsiasi osservazione di merito al sistema nazionale di valutazione (INVALSI), anche quando questo riguardava i soli test per gli studenti, essi sono stati tacciati di autoreferenzialità. Un termine piuttosto ambiguo che, portato all'estremo, non legittimerebbe gli insegnanti a parlare di scuola, dell'insegnamento e di tutto ciò che riguarda il loro status professionale e sociale. Se gli insegnanti parlano del proprio lavoro, della propria condizione sono accusati di essere autoreferenziali, di non voler essere valutati dall'esterno (e chi "valuta"poi, e come non se lo debbono chiedere, altrimenti cadono nell'autoreferenzialità). Lascerei stare, per amor di patria, l'assurdità di una categoria così ambigua usata per connotare più di 840.000 persone quanti sono gli insegnanti in Italia.
Giuseppe Aragno - 22-05-2013
Non sarà l'ultima spiaggia: il conflitto dura da troppo tempo per terminare in un giorno. Dovesse andar male, non avremo perso la guerra, ma quella che si combatterà il prossimo 26 a Bologna non è certo una battaglia locale e non riguarda le scelte di un Comune: mentre le scuole statali vivono di stenti, decidere se lo Stato e gli Enti Locali possono continuare a finanziare le scuole private, per lo più confessionali, benché la Costituzione lo vieti, farlo, per di più, con un'iniziativa promossa dal basso, nella più assoluta indifferenza della politica, che ormai non ha voce quando si tratta di valori repubblicani, è cosa che riguarda non solo chi fa scuola, ma tutto intero il Paese.
Enrico Maranzana - 21-05-2013
Il mondo della scuola è in fermento: i test Invalsi scaldano gli animi delle fazioni in campo. I contendenti analizzano settorialmente il problema e, privilegiando il proprio punto di vista, sacrificano l'approccio sistemico e dimenticano la genesi dell'istituto.

L'Invalsi è nato nel 2003 per onorare gli impegni che l'Italia aveva assunto in Europa: è stata bypassata l'esigenza di validare le politiche formative, educative e dell'istruzione delle singole scuole. Questa la ragione del suo esser percepito come un corpo estraneo.

Si tratta di un vulnus che si annida nella stessa legge costitutiva.
Lorenzo Picunio - 18-05-2013
Un'edilizia scolastica che non solo è inadeguata agli standard di sicurezza, ma che anche è al di sotto del minimo di decoro richiesto dalla società di oggi (e questo non solo per i tagli, ma anche per la mannaia del "patto di stabilità" che impedisce a Province e Comuni di spendere anche i soldi che hanno in cassa).
Giuseppe Aragno - 18-05-2013
Per giustificare le dissennate e arbitrarie scelte dei più recenti governi in tema di finanziamenti statali alle scuole private, si è adottato un metodo nuovo e peregrino: un principio costituzionale si interpreta in relazione alle discussioni avvenute in sede di formulazione, avendo presente il contesto storico, culturale e politico in cui fu sancito. Ne consegue che il testo definitivo, il suo contenuto, il suo stesso significato linguistico, cedono il passo alle interpretazioni di parte e non c'è più nessuna certezza. Per quanto riguarda il terzo comma dell'articolo 33, che qui c'interessa, la sua formulazione è lapidaria: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Si condivida o no, la prescrizione è inequivocabile: fatevi tutte le scuole private che volete, soldi lo Stato non ve darà. Non può darvene, perché finanziare le scuole private coi soldi ricavati dalle tasse pagate dai cittadini è incostituzionale.
Maurizio Tiriticco - 17-05-2013
Un brano di 48 righi che, per di più, richiede continui 'ritorni indietro' è troppo lungo e faticoso per un bambino di quella classe d'età. Le Indicazioni nazionali prevedono la padronanza nella lettura-comprensione e individuazione di informazioni principali e loro relazioni al termine della classe terza e solo per brevi testi!!! Mi chiedo: perché la rilevazione Invalsi non si fa alla fine delle classe terza? Solo perché lo prevede la norma? Mah!!!
Cosimo De Nitto - 17-05-2013
Per tanto tempo ho cercato nella mia mente un'immagine, un'istantanea che potesse rappresentare la scuola italiana, la sua peculiarità, la sua identità, le sue radici e il tratto distintivo rispetto agli altri sistemi formativi ai quali ormai cercano di convincerci che dobbiamo assolutamente conformarci. Non mi veniva assolutamente, mi occorrevano molte parole per raccontare la scuola italiana, troppe per una situazione comunicativa che sembra anch'essa improntata ad una sorta di spending review imposta dagli stili comunicativi del web e dei social network in particolare. Quando ormai cominciavo a disperare di poter trovare questa immagine, questa figura, improvvisamente, per una serie di combinazioni forse astrali, l'ho trovata.
Laura Alberico - 17-05-2013
Società, individuo, ambiente, parole che il tempo lega in una morsa stringente che toglie il respiro. C'è un tempo malato che lascia i segni dell'impotenza e dell'immobilismo di fronte alla necessità di reagire e di guardare oltre il presente. Violenza ed emarginazione, solitudine di gesti estremi, granì di un rosario che recita il dramma di verità e disamore, compagne del dolore incompreso.
Vincenzo Pascuzzi - 16-05-2013
"Si può migliorare la scuola senza conoscerla? " si chiede oggi Elena Ugolini, preside ed ex sottosegretario al Miur. "Claro que no!" Certo che non si può! Ma non basta conoscerla per migliorarla, occorrono poi scelte e azioni. E magari anche risorse economiche, partecipazione e consenso diffusi e durevoli.

E poi non è vero che non si conosce la scuola: la conoscono molto bene e a fondo 800.000 docenti e 10.000 presidi! Basta o basterebbe chiedere a loro. Anzi non serve nemmeno chiedere, qualcuno scrive regolarmente in rete, e c'è chi ha già scritto anche dei libri disperati e validissimi e - potenzialmente - utilissimi se solo il Miur li leggesse e ne tenesse conto!
Stefania Buosi - 13-05-2013
Qualche tempo fa pubblicai in "Fuoriregistro" un articolo, lamentando la deplorevole situazione della scuola italiana a livello dello scarso riconoscimento sociale (ed economico) della figura dell'insegnante e raccontando di come gli insegnanti di liceo si convertano a volte in baby-sitter di ragazzini viziati sempre più protetti da genitori incapaci di insegnare loro le più basilari regole dell'educazione e pronti a gettare la responsabilità del loro fallimento educativo sulla scuola e sui poveri insegnanti.
Ora, sono giunta, a questo proposito a una nuova scoperta...
Associazione Scuola Viva - Forlì - 11-05-2013
In queste settimane si somministrano agli studenti, in tutti gli ordini di scuola, i test standardizzati denominati Prove Invalsi, dal nome dell'istituto che le elabora.
Come Associazione di insegnanti, genitori, studenti esprimiamo la nostra netta contrarietà nei confronti di queste prove, dovuta in particolare all'uso che se ne fa o che se ne intende fare.
Esse riguardano solo una piccola parte degli apprendimenti dei ragazzi, mentre ne restano esclusi molti altri che, almeno per quanto riguarda la sfera delle competenze linguistiche, sono anche di livello superiore.
Francesco Masala - 11-05-2013
Qualche giorno fa Giorgio Israel scriveva così al ministro:
"...Il primo augurio che le si deve quindi fare è che riesca a esercitare pienamente la sua funzione di ministro, e a non farsi ridurre al ruolo di "re Travicello" dal prepotere di una burocrazia e di una dirigenza che ha sempre detto, neanche sottovoce, che "i ministri passano e noi restiamo"; e da enti cui è stato dato un ruolo smisurato e fuori controllo come l'Anvur, l'Invalsi e l'Indire.
Giuseppe Aragno - 10-05-2013
Statemi a sentire e datemi una risposta se vi riesce. Vediamo che idea vi siete fatti della valutazione e, per favore, non fate quella faccia. Sono discorsi all'ordine del giorno. Partiamo dalla cronaca e stiamo ai fatti. Com'è andato lo sciopero dei Cobas per boicottare il primo giorno dei test Invalsi? Non lo sapete? Ma allora non leggete l'Huffington Post! Se l'aveste letto, il 10 maggio, lo sapreste: "Invalsi, boicottaggio fallito a scuola". E' così, credeteci, basta coi dubbi e non tirate fuori la storiella dei punti di vista e del sistema di valori di riferimento. Il valore di riferimento lo decide il valutatore e se v'hanno insegnato a leggere i fatti in un contesto, se avete imparato che esistono obiettivi minimi e massimi, che si può avere i numeri contro e vincere moralmente, se state appresso alla favola di Silvio Pellico che con le "sue prigioni" costò all'Austria quanto Waterloo a Napoleone, beh, snebbiatevi il cervello e prendete atto: Pellico era un "perdente", un contestatore da tre soldi che non seppe evitare la galera. E anche con Gramsci, piantatela per favore.
Severo Laleo - 08-05-2013
Andreotti e Ambrosoli sono la storia d'Italia.
L'Italia di Andreotti. L'Italia di tutti noi, clienti senza memoria,
e sempre alla ricerca di un uomo della Provvidenza,
capace di guidare e distribuire i giochi della Politica.
Da Mussolini a Grillo, da Bossi a Berlusconi,
e, forse, a un nuovo capo, scalpitante, in un lato, a sinistra,
di una panchina, a bordo campo.
L'Italia, per dirla ancora con Piero Gobetti,
dove tutti "hanno bene animo di schiavi".
E dove i potenti non smettono mai di essere potenti.
Dovunque siano collocati: a destra, al centro, a sinistra.
Perché è mancata, e ancora manca, la regola fondamentale
della democrazia reale: il limite di durata nelle cariche istituzionali, a qualsiasi livello, centrale e periferico.
Gianluca Gabrielli - 07-05-2013
Car* amic*,
tra il 2008 e il 2010 in tutta Italia si sono succedute contestazioni pacifiche di massa contro i tagli e le controriforme della scuola targate Gelmini. A Bologna il 7 giugno 2010 tra le altre iniziative è stato calato uno striscione dalla torre degli Asinelli che diceva "No ai tagli" mentre ai piedi della stessa veniva esposto un altro striscione con scritto "Difendiamo la Scuola Pubblica".
Piero Calamandrei - 04-05-2013
così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci).
Giuseppe Aragno - 03-05-2013
"Zavorre d'Italia". Così, con questa sprezzante definizione, in un libro privo di intenti autobiografici e di una sia pur minima punta di autoironia, Antonio Catricalà descrisse anni fa ciò che frena la crescita. La definizione mi ritorna in mente mentre provo a evitare la valanga di dotte analisi sui sottosegretari del governo Letta. Tranne rare eccezioni, silenzio di tomba sul grumo d'interessi corporativi, protezioni e privilegi di classi sociali forti strette attorno alla "squadra di governo"; la parola d'ordine è chiara: sorvolare sul cuore del problema italiano, ignorare che in una repubblica parlamentare, quali che ne siano gli esponenti, questo governo, nato tradendo gli impegni presi con gli elettori e vincolato alle condizioni dettate alle Camere da un Presidente della Repubblica rieletto, soffre di anemia costituzionale e scarsa legittimità democratica. Più che ministri o sottosegretari, gli uomini di Letta sono, in realtà, esecutori d'ordini, scelti col manuale Cencelli tra sacerdoti del liberismo e sperimentati portaborse dei capi fazione di una maggioranza rifiutata dal voto popolare.
Patrizia Rapanà - 03-05-2013
A cosa è ridotta la scuola, ha scritto ieri sul "Fatto Quotidiano" Eleonora Carrano, gli italiani lo hanno potuto capire "alle recenti elezioni dello scorso febbraio, [...] qualunque fosse la loro estrazione sociale". Per buona parte dei docenti lo spettacolo è abituale e quasi non ci si bada più: crepe e erba maligna nei cortili, muri stinti pieni di macchie e graffiti, ai piani bassi finestre protette da grate arrugginite. La sicurezza messa a repentaglio da pareti infiltrate e cadenti. Uno spettacolo indecente che fa a pugni con le chiacchiere e le promesse di governi incapaci, ministri impreparati e bugiardi,
Ho sentito il discorso di Letta quando ha chiesto la fiducia al Parlamento. Sembravano le parole di un uomo che non mette piede in una scuola statale da decenni. Chiacchiere, formule prive di agganci con la realtà: "La società della conoscenza e dell'integrazione si costruisce sui banchi di scuola e nelle università", ha detto il Presidente di un governo che nessun leader di partito aveva proposto agli elettori durante la campagna elettorale.
Enrico Maranzana - 30-04-2013
La formazione scientifica del nuovo ministro dell'istruzione dovrebbe favorire la percezione e la rimozione di uno dei "bug" che sbarra all'istituzione la via al successo: un lessico specifico disarmonico rispetto al sistema di regole in cui la scuola è immersa.
L'indeterminatezza terminologica è l'infezione che ha snaturato, sterilizzandoli, i decreti delegati del 74, la qualità, l'autonomia delle istituzioni scolastiche .... Si propone una piattaforma per la ricerca di un lessico condiviso.
Giuseppe Aragno - 29-04-2013
Dopo Milano e il Palazzo di Giustizia assalito con furia giacobina come fosse la Bastiglia, anche Roma è caduta. Il Parlamento è in mano a una destra autentica e alla sua dozzinale imitazione di sinistra. Qualcuno domani titolerà che l'Italia ha un nuovo governo e molti, ingenui, speranzosi o compromessi col potere, andranno a cercare nel nome dei ministri la dignità delle Istituzioni violate. Si può esserne certi purtroppo: chi ama la scuola troverà nei molti e prestigiosi titoli della ministra dell'Istruzione, professoressa Maria Chiara Carrozza, ragioni di speranza che Profumo, Rossi Doria e Ugolini non potevano offrire e per un po' molti lavoratori traditi sogneranno di certo impossibili miglioramenti, solo perché tra i ministri non troveranno più la tragica figura della Fornero. La verità però è diversa e veramente amara: nonostante l'aperto rifiuto manifestato dagli elettori, oggi un Parlamento commissariato ha votato la fiducia a un nuovo governo Monti. Identica maggioranza, coincidenti priorità - anzitutto i mercati, poi l'umanità dolente in lotta con la disperazione - e una legittimità democratica ancora più impalpabile.
Maurizio Tirittico - 29-04-2013
La saggezza del "nonno", l'intelligenza del "nipote"

Investire in istruzione, in ricerca, in cultura significa investire sui cervelli, che sono l'acciaio e il carbone della società della conoscenza. E' un impegno, è un dovere, a fronte di chi sostiene che con la cultura non si mangia. Nulla di più idiota! Maria Chiara Carrozza è una garanzia! Il mio augurio, il mio sostegno, il mio impegno!
Il mio ultimo pezzo sui test e sui reattivi terminava così: "Voglio sperare che il nuovo ministro faccia un po' di chiarezza sui compiti dell'Invalsi e sui limiti 'oggettivi' delle prove 'imposte' alle scuole! Ormai sono anni che mi auguro la nomina di un ministro di alto profilo, all'altezza di una situazione difficile e complessa! Ma non sono mai ascoltato!!! Vogliamo sperare? Mah!!!"
Ebbene! Oggi penso di avere una buona ragione per sperare, e non solo per il ministro Carrozza, persona di alto profilo, ma per l'intera compagine ministeriale in cui figurano volti nuovi, persone giovani e tante donne! Anche una nera!!! E' la fine di Borghezio!
Cosimo De Nitto - 27-04-2013
La cosa che più colpisce nella parte del documento dei "saggi" dedicata alla scuola è il linguaggio. Un perfetto euroburocratese. Sembra di leggere un brano dei vari documenti, "raccomandazioni", analisi che l'euroburocrazia dedica alla scuola.
E' un fatto positivo che si siano ricordati della scuola (di questi tempi), ma sono, a mio avviso, estremamente limitati, riduttivi, privi di un orizzonte progettuale i termini in cui l'hanno fatto.
D'altronde se chiamano a scrivere di scuola economisti o comunque esperti che adottano come unico approccio quello economicistico cosa ci si può aspettare d'altro se non parole-concetti-paradigmi come: produttività, capitale umano, performance, filiera, sostenibilità, (economica), ecc?
Che l'approccio sia economicistico lo dimostrano gli interventi a breve termine (ma come si fa a concepire un breve termine se non inserito in una visione strategica a "lungo termine"?) suggeriti: abbandono scolastico, merito, salute, digitale.
Claudia Fanti - 27-04-2013
Ancora una volta sosterrò che nulla può portare alla guerra contro la dispersione se non un'attenzione totale ai soggetti, a una reale personalizzazione fatta di gesti, parole e collaborazione in relazione e in apprendimento, e non di piani scritti e poi lasciati morti sulla carta. Ma la personalizzazione va pensata tenendo in massima considerazione il soggetto dentro la collettività nella quale vive. Infatti non ha senso nella scuola fingere che le relazioni fra pari siano ininfluenti all'apprendimento e alla costruzione della propria personalità.
Maurizio Tiriticco - 26-04-2013
non è affatto detto che una prova Invalsi sia in grado di dare il coefficiente di produttività di una classe di alunni. Può dirci soltanto se il pensiero convergente di un alunno è in grado di operare correttamente su determinati dati. E non potremmo mai dire che un alunno "non conosce", se non ricorda la data della battaglia di Zama. Perché può darsi che sappia tutto dell'importanza delle guerre puniche, ma non ricordare quel fatidico 202 a.C.! Potremmo allora dargli zero in storia? E poi gli elefanti schierati da Annibale saranno stati veramente 80? Una data! Un numero! Sono sufficienti per promuovere o per bocciare?
Voglio sperare che il nuovo ministro faccia un po' di chiarezza sui compiti dell'Invalsi e sui limiti "oggettivi" delle prove "imposte" alle scuole! Mah!!! Ormai sono anni che mi auguro la nomina di un ministro di alto profilo, all'altezza di una situazione difficile e complessa! Ma non sono mai ascoltato!!! Vogliamo sperare? Mah!!!
Laura Alberico - 25-04-2013
L'anniversario della liberazione mi fa riflettere sul suo intrinseco significato e su come lo stesso sia diventato un simbolo, per molti, privo di valore. . Nel corso degli anni le ricorrenze storiche sono guardate con occhi miopi in nome della ...
Mauro Boarelli - 24-04-2013
A Bologna, alla fine di maggio, i cittadini saranno chiamati a votare per un referendum consultivo sulla scuola dell'infanzia. Dovranno esprimersi sul finanziamento di un milione di euro all'anno alle scuole private da parte del Comune, scegliendo tra il suo mantenimento o la sua abolizione.
Si tratta di una scadenza che non riguarda solo Bologna, e non riguarda solo la scuola dell'infanzia. Se ci allontaniamo per un momento dall'oggetto del referendum possiamo comprenderne meglio la portata.
Il finanziamento pubblico alla scuola privata ha il suo teorico più illustre nell'economista statunitense Milton Friedman, il principale esponente della "scuola di Chicago", le cui strategie economiche liberiste hanno influenzato le politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan (e anche di Pinochet).
Friedman non si preoccupa di analizzare i rischi che la proliferazione di scuole private può provocare in termini di limitazione e condizionamento della conoscenza, né di valutare cosa comporti la riduzione delle scuole pubbliche dal punto di vista della costruzione della cittadinanza, anzi, fugge letteralmente di fronte al problema.
Gennaro Tedesco - 18-04-2013
La mia esperienza diretta e personale dell'Indonesia mi consente di affermare che anche in questo Gigante dell'Asia la Scuola e l'Università non sono all'avanguardia e soffrono anch'esse per il periglioso processo di globalizzazione che le attraversa e le scuote alle fondamenta. Ma, al contrario del perduto Occidente, l'Indonesia, pur con tutte le sue gravi e numerose contraddizioni, non esaurisce né limita alla sola Scuola e all'Università il suo sistema formativo. Un fattore importante della pedagogia indonesiana è la Comunità Educante , un concetto e una pratica, che, quando raramente presente in Europa e in America, rischia di essere frainteso perché interpretato come generico e avulso da qualsiasi contesto concreto, assimilandolo ad un significato quasi esclusivamente mediatico, per quel poco che ne rimane in Occidente. Non è così in Indonesia. Molto spesso in queste contrade la Comunità Educante si materializza nella Strada. Quello che direttamente e personalmente ha potuto constatare chi scrive con le sue persistenti visite "sul campo" è che la Comunità eterogenea e metamorfica della Strada nei quartieri delle città indonesiane si trasforma in una Rete non solo di informazioni e interconnessioni comunicative, ma anche e soprattutto di discorsi e pratiche educative.
Giuseppe Aragno - 17-04-2013
Il prossimo 25 aprile, in una città mobilitata contro il ricatto del debito e la distruzione dello stato sociale, Madrid celebrerà la «festa nazionale per la Liberazione da tutti i fascismi» e renderà omaggio alle donne e agli uomini accorsi in Spagna in difesa della Repubblica minacciata da Franco. Sarà l'occasione per una riflessione sulla lotta antifascista di resistenza, sull'attualità e il valore del 25 aprile in un'Europa paradossalmente «unita» eppure divisa come non pareva potesse più esserlo. E' difficile immaginare in quante scuole e università italiane ci sarà spazio per ricordare e quanti giovani, nel clima politico che viviamo, conoscano Rosselli, Pesce o Vincenzo Perrone, caduto per mano franchista a Monte Pelato, e le ragioni per cui migliaia di ragazzi e ragazze nel 1936 partirono dall'Italia per combattere una guerra che non pareva riguardarli. Tra presente e passato s'è ormai creato un pericoloso «corto circuito» e non c'è nulla purtroppo che somigli a un gregge quanto un popolo che ignora la sua storia.
Cobas - 13-04-2013
Dal 7 al 16 maggio prossimi nella scuola italiana, dalle elementari alle superiori, si ripeterà il distruttivo rito dei quiz-Invalsi, imposti come presunta misura della qualità del lavoro dei docenti e degli studenti e come valutazione, velleitaria e strumentale, del livello di istruzione fornita dai singoli istituti. In strutture inadeguate e in classi sovraffollate il MIUR (Ministero Istruzione, Università, Ricerca) cercherà di accelerare ulteriormente il percorso verso una distruttiva scuola-quiz, in un quadro generale di progressivo immiserimento dell'istruzione pubblica del nostro paese, che peserà come un macigno sulle future generazioni. La politica continua di tagli agli investimenti nella scuola e nell'Università dell'ultimo ventennio non poteva che determinare la situazione patologica attuale, che spiana la strada alle "proposte" private.
Enrico Maranzana - 12-04-2013
Al convegno sull'Innovazione che si è tenuto a Bolzano nel settembre 2012 il ministro Francesco Profumo ha affermato che "in un momento come questo in cui si è più attratti dal contingente e quindi dal guardare indietro rispetto al guardare avanti, all'avere una strategia" è essenziale "individuare percorsi attraverso i quali si può migliorare la qualità della vita dei cittadini". Ha poi identificato nell'inadeguata preparazione dei docenti la causa delle diffuse e generalizzate carenze matematiche degli studenti italiani: il relativo insegnamento dovrebbe essere affidato solamente ai possessori della corrispondente laurea. Da cui la conclusione: le carenze che viziano la formazione dei giovani dipendono dalle procedure di selezione del personale docente.
Lorenzo Picunio - 12-04-2013
Poniamo il problema dell'assegnazione di un numero sufficiente di classi prime a tempo pieno nella scuola primaria nel prossimo anno scolastico 2013-2014. Consideriamo il fatto che la richiesta è generalizzata nei grandi centri e molto ampia anche in quelli minori.

Il "lodo Gelmini-Berlusconi" prevedeva che ogni famiglia che ne faceva richiesta avrebbe avuto diritto al tempo pieno. Ma oggi sembra che la riduzione delle risorse impedirà di mantenere questa promessa.
Giuseppe Aragno - 11-04-2013
E' vero. I soldi per le borse di studio sono spariti nei tagli e nell'insipienza della politica, ma non bisogna coltivare la disperazione. Il gusto forse è macabro, l'intento inconscio ha un vago sapore di sadismo, ma la notizia circola e nell'indifferenza generale che circonda la scuola occorre registrarla a futura memoria. Quando gli storici attoniti ricostruiranno la vicenda di questo impensabile codicillo di legislatura, occorrerà che si sappia: mentre il Paese annaspa nei vortici della peggiore crisi finanziaria che si sia mai registrata, Profumo, ministro scaduto e però prorogato, dà segni di vita e lancia, ineffabile, la sua tragicomica "Campagna di educazione finanziaria".

In società con Poste Italiane, prende il via così, per gli studenti della scuole secondarie di II grado, quello che l'Ansa, definisce, con impeccabile stile professionale lo "strumento di pagamento integrato alla 'Carta dello Studente IoStudio''.
Flavia Gasperetti - 11-04-2013
Gentile e prestigiosa Associazione Alumni NoiSapienza e così l'altrettanto gentile e prestigiosa Fondazione Roma Sapienza,

Vi ringrazio del vostro invito a prendere parte alla "Giornata del Laureato" da voi promossa, recapitatomi oggi per email. In esso mi si prega di RSPV la mia eventuale intenzione a partecipare e quindi vi scrivo per comunicarvi che, purtroppo, non mi sarà possibile essere con voi il 12 Aprile prossimo venturo ed è con sgomento che lo dico, perché non poter assistere con i propri occhi ad una manifestazione così battezzata, che col pensiero ci riporta a quelle di epoche passate quali la "Giornata del Balilla" o la "Befana Fascista", va chiaramente ad esclusivo detrimento di chi se la perde.

Ma abbiate pazienza, tenterò di spiegare qui le ragioni del mio diniego.
Gennaro Tedesco - 08-04-2013
Dalla ricerca elettronica, per quanto certamente parziale, frammentaria e non esaustiva, condotta sulle fonti del Web in italiano e in inglese, relative alla Storia mondiale, alla Storia globale, alla nuova Storia globale e agli Studi post-coloniali e subalterni, emergono alcune indicazioni ed ulteriori ipotesi di lavoro che potrebbero e dovrebbero estendere, confermando o smentendo, quanto da noi faticosamente posto in essere più che in luce.
Innanzitutto i temi e i problemi di Storia mondiale e degli Studi post-coloniali e subalterni sono molto più presenti in ambito italiano nel Web di quanto non lo siano nell'editoria scolastica e soprattutto nella Scuola reale e militante, appena un po' di più nelle nostre Università che solo negli ultimissimi anni e con estremo ritardo e con grandi difficoltà rispetto al mondo anglo-americano stanno prendendo atto della Rivoluzione storiografica, economica e antropologica in corso da decenni sulle due sponde settentrionali dell'Atlantico, ma anche su quelle dell'Oceano Indiano e Pacifico.
Purtroppo questo ritardo culturale e educativo del Bel Paese non è un caso.
Lucio Garofalo - 04-04-2013
Nella mia carriera professionale ho incontrato soprattutto due generi di capi d'istituto.
La prima categoria, forse la più diffusa nel mondo della scuola, è quella del preside "hitleriano", o dispotico, che gestisce l'istituzione in modo autocratico e verticistico, scambiando l'autonomia scolastica per una tirannide individuale e considerando i rapporti interpersonali in termini di supremazia e subordinazione.
La seconda tipologia, forse la più pericolosa, è quella del dirigente affarista e demagogo, che spesso si sovrappone e coincide con il tipo assolutista. Tale soggetto concepisce la scuola come una sorta di proprietà privata, la sfrutta per scopi di lucro e prestigio personale, per cui la gestisce in modo da trasformarla nel più breve tempo possibile in un progettificio scolastico.
Vincenzo Pascuzzi - 23-03-2013
Egregio sig. ministro Profumo,

era appena un anno fa, esattamente febbraio 2012, quando giornali e media dedicavano spazio a una notizia insolita e innovativa: l'assunzione diretta e rapida (senza concorso, tramite la valutazione dei loro c.v.) di sei c.d. "e-secchioni" under 40, sei ex "cervelli in fuga" recuperati alla Patria o alla Nazione, indicati anche come i "Magnifici Sei" e che dovevano - quali Suoi collaboratori - "svecchiare" il Miur.
Questi i loro nomi: Arianna Bassoli, Lorenzo Benussi, Dario Carrera, Donatella Solda Kutzmann, Damien Lanfrey, Stefania Milan. In calce i loro profili.
Di loro non s'è saputo più nulla, sono come scomparsi. Ci domandiamo che fine professionale abbiano fatto.
Vincenzo Pascuzzi - 22-03-2013
"Cosa resterà del rapporto insegnante/discente?" si chiede oggi (17.2.2013) Claudia Fanti.

E risponde "Sempre meno: insegnante con le occhiaie dopo le nottate ad arrovellarsi su cosa scrivere nell'ennesima relazione sulla valutazione, discente preoccupato dello stato di salute del proprio ex-prof, divenuto burocrate a tempo pieno".

Credo di essere sulla stessa lunghezza d'onda. Da un po' ci sto riflettendo. Il nucleo duro, nobile essenziale dell'attività didattica è il rapporto docente/discente-i. Il resto è supporto, organizzazione, burocrazia, gerarchia e dovrebbe essere complemento della didattica, quindi al di sotto e dopo.
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici - 22-03-2013
Il Ministro Profumo ha firmato il decreto sul passaggio dei docenti utilizzati in altri compiti nel ruolo Ata.

Sinceramente dopo quasi nove mesi, potevano partorire un ... prodotto migliore, se non nella sostanza, almeno nella forma! Sfruttando con maggiore efficienza i propri uffici legali che presto dovranno fronteggiare i contenziosi

Non stiamo qui a valutare (e pure si dovrebbe!) l'opportunità di impacchettare il decreto nelle stesse ore in cui si svolgono le consultazioni per un nuovo Governo: le smanie di efficienza dei "Tecnici" sulla pelle degli ultimi ci sono ben note.

Ci soffermiamo soltanto ad esaminare gli aspetti burocratici alla luce di quanto già avevamo denunciato in questi mesi, evidenziando i punti critici di un decreto che, per il rispetto della persona, non avrebbe mai dovuto essere scritto né pensato. ... Avrebbe semmai richiesto un basilare STUDIO, nelle commissioni parlamentari e nelle stanze ministeriali, e un confronto NEGOZIALE vero; invece, a distanza di nove mesi, è lo stesso frettoloso decreto frutto dei tagli ciechi della spending review .
Vincenzo Pascuzzi - 20-03-2013
L'opera del ministro Francesco Profumo ha superato in tossicità e devastazione quella del suo predecessore Gelmini. Ciò è avvenuto con l'approvazione del Regolamento del Snv che ha.... sguinzagliato e incitato l'Invalsi. Approvazione che è stata degradata a normale amministrazione ed effettuata da un governo dimissionario e a Camere sciolte, anzi già rinnovate.

Mentre avveniva questo sorpasso fra ministri incapaci, a Milano, Innocente Pessina, preside del liceo Berchet, partiva per la sua seconda personale crociata (o piano B) contro "certi insegnanti sadici" che usano "il voto come manganello" e finalizzata perciò a conseguire l' "equità valutativa". La prima crociata (piano A) del preside Pessina risale all'anno scorso ed era stata contro i voti sotto il 4, fallì (sembra) perché respinta dai docenti. Va tenuto presente che, quest'anno, il Berchet, ha subito un consistente e preoccupante calo di iscrizioni: non si sono formate le classi 1ªG e 1ªH, cioè due sezioni su otto.
Giuseppe Aragno - 20-03-2013
"C'è stata battaglia e non ce ne siamo accorti", ripeteva negli ultimi e sconsolati anni della sua vita Gaetano Arfè, intellettuale militante tra i più lucidi del Novecento. Il tempo purtroppo gli ha dato pienamente ragione e ogni giorno che passa dimostra quanto premonitore fosse il suo inascoltato appello a scavar trincee sull'ultima spiaggia per tentare l'estrema difesa della Costituzione.
Dal 2007, in un'avanguardistica Torino, un liceo intitolato all'antifascista Altiero Spinelli ha sciolto il nodo delle iscrizioni con una "selezione per test" che consente o vieta la frequenza dell'Istituto. La nostra "libera stampa", mobilitata nella caccia all'uomo di parte avversa e nella promozione di "santini" e utili idioti con cui coprire le miserie morali del potere, non se n'era accorta: in linea con la religione del merito, dopo i rettori delle università, tra le basse gerarchie della chiesa liberista, anche alcuni dirigenti scolastici danno ormai di piglio al manganello e bastonano quanto sopravvive di democrazia in un Paese di sedicenti liberali che all'estero svendono il nostro onore, "portando a casa i marò" col tradimento - altro che Berlusconi e il sedere della Merkell - e in patria non riconoscono un ethos politico ai ceti subalterni e fanno la guerra santa ai diritti in nome del mercato.
"Dio lo vuole!", è lo slogan, mentre i test d'ingresso, foglia di fico e preludio inaccettabile al numero chiuso, fanno l'ingresso trionfale nelle scuole medie.
Claudia Fanti - 18-03-2013
Siamo abituati da tanto tempo, troppo, a non venir considerati dal ministero nelle scelte che coinvolgono il nostro lavoro, noi e i nostri alunni, per cui non ci dovremmo stupire più di tanto.

Eppure l'argomento della valutazione non ci può esimere dal commentare, almeno dal commentare. Se non altro, si ha modo di esprimere la contrarietà, la preoccupazione, fors'anche l'avversione per il regolamento sulla valutazione di sistema appena approvato.

Mentre come docenti d'aula (la cui opera è sempre meno nominata e valorizzata dai vari documenti ministeriali, come fosse di irrisoria importanza per i livelli di apprendimento e di tenuta del sistema) ci rendiamo conto di quanto sia preziosa la nostra azione puntuale, attenta alle discipline che insegniamo e contemporaneamente alle dinamiche relazionali delle classi su cui lavoriamo e ai singoli con le loro evoluzioni, la loro crescita fisica, psichica ed emozionale, chi ci governa rema esattamente in direzione opposta producendo materiali documentali poco chiari, complessi, forieri di altre alchimie gerarchiche dentro la scuola.
Enrico Maranzana - 13-03-2013
La pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del regolamento contenente le indicazioni Nazionali per il Curricolo per la scuola di base non ha avuto grande eco.
Per cogliere appieno il significato del cambiamento indotto dal nuovo ordinamento può essere opportuno traslarlo in un ambito calcistico: come agirebbe Massimiliano Allegri, allenatore dell'A.C. Milan, se il presidente Silvio Berlusconi convocasse l'attaccante Mario Balotelli per ordinargli come dovrà giocare nelle gare del campionato?
Giuseppe Aragno - 12-03-2013
E' uno strano neonato, un "sanguemisto", figlio illegittimo di incontri clandestini tra la destra reazionaria e il furore ideologico di un tecnico del capitale. Nato venerdì scorso, è stato battezzato come comanda una prassi ormai consolidata: "Consiglio dei Ministri, Decreto numero 72 dell'8 marzo 2013". Ligio al dovere, il "Sole24Ore" ha annunciato il lieto evento con la consueta faccia tosta padronale: il Governo "scaduto", infatti, per il giornale della Confindustria, non solo ha "acceso il semaforo verde definitivo" per una delibera ormai indifferibile, ma ha anche risposto all'ansiosa attesa della scuola. Si direbbe quasi che gli insegnanti, consapevoli d'essere tutti, senza eccezioni, una manica d'incapaci sfaticati e convinti e di aver perciò meritato i tagli devastanti, i mancati investimenti, le classi pollaio, le campagne di stampa sui fannulloni e il discredito generalizzato dovuto alle accuse dei loro stessi ministri, non attendano altro che il giorno del giudizio. La scuola, pervasa finalmente di spirito cristiano, si sarebbe ormai attestata sul religioso principio della rassegnazione: quando riceve un ceffone, porge l'altra guancia e a suon di botte s'è rimbecillita.
Lorenzo Picunio - 11-03-2013
Questo l'obiettivo dell'Unione Europea.

In scuole dove non si chiamano i supplenti, dove i tagli hanno abolito ogni forma di contemporaneità fra gli insegnanti, dove le classi sono sempre più numerose, dove i soffitti crollano perchè non si spende per l'edilizia scolastica, dove i computer si rompono e non ci sono i soldi per aggiustarli.
E ancora, qualcuno ipotizza tagli al sostegno per gli alunni disabili, la cosa più odiosa che può essere imposta a chi è più debole.
Luca Perissin - 11-03-2013
Cari colleghi,

riparte la "macchina carrozzone mangiasoldi" dell'Invalsi alla ricerca di Osservatori da affiancare agli insegnanti somministratori che siano preparati, che si rendano disponibili ad un corso di preparazione, ma soprattutto "che condividano gli scopi della rilevazione".
Operazione questa che prevederà un rimborso lordo all'Osservatore di circa 200 euro omnicomprensivo per ciascuna giornata di somministrazione ( 600 euro circa in tutto ).
Pur non condividendo l'impianto dell'intero Invalsi, pur ritenendo uno spreco di soldi pubblici per mandare avanti il solito burocratico carrozzone all'italiana che si avvale di incarichi esterni, di numerose strutture amministrative e di commissioni varie, pur non accettando l'impianto docimologico delle prove ( e, tuttavia, riconoscendo la necessità di valutare il sistema scolastico italiano), mi sembra corretto che chi viene incaricato di svolgere un lavoro "aggiuntivo" venga retribuito.
Giuseppe Aragno - 08-03-2013
"Sì del Governo: arriva il nuovo sistema di valutazione di scuole e presidi, - titola il Sole24ore" con ineguagliabile improntitudine confindustriale. A sentire il giornale dei padroni, quindi, Il Governo - quale governo di grazia? - ha "acceso il semaforo verde definitivo" per un provvedimento inderogabile, anzi, così evidentemente urgente che - dovremmo credere - la scuola tutta era lì ad attenderlo con ansia. Un decreto necessario, perché, a quanto pare, se Profumo non l'avesse presentato, la scuola non avrebbe più saputo come andare avanti. A guidare il sistema ora sarà l'Invalsi, che dovrà rapidamente preoccuparsi di elaborare calendari di visite di valutatori esterni e definire - con quale competenza s'è visto ormai da tempo - gli indicatori di efficienza a cui gli insegnanti e i loro dirigenti dovranno rispondere.
Per il Ministero, quindi, era l'Invalsi la vera e unica urgenza della scuola morente. Quell'Invalsi da cui - sarà un caso? - proviene il sottosegretario Elena Ugolini, che si è fatta in quattro perché il provvedimento giungesse all'approdo finale.
Sonia Cartosciello - 07-03-2013
Brucia Città della Scienza e quel rogo si estende fino ad arrivare al nostro cuore.
Bruciano le speranze di assistere, sia pure lentamente e a fatica, alla ripresa di una città magnifica quanto martoriata dalla presenza invasiva e devastante della criminalità organizzata. Un angolo di mondo pieno di luci ed ombre, una terra affascinante quanto piena di amare antinomie.
Brucia "un'occasione eccellente" in cui la cultura e le scienze non sono appannaggio di pochi ma patrimonio di tutti.
Nonostante le notevoli criticità economiche del polo scientifico partenopeo, esso ha continuato a rappresentare il fiore all'occhiello dell'intera comunità, ha continuato a richiamare gente comune, ricercatori, docenti, studenti da ogni parte di Italia. Ha continuato a rappresentare un cono di luce sulla ricerca, un' opportunità di "produrre" cultura e di veicolarla attraverso modalità ed esperienze affascinanti, ludiche, alternative, particolarmente preziose in un momento di particolare emergenza educativa.
Enrico Maranzana - 06-03-2013
Una vera rivoluzione: i docenti, collegialmente e individualmente, diventano dei ricercatori-sperimentatori. La loro attività varia al variare delle qualità dell'interlocutore. Essi mettono a punto, gestiscono e governano interventi per sollecitare e confermare i comportamenti richiesti dalla dinamicità della società contemporanea.
Un parallelismo perfetto col pensiero di Albert Einstein ["Ideas and Opinions" Crown Publishers Inc., 1954]: "A volte si considera la scuola come uno strumento per trasferire conoscenze alle nuove generazioni. Ma questo è sbagliato. La conoscenza è morta, la scuola invece serve per vivere. Essa dovrebbe sviluppare nei giovani quelle qualità e capacità che sono importanti per il benessere della società".
Enrico Maranzana - 01-03-2013
Eugène N. Marais ha investito la sua vita nell'osservazione delle formiche bianche. Sorprendente la sua sintesi: Il termitaio è l'essere vivente. Le termiti, raggruppate rispetto alla loro specializzazione, costituiscono gli organi dell'animale.
Una seconda, significativa informazione è presente nel resoconto della sua attività: l'intero formicaio scompare se la regina viene soppressa.
L'analogia col mondo scolastico è molto, molto stretta:
la scuola è un complesso unitario, finalizzato, che interagisce con l'ambiente in cui é immerso, composto da parti sinergicamente collegate.
Si tratta della concezione veicolata dalla nomenclatura utilizzata dalla legge: non più "scuola" ma "SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE".
il preside dirige e coordina le attività dell'istituzione: funzioni essenziali per la vita e l'efficacia del servizio scolastico. Le sue attribuzioni riguardano, primariamente, la stesura degli ordini del giorno degli organismi collegiali. In tal modo, vincolando la loro attività, li obbliga ad assumere le responsabilità previste dal mandato loro conferito.
Il dirigente scolastico indica COSA deve essere fatto e l'organismo collegiale elabora e indica COME conseguire il risultato. In base a tali proposizioni è stato messo a punto un termometro, sotto forma di questionario, per rilevare lo stato di salute di una scuola.
Cosimo De Nitto - 01-03-2013
Leggendo l'articolo "SCUOLA - Lo stratagemma dell'astuto Bertoldo piace a (certi) cattolici e alla Cgil" di Giovanni Cominelli mi è venuto di fare le seguenti schematiche riflessioni.


1) L'articolista fa un'analisi delle correnti culturali, filosofiche, pedagogiche che hanno influenzato e in-formato il sistema scolastico italiano statale. Croce, Gentile, il personalismo cristiano, l'umanesimo marxista, filoni che caratterizzano la radice e l'identità culturale del nostro paese e ne costituiscono una sorta di marchio di made in Italy, spesso studiato all'estero, talvolta apprezzato, in qualche caso tenuto presente nelle riforme dei sistemi formativi di quei paesi. Buttarli a mare? Come dire agli anglosassoni di buttare al mare le loro radici pragmatistiche, Dewey, ecc. e tutta una loro tradizione che ne ha caratterizzato finora la cultura, la scienza, la filosofia, gli orientamenti pedagogici.
La "tradizione", l'identità storica, non si butta al mare. Si arricchisce, se ne ampliano i confini, se ne aggiornano aspetti e modalità, la si "fallibilizza", se ne cambiano aspetti, si contamina se si ritiene, certo. Ma non si butta al mare.
Trapiantare modelli che sono assai distanti dalla tradizione e dai filoni culturali che la caratterizzano farebbe cantare al compianto Carosone "Tu vuò fa L'Americano"...ma si' nato in Italy.
Cosimo De Nitto - 23-02-2013
"Scommettere sugli insegnanti", "investire sugli insegnanti", "valorizzare gli insegnanti" et similia sono ormai espressioni che cominciano a logorarsi se non si accompagnano a specificazioni concrete.
L'insegnante è pane, cultura, lavoro. Una metafora? No, la realtà. Coniughiamoli.
Marina Fasce - 22-02-2013
Pochi giorni fa, lunedì 18 febbraio, nel TG1 delle ore 20, un servizio ha illustrato i caratteri della home - schooling: anziché mandare i 4 figli a scuola, due genitori - insegnanti fanno lezione, armati di vari sussidi didattici e citando il computer che, con Internet, può permettere di trovare "tutte le risposte" ai quesiti cercati...
Invito, tutti, a riflettere sulla questione, citando, Clotilde Pontecorvo, illustrissima connazionale, Professore Emerito della Sapienza di Roma, docente di Psicologia dell'Educazione.
Claudia Fanti - 22-02-2013
Supplenza prima ora, terza elementare. (Vengo utilizzata, come tutti, in una delle compresenze con la collega che dovrebbero servire ai recuperi di un alunno in difficoltà. Ormai nessuna di noi ci fa più caso.)
Non conosco per nulla le bambine e i bambini della terza. Entrano alla spicciolata. Capisco subito che ieri hanno ricevuto le schede di valutazione del primo quadrimestre dai loro discorsi assolutamente spontanei: non si accorgono quasi della mia presenza e con lo zaino ancora in spalla iniziano a sciorinare dei numeri...
Conbs - 22-02-2013
Come coordinamento con aderenti in tutte le regioni italiane abbiamo riscontrato, da parte di molti UST e DS, ricorrenti iniziative che precorrono l'attuazione della L.135/2012 tuttora allo studio.

Questo modo di procedere incide in maniera impropria sulla gestione dell'istituto giuridico della UTILIZZAZIONE riguardo ai relativi contratti:
A - diversi docenti dichiarati inidonei dopo il mese di luglio 2012 sono tuttora senza contratto di utilizzazione, "in malattia d'ufficio", in attesa del decreto attuativo della L.135/2012.
B - a quanti è stato fatto un contratto individuale di utilizzazione è stata imposta come destinazione esclusivamente la segreteria
C - molti docenti già utilizzati in biblioteca sono stati spostati d'autorità in segreteria.
Mario Piatti - 22-02-2013
Il Forum per l'Educazione Musicale lancia l'appello MUSICA SCUOLA CURRICOLO TERRITORIO, indirizzato "Al Ministro dell'Istruzione che verrà...".
L'Appello presenta tre fondamentali richieste:
a) inserire organicamente un insegnante specializzato in didattica della musica in ogni scuola primaria;
b) inserire organicamente il docente di materie musicali nella Scuola secondaria di II grado;
c) sostenere le attività formative musicali, e in generale artistiche, anche attraverso deduzioni fiscali.
Giuseppe Aragno - 21-02-2013
Sul filo di lana e nella logica oltraggiosa del "voto utile", Skuola, sponsorizzata da Mediaset e Tgcom24, ha pensato bene di chiarire ai lettori-elettori i progetti per la scuola dai "grandi" protagonisti delle elezioni, senza interpellare gli altri candidati. L'iniziativa è quantomeno singolare. I rapporti tra la scuola malata e l'equipe dei "guaritori" dovrebbero essere ormai chiari: Bersani Monti e Berlusconi l'hanno governata assieme in piena concordia. Assieme hanno deciso i rovinosi tagli, l'illegale concorso a quiz e la sorte riservata ai precari; assieme hanno trasferito milioni di euro dal pubblico al privato in sfregio alla Costituzione e non c'è stato gran dissenso nemmeno sulle campagne di stampa per l'orario dei docenti e l'abolizione del valore legale del titolo di studio.
Enrico Maranzana - 19-02-2013
Dal Piano Nazionale Informatica al Piano Nazionale Scuola Digitale.

Ventiquattro anni separano i due interventi ministeriali, del 1989 il primo, di quest'anno il secondo, provvedimenti che aprono scenari educativi molto, molto differenti.
Le scelte ministeriali degli ultimi anni derivano da sollecitazioni esterne alla scuola: le direttive e le indagini europee, l'invasione tecnologica. Le differenti filosofie che hanno animato il ministero traspaiono anche dal nome assegnato ai due provvedimenti: informatica e digitale.
I loro corrispondenti, in ambito edile sono: edificio e mattone. Le attività ingegneristiche riguardano il primo, il lavoro del muratore il secondo: la capacità progettuale da un lato, gli aspetti tecnico-operativi dall'altro.
Maurizio Tiriticco - 18-02-2013
Tento di abbozzare un elenco di "cose" da chiedere alla nuova maggioranza - augurandomi che abbia una seria consistenza numerica - per quanto riguarda l'attenzione che si dovrà porre nel quinquennio al "Sistema Educativo di Istruzione e Formazione" (l. 53/03, art. 2 e dpr. 275/99, art. 1, c. 2) e le iniziative a lungo termine che si dovranno adottare.

1) PRETENDERE che l'istruzione costituisca un ministero chiave - se è vero che la conoscenza è la molla dello sviluppo, oggi e domani, nelle società avanzate - e che sia affidato a una personalità che sia veramente... capace e meritevole!!!
Mauro Boarelli - 15-02-2013
La campagna per la scuola pubblica Non vi voteremo! se... è in pieno svolgimento. Si rivolge ai candidati al Parlamento e ai candidati alla guida del governo. Non lo fa con una petizione generica, ma con domande precise e circostanziate su alcuni nodi cruciali. Sono domande "pragmatiche", molte si riferiscono a impegni da prendere a breve termine, tutte implicano l'indicazione di precise azioni politiche. E' una campagna di cittadine e cittadini che chiedono precise responsabilità nei confronti della scuola pubblica e proclamano ad alta voce il rifiuto della delega in bianco.
Vincenzo Pascuzzi - 14-02-2013
Si dice "Passata la festa, gabbato lo santo". E' un proverbio che possiamo adattare in "Passato lo voto, gabbata la schola", usando un italiano un po' .... anticato. Il senso è che ora, alla vigilia del voto, tutti i partiti promettono a iosa riguardo alla scuola ma poi, a partire dal 26 febbraio, manterranno poco o nulla accampando le scuse più bizzarre, varie e improbabili.
C'è inoltre la inquietante e sgradevole sensazione che poco o nulla cambierà in futuro per la scuola, per gli studenti, gli insegnati e l'altro personale. Impalpabili elementi inducono la percezione (si spera errata) di un sotterraneo accordo, in tal senso, già in atto e condiviso da una molteplicità di soggetti politici e sindacali.
Giuseppe Aragno - 14-02-2013
Confesso il mio peccato: torno spesso alle antiche letture. Gli anni, la formazione, il tipo di cultura, le scorie fatali della militanza hanno finito per collocarmi in quella sorte di "prigione" che molti, non senza disprezzo, definiscono "ideologia" e una sparuta pattuglia di sopravvissuti ritiene sia coerenza tra un sistema di valori, alcuni strumenti di analisi e scelte di vita che coincidono con opinioni politiche. Questa sorta di confessata sclerosi spiega probabilmente la diffidenza stupita per la fiduciosa ricerca del futuro del sistema formativo negli impegni strappati ai candidati e nella cartastraccia che diventano in genere programmi elettorali.
Claudia Fanti - 12-02-2013
Una delle materie più bistrattate e strapazzate dai programmi, pardon, Indicazioni Nazionali, è la Storia nel primo ciclo di istruzione. Sono sicura che tra gli estensori del documento qualcuno avrebbe compiuto scelte diverse, ma si è trovato in minoranza. Tuttavia in questo campo tanto importante per la formazione dei cittadini e delle cittadine, non dovrebbe contare la contrapposizione minoranza/maggioranza in un gruppo ristretto, bensì sarebbe auspicabile un'indagine a tappeto nelle scuole. Vogliamo riparlarne?
Gennaro Tedesco - 12-02-2013
Ho qui il piacere di raccontare le fasi di una ricerca conclusasi nel dicembre 2002 presso la sede dell'Irre-Lombardia a Milano e rivolta ai docenti del Biennio delle Superiori .
Si sono privilegiati gli spazi aperti, e tutti da esplorare, delle contiguità interdisciplinari in funzione dell'organizzazione di un laboratorio interattivo. Le modalità organizzative di un atelier sono aperte alle esigenze di un costante interscambio allievo-docente e sono indispensabili, oggi , rispetto alla perdita di "memoria" del mondo adolescenziale, per recuperare interesse, motivazione e attenzione.
Enrico Maranzana - 11-02-2013
L'affidare al Collegio dei Docenti l'elezione del dirigente scolastico è un'ipotesi anacronistica, ascientifica, illegale.
Un'idea astratta, indipendente dal campo in cui nasce il problema. Una proposta che non fa tesoro dell'esperienza, del vissuto dell'istituzione.
Un'idea che mortifica la professionalità del docente.
Una materia che è stata ridimensionata da Fabrizio Reberschegg a nome della Gilda: "Noi non vogliamo sostituire i dirigenti scolastici o eliminarli, vogliamo affiancare al dirigente scolastico una figura che rappresenti il collegio dei docenti l'abbiamo chiamata preside elettivo per semplicità. Separare l'amministrazione e gestione di tipo burocratico amministrativo dalla gestione del pof che deve essere in capo del collegio dei docenti".
Vincenzo Pascuzzi - 11-02-2013
Francesca Puglisi (Pd), intervistata l'8 febbraio scorso, riconosceva la maggiore utilità del dialogo e del confronto rispetto al metodo autoritario e verticistico. Queste le sue parole:
«L'idea chiave è, prima di tutto, di metodo politico: la scuola ha subìto tagli, insulti e riforme calate dall'alto. Se vogliamo restituire centralità al sistema nazionale di istruzione, allora non possiamo che ripartire dalla condivisione. Qualsiasi legge, prima di divenire tale, dovrà essere una proposta discussa e condivisa dalla più larga parte del mondo della scuola. I partiti devono fare un passo indietro per poterne fare uno avanti: più umiltà nel confronto con i vari soggetti che lavorano e vivono nella scuola, più capacità di ascolto, e anche più lungimiranza, più capacità di guardare oltre».
Francesco Masala - 08-02-2013
Durante il primo governo Blair venne proposta una riforma universitaria (aumento delle tasse per gli studenti e le loro famiglie). Un deputato laburista votò contro spiegando la sua contrarietà a qualsiasi aumento di tasse per gli studenti ( e le loro famiglie) con il fatto che lui, di famiglia operaia e quindi povera, aveva potuto studiare perché non esistevano tasse. Esiste qualche partito politico italiano che considera la scuola e l'università qualcosa da non far pagare agli studenti (e alle loro famiglie), ma da porre a carico della fiscalità generale? O almeno esiste qualche politico che pensa che studiare possa e debba essere gratuito?
Vincenzo Pascuzzi - 08-02-2013
Con garbo, cortesia, eleganza ma anche con precisione, determinazione e fermezza ben 9 associazioni del mondo della scuola hanno voluto dire la loro sulla valutazione in generale e in particolare sulle prove Invalsi, che ne costituiscono l'aspetto concreto, più rilevante e controverso e che verranno riproposte nelle classi il prossimo mese di maggio. Il loro (delle 9 associazioni) documento costituisce una opportuna, responsabile e utile presa di posizione sull'argomento ma anche una salutare doccia fredda sull'Invalsi stesso, sul Miur suo committente e collaboratore e su coloro che approvano e applaudono acriticamente queste prove e fanno propaganda insistente per merito, meritocrazia e loro derivati.
Enrico Maranzana - 07-02-2013
L'Italia è una democrazia rappresentativa. Il popolo esercita la propria sovranità per mezzo della delega che conferisce al legislatore.
Una scuola è democratica se e solamente se interpreta e applica correttamente la legge dello Stato.
Si propone un test per stabilire la democraticità di un istituto scolastico. La significatività della questione apparirà evidente dopo aver affrontato l'esercizio.
Claudia Fanti - 05-02-2013
Leggo tanti contributi in rete, a volte mi piacciono molto. Ce ne sono di varia tipologia e ognuno accentra il proprio interesse su qualche ambito di rilevanza per la scuola: dagli ambienti fisici ai problemi organizzativi, alle risorse che occorrerebbero per essere al passo con l'Europa...altri denunciano situazioni di emergenza, altri ancora rilevano i fallimenti delle politiche...mi piacciono, mi entusiasmano anche, ma...la scuola si fa, si fa ogni mattina e nel caso della scuola a tempo pieno, anche ogni pomeriggio. E allora? Be', io voglio scrivere nero su bianco che la scuola non si pensa a tavolino, perché leggendo i programmi elettorali e i commenti di autorevoli opinionisti, ho l'impressione che questo fare quotidiano non sia nella testa di coloro i quali ne scrivono, magari colti, dotti, appassionati, ma lontani, sempre più lontani. Il lavoro di una insegnante è il qui e l'adesso, non è il domani, non è il futuro . E' qui.
Laura Alberico - 04-02-2013
La scuola rappresenta l'anello debole di questo sistema. Ci sono state e ci sono ancora tante idee di rinnovamento ma nessuna di queste e' riuscita a fare quel salto di qualità' che le consentirebbe di promuovere e incentivare un cambiamento radicale della sua organizzazione. Troppo e' ancora affidato alla volontà' di tanti che credono che l'istruzione non sia un vuoto contenitore di parole ma un percorso necessario per investire nel futuro, per modellare un processo di "sostenibilità'" ambientale in cui gli strumenti da gestire diventano patrimonio dell'intera collettività'.
Lorenzo Picunio - 02-02-2013
Manca completamente la scuola nei programmi elettorali dei partiti per queste elezioni, e questo è un fatto molto grave.
Genitori, insegnanti, operatori scolastici e studenti sanno che c'è in tutta Italia una situazione drammatica dell'edilizia scolastica, che i costi dell'istruzione aumentano in misura enorme, che l'offerta formativa delle scuole viene limitata dai tagli imposti dal governo (oltre che da quelli che dal governo ricadono a cascata sugli enti locali), che - in concreto - si hanno classi sempre più numerose e minor numero di ore di lezione.
Giuseppe Aragno - 01-02-2013
Sarà capitato per caso, sarà che certa stampa disinforma informando e più che dare notizie accoglie umori, alimenta fermenti e "orienta" le opinioni verso "bisogni privati" a scapito di una visione collettiva dei problemi, la coincidenza colpisce. Giorni fa una lettera scelta da Beppe Severgnini per il suo "Italians", blog storico del "Corriere della Sera", se l'è presa con la scuola, con gli alunni e coi docenti. "Vil Maramaldo..." avrebbe accusato Francesco Ferrucci, ma Severgnini tace e dà spazio all'attacco: ogni anno, quand'è tempo di iscrizioni, inizia una guerra sorda tra genitori, decisi ad assicurare ai figli la sezione d'élite con i docenti "migliori" o quantomeno evitare quella "peggiore".
Enrico Maranzana - 31-01-2013
La formazione dei giovani è una priorità che tutti i partiti enunciano; una dichiarazione d'intenti che esaurisce il loro impegno programmatico: nessuna proposta significativa è stata elaborata, anzi ..
I tratti che accomunano le promesse elettorali sono molti: l'assenza d'una visione d'insieme, la confusione fini/mezzi, la genericità, il mancato riconoscimento dell'inconciliabilità della mission dell'università con quella della scuola. Svarioni che sarebbero stati evitati se le ordinarie metodologie progettuali fossero state applicate e se la formulazione delle promesse ai cittadini fosse stata preceduta dallo studio dello spazio in cui nascono i problemi educativi.
Cosimo De Nitto - 31-01-2013
Quello della scuola non è mai stato un argomento di facile approccio e di facile "consumo" nella comunicazione sociale e nei media. Soprattutto in tempi di campagna elettorale come questi in cui ognuno ha impacchettato la propria "Agenda"-manifesto con su scritte le "cose" che si vogliono realizzare. Le "cose" sono elencate e gli elenchi formano i "programmi". I programmi, si sa, sono una scommessa, sono una carta di intenzioni buone sempre, ma nessuno può scommettere che saranno realizzate tutte-in parte-per niente. Specialmente i "programmi" elettorali la cui finalità prima e ultima è quella di avere il massimo dei voti possibili. Ma allora cosa dovrà fare il povero malcapitato cittadino che di ingegneria istituzionale non si intende, capisce poco di geometria variabile degli ordini di scuola spesso enunciati come schemi di formazioni di calcio (5-3-5, oppure 5-3-4, oppure 4-3-5, oppure 10-3, oppure 5-5-3, oppure ancora 8-5 anticipato ecc. ecc.)? Cosa dovrà fare se si imbatterà nella "dematerializzazione", lui, che non ha neanche il materiale, e gli dicono che ha un figliolo "nativo digitale"?
Carlotta Cini - 30-01-2013
Il problema, gravissimo, del mancato contributo ai tirocinanti del TFA (il Tirocinio Formativo Attivo, ex SISS) in Toscana sta davvero diventando un'assurdità.
Siamo di fronte al non riconoscimento di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, quello allo studio e alla formazione. Infatti in Piemonte, diversamente da quanto avviene in Toscana, per il TFA la borsa di studio è riconosciuta: la formazione di docenti, d'altronde, è una risorsa importante per il Paese.
E' vero che in Toscana la tassa di immatricolazione è leggermente più bassa rispetto a quella di altre regioni, ma si tratta di ben poco rispetto all'aiuto che un tirocinante riceverebbe con una borsa di studio.
Severo Laleo - 30-01-2013
E' bastata una stupidaggine, un'idea cioè senza un serio costrutto, e senza un fine chiaro, chissà da chi costruita nell'area Monti, per aprire in campagna elettorale il fronte della scuola.
Senza questa stupidaggine, di restringere a un solo mese le ferie degli insegnanti con chiusura degli edifici, oggi di scuola non si parlerebbe.
Grazie quindi alla proposta stupidaggine, da Brunetta, sempre tempestivo, definita proposta giusta, di scuola ora si può parlare.
Bersani, in verità, dal suo punto di vista, utilizza la stupidaggine per dare subito qualche sensata riposta, in questi termini: "Prima di parlare di allungare o accorciare vacanze estive, teniamo le scuole aperte tutto il giorno per attività didattiche.
Le scuole devono stare in piedi. Per questo allentare Patto Stabilità sui Comuni per un grande piano di piccole opere locali...
il primo giorno di governo ci mettiamo coi comuni, facciamo una deroga al patto di stabilità, e facciamo manutenzione straordinaria delle scuole, così diamo anche un po' di lavoro in giro".
Lucio Garofalo - 28-01-2013
Al di là delle disfunzioni e delle problematiche che investono le componenti interne al mondo della scuola, ossia le varie categorie professionali impegnate nell'educazione dei giovani (dirigenti, docenti, personale amministrativo ed ausiliario), uno degli aspetti più detestabili della vita lavorativa nella scuola è costituito dall'eccessiva ingerenza esercitata con arroganza e supponenza dai genitori sul terreno dell'autonomia didattica, una prerogativa che compete, per definizione e vocazione istituzionale, agli insegnanti.
Mario Piatti - 28-01-2013
In merito alla proposta di modifica del regolamento DM 249/2010 (atto Camera n. 535), con riferimento alla classe di abilitazione A077 (Strumento musicale nella scuola secondaria di I grado) - classe per la quale dalla sua istituzione (DM 201/1999) oltre alla sanatoria ex Legge 143/2004 sono state garantite diverse opportunità abilitanti - pare opinabile sul piano della correttezza formale la nota ministeriale A00DIPT Prot. n. 206, del 25.01.2013, con la quale sono forniti chiarimenti in base a una normativa indicata in "corso di perfezionamento" e non già approvata ai sensi di legge. Nota di cui l'estensore dovrà assumersi ogni responsabilità a fronte del possibile nocumento arrecato a coloro che, sulla base di mere previsioni, dovessero rinunciare alla prova d'accesso del biennio a indirizzo didattico (a numero programmato) fissata dallo stesso MIUR per il giorno 28 gennaio 2013.
Umanità Nova - 26-01-2013
"Porrajmos" (in romanì, divoramento) è la parola con la quale lo studioso rom Ian Hancock ha definito lo sterminio nazista degli "zingari", mentre per i Sinti è il "Samudaripen": un genocidio pianificato che ha causato la morte di circa mezzo milione - in una forbice oscillante tra 300 e 800 mila, data la scarsa documentazione - di Rom e Sinti, solo in parte eliminati nei lager e ben più frequentemente uccisi in modo sommario nei territori occupati dai nazifascisti.
Uno sterminio quasi sconosciuto e praticamente ignorato durante il processo di Norimberga, anche se per percentuale di vittime (circa la metà delle popolazioni rom e sinti in Europa, anche se Simon Wiesenthal ipotizzò persino il 75%) non inferiore a quello della Shoah degli ebrei, anch'essi sterminati per motivi razziali.
Giuseppe Aragno - 26-01-2013
Mettiamola così, per farla breve: se non soffre di vocazione al suicidio, non c'è malato al mondo disposto ad affidarsi al medico che ha sbagliato diagnosi e l'ha mezzo ammazzato di farmaci inutili e rimedi peggiori del male. Fa eccezione l'Italia che studia, ma non è cosa normale perché il medico s'è imposto al malato. Al capezzale della scuola politici e tecnici hanno chiamato tutti tranne gli insegnanti. Riuniti a consulto, si sono visti all'opera maghi della comunicazione, economisti ed esperti di marketing e, in quanto ai vertici dell'equipe, in sala rianimazione è stato il trionfo dei dilettanti: un'esperta di razionalizzazioni d'azienda, un medico, un avvocato e un ingegnere con la vocazione del manager, per fermarsi al più recente passato. Uno dopo l'altro, da Moratti a Profumo, tutti neoliberisti: privatizzazione, libero mercato, mercificazione del sapere. Un disastro annunciato, ma alla paziente sempre più malmessa nessuno ha mai chiesto lumi e persino adesso che siamo al collasso e si rischia il funerale la ricetta non cambia.
Giocondo Talamonti - 24-01-2013
La "Giornata della Memoria" vuole essere un invito ai giovani a riflettere su una delle pagine più buie della storia dell'umanità e nello stesso tempo serve per far prendere coscienza ai giovani della realtà triste e disperata dei lager nazisti nei quali si è consumato il più vile oltraggio alla dignità dell'uomo ed ai valori di libertà e giustizia.

I temi della tolleranza e della comprensione nel contesto di ogni moderna democrazia non possono rinunciare alla memoria di eventi drammatici, quali quelli legati alla discriminazione razziale nazista; anzi, riproporli nella loro crudezza alla sensibilità dei giovani di oggi vuole essere un monito ad evitare altri errori e trasmettere valori della vita e della fraternità nelle differenze etniche ed ideologiche.
Vincenzo Pascuzzi - 24-01-2013
"Verso le elezioni. Si chiude l'era dei tagli all'istruzione" così titolano Eugenio Bruno e Claudio Tucci sul Sole24Ore del 22 gennaio. E proprio all'inizio dell'articolo leggiamo: "Se c'è un aspetto che accomuna tutte le coalizioni in gara per le politiche del 24 e 25 febbraio è proprio l'intenzione di tornare a investire su scuola, università e ricerca".

Ma le cose non stanno proprio così. Due osservazioni si impongono. La prima è che nel programma del Pdl non si trova affatto indicata l'intenzione a tornare a investire su scuola, ecc., al più e solo implicitamente, non si prospettano nuovi ed ulteriori tagli dichiarati. La seconda è che, per il Pdl, l'intenzione di tornare a investire comporterebbe un'autocritica, un mea culpa pesante, cioè il riconoscere di aver sbagliato, e di grosso, con i tagli della non-rimpianta ministra Gelmini. Lo stesso operato della ministra andrebbe criticato, censurato, disconosciuto. Una simile duplice ammissione, finora, non c'è stata!
Enrica Guidotti - 23-01-2013
Studenti sfiduciati, annoiati, con rapporti difficili in classe. In Italia sono sempre di più i ragazzi che manifestano i primi sintomi di un disagio che può portare all'abbandono precoce della scuola: si parla di due studenti su dieci (50mila su due milioni e mezzo) che lasciano i banchi prima di terminare le medie. Un fenomeno che investe in modo talora significativo le scuole del Tigullio e che anche gli insegnanti del territorio hanno imparato a riconoscere e a temere come punto di partenza di percorsi sbagliati, dalla microcriminalità al bullismo e all'abuso di alcol e droghe.
Gennaro Tedesco - 21-01-2013
Oggi più che mai crediamo che i problemi del Bel Paese siano strettamente intrecciati con quelli della sua Scuola e della sua Università.
Se volessimo un po' arbitrariamente scomporre la nostra storia nazionale e quella della nostra Scuola, potremmo forse individuare quattro fasi : dal Risorgimento alla Resistenza e alla Repubblica, dal Sessantotto alla Globalizzazione.
Tutte e quattro queste fasi determinanti nel processo di modernizzazione della Nazione e della sua Scuola oggi sono sottoposte a un tentativo, al momento ancora in corso e con esito ancora mal definito, di screditamento prima storico e poi politico ed educativo.
Vincenzo Pascuzzi - 19-01-2013
L'Agenda Monti per tutte le stagioni

Dal documento del 23 dic. 2012 del promotore di "Scelta civica", leggiamo quanto segue: "occorre completare e rafforzare il nuovo sistema di valutazione centrato su Invalsi e Indire, basato su indici di performance oggettivi" e poco più avanti "occorre proseguire e affinare il progetto avviato dall'Anvur per il censimento e la valutazione sistematica dei prodotti di ricerca". Ciò indica fiducia sicura e acritica nella valutazione e negli istituti Invalsi e Anvur in particolare.
I collaboratori del presidente Monti si sono - molto probabilmente - basati sulla documentazione fornita direttamente da Invalsi, Anvur e Miur. Informazioni che forse sono un po' come la risposta scontata dell'oste a chi gli chiede se il suo vino è buono.
Conviene perciò fornire alcune notizie da parte di chi vive direttamente la realtà vera e concreta della scuola.
Claudia Fanti - 19-01-2013
Tutto è ormai virtuale, dalla politica nazionale a quella locale. Gli annunci di risoluzioni epocali, la politica delle belle parole sull'utilità della buona formazione, il longlife learning, la lotta che si dovrebbe fare agli abbandoni e alla dispersione sono appunto annunci e belle parole. La politica vorrebbe forse dematerializzare per non doversi più occupare di quisquilie come i bambini, le maestre, le loro scuole sgarrupate? La scuola sempre più femminilizzata è forse vittima pure essa del femminicidio?
Presidenti Consigli Istituto provincia Bologna - 18-01-2013
Lei si candida al Parlamento della Repubblica Italiana, Repubblica che nel suo atto Costitutivo, all'art.3, assegna alla scuola il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Ebbene, negli ultimi anni, tali ostacoli non solo non sono stati rimossi, ma anzi sono accresciuti.
Si è smesso di pensare alla scuola come al luogo di formazione primario per garantire uguaglianza di opportunità e mobilità sociale, come risorsa ed investimento sul futuro.
Vincenzo Pascuzzi - 17-01-2013
Ieri mattina, ho letto sul sito del Pd il loro programma elettorale per la Scuola: "L'ITALIA GIUSTA SI PREPARA A SCUOLA".

L'inizio del documento mi ha confortato, recita così:

"SE TOCCA A NOI. La scuola non ha bisogno di grandi riforme, ha bisogno di stabilità, fiducia e risorse. Promuoveremo una"fase costituente" con una grande consultazione nazionale e riporteremo gradualmente l'investimento almeno al livello medio dei Paesi OCSE (6% del Pil), tagliando altrove la spesa statale. Il nostro obiettivo è dimezzare il tasso di dispersione scolastica e raddoppiare il numero di laureati, poiché le ricerche internazionali dimostrano che più istruzione significa più sviluppo."
Giuseppe Aragno - 16-01-2013
In queste iniziali scaramucce elettorali ho ascoltato i leader veri e quelli presunti, ho seguito i professori scienziati della Bocconi, i magistrati che parlano di diritti e legalità, i politici di lungo corso che, prodotto lo sfascio, si affannano a spiegarci i rimedi. Un pianto greco di acronimi, numeri, conti della spesa, previsioni allarmanti, promesse di future lacrime e sangue e di successive mirabolanti riprese... Tutto e il contrario di tutto. Sul diritto allo studio, il peggior venditore di tappeti uscirebbe certamente vittorioso.
Enrico Maranzana - 16-01-2013
Se un antivirus scandisse il sistema scolastico italiano individuerebbe il bug "confusione" e lo disinfesterebbe introducendo la scientificità del linguaggio: i concetti chiave sarebbero univocamente definiti.
Si tratta di una questione sgrossata in "Competenze: poche idee ben confuse" visibile in rete, in cui si mostra come il Miur non si sia curato di elaborare il significato di questo concetto prima di collocarlo all'interno del vigente sistema di regole. Si è limitato a copiare acriticamente una direttiva del Parlamento europeo. Non si è reso conto che le esigenze comunitarie non sono funzionali alla "mission" della scuola. Non ha rilevato che una traduzione frettolosa ne ha stravolto il senso.
Studenti in occupazione - 15-01-2013
Noi pensiamo che non ci vuole chissà che economista per evitare i tagli scolastici: si potrebbe come già detto risparmiare sulle armi, strumenti di morte, invece che sulla scuola - strumento per migliorare la propria vita - sulla politica (autoblu, stipendi enormemente abbondanti, ristoranti pagati dallo stato, riduzione di politici ecc...) invece che sugli insegnanti e sui diversi indirizzi. Sia chiaro non pensiamo che anche nella scuola non ci siano sprechi inutili, ma pensiamo che sia meglio abbondare/sprecare sulla scuola che su una politica malata e corrotta o sui giochi di guerre che fanno i potenti fra loro con le nostre vite.
Vorremmo rendere più ampio questo discorso, non vi vogliamo parlare solo della scuola, perché noi non occupiamo solo per quello.
Gennaro Tedesco - 15-01-2013
A chi scrive sembra evidente lo stretto rapporto tra assenza di un progetto politico nazionale di ampia e profonda apertura culturale e sociale, fobie xenofobe e chiusura totale e, per certi aspetti, violenta nei confronti di ogni riforma e innovazione educativa, che si può riscontrare in gran parte dei media, dei giornali e dell'opinione pubblica nazionale, del resto più cripticamente latente nella stessa Comunità Europea. Questa involuzione degenerativa è particolarmente evidente nel caso della Didattica della Storia.
Studenti Centro Asai, Torino - 14-01-2013
Siamo gli studenti di alcune scuole secondarie sparse qua e là per l'Italia. Cosa possiamo fare per cambiare la scuola? Molto, moltissimo, perché il cambiamento parte proprio da noi.
Abbiamo cominciato questo cammino già da qualche mese. Insieme agli insegnanti, abbiamo ragionato sulla nostra esperienza scolastica leggendo il libro Allora che ci faccio nel mare? Il libro raccoglie le riflessioni di un gruppo di ragazzi torinesi che, per tre anni, si sono incontrati per parlare di scuola. In seguito alla discussione generata dal testo, abbiamo stipulato un patto tra studenti e professori, basato su ascolto, rispetto e fiducia. Il patto è stato il punto di partenza per la progettazione e realizzazione di azioni di cambiamento, messe in atto nella nostra classe. Il prossimo obiettivo è il CONTAGIO.
Conbs - 14-01-2013
Proposta di nuove norme e procedure per l'ulitizzazione dei docenti inidonei all'insegnamento

1. Modalità di utilizzazione presente e futura

L'inserimento positivamente sperimentato, più "riconoscibile" professionalmente e più richiesto, si è consolidato nella biblioteca scolastica [da ora: b.s.; n.d.r.] e/o mediateca, elementi decisivi per:
gestione ordinata della b.s., promozione della lettura, sostegno alla multiculturalità, supporto a situazioni di svantaggio nelle situazioni di "diversità" o emergenza educativa, alfabetizzazione multimediale. E' una situazione "strutturalmente protetta" per chi debba abbandonare il rapporto frontale a causa della salute.
Giuseppe Aragno - 12-01-2013
Sia lode al dubbio, penso,
mentre ancora preparo una lezione
tra le mille domande
che non hanno risposte.
Vincenzo Pascuzzi - 12-01-2013
L'Agenda Monti per tutte le stagioni


Riguardo agli insegnanti, leggiamo nella ben nota "Agenda Monti" del 23 dic. 2012, con la quale lo stesso Mario Monti è "salito" in politica e sceso (o ruzzolato) mediocremente nella competizione elettorale, la frase seguente: "Gli insegnanti devono essere rimotivati e il loro contributo riconosciuto, investendo sulla qualità". Espressione che dice - anzi promette - tutto e niente, perché confortante, rassicurante ma generica e indefinita. Poteva anche dire - Monti - "ci penseremo poi noi, per quello che possiamo o potremo; voi state tranquilli, fidatevi e intanto votateci a occhi chiusi".

Ma qualche considerazione sulla promessa montiana agli insegnanti - per quanto eterea e immateriale - si può ugualmente fare.
Cominciamo dalla coda, dove troviamo: "investendo sulla qualità".
Cosimo De Nitto - 10-01-2013
Stimolante l'articolo di Paolo Bertinetti sulla Stampa di oggi "Leggi romanzi se vuoi fare l'ingegnere"

Università di Princeton:
"considerare lo studio letterario come «utile» per la formazione professionale nei settori scientifici, economici, medici."
"La letteratura è «utile» per fare bene cose che nulla hanno a che fare con la letteratura. "
Questo in America, e in Italia?
Tremonti: "con Dante non si mangia." Azz...che la Divina Commedia non fosse un panino ce ne eravamo accorti.
Monti continua la politica di Tremonti-Gelmini. Evidentemente anche lui non mastica Letteratura.
Dunque, mentre nelle più prestigiose università americane si scopre l'utilità dell'"inutile" (gli studi umanistici), in Italia che è la culla di quegli studi che si fa?
Maurizio Tiriticco - 08-01-2013
Di ritorno dalle vacanze ci siamo trovati questo bel regalino della Befana! E così pare che il miglior modo per far funzionare le nostre scuole, o meglio, per dirlo in forma più corretta, il nostro Sistema Educativo di Istruzione e Formazione (legge 53/03, art. 2)- e la differenza terminologica non è affatto cosa da poco, sperando che chi ci amministra ne sappia qualcosa - sia quello di "premiare i migliori"! Ebbene! Sono assolutamente contrario, essenzialmente per due motivi, uno teorico - se si può dir così - l'altro relativo al nostro... italico costume! In materia di educazione, formazione e istruzione - e si tratta di tre concetti forti su cui ci siamo impegnati a lavorare quando abbiamo optato per la scuola dell'autonomia (dpr 275/99, art. 1) [1] - le variabili in gioco sono molteplici e non tutte riconducibili a fattori oggettivamente rilevabili, accertabili e misurabili!
Giuseppe Aragno - 07-01-2013
Il "tecnico" Monti ha annunciato così tante volte il Monti politico che i casi sono due: chi si meraviglia delle stupidaggini che ha messo insieme da quand'è caduto con berlusconiana dignità, o è un idiota patentato o un bugiardo matricolato. Scelgano i numerosi paladini delle cause perse cosa preferiscono, ma quanti pensano di votare il politico, dopo aver cantato il peana del "tecnico", faranno bene a ricordare. Era solo agli esordi l'ormai celebre prof., quando ebbe la faccia tosta di ringraziare in Parlamento la piangente Fornero, scienziata dell'economia, riconoscendole il merito strabiliante di averlo informato che in Italia le pensioni minime si aggirano attorno ai 500 euro. Solo per questo, confessò candidamente, non erano state bloccate anche quelle, come aveva pensato di fare!
Vincenzo Pascuzzi - 05-01-2013
L'Agenda Monti per tutte le stagioni


Nell'Agenda Monti, la settima frase relativa alla scuola recita testualmente così: "Serve rompere uno schema culturale per cui il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante sono stati mortificati."

L'espressione "schema culturale" rappresenta un brevissimo giro di parole, una circonlocuzione, una specie di mascheratura o confezione elegante per imbellettare un contenuto ben più rozzo, grezzo, concreto, pesante e compromettente: niente altro che la politica scolastica deliberatamente scelta, adottata e seguita da Gelmini a partire dal 2008 (per tre anni e mezzo) e poi sostanzialmente proseguita da Profumo nel corso del 2012.

Francesco Mele - 03-01-2013
Mi chiedevo come farvi i miei auguri per il 2013, un anno a cui basta davvero poco per essere migliore di quello che l'ha preceduto ...
Nella situazione che stiamo vivendo, come persone, come cittadini, come lavoratori, non sono molti i "segnali" che ci facciano essere ottimisti e ci consentano aspettative positive nei confronti del futuro, prossimo e di più lungo respiro ...
In queste riflessioni di fine anno, quando il momento dei bilanci, più che in passato, ha il carattere dell'amarezza e della delusione, mi sono imbattuto in parole, semplici e pesanti allo stesso tempo, banali e fondanti insieme, parole dette da un uomo umile e grande, un fratello e un padre, parole che sembrano venire dal passato, eppure, invece, appartengono al presente di ognuno di noi, le parole di cui vorremmo fosse colorato il futuro dei nostri figli ...
Vincenzo Pascuzzi - 30-12-2012
L'Agenda Monti per tutte le stagioni


Sorprende l'esordio: "Bisogna prendere sul serio l'istruzione, la formazione professionale e la ricerca." È il titolo del paragrafo relativo alla scuola - alle pagg. 9, 10, 11 - dell'Agenda Monti. Sì, lo stesso Mario Monti che è ancora, e lo sarà fino a febbraio 2013, p.m. (primo ministro) o premier italiano, cioè capo del governo in carica.

Viene da chiedergli: "ma allora fin'adesso il tuo governo non l'ha forse presa sul serio l'istruzione?" La risposta è "purtroppo sì!", visti i risultati. Ma chi è titolare della responsabilità di questa situazione non può esordire un documento programmatico con una simile affermazione! Si dà la zappa sui piedi!
Enrico Maranzana - 29-12-2012
Il senatore Monti ha scritto nell'agenda che

"La scuola e l'università sono le chiavi per far ripartire il Paese e renderlo più capace di affrontare le sfide globali".

Una dichiarazione di principio condivisibile, in quanto generale, astratta e quindi vacua. Non si dice quali siano le strategie,i modi, i tempi, le risorse per conseguire gli obbiettivi. In mancanza di queste notizie è difficile esprimere approvazione o dissenso.

Questo scritto si limita alle proposte dell'agenda Monti a proposito delle problematiche della scuola.
Claudia Fanti - 28-12-2012
Caro ministro, che ancora non sei tale, ricordati di Alice e sappi pensare in grande, un grande che non è fatto di grandi cose costose, ma di libertà di azione, di sperimentazione, di autonomia reale delle singole scuole affinché esse crescano e, liberando la propria inventiva e originalità, producano mirabilia. Caro ministro, lascia che la scuola vada oltre il regime dell'azienda, pensala al di sopra, pensala un po' folle, per nulla irregimentata, dalle fiducia, abbi coraggio. Sii diverso da ogni altro ministro della storia, pensala in grande, non fare che essa divenga un carnaio di centinaia e centinaia di persone gerarchizzate, dispiega la tua fiducia, sii grande e fai volare lo spirito di iniziativa di tanti e tante che vogliono misurarsi con idee di organizzazioni e gestioni inimmaginate, serviti dei docenti che ancora vivono ai margini della scuola con l'angoscia del precariato, non umiliare la loro professionalità giovane e compressa, gioca anche tu a fare Alice.
Giuseppe Aragno - 28-12-2012
Si recita a soggetto. E' il gioco delle parti tra chi in politica è "sceso" e chi invece pretende di "salirvi". E non si tratta solo delle ambizioni malate di quanti esaltano nel potere anche ciò che il potere disprezza. In discussione sono le sorti della democrazia e la formazione dei nostri giovani.
Ogni scienza ha i suoi limiti. Attendersi che un economista si orienti tra le ragioni dantesche del De Vulgari eloquentia e del Convito sarebbe veramente troppo. Monti, poi, che si sente chiamato a una missione, non sfugge a una regola quasi universale: misura se stesso col metro con cui "misura le sue cose" e si pensa "magnanimo", sicché non solo "", ma si sopravvaluta. Troppo "inglese", per curarsi della lingua materna, parla, direbbe Dante, il volgare peggiore: "quello che suona sulla lingua meretrice di questi adulteri".
Vincenzo Pascuzzi - 27-12-2012
Nei fatti concreti e nei propositi del Miur, la c.d. meritocrazia non è altro che "la meritocrazia dei test e quindi dell'Invalsi". Cioè parte di una strategia utile per giustificare poi i tagli, stilare classifiche, auto-assolversi e colpevolizzare altri invece di stimolare, sostenere, potenziare. Infatti "merito" e "meritocrazia" sono termini positivi, suggestivi, che inducono approvazione. Chi potrebbe dire NO al merito od opporsi ad esso oppure contrastare la meritocrazia? Invece nei fatti si intende tutt'altro. È stato abilmente introdotto un equivoco, un inganno dialettico-mediastico, un trucco ai confini della truffa. L'uso dei termini "merito" e "meritocrazia" ha, di per sé, una finalità politica incistata e subdola ... La finalità è proprio quella di agevolare, forzare, giustificare certe scelte politiche. Da qui la necessità di testimoniare questo scambio astuto di significati e anche di cercare di sostituire i termini farlocchi di "merito" e "meritocrazia" con termini più appropriati, corrispondenti ai fatti concreti, come potrebbero essere "quiz" e "quiz-crazia"!
Ida Oliva - 26-12-2012
Condivido con voi l'augurio che ho fatto ad una delle due scuole dove insegno quest'anno. il preside ci ha fatto gli auguri scritti e invitato noi tutti a rispondere qualora avessimo voluto. Poiché questa è una delle poche scuole dove mi sono trovata davvero bene per tanti motivi allora ho sentito di dire loro grazie e ho accolto la richiesta del dirigente rispondendo come segue. La condivido con voi, perché ci dia forza che ancora del bene c'è nella scuola.

Al preside
ai miei colleghi
al personale della segreteria
ai collaboratori tutti

Non so da dove iniziare, ma qualcuno un giorno mi disse: l'importante è farlo, anche in modo maldestro ma farlo. Allora lo faccio e dico subito GRAZIE. Grazie di essere miei colleghi e amici, grazie per il fatto di trattarmi alla pari, grazie di farmi sentire in famiglia.

Lorenzo Picunio - 22-12-2012
Scuola pubblica contro commercio indiscriminato delle armi. Scuola pubblica contro la facile etichetta di "autistico" appiccicata all'autore della strage.

Scuola pubblica come garanzia dei diritti di tutti, anche dei bambini; come sede naturale ...
Vincenzo Pascuzzi - 21-12-2012
Egregio Sig. Ministro Profumo,

ricordo benissimo che, giusto un anno fa, molti accolsero la sua nomina a ministro con enorme sollievo, molta fiducia e speranza. Anche perché sembrava impossibile non fare meglio - o almeno un po' meglio, un po' meno peggio - del ministro "giovane" precedente.
Ora invece, in particolare dopo il blitz rientrato sulle 24 ore/sett. e il concorsone, dilagano profonda delusione e immenso sconcerto.

Ma veniamo proprio al concorsone dei 300mila (il n. preciso è 327.798, circa quanti sono gli abitanti di Bologna, Firenze o Bari!) aspiranti docenti e alla prova preselettiva appena conclusa.

Mautizio Tirittico - 20-12-2012
Ho già avuto modo di elevare fiere critiche nei confronti del concorso con cui la nostra amministrazione si è voluta divertire ad umiliare e offendere circa trecentomila insegnanti che, invece, avrebbe dovuto in qualche modo incoraggiare e premiare per i sacrifici che da anni sono costretti ad affrontare e sopportare!

Non sarebbe stato meglio spendere soldi per cominciare ad assumere per via breve e straordinaria, anche cadenzata nel tempo, cittadini che da anni accumulano punteggi sperando in una di quelle tante sanatorie che ogni tanto caratterizzano il nostro strano e pressappochista assetto legislativo? Per anni l'amministrazione li ha costretti ad accedere a graduatorie che di volta in volta si sono venute sempre più impinguando fino ad allargare a dismisura la platea della precarietà. Per anni li ha illusi che "andavano bene" per coprire cattedre a tempo! E a un certo momento ha detto no! "Ora faccio sul serio e vi voglio mettere alla prova, giovani e vecchi, precari storici e precari novelli! Verifichiamo se siete all'altezza del vostro compito!" Ma come! Prima li avete spremuti come limoni con il miraggio della sanatoria finale e poi... Quale governo amministra così i suoi cittadini? Ma siamo veramente cittadini di una Repubblica che è fondata sul lavoro? O sul precariato? Questo è veramente il concorso della vergogna!
Giuseppe Aragno - 20-12-2012
Per sei milioni di euro Benigni racconta a un Paese instupidito la favola bella della Costituzione. Senza chiedere un soldo Calamandrei sarebbe stato chiarissimo: l'Assemblea Costituente si assunse "il compito di costruire giuridicamente un congegno di governo che avesse la forma repubblicana al luogo di quella monarchica, purché, al disotto di quella nuova forma politica, rimanessero invariate, [...] le strutture economiche e sociali dell'Italia prefascista. Benigni racconta, invece, il libro dei sogni e fa passare così sottotraccia l'agonia della democrazia. Mentre il telespettatore si compiace e la retorica patriottarda leva fitte cortine fumogene, le agenzie battono a toni smorzati la notizia che sa di beffa: l'università è a rischio defaul, ha avvertito Profumo, impegnato nella discussione del bilancio. Mentre il comico toscano si sforza di volare alto, ma il tema è sempre Berlusconi, il diritto allo studio è ormai cancellato. Benigni non lo dice, ma il Parlamento si dichiara sereno: i fondi alla formazione privata sono garantiti.
Sull'articolo undici l'artista naturalmente sorvola. Meglio lasciar perdere la guerra ripudiata, se in Afghanistan spendiamo in razzi, cartucce e blindati quanto basterebbe a rifare tutte le scuole pericolanti.
Cosimo De Nitto - 17-12-2012
Sul Corriere della Sera Alessandra Mangiarotti cerca di riflettere sul "Perché le nostre bambine leggono peggio di 5 anni fa" come segnala l'IEA con le sue rilevazioni che servono a compilare la classifica PIRLS. Nell'articolo si intervistano Mauro Palumbo, sociologo, e la scrittrice Chiara Gamberale, per due passaggi veloci e, soprattutto, viene affidato a Roberto Ricci il compito principale di un'analisi dettagliata del perché le bambine leggono peggio di 5 anni fa.
Se prima di aver letto questa intervista di Roberto Ricci, responsabile dell'area prove dell'Invalsi, ero solo per una diversa gestione e funzione dell'INVALSI, dopo averla letta sono per la totale chiusura e bonifica dell'Istituto, capendo sempre più quanto male facciano questi signori alla scuola, quanta responsabilità hanno dell'arretramento della stessa, dell'insignificanza della loro azione basata sull'incapacità di "leggere", interpretare la realtà scolastica, indicare soluzioni sistemiche strutturali.
Claudia Fanti - 17-12-2012
Caspita, che analisi meticolosa e rigorosa!
L'articolo di oggi, 16 dicembre, sul Corriere della Sera, indigna ancor più di ogni corbelleria che ci è stata propinata negli ultimi anni sia dal potere politico, sia da quello "tecnico", sia dai vari cocchieri obbligati a diramare, sostenere, formare secondo i diktat di persone lontane anni luce dalla scuola, quindi non certo abilitate a decidere di organizzazione, metodi, didattica e pedagogia.
Chissà se a qualcuno interessa ancora, oltre alla politica spicciola e alle enormi difficoltà contingenti, indignarsi dinanzi ad articoli e analisi del tipo qui proposto! Un vero schiaffo all'intelligenza di tutti coloro che insegnano nella scuola primaria.
Vincenzo Pascuzzi - 17-12-2012
Ha cominciato nel 2008 a diffondere e propagandare il verbo della "meritocrazia" mediante un suo apprezzato saggio e poi con articoli e interventi vari. Si tratta di Roger Abravanel, ingegnere già a 22 anni, poi carriera prestigiosa, un c.v. di rispetto, ora presentato come saggista, advisor, guru. Dapprima si era proposto al governo di centro-destra e, nello specifico, si era affiancato - quale consulente prestigioso e a titolo gratuito - al ministro dell'Istruzione Gelmini (1). Ma sembra con scarsissimi esiti e risultati concreti. Da notare che R.A. non aveva, e non ha, alcuna esperienza diretta nel settore scuola, vanta esperienze di consulenza aziendale, perciò parla di scuola solo modellandola come un'azienda.
Marco Barone - 15-12-2012
E' stato firmato da Cisl, Uil, Snals e Gilda il 12 .12.12 alle ore 21.45 presso l'Aran l'accordo che riguarda il come reperire le risorse in tema di scatti di anzianità per il solo personale assunto a tempo indeterminato nella scuola. Quello precario, nonostante i dettati comunitari e la giurisprudenza affermata, ancora una volta sembra essere escluso.
Si attinge sempre dai fondi destinati alla scuola, non si attinge invece, come era auspicabile, da altre risorse che pure esistono.
Mi soffermo però su una questione specifica che è trattata come promemoria per il futuro contratto che verrà, che riguarda la produttività nella scuola.
Giuseppe Aragno - 15-12-2012
E' un foglio di carta povera e quasi trasparente. Quattro facciate fitte di stampa in una sorta di velo piegato in due, ma non saprei fare meglio e conviene riportarlo com'è. La lezione potrebbe tornare utile ai "tecnici professori" che sanno forse d'economia, ma zoppicano vistosamente se il discorso cade sulla storia e su una sua moderna filosofia.
"Il governo - spiega il giornale - intuì che l'istruzione è la vera liberatrice dell'uomo e lo rende conscio dei doveri, del diritti, delle sue fondamentali rivendicazioni; chi teme il popolo, vuole il gregge, la folla da sfruttare [...]. Per traviare l'opinione pubblica tarpa le ali al libero insegnamento, lo soggioga, lo vuole dominare [...] e produce perciò una costituzione sociale, fondata solo sulla potenza del denaro".
Emanuela Cerutti - 15-12-2012
Mariangela non sa se ridere o piangere.
- Resto di certo fino a Natale.
Terza fascia, posizione non ottimale nella classifica precaria, è arrivata a novembre in una scuola impensata, e le è piaciuta.
Ripete:
- Potessi non me ne andrei.
Ma è sufficientemente realista per non farsi illusioni.
- Fino all'avente diritto. Poi usciranno le benedette graduatorie definitive e sarà quel che sarà.
Cosimo Scarinzi - 14-12-2012
"Oggetto: Graduatorie di istituto del personale docente - Pubblicazione graduatorie.

In attesa della risoluzione di alcuni problemi tecnici legati alla pubblicazione delle graduatorie di cui all'oggetto, si invitano gli uffici in indirizzo a dare disposizioni affinché nel frattempo le stesse non vengano utilizzate
"

In altri termini, graduatorie pubblicate con un ritardo incredibile sono SBAGLIATE.
Enrico Maranzana - 12-12-2012
I politici e gli esperti che auspicano l'introduzione del merito nella scuola hanno commesso un errore: hanno elaborato la loro proposta senza tener conto della natura del servizio scolastico.
Essi considerano i premi e la competizione come leve essenziali per l'innalzamento della qualità del servizio.
Un'idea assurda, traslata acriticamente dal mondo economico: i meccanismi di precisione che governano la gestione scolastica sono calpestati, l'oggetto dei mandato conferito alle scuole è banalizzato, la funzione docente è umiliata.
Corrado Mauceri - 11-12-2012
La "pensata" del Governo dei Professori di prevedere un aumento a 24 ore dell'orario di lezione del personale docente della scuola secondaria è stata dal Parlamento (vista la prossimità delle elezioni) tolta di mezzo, anche se la scuola subirà ugualmente tagli alla spesa in misura equivalente.
Difatti l'idea di fare cassa sulla scuola statale non è stata per niente superata. La scuola non è più un impegno primario dello Stato; ma soprattutto l'istruzione scolastica non è più considerata una funzione istituzionale dello Stato, è un servizio pubblico che può essere gestito indifferentemente o da scuole statali, organizzate però con i criteri privatistici delle aziende o da scuole paritarie (in gran parte confessionali) alle quali si riconosce la stessa funzione di servizio pubblico e che pertanto hanno diritto ad essere finanziate anche dallo Stato, Regioni e Comuni.
Gianfranco Pignatelli - 08-12-2012
"Pozzuoli ribolle, e non di solfatara". Così, giorni fa scrivevo a una mia ex alunna di Nola. Da oltre due settimane si alternano scioperi, manifestazioni, occupazioni, assemblee, collegi straordinari e didattica alternativa. Insomma, tutto quello che si fa in una scuola viva che sa guardare fuori dai propri cancelli. Per mio conto - le riferivo - sto "lavorando" comunque. Gli alunni, anche di classi non mie, mi cercano per le loro assemblee, per aggiornarli sugli iter legislativi in materia scolastica e per altro ancora. È magnifico. Mi fanno sentire di casa benché sia l'ultimo arrivato in questa scuola.
Fuoriregistro - 08-12-2012
Forse gli alieni esistono davvero. Viene da pensarlo in questi giorni duri e tristi per chi lavora e osserva, per chi si sente una pedina e lo dice, in uffici postali periferici, o in bar di quartiere. Lontani dal clamore delle telecamere democratiche o dei confronti impegnati. Di più. Per chi capisce che non c'è protezione sufficiente per le vite che ama, e non importa se a Cinisello Balsamo, a Gaza o a Scampia.
L'articolo, che ci viene segnalato dal Fatto Quotidiano di oggi, giunge mentre una news stringata si prepara per la solita spedizione.
Non ci colpiscono tanto le parole, forse ne siamo stanchi e forse anche loro sono ormai giunte al limite di un'accettabile spendibilità.
Quello che ci colpisce è il passaggio che evoca attimi. Bambini che disegnano, e che nel loro disegno mettono un cuore già grande. Un presente che segna un futuro.
Succede a Gaza, a Cinisello Balsamo, a Scampia: la durezza si racconta nello stesso modo e non chiede niente.
Esiste. Fossimo più capaci di ascoltarla.
Vincenzo Pascuzzi - 07-12-2012
Quelli dell'Age Toscana si sono adombrati, quasi offesi, o proprio davvero offesi, e perciò lamentano nei loro confronti "Contumelie, lettere fiume, sfoghi amari" da parte di quei cattivacci dei prof! Alcuni dei quali devono averle risposto per le rime, replicato punto per punto, con argomenti affilati e magari con eccessi inopportuni. In precedenza c'era stata la provocazione pesante, gratuita, a freddo della stessa Age. Infatti il 22 nov. era stata pubblicata la nota "I prof e le 24 ore" che è all'origine della contrapposizione e del clamore. Vediamo le due frasi iniziali di questa nota.
Giuseppe Aragno - 05-12-2012
E' molto difficile capire che intendono, quando parlano di scuola e lavoro, i ministri di un governo che ha per programma solo una miserabile lettera della Banca Centrale Europea. L'altro ieri, alla Camera, Patroni Griffi ha dichiarato che per il 2013 sono previsti 7.300 esuberi tra gli statali e ha aggiunto che, tenuto conto dei mille volti della flessibilità, ci sono almeno 260mila precari. E poiché il governo tiene alla partita doppia e ai cacciabombardieri molto più che alla qualità della vita dei cittadini, il ministro ha prontamente puntualizzato: "impossibile pensare a una stabilizzazione di massa".
Per quel che riguarda la sorte della scuola, quindi, mentre i 130mila precari non hanno alcuna speranza di lavorare, sulla qualità del servizio da offrire al bestiame votante, sulla religione del merito e sulle chiacchiere amene del trio Profumo, Ugolini e Rossi Doria cala inesorabile una pietra tombale.
Maurizio Tiriticco - 04-12-2012
Entro qualche mese gli studenti della terza media e le loro famiglie dovranno scegliere una delle quattro opzioni che sono loro offerte: il liceo, l'istituto tecnico, l'istituto professionale, tutti di competenza statale, e l'istruzione e formazione professionale, di competenza regionale. Com'è noto, si tratta di percorsi che sono stati recentemente riordinati e sui quali, da parte dell'opinione pubblica non sempre vi è una conoscenza compiuta. Vanno comunque ricordate tutte le iniziative che i singoli istituti superiori attivano per far conoscere agli alunni della scuola media il piano della loro offerta formativa, in altri termini le finalità e gli obiettivi che si propongono e i corsi che attivano.
Indubbiamente, non sarà cosa facile la scelta.
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici - 30-11-2012
Come docenti-documentalisti ci sentiamo di dover esprimere la nostra opinione sulle "Pillole del sapere": abbiamo visionato in molti i video circolanti, proviamo quindi ad abbozzare una valutazione "in proprio" sulla loro "fattura". La valutazione è rivolta principalmente ai possibili costi di produzione, visto che da Report si evidenziavano costi FARAONICI , rispetto a quella che è, nei fatti, la produzione realizzata ...
Claudia Fanti - 30-11-2012
Dopo anni e anni di lavoro in mezzo all'infanzia, con le immagini negli occhi delle violenze di ogni tipo che essi subiscono nel mondo, mi sono giurata che non mi fiderò mai e mai più (qualche volta l'ho fatto ed è stato un fallimento!) dei venditori di fumo, degli annunci, delle promesse, di programmi altisonanti, di dichiarazioni d'amore verso l'infanzia e il rinnovamento. Negli ultimi vent'anni soltanto peggioramento di dotazioni, di risorse, sprezzo dimostrato in mille modi nei confronti del nostro immane lavoro.
Enrico Maranzana - 30-11-2012
"E' stata evitata l'aziendalizzazione della scuola" .. "L'attività dell'INVALSI innalza la qualità del servizio" .. "E' auspicabile l'aumento a 24 ore dell'orario di insegnamento dei docenti" .. "I dirigenti scolastici devono aver la facoltà di individuare direttamente il personale docente" .. " Mai più leggi e riforme senza il consenso del mondo della scuola" sono frasi di cui discutono gli addetti ai lavori in questi giorni. Si tratta di assunti di superficie, originate dai paraocchi che inibiscono la percezione della natura e della dimensione del problema formativo, educativo, dell'istruzione.
Gaspare Serra - 29-11-2012
Di tutto e di più si è detto sui giovani italiani (bamboccioni, sfigati, fannulloni...) ma "choosy", francamente, nessuno se lo sarebbe aspettato, nemmeno dalla "verve" del miglior Brunetta!
Lo sport nazionale preferito da certi politici -ultimamente praticato con successo anche dai tecnici- sembra il "tiro al bersaglio dei giovani", una gara senza regole ad offendere, umiliare, bistrattare un'intera generazione (ieri sconsideratamente cresciuta a "pane e televisione", oggi maldestramente rabbonita con "bastoni e carote"!).
In questo surreale clima mi sono spinto ad analizzare un po' più a fondo le cause ricorrenti del disagio giovanile, di quella cd. "generazione Y" frettolosamente liquidata dal premier Monti come "perduta".
Chiara Grenzi - 28-11-2012
Un'insegnante ha recentemente trovato questa comunicazione sul diario di uno studente: "i genitori di XY lavorano 12 ore al giorno, non 18 la settimana, quindi non hanno tempo di venire a parlare con lei" . Peccato che lei si occupa di quel figlio e dei figli di tanti altri. Peccato che lei dopo aver passato "solo" 18 ore coi ragazzi (e crediamo che sia facile? volete provare? immaginate anche solo lontanamente come ci si sente dopo aver passato 5 ore al giorno con un centinaio di adolescenti diversi alla volta?), passa tutte le altre ore a pensare a loro e a lavorare per loro, domeniche comprese, perché, nonostante sia stanca, a volte delusa, incavolata, sconvolta o preoccupata, li considera preziosi e questo è più importante.
Carla Giulia - 27-11-2012
Con il batticuore, ma ho voluto riascoltare il presidente del Consiglio Monti a "Che tempo che fa" di domenica scorsa , per capire se avevo compreso bene quello che aveva detto.
Ebbene, purtroppo sì, avevo compreso.
Ho compreso che Monti ...
Giuseppe Aragno - 26-11-2012
La notizia è sul web e non c'è motivo di dubitarne. Molto probabibilmente è vero: "in Giappone gli unici cittadini che non sono obbligati ad inchinarsi davanti all'imperatore sono gli insegnanti. Il motivo è che i giapponesi sostengono che senza insegnanti non ci possono essere imperatori".
Severo Laleo - 23-11-2012
Un ragazzo di 15 anni, Andrea, liceale, si toglie la vita, forse (solo sua è la verità) perché non riesce a sostenere il peso grave di insulti volgari, continui e aggressivi, da parte dei suoi coetanei, perché non riesce ad arginare la corrente di una derisione avvolgente, stringente in un angolo buio, anche da parte dei suoi compagni (è difficile scrivere, qui, questa parola: "compagni") di scuola.
"Schiacciato dalla calunnia - ripete ora dal dolore affranto il suo nonno -
era troppo sensibile, non ha resistito". Voglio bene ad Andrea.
Giuseppe Aragno - 22-11-2012
Dopo un anno perso dietro i numeri di un governo di contabili e ragionieri, i conti non tornano. E' allucinante. Non ci avessero pensato Milena Gabanelli e quella banda di guastafeste raccolta all'ombra del "Fatto Quotidiano", nessuno dei ben pasciuti e titolati tecnici ingaggiati da Monti e Napolitano ci avrebbe raccontato l'incredibile storia di Ilaria Sbressa. Molto probabilmente, non avremmo mai saputo che ai tempi della Gelmini un'azienda privata ha ottenuto il via libera dal Miur per realizzare una ventina di spot da "Carosello" e utilizzarli come prezioso materiale didattico, con un rapporto guadagno spese che sta nei termini osceni di ventimila euro alla voce costi contro i settecentotrentamila messi in tasca. Una barca di soldi pagati, a quanto pare, dopo l'uscita di scena della Gelmini, cui sommare cinque milioni entrati grazie a sconti, favori e acquisizioni di fondi europei. Tanto spreco, mentre l'intero governo fa il coro greco per i "costi" sociali degli studenti fuoricorso e un'appetitosa valanga elettronica, tutta tablet, lavagne multimediali e pagelle digitali, precipita sulla scuola terremotata dalla religione del profitto!
Assemblea genitori ed insegnanti delle scuole di Bologna - 21-11-2012
Gentile Segretario,
ci permettiamo di disturbarla in occasione della chiusura bolognese delle primarie perché ameremmo moltissimo ricevere da lei una risposta sincera alle domande che le rivolgiamo nella lettera in allegato.
Grazie comunque per l'attenzione.
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici - 21-11-2012
Abbiamo letto il testo della Legge di stabilità 2013 così come approvato
dalla Commissione Bilancio, in particolare l'Art 3 comma 41.
A noi sembra che ci siano margini perché il MIUR e gli altri Ministeri interessati facciano presente al Parlamento e al Governo l'inapplicabilità dell'art. 14 -commi 13 e 15- della Legge n. 135 del 14 agosto 2012 e individuino altre aree di risparmio per permettere ai docenti inidonei di rimanere nei posti e con la qualifica attualmente occupati.
Secondo noi è ancora possibile reperire la "modesta" cifra di 95 milioni di euro necessaria per il 2013 ...
Francesco Masala - 20-11-2012
Passata la paura per le 24 ore, ma durerà poco, ci sono le elezioni e poi si concorderà con i sindacati che firmeranno i contratti (se ancora si firmeranno), sindacati che saranno sempre più la cinghia di trasmissione di tutte le nefandezze.
Si tenga presente che una (piccola) parte degli indignati della proposta delle 24 ore sono quelli che già ora ne fanno più di 18, ma in cambio di qualche soldo, come prevede il CCNL, (fino a 24 ore, che coincidenza, non serve un numerologo per notarla), firmato da qualche sindacato di cui non voglio ricordare il nome (direbbe Cervantes), e la loro paura (di quei colleghi) è quella di perdere quei pochi maledetti soldi.
Maurizio Tiriticco - 19-11-2012
... o cultura in pillole? Vado oltre la spesa che è stata sostenuta! Con la cultura non si mangia e questo è notorio... perché vale poco, se non nulla! E mi sorprende non tanto la spesa... spendiamo pure in cultura, è sacrosanto! Mi sorprende la scelta... culturale... se la si può definire così! Insomma, è da quel dì che diciamo e stradiciamo che occorre cambiare la didattica, che occorre farla finita con la lezione cattedratica, che occorre animare, proporre, sostenere, far fare, e non scodellare cascate di parole che nessun ragazzo di oggi è disposto ad ascoltare! E ha pure ragione! Ma è questa la risposta che il ministero intende dare? Ma il Miur non si deve occupare di altre cose? I due dipartimenti, quello dell'istruzione quello della programmazione hanno altre finalità, reperire le risorse - non tagliarle - coordinare gli interventi, sostenere l'organizzazione, e via dicendo!
Enrico Maranzana - 17-11-2012
Il libero pensiero impera nella scuola: mancano proposte di ammodernamento del sistema scolastico, concepite nel rispetto dei vincoli dottrinali e legislativi oggi esistenti, vincoli che valorizzano le esperienze pregresse e non le cassano acriticamente.
Qui di seguito sono riportate e commentate tre frasi di esponenti che stanno giocando un ruolo importante sul fronte dell'innovazione; asserzioni rappresentative delle tendenze che ispirano i lavori in corso; queste frasi mostrano l'irrazionalità e l'infondatezza delle proposte di cambiamento del servizio scolastico oggi in discussione.
Giuseppe Aragno - 16-11-2012
Ancora un palazzo del potere, ancora qualcosa che vola dalle sue finestre, ancora una "morte" che rimarrà impunita. Stavolta tocca direttamente alla democrazia. Qui da noi va così. Qui da noi dalla finestra della Questura a Milano volò a terra l'anarchico Pino Pinelli e Vincenzo Guida, il questore, spudoratamente ne infangò la memoria. S'era ucciso, sostenne, schiacciato dal peso delle prove che lo inchiodavano alla sua responsabilità per la strage di Piazza Fontana. Pinelli era stato partigiano e il questore fascista come fasciste erano le bombe di Milano. Sembra strano, ma è così: passato senza colpo ferire da Mussolini a Einaudi, aveva diretto la colonia penale di Ventotene dov'erano reclusi Pertini e Terracini. Sono storie di questori che andrebbero insegnate. Ma forse è proprio quello che non si vuole.
Flavio Cucco - 15-11-2012
Continuano le prese di posizione dei colleghi di Educazione Fisica contro il mancato finanziamento dell'attività sportiva scolastica: dopo Roma, Genova,Viterbo, Treviso...... ecco Gorizia, Parma, Venezia e tutte dichiarano l'adesione alla protesta sindacale con la sospensione di tutte le attività professionali non obbligatorie, compresa la partecipazione alle fasi territoriali e nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi, nonché di tutte le altre manifestazioni sportive collaterali (tornei interni d'istituto e interscolastici) ...

Valerio Valentini - 14-11-2012
Ho visto un meraviglioso striscione tra i tanti che stanno sfilando in queste ore nelle piazze italiane, e nelle videogallery dei quotidiani online. Lo reggevano cinque o sei ragazzi, di 16 o 17 anni. Liceali, con ogni probabilità. Dietro lo striscione, una lunghissima fila di studenti. Su quel lenzuolo bianco, con lettere un po' sbilenche e non molto allineate, c'era scritto uno di quegli slogan che spesso vengono utilizzati durante manifestazioni o cortei, né più bello né più brutto di molti altri simili. Ma che, nonostante l'abuso tipico di ogni slogan, nel momento in cui l'ho visto, mi è sembrato, appunto, meraviglioso: "Non ci avrete mai come volete voi".
Conbs - 13-11-2012
In queste ore tutti gli organi di informazione riportano la notizia del "salvataggio" dell'orario degli insegnanti curriculari mediante risparmi recuperati in vario modo anche dai bilanci di altri ministeri, oltre al Miur. Tale notizia non può che trovarci soddisfatti, in quanto abbiamo vissuto sulla nostra pelle quanto la professione docente possa essere logorante e abbiamo visto le "24 ore" come una fabbrica di nuove inidoneità. Tuttavia constatiamo che mentre per i curriculari sono stati fatti sforzi inimmaginabili da tutte le componenti politiche, altrettanto non è stato fatto per i docenti utilizzati in altri compiti per gravi motivi di salute.
Enrico Maranzana - 12-11-2012
L'informatica ha invaso la scuola: i nuovi strumenti del comunicare integrano e modernizzano le consuete procedure didattiche e amministrative; essi tuttavia sono apprezzati esclusivamente perché facilitano e accelerano il flusso dei dati, perché migliorano l'efficacia della comunicazione1, perché rendono facile l'interazione dell'utilizzatore con "il sistema", perché infine comportano significativi risparmi.
Il limitare a questi soli aspetti il cambiamento indotto dall'introduzione delle nuove tecnologie dell'informazione fa dimenticare i possibili contributi alla professionalità del docente, in linea con il mondo contemporaneo.
Anna Caterina Cabino - 12-11-2012
Ho inviato questa lettera a tutte le persone in indirizzo:

Dirigente
Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo
USR
Presidente della Provincia
Sindaco del Comune


al fine di

• rendere manifesto il lavoro sommerso che è senz'altro pari quando non superiore alle ventiquattro ore settimanali di cui alla Legge di stabilità attualmente in discussione;
• contribuire ad adeguare la scuola pubblica italiana agli standard europei, se non dal punto di vista salariale e strutturale almeno nella condizione di lavoro dei docenti ...


Naturalmente non ho ricevuto alcuna risposta.
Bianca Capece - 10-11-2012
I docenti che parteciperanno all'iniziativa correggeranno i compiti in piazza dalle ore 16 alle ore 19,30 di sabato 10 e faranno controinformazione sull'effettivo carico di lavoro dei docenti e sulle responsabilità legate alla professione, denunciando, inoltre, il tentativo di neutralizzazione della Scuola della Costituzione rappresentato dallaLegge 953, discussa, peraltro, nel chiuso delle Commissioni e non in Parlamento, lo scempio delle riconversioni, il blocco del contratto e degli scatti stipendiali e la farsa del concorsone, offensivo e grottesco. La manifestazione sarà dedicata al Collega Carmine Cerbera, precario tragicamente scomparso, la cui emblematica vicenda deve scuotere le coscienze e indurre a pretendere un immediato e radicale cambiamento di prospettiva e di rotta.
Lorenzo Picunio - 10-11-2012
E' stato uno dei principali argomenti della campagna elettorale americana. E anche in Europa ci sono stati governi di orientamenti diversi che hanno deciso di salvare la scuola e l'università dalle varie "spending review".
Obiettivo di Lisbona: 80% di diplomati nel 2020, cioè a partire dalla classe 2002, che oggi è in quinta elementare.
Giovanna - 08-11-2012
Avrei voluto raccontarvi cosa ho provato portando Vladimir a scuola per la prima volta nella sua vita, però forse non riesco a trovare le parole giuste, perché ci sono emozioni che non si riescono a esprimere con le parole, bisogna viverle e basta. Perciò vi racconto un po' come andata.
Il primo miracolo è stata una bellissima giornata: dopo quattro giorni di pioggia, vento e grandine è uscito il sole. E poi, faceva pure caldo. Noi, la sera prima, mentre pioveva fortissimo, ci chiedevamo come lo avremmo portato, con tutta questa acqua.
Giuseppe Aragno - 08-11-2012
"Non ho fatto nulla per peggiorare la situazione dei precari nella scuola" ha dichiarato Profumo, respingendo l'accusa di aver cancellato le loro speranze, .che gli è stata rivolta dal prof. Carmine Cerbera prima di togliersi la vita. I casi sono due: o il ministro soffre di amnesia e non ricorda la disperata rabbia dei precari che a settembre, accampati davanti al Ministero, invano gli chiesero udienza, per convincerlo a non cancellare le graduatorie permanenti, o il concorso l'ha voluto a sua insaputa il Direttore Generale Luciano Chiappetta.

Aveva ragione Don Milani: "La politica è orribile quando chi la fa crede d'essere dispensato dal sentir bruciare i bisogni immediati di quelli cui l'effetto della politica non è arrivato" e non c'è dubbio: il dramma di Cerbera è figlio di un clima di arroganza, persecuzioni e disprezzo per il corpo docente che non ha precedenti nella nostra storia.
Oriano Modenini - 06-11-2012
Se uno mi chiedesse oggi perchè ho fatto il dirigente scolastico risponderei: "Per scelta!". Avevo esaurito le mie esperienze di insegnante di scienze matematiche, chimiche. fisiche e naturali nell'allora scuola media e desideravo fare una nuova esperienza.
La prima occasione fu l'incarico annuale di dirigente scolastico in attesa del concorso che poi feci nel 2004 con due prove scritte e una orale fatta di due parti: un focus group con 6 aspiranti che discutevano di un tema estratto a sorte e poi un colloquio individuale. Lo scritto era a Venezia in un'aula accogliente per un totale di 6 ore ciascuno, poi ammissione all'orale per avere l'idoneità al corso di formazione di varie centinaia di ore a Padova.
Francesco Masala - 06-11-2012
I cinesi compongono l'ideogramma del termine crisi attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità (alcuni dicono che non è esattamente così, ma prendiamola per buona).
Almeno da Berlinguer (Luigi) stiamo giocando in difesa e perdiamo quasi tutte le partite, qualcuna la pareggiamo, i successi sono fatti di rigori parati, non più di gol segnati e partite vinte.
La proposta delle 24 ore, come racconta Rossi Doria, è solo un assaggio, per preparare il terreno, comprare qualche sindacato, manovrare l'opinione pubblica, e poi lo faranno.
Questo è il pericolo, passo all'opportunità.
Gianfranco Pignatelli - 05-11-2012
Così è morto Carmine Cerbera. Una prima volta ci ha pensato la tagliola della Gelmini e di Profumo. La seconda volta la lama del suo coltello di casa. Lo hanno trovato disperato e dissanguato. Nelle pagine di cronaca Carmine Cerbera è stato definito un precario. Come se precario fosse un nome, una professione e non una condizione. Condizione che fa il paio con la disperazione, quella alla quale teste vuote e cuori aridi condannano centinaia di migliaia di docenti.
Marcella Raiola - 05-11-2012
L'abbiamo portata tutti, piegata in borsa; solo Giuseppe l'aveva indossata già, sotto la camicia blu scuro. Siamo titubanti; discutiamo ancora, in auto, ancora imbambolati e con gli occhi gonfi per le due notti quasi insonni trascorse a scacciare il lampo di quella maledetta lama con cui Carmine si è reciso la vita. Ho fatto confezionare un fascio di fiori bianchi. "Era un ragazzo? ", mi ha chiesto, con pietosa premura, il fioraio. No... Non era più un ragazzo; era un uomo, ma lo Stato pretendeva che continuasse a giocare allo studente, anche se aveva quasi 50 anni. Si sa: chi studia come Carmine ha fatto, conseguendo un'ulteriore laurea poco prima di essere assalito dal dèmone dello sconforto senza rimedio, va punito per il suo "snobismo", va tenuto fuori dal giro di quel lavoro intellettuale che deve risultare penoso, patetico, vile, inutile, quel lavoro che non deve dare pane, che mette in testa ai giovani idee strane, Storia, Bellezza, Giustizia, Diritto, idee che devono sparire, che fanno perdere tempo, che non sono "produttive"...
Claudia Pepe - 03-11-2012
Oggi, ragazzi, non ci siete. Tutti e due siete ad incontrare la vostra vita, siete presi con un futuro da costruire e un bagaglio in più: una mamma che non smette di lottare. Tante volte mi chiedo se è giusto che mi vediate sempre così: assurdamente giovane e caparbia. Tante volte troppo arrabbiata per essere una madre di due splendidi ragazzi. Non sono qui per chiedervi scusa ma per spiegarvi perché avete una mamma così diversa, una mamma che qualche volta pensa più alla scuola che a stirare bene le camicie o a rattoppare un buco nei vostri jeans o a infornare torte di mele. Essere precaria non è da tutti, ci vuole forza, ci vuole carattere, ci vuole il cuore gonfio di passione e di memoria.
Fausta Dumano - 03-11-2012
Ieri volontariamente uno di noi, un docente precario napoletano, è volato via: la disperazione per un salvaprecari che non esce, avere 50 anni e stare ad aspettare una telefonata che non arriva, essere eternamente in attesa di un lavoro che ogni anno è sempre più irraggiungibile, tutto questo può portare ad estremi gesti.

Che la terra ti sia lieve Carmine...

Certe notizie ti fracassano lo stomaco, sono una pugnalata allo stomaco, ti rendono impotente, mentre nell' archivio della memoria ti si squadernano i ricordi di tante lotte e manifestazioni. Carmine Cerbera, uno dei precari storici, si è suicidato...
Bianca Capece - 03-11-2012
Carissimi colleghi di Fuoriregistro, siamo dei docenti di Napoli, vorremmo far arrivare alla Commissione Cultura del Senato, una marea di mail, con la richiesta di blocco del ddl Aprea. Potreste aiutarci a diffonderla?
Maurizio Tiriticco - 02-11-2012
Non è affatto vero che ormai l'Umanesimo sia giunto alla sua fine! Almeno così si esprime il titolo de "la Repubblica" di ieri 31 ottobre! E a caratteri cubitali! Vado a vedere l'incipit e leggo che una professoressa lamenta di non esistere più, di essere diventata invisibile! "Entro in classe, comincio a spiegare e subito mi accorgo che nessuno mi ascolta!... La mia voce non gli arriva, parlo e vedo le parole che si dissolvono nell'aria e dopo un poco mi sembra che anch'io mi dissolvo". Mi chiedo: la stessa cosa non potrebbe dirla anche la professoressa di matematica? E allora anche la cultura scientifica si sarebbe dissolta? Ma che test è, caro Lodoli?
Claudia Fanti - 02-11-2012
Non basta soffermarsi su ciò che si "vede" nelle relazioni e nei comportamenti di superficie quotidiani del mondo giovanile, non basta. Non si può come educatori-insegnanti non lottare in modo esplicito, nero su bianco, contro schede, test, analisi formali del testo, grammatica in pillole esplicite, accumulo di informazioni. E non lo si deve fare soprattutto nella scuola primaria: qui si dà il la al modo di rapportarsi al sapere e alla ricerca personale.
Giuseppe Aragno - 01-11-2012
Stupisce che Marchionne stupisca ancora. Lo stupore si fa poi fastidio, se chi si stupisce si ferma all'indignazione e cancella così, per i corpi sociali e la dinamica della storia, il principio di reciproca influenza per cui ogni azione reale provoca una reazione uguale e contraria. "Siamo alla rappresaglia", titola la stampa, e lì si ferma senza domandarsi com'è che non vedi cortei spontanei di protesta e non senti organizzazioni sindacali che denunciano per risposta l'autoregolamentazione dello sciopero e gli accordi sottoscritti in tempo di pace. Alle ripetute azioni d'una guerra di annientamento scatenata contro la classe lavoratrice, i lavoratori non rispondono con la guerra. E' soprattutto questo che dovrebbe stupirci e, ancor più, interrogare le coscienze sul funzionamento effettivo dello Stato e sul rapporto reale che c'è tra legalità e giustizia sociale.
Enrico Maranzana - 31-10-2012
La tesi del titolo può essere dimostrata guardando a molti settori del mondo scolastico. Infatti la visione sistemica e l'abbattimento della complessità sono metodiche che la scuola rifiuta, incurante del fatto che esse sono architravi della cultura contemporanea.
Questo scritto critica il lavoro della Commissione Cultura della Camera sull'autogoverno delle istituzioni scolastiche.
Antonietta Brillante - 30-10-2012
Il demagogismo non mi attira, né mi attraggono le pulsioni anti-casta. Eppure, signor Ministro mi sento di dirLe che Lei, come molti uomini e donne che hanno responsabilità politiche, siete, parafrasando il titolo di un bel libro di Marco Belpoliti, "senza vergogna": ed è ora, invece, che la vergogna venga riscoperta come virtù civile, e diventi il fondamento di un'etica pubblica, per un Paese, la cui stragrande maggioranza di cittadini e di non-cittadini non merita di essere rappresentata e guidata da una classe politica e "tecnica", ammesso che questa parola abbia un senso, weberianamente miope, non lungimirante, sostanzialmente incapace di pensare all'interesse pubblico e di agire per esso.
Prof. delle medie Il Guercino - 30-10-2012
Più ore di cattedra per gli insegnanti non significa miglior qualità della scuola, ma più classi per ogni insegnante. Più classi vuol dire calo della qualità dell'istruzione. Maggior carico di lavoro significa meno approfondimento ed attenzione per tutti, meno energie per il recupero degli svantaggiati.
Le ore di lezione sono solo la punta di un grande iceberg. E per far sì che quelle ore di lezione portino frutto, occorre fare molte altre cose, al di fuori di quelle ore passate in classe.

Arrivare in classe ed insegnare significa aver preparato prima la lezione. Arrivare in classe e distribuire il testo della verifica significa averla preparata prima e correggerla poi. Decidere quale voto dare ad un alunno significa valutare dal punto in cui è partito e il punto in cui è arrivato.
Aggiornamenti, progetti, riunioni, confronto tra colleghi della classe, colloqui con i genitori. Questo tempo è tempo di lavoro. Gli insegnanti non svolgono solo il lavoro in classe, ma anche prima di entrare in classe, e anche dopo esserne usciti.
Gian Paolo Trevisani - 29-10-2012
A che cosa serve la scuola in generale, a che cosa serve la nostra scuola così come è concepita dalle diverse parti sociali del nostro paese (ognuno la pensa in maniera anche molto diversa dall'altro). Qual è il suo ruolo sociale, politico, economico. A che cosa servono e che cosa fanno i vari operatori scolastici: in particolare il personale docente e il personale amministrativo; si va da un'alta considerazione a una pessima considerazione. L'investimento economico fatto nelle scuole dà un tornaconto? I cittadini che escono dalla scuola sono preparati in maniera adeguata? E così via, le domande possono essere altre centinaia. Ciò che non emerge quasi mai nella discussione sulla scuola è il ruolo del dirigente scolastico. Proviamo a farci anche in questo caso alcune domande: serve? a cosa serve?
Lorenzo Picunio - 26-10-2012
Niente investimenti per l'istruzione, nessun aiuto alla qualificazione culturale e professionale dei docenti, niente investimenti per un'edilizia scolastica che fa acqua da ogni parte. Niente risorse per l'università e la ricerca, nemmeno per la ricerca in campo ambientale che pure è un'urgenza di oggi. Sembra la scelta di chi vuole distruggere scuola ed università pubblica.
Opponiamoci a questa barbarie ...
Cosimo De Nitto - 26-10-2012
Sette, quattordici, ventuno e ventotto, questa è la storia di paperotto...una bella conta molto nota e usata dalle insegnanti di scuola dell'infanzia. Lasciamola lì, la conta, ancorché simpatica, così come dobbiamo lasciare lì Profumo, il maestro di strada Rossi Doria &C, e quanti in questi anni hanno coniugato un attacco frontale alla scuola pubblica con colpi tremendi portati agli insegnanti e al personale tutto sul piano del discredito sociale, del peggioramento delle condizioni di lavoro, dell'immiserimento economico condiviso con tutta la cosiddetta classe media. Hanno colpito le risorse con tagli lineari, e siccome la principale risorsa della scuola è quella umana data dal dal suo patrimonio che sono gli insegnanti, hanno colpito questi ultimi in tutti i modi. Li hanno colpiti nei livelli occupazionali prima, in modo virulento, la Gelmini ne sa qualcosa con i suoi 8 miliardi tagliati e con la soppressione di 150.000 posti di lavoro.
Giuseppe Aragno - 25-10-2012
Mentre il malessere e l'indignazione del mondo della scuola crescono di giorno in giorno da un capo all'altro del Paese, i docenti, che non sanno di spread, ma di scuola s'intendono, registrano i danni del terremoto e lanciano l'allarme: la cura da cavallo ammazzerà il paziente, occorre far presto, la scuola è stramazzata e c'è il rischio che da presunta malata diventi autentica carcassa e infine carogna. Come il proverbiale "asino in mezzi ai suoni", Profumo, però, naviga a vista, si porta a traino Rossi Doria, Ugolini e il costoso baraccone ministeriale e prova a quadrare il cerchio con un patetico minuetto di dichiarazioni che dicono tutto e il contrario di tutto.
Maurizio Tiriticco - 25-10-2012
Se aule e banchi sono fatiscenti, la domanda è: ma sono proprio ancora necessarie le aule e i banchi? Non è una provocazione! E' chiaro che spazi e arredi sono indispensabili, ma questi non dovrebbero essere funzionali a una idea diversa di scuola? O meglio, quando finiamo di chiamarla scuola? E' una parola/concetto che ci rinvia sempre all'idea di una vita divisa in tre tappe, quella della scuola, appunto, quella del lavoro e poi quella della pensione... e dei giardinetti! Non è più così!
Le tre tappe sono ormai largamente superate sotto il profilo dell'organizzazione sociale! Il che non toglie nulla al processo naturale di sviluppo/crescita che va dalla nascita all'età adulta! Ma cultura e natura sono fortemente interrelate, sempre, e oggi in questa società informatizzata e globalizzata presentano caratteristiche assolutamente particolari rispetto a un passato neppure troppo lontano.
Carla Giulia - 24-10-2012
Lunedì pomeriggio a scuola, da due settimane è così, prima i Consigli di classe, poi i genitori che devono votare i propri rappresentanti e finalmente lunedì per concordare la programmazione annuale delle classi (dalla 1° alla 3°) della riforma Gelmini.
Sono stanca e anche un po' arrabbiata, sono abituata a settimane di lavoro da mattina a sera, ma qualcosa è cambiato: il ministro Profumo "pensa" che noi insegnanti di liceo lavoriamo 18 ore a settimana, e allora ...
Alessandro Grussu - 24-10-2012
Dott. Porro, chi Le scrive è un docente di una scuola superiore italiana. Mi sento di contraddire quanto da Lei affermato nel Suo intervento "I politici e le 18 ore dei prof": la proposta governativa da Lei approvata non è una buona proposta, anzi una pessima proposta, e intendo dimostrarglielo dialetticamente, cioè mostrando l'inconsistenza delle tesi che Lei avanza.
Spiace vedere che un individuo come Lei, persona della quale non condivido affatto le posizioni politiche, ma della quale non posso non riconoscere l'intelligenza e l'acume, si lasci ingabbiare dai più vuoti e triti luoghi comuni sulla scuola e sugli insegnanti italiani, e basi il proprio giudizio su una conoscenza distorta e superficiale della questione. Insisto: entri nelle scuole, parli con i docenti, venga a vedere cosa facciamo e come viviamo il nostro ambiente di lavoro e il nostro rapporto con gli alunni. Mi auguro che ciò serva a fare breccia nel muro delle sue granitiche convinzioni.
Anna Caterina Cabino - 23-10-2012
Cari ragazzi e cari genitori è domenica e guardo i fogli dei compiti da correggere, ma oggi mi sono imposta di non metterci mano. Mi è venuta la voglia di raccontarvi quel che succede quando suona la campanella e il mio orario di lezione termina.
Di solito il rientro a casa comporta prima di tutto il ritorno, almeno per un paio d'ore, al mio ruolo di madre e moglie: il pranzo da preparare, il caffè e un'occhiata al quotidiano (cosa che non guasta mai) e poi in studio a preparare la lezione del giorno dopo.
Cosa potrò far leggere agli studenti per rendere più interessante e produttiva la lezione? Certo gli argomenti sono noti: una rivoluzione francese in seconda , un po' di Kierkegaard in terza e la Reconquista e i Normanni o forse Eraclito in prima.
Tutto sommato sono anni che affronto gli stessi temi, direte voi ... Non è proprio così: gli argomenti sono gli stessi, lo stesso è il suono della campanella ma non è mai la stessa cosa.. E sapete perché? I ragazzi che ho di fronte non sono mai gli stessi! Magari sono un po' più pigri di altri, o più curiosi, o più silenziosi e più vivaci: sempre diversi.
Vittoria Menga - 22-10-2012
Sulla "Repubblica" del 14 ottobre 2012 è apparsa una interessante riflessione di Stefano Bartezzaghi, che analizza i cambiamenti psicologici e comportamentali indotti dalle nuove tecnologie. Così come nel dopoguerra la tv ci ha cambiato la vita, oggi il multi-tasking ci impone tempi e modalità nuovi, ai quali nessuno può sottrarsi, pena sentirsi out. La velocizzazione e il fare più cose contemporaneamente (sincronia) sono modalità naturali e spontanee per le ultime generazioni, meno per le generazioni precedenti. Ma il problema è questo: si tratta di un progresso, di una modalità mai realizzata prima, che ora lo sviluppo tecnologico rende possibile? Quando usiamo termini come "velocità", "efficienza", "sincronia", in generale essi assumono una connotazione positiva. Pensiamo ad un vantaggio e quindi associamo questi concetti all'idea di progresso.
Antonio Maiorano - 22-10-2012
Dopo una ridda di indiscrezioni e di parziali marce indietro sembra che l'articolo che prevede un orario di servizio di 24 ore a parità di stipendio per gli insegnanti della secondaria sia rimasto inalterato nel Disegno di legge che il Governo proporrà al Parlamento, anche se (bontà sua) il ministro Profumo, con i suoi ineffabili colleghi, si mostra disponibile alla discussione e a modifiche, purché "a saldi invariati".
Ecco, ai nostri governanti la scuola appare così: un limone da spremere finché non avrà più succo, finché resterà avvizzita e inaridita; non basta che abbia contribuito per l'86% al risparmio della spesa statale, che abbia subito il blocco di retribuzioni già in coda a tutte le classifiche europee, forse c'è ancora qualcosa da cavarne.
Peccato! Molti di noi pensavano che il ministro Profumo, un accademico di rilievo, uomo di sinistra (è stato candidato alle primarie del Pd per il comune di Torino), avrebbe potuto ridare slancio ad una scuola falcidiata dai provvedimenti di Gelmini-Tremonti.
Ma così non è stato.
Gabriella Chirizzi - 20-10-2012
Un patente disprezzo per il quotidiano lavoro dei Docenti spinge la nostra classe politica e dirigenziale persino ad stabilire, senza nessuna consultazione né trattativa ed in spregio al CCNL, un aumento secco di sei ore di insegnamento settimanale a parità di retribuzione, un'ipotesi assurda che non tiene assolutamente conto né di quello che significa insegnare, né della fatica intellettuale che questo comporta, sia in termini di preparazione di lezioni che di lavoro con gli studenti. Se tale scriteriata idea è stata partorita in base ad una logica puramente ragionieristica, ciò significa che essa ha come scopo solo lo smantellamento della scuola statale. Il tutto sembra rientrare nella tecnica tutta politica di depauperare i lavoratori e di togliere ai giovani finanche la speranza di trovare lavoro. Mentre si confermano gigantesche spese militari e privilegi per le caste di potere, non vi sono patrimoniali eque e non viene risolto il problema dei cento miliardi annui di evasione fiscale.
Giovanni Cocchi - 20-10-2012
PERCHE' RIGUARDA TUTTI, MAESTRI COMPRESI

Da un lato c'è la La Legge di stabilità che prevede:
1. che i prof passino da 18 a 24 ore
2. che, perché ciò sia possibile, i Contratti diventino carta straccia

Dall'altro, in alcuni (?) maestri ci potrebbero essere due reazioni di riflesso:
1. finalmente i prof lavoreranno quanto noi
2. che hanno fatto loro, quando era la scuola elementare sotto attacco?

Proverò ad argomentare con l'aiuto di due conti.

I maestri (dati a.s. 2008/09) sono 240.500 + circa 30.000 precari; fanno 22 ore di insegnamento + 2 di programmazione.

I prof programmano a casa da soli: se ora facessero 24 ore di insegnamento perché i maestri dovrebbero farne solo 22?
Giuseppe Aragno - 20-10-2012
"Scuola, l'orario lungo «vale» 721 milioni". Così titola, arrogante e spudorato, il giornale dei padroni, prima di salutare festante il miracoloso debutto di un "Fondo da ripartire per la valorizzazione dell'istruzione scolastica", che, incredibile a dirsi, risolverà in un sol colpo la vexata quaetio della "qualità" della formazione e aumenterà, per giunta, le ferie per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, confermerà la norma "salva precari" e i favolosi progetti promossi da Miur e Regioni per trovare lavoro ai docenti rimasti senza incarico. Insomma, a dar retta a Profumo e alla stampa padronale, in Italia la scuola non ha più problemi!
Per tacitare i soliti dubbiosi guastafeste, non manca il balletto delle cifre. I risparmi che si faranno grazie all'aumento delle ore per gli insegnanti sono riportati, infatti, in una tabella che arricchisce, si fa per dire, la relazione tecnica di accompagnamento del provvedimento. Le cose starebbero così: costringendo i docenti a un disastro programmato, il sedicente governo tecnico risparmierà 128,6 milioni di euro di spesa nel 2013, 385,7 nel 2014 e 385, 7 nel 2015. E non è tutto.
Claudia Fanti - 19-10-2012
Ciò che indispone, stupefà, quasi annichilisce è la totale mancanza di conoscenza dei bambini e delle bambine da parte di tutti coloro che annunciano, decretano, legiferano in nome del bene del bambino.

E' tanto difficile "far vedere" all'esterno il lavoro dei nostri alunni e il nostro, eppure mi preme il farlo prima di "finire", perché ritengo sia un dovere irrinunciabile di chi crede nella professione. E non parlo di bambini/e speciali, ben educati, corretti ...e nutriti. Parlo di bambini/e veri che già hanno sulle spalle esili il peso delle dfficoltà di un mondo che pare aver dimenticato loro, le loro famiglie e le estreme difficoltà in cui versano. Un mondo che non protegge la scuola, che la tormenta e la impoverisce ogni giorno di più...sia economicamente, sia contenutisticamente.

E' il mondo degli adulti esperti, professorali, scandalizzati dagli errori e dalle lacune di chi faticosamente si applica nella quotidianità per tirar su cittadini liberi e indipendenti.
Vincenzo Pascuzzi - 18-10-2012
E' ben nota l'aspirazione pervasiva dell'Invalsi a volersi intrufolare, con i suoi test, anche fra le prove dell'esame di Maturità, ora più propriamente di Stato. In questa aspirazione l'Invalsi è a volte supportato dagli assist di una piccola lobby che condivide le sue intenzioni.
Chiariamo: è tutto legittimo e legale nelle intenzioni dell'Invalsi (e del suo "padrone" Miur), e anche nelle azioni della citata lobby, da intendere come gruppo di supporto e di interessi che persegue alcuni obbiettivi.
La critica è essenzialmente "tecnica" e riguarda la consistenza delle argomentazioni a supporto sviluppate dalla lobby stessa e la congruenza dei metodi e dei test .... made in Invalsi.

Proprio nei giorni scorsi, sono apparsi due articoli sul sito "ilsussidiario.net" che, prendendo spunto dagli esami di maturità, cercavano di tirare (un po' d') acqua al mulino dell'Invalsi. Ma ciò con argomentazioni fragili, parziali e incomplete.
Masala Francesco - 17-10-2012
Non aspetto altro che 36 ore a scuola: 18 massimo, senza deroghe, di lezione, le altre in uno studio, da dividere fra 2-3 colleghi, una scrivania e un computer per ciascuno, riscaldamento d'inverno e climatazzatore d'estate, un telefono, accesso a internet, un bagno con la carta igienica e scottex per asciugare le mani, uno stipendio decente (europeo?), fra le altre cose.

Da domani sono pronto ...

... ma ...
Maurizio Tiriticco - 16-10-2012
Se otto ore vi sembran poche...
...provate voi a lavorar!

Così cantavano le mondine nel secolo scorso! E aggiungevano: "E noi faremo come la Russia, noi squilleremo il campanel, falce e martel! E squilleremo il campanello, falce e martello trionferà". Se 18 ore vi sembran poche, provate voi a lavorar... per 24 ore!!! Viene da chiederci: ma chi fa queste pensate? Conosce il lavoro scolastico oggi, soprattutto nell'istruzione secondaria? E' mai stato in una scuola? In un'aula? Possibile che ancora resiste l'adagio che vuole gli insegnanti sfaticati e privilegiati, impiegati a mezzo servizio e con tre mesi di ferie??? A proposito: dove si andranno a recuperare i 15 giorni di ferie in più? Mah! E dove va a finire il contratto di lavoro? Stracciato per legge? In una scuola messa alle corde ormai da anni, senza soldi... edifici non a norma... accorpamenti cervellotici che impongono fatiche su fatiche a dirigenti costretti a correre da una sede all'altra, al personale di segreteria impegnato in operazioni contabili sempre più massacranti!
Cosimo De Nitto - 16-10-2012
Se manca un progetto è inutile aumentare l'orario, così Benedetto Vertecchi su un interessante articolo apparso su l'Unità e riportato dalla rassegna stampa dell'FLC-CGIL qui 1). Sono considerazioni giuste, elementari se vogliamo. Infatti, come si fa a toccare l'orario di lavoro degli insegnanti senza tener conto che questo è una variabile che agisce in un contesto complessivo che è il sistema dell'istruzione e formazione italiano? Si interviene rozzamente su cifre, numeri, quantità perché, a quale fine? "Risparmio", diminuzione di spesa. Fanno le stime di quanti soldi si risparmiano, 723 milioni di euro 2) nessuno fa le stime di quanto danno si arreca al sistema già fiaccato della scuola. Nessuno calcola le "perdite" in termini di "efficacia", "efficienza" e "qualità" del sistema scolastico. Nessuno calcola in cifre cosa vuol dire impedire il turn over nella scuola. Nessuno calcola quanto costa alla collettività la diminuzione della "produttività" del sistema scolastico.
Carla Giulia - 15-10-2012
Mi dice una collega che questa mattina (15 ottobre ) ha sentito il ministro Profumo alla radio elogiare gli insegnanti e dichiarare che è sua intenzione, proprio per la grande considerazione in cui li tiene, di organizzare corsi di formazione ecc...
Poche parole ma chiare a chi, come me, lavora da tanti, tanti anni nella scuola!
Queste parole dicono ...
Claudia Fanti - 14-10-2012
Ciò che mi ha sempre stupito è come sia possibile che quando si fanno riforme, tagli, si emanano disposizioni, non si tenga conto del substrato in cui precipitano. Substrato che è la tipologia di cultura scolastica diffusa tra gli insegnanti, le loro competenze in materia di curricoli, le loro tradizioni, le loro modalità di esistere dentro gli orari, le programmazioni, le progettazioni, i loro rapporti fra ordini di scuola.

Si procede a colpi di spugna, la storia dell'Italia scolastica, dei suoi Programmi, delle sue tradizioni in ogni ordine di scuola, università compresa... via tutto! Ho visto spazzar via intere esperienze preziose... via!

Non ho mai capito, e qualcuno in gamba prima o poi dovrà pur spiegarmelo, come mai invece di fare ristrutturazioni epocali per mezzo di Indicazioni Nazionali, verticalizzazioni sulla carta e curricoli in verticale, concorsi epocali, aumento di ore frontali, Sistemi nazionali di valutazione... non si pensi a piccole cose che vivificherebbero il sistema nella sua globalità.

Giuseppe Vollono - 14-10-2012
Nelle ultime dichiarazioni ai giornali e in incontri pubblici il ministro Profumo sostiene: "Si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l'aumento delle ore".
E' evidente l'intenzione quindi del Governo di varare una rivoluzione epocale della scuola italiana senza un euro di investimento. E qui il cerchio sembra chiudersi. Con una doppia penalizzazione per i docenti. Se il cinico disegno andrà in porto, i docenti che si ritroveranno per 24 ore a settimana in classe continueranno infatti a mantenere il magro stipendio attuale (già tra i più bassi dell'area OCSE), mentre quelli che rimarranno a 18 ore si ritroveranno di fatto in una posizione di part time. Questi ultima, in pratica, continueranno a fare quello che hanno fatto sino ad oggi, ma con un perdita secca di alcune centinaia di euro mensili in busta paga. Insomma, nel predire che si va verso un docente medio italiano tra i meno pagati d'Europa e però costretto a rimanere in classe (con in media 25 alunni) per più tempo di tutti gli altri Paesi europei, non ci siamo sbagliati.
Gruppo di Firenze - 14-10-2012
"Il dato per certi versi più sorprendente riguarda l'altissima incidenza di diagnosi psichiatriche (64%) che tocca livelli impensabili, se si considerano gli stereotipi che gravano sulla professione docente considerata una sorta di "mezzo servizio". D'altra parte quella dell'insegnante è una helping profession, cioè un lavoro di relazione con il prossimo tra i più delicati in assoluto: riguarda infatti un'utenza particolare (bambini e adolescenti) e prevede con la stessa un rapporto unico nel suo genere perché "continuato" per più ore al giorno, tutti i giorni, per nove mesi consecutivi e per cicli di 3 o 5 anni. Ne consegue un'usura psicofisica importante che, proprio in ambito psichiatrico vede le sue maggiori conseguenze." (Vittorio Lodolo D'Orìa, Inidoneità dei docenti: le patologie che la determinano, ottobre 2012).
Giuseppe Aragno - 12-10-2012
Non si comprende bene ciò che significa il ddl 953 (già legge Aprea), se non si hanno presenti l'articolo 3 della Costituzione, che attribuisce alla scuola il ruolo essenziale di rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno esercizio della cittadinanza, e l'articolo 5, che limita il campo delle autonomie locali alle esigenze del decentramento amministrativo. Sono questi articoli che danno valore di dettato costituzionale alla libertà d'insegnamento e all'istituzione della scuola della Repubblica per sua natura gratuita e obbligatoria.
Non ci sono dubbi: letto senza pregiudizi, il Decreto 953 si rivela del tutto incompatibile con i vincoli normativi definiti dalla Carta costituzionale. E non si tratta, come si tenta di insinuare da più parti, di un giudizio nato all'interno del mondo della scuola per ragioni puramente ideologiche, spinte conservatrici e ostilità preconcetta a non meglio identificati venti di cambiamento.
Fuoriregistro - 10-10-2012
La richiesta di dimissioni d'un ministro è un gesto forte, ma il documento che presentiamo ai lettori motiva ampiamente la decisione. Profumo sta conduceno alle estreme conseguenze il progetto di smanlellamento della scuola pubblica, avviato da governi precedenti. La sua presenza al ministero si segnala ormai per autoritarismo, scarsa competenza e un'adesione integralista a quella visione neoliberista della società che ha la responsabilità storica dello sfascio economico, politico e soprattutto morale del Paese.
"Fuoriregistro" è tra i promotori dell'iniziativa. Chi ne condivide la scelta può firmare per adesione utilizzando il link in calce al documento.
Maurizio Tirittico - 09-10-2012
Ho letto con molto interesse il documento varato dal Coordinamento nazionale per la Scuola della Costituzione, che verrà discusso a Firenze il prossimo 13 ottobre. Sono fondate le critiche al pdl 953. In effetti, riuscire a convertire la proposta Aprea, avanzata da una visione politica che era quella del Pdl, in una proposta che sia in grado di riscuotere un largo consenso, anche da parte di schieramenti politici diversi per quanto riguarda la concezione che si ha della scuola, o meglio del Sistema educativo nazionale di istruzione e formazione, è assai difficile! Ne è uscito fuori quel pateracchio che in effetti - penso - non piacerà alla Scuola della Repubblica e forse neanche alla stessa Aprea! Tuttavia, quando si ha a che fare con l'attuale regime del "volemose bene" in attesa di dissotterrare le asce quando si avrà certezza delle elezioni prossime venture, è un po' difficile non avere a che fare con pateracchi.
Giuseppe Aragno - 08-10-2012
E' inutile tirare a campare e fingere di non capire. Ormai c'è davvero di che preoccuparsi. Ieri a Genova, pochi giorni dopo le violente cariche contro gli studenti e alla vigilia di una manifestazione nazionale della scuola, il ministro Profumo non ha esitato ad affermare che "il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po' di bastone e un po' di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po' di più il bastone e un po' meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe".
Bisogna che il ministro l'abbia chiaro: non ci fa paura. Chi ogni giorno, per passione civile, prima ancora che per dovere professionale, nelle scuole e nelle università, forma coscienze critiche, non muterà rotta per approdare a rinnovate barbarie. Ci fa da bussola un imperativo etico e abbiamo una stella polare: denunciare con fermezza i rischi sempre più evidenti che corre la democrazia.
Lara Giunta - 06-10-2012
Nelle piazze italiane, durante le manifestazioni vengono schierati in assetto antisommossa Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Nessuno di questi corpi ha sulle proprie divise segni identificativi che li renda riconoscibili.
In caso di abusi il poliziotto non è riconoscibile e quindi non è perseguibile: resta così sempre impunito.
Chiediamo l'immediata introduzione dei numeri identificativi per le forze dell'ordine in assetto antisommossa.
Giuseppe Aragno - 06-10-2012
Non lasciamoli soli, gli studenti, come soli lasciamo ormai da tempo gli operai, come già facemmo due anni fa, tutti assieme, docenti, genitori e comitati di lotta. I filmati chiaro: questa è la polizia di Genova e De Gennaro, il "servitore dello Stato" promosso a sottosegretario, dopo la Diaz, in un governo che nessuno ha eletto e manomette diritti e principi costituzionali.
Cancellieri riparte da dove s'era fermato Maroni il 14 dicembre del 2010, nel giorno d'una violenza peggio che fascista, d'una miseria morale che non ha precedenti nella storia della repubblica. E chi ha la memoria corta farà bene e ricordarlo: quel giorno, mentre un'intera generazione protestava e prendeva botte attorno ai palazzi d'un potere squalificato, in Parlamento autodefiniti deputati compravano e vendevano voti per tenere in piedi un governo che non aveva più nessuna maggioranza nel Paese.
Laura Alberico - 06-10-2012
Rabbia e indignazione per i mali della società cosiddetta "civile". Politica e istituzioni non più sull'orlo dell'abisso ma crollati ormai sotto menzogne, coperture, connivenze e imbrogli. Tutto questo alla luce del sole, un sole malato come le coscienze che dovrebbero rappresentare e dar voce alle esigenze, alle necessità spesso urgenti per i diritti negati. Cosa si può insegnare ai giovani?
Emanuela Cerutti - 05-10-2012
Non è finita la giornata e non finiranno qui i racconti della protesta.
Troppo facile sarebbe incasellarla nel fervore incosciente e che non porta a nulla di giovani che, ancora, il peso delle responsabilità non lo portano.
Bisogna ripulirla dai facili pregiudizi e raggiugerne il cuore.
Ormai - posso dire da che mondo è mondo? - c'è chi decide e chi non è d'accordo. La differenza è che chi decide fa e chi non è d'accordo subisce, anche quando il campanello di casa porta la scritta "Repubblica democratica".
Ermenegildo Caccese e altri - 05-10-2012
Ma di che cosa sta parlando, signor sottosegretario? Non conosce i provvedimenti e le leggi che il governo di cui egli stesso fa parte sta realizzando, e gli effetti devastanti che questi hanno su scuola ed università? Di che parla? Forse pensa che la sua - mai autentica - 'integrità' di maestro di strada possa realizzarsi con delle dichiarazioni generiche di intento, che non verranno mai attuate? Basta: finisca di prenderci in giro, il maestro di strada, torni alla bella tavola imbandita a saziarsi, con le risorse che il governo di cui fa parte sta sottraendo al sostegno a scuola, università e sostegno alle categorie a rischio. Basta: non sa, l'ex maestro di strada, ora sottosegretario, che non può raggirarci? Perché non se ne sta zitto?
Lorenzo Picunio - 04-10-2012
Un numero adeguato di posti di sostegno nella scuola pubblica italiana, una continuità didattica degli insegnanti di sostegno nelle scuole, la garanzia dell'effettiva integrazione degli alunni con disabilità nella scuola italiana, dalla scuola dell'infanzia alla superiore.
Giuseppe Aragno - 02-10-2012
La statalistica è scienza e guai a dubitare: il Paese nell'insieme è fatto ormai di "montiani di ferro" e montiana è la stampa che conta. Non si perde occasione per cantarne le lodi. Pochi giorni fa, dopo il lamento d'obbligo sulla nostra scarsa dimestichezza con la lingua inglese, politologi d'ogni colore, editorialisti e osservatori politici sono andati tutti in brodo di giuggiole, perché Monti ha deciso di "invertire la tendenza" e, invece d'investire sulla scuola per potenziare l'insegnamento delle lingue, ha segnato sul calendario della nostra vita politica un nuovo insuperabile record. La svolta è epocale, s'è detto: per la prima volta nella storia degli esecutivi italiani, sul sito web istituzionale è apparso un comunicato stampa nella lingua di quella che fu la "perfida Albione". Chiunque si prenda la briga di dare uno sguardo rimane stupito: il titolo della prima informativa nella lingua imperiale è affascinante: track. Una musica deliziosa per timpani educati. C'è della poesia in questo governo tecnico e davvero non si può negarlo: Monti ha avviato una rivoluzione, anche se, da buon moderato, s'è limitato per ora all'inesplorato campo linguistico.
Cosimo De Nitto - 02-10-2012
«Laurearsi per laurearsi serve a poco. Se ci si laurea male si hanno competenze modeste, che portano poco lontano, meglio non inseguire il titolo per essere dottori per forza. Meglio avere una formazione tecnica spendibile. Bisogna ridare dignità al lavoro tecnico e operaio».

(Voglio simulare una domanda da quiz, tipo Musichiere, Lascia o raddoppia, ... o una domanda del concorso-Profumo p.v.)

Domanda: secondo voi chi ha pronunciato queste parole?

A questa domanda io avrei risposto: Adolfo Pick. Non è molto noto, forse, ma non è un Carneade qualsiasi. Perché proprio lui?
Vincenzo Pascuzzi - 01-10-2012
A Roger Abravanel piace il concorsone di Profumo, ne è entusiasta. E' uno dei pochi, se non l'unico, ad apprezzarlo al di fuori dei vertici Miur. L'aveva anticipato qualche settimana fa sulla prima pagina del Corriere della Sera e lo conferma adesso, appena pubblicato il relativo decreto
La notorietà e una certa fama di Abravanel sono recenti (2008) e dovute alla pubblicazione del saggio "Meritocrazia. Quattro proposte ecc. ...".
E' accaduto che parlare di Merito e Meritocrazia ai rappresentanti politici di una realtà nazionale che ne è carente o priva (v. raccomandazioni, cooptazioni, scambio di favori, mazzette, casta, ...), ha provocato la loro adesione entusiasta, ipocrita, solo di facciata, ma non operativa, fattiva, concreta e reale. Non poteva essere altrimenti, infatti a nessuno conviene, né piace tagliare il ramo su cui sta seduto, appollaiato o solo aggrappato! Perciò applausi, adesioni, celebrazioni del merito e della meritocrazia sì, ma solo verbali, di facciata, non operative, quasi per far vedere di specchiarsi in esse.
Enrico Maranzana - 29-09-2012
L'orientamento del sistema scolastico impresso dal legislatore è bypassato da quanti hanno la responsabilità di concretizzarlo; un diaframma impenetrabile inibisce ogni forma di contatto tra le due parti in campo: da un lato si prefigura una scuola proiettata verso il futuro, dall'altro lato l'indisponibilità a cambiare punto di vista inibisce l'adeguamento dell'istituzione al mondo contemporaneo . La linea di demarcazione tra i due fronti è prossima alla luce guida; due esempi ne mostrano la collocazione: il primo riguarda il bando di concorso per la selezione di nuovi insegnanti che prevede un vaglio che, mettendo fuori scena il fine istituzionale , ripropone il modello di scuola in auge nelle società statiche. Un'impostazione a cui fa eco, rinforzandola, il DDL sull'autogoverno delle istituzioni scolastiche elaborato dalla VII commissione cultura della camera .
Claudia Fanti - 29-09-2012
E' lecito pensare a un reclutamento che successivamente valorizzi i percorsi universitari e i tirocini rendendoli tutti abilitanti per i giovani che hanno studiato e aspirano all'insegnamento? Qualcuno mi può spiegare che senso ha tutto ciò che sta invece avvenendo? Tra l'altro i concorsi hanno più volte dato prova della loro assoluta inaffidabilità e del fatto che inducono il candidato a farsi pecora più che professionista libero e indipendente in previsione di una giusta e costituzionale libertà d'insegnamento.
Cosimo Scarinzi - 28-09-2012
Il governo dei tecnici da un'ulteriore prova della propria incompetenza, le inefficienze del sistema informatico del Ministero dell'Istruzione ritardano il pagamento degli stipendi ai 21.000 neo immessi in ruolo nella scuola.
Dopo un mese di lavoro i colleghi e le colleghe neo immessi in ruolo nella scuola si sentiranno dire che ci sono difficoltà "tecniche" e che, per quanto riguarda lo stipendio, domani è un altro giorno e si vedrà.
Lorenzo Picunio - 28-09-2012
L'edilizia scolastica italiana ha bisogno di molti aiuti, essendo che la maggioranza degli edifici scolastici ha superato i cinquant'anni.
Ogni giorno le cronache locali, in giro per il paese, registrano cadute di soffitti e calcinacci, perdite d'acqua, infiltrazioni.
A volte è messa in pericolo anche la sicurezza degli studenti, un tema sul quale pure si sono fatte meritorie campagne e migliaia di corsi d'aggiornamento per il personale.
Anche il sovraffollamento di molte classi mette in discussione la sicurezza delle scuole.
Ilaria Donatio - 27-09-2012
Ma guarda un po' se la cosa più sensata, quasi banale, ma al tempo stesso politica, la doveva dire un ministro tecnico come Francesco Profumo, titolare del Dicastero all'Istruzione del governo Monti: "Il nostro Paese è sempre più multietnico, e nelle nostre scuole ci sono studenti che provengono da culture, religioni e paesi diversi. Bisogna perciò cambiare modo di fare scuola". Perché oggi la scuola è "più aperta, più multietnica, capace di correlarsi al mondo". E dunque c'è la "necessità di una revisione dei programmi, non solo di religione, ma anche di geografia, in questo senso, in questa direzione".
Fuoriregistro - 27-09-2012
E' frutto d'un lavoro collettivo. Indica un modello di sistema formativo del tutto alternativo a ciò che da anni propongono governi incompetenti, espressione d'una visione neoliberista della società, responsabile dello sfascio morale, prima ancora che economico e politico non solo del nostro Paese, ma di un'Europa che, dichaiarandosi unita, ha messo assieme solo i privilegi e s'è costituita in Statoi teocratico la cui divinità si chiama mercato.
E' vero, si parla più di università che di scuola, ma l'università è interesse specifico del mondo della scuola che nel documento, comunque, un suo ruolo ce l'ha ed è indiscutibilmente migliore di quello che le hanno assegnato, da destra come da sinistra i ministri che se ne sono occupati da Berlinguer a Profumo.
Giuseppe Aragno - 26-09-2012
A sentirli parlare, Profumo, Rossi Doria e Ugolini c'è chi giustamente si chiede: "qualcuno ci dovrà spiegare chi ci guadagnerà da questa barbarie"... Non dirò che sia facile disegnare il campo dei barbari che speculeranno sulla barbarie, ma una prima indicazione la si può dare senza timore di smentite. Circolano nelle scuole e giungono indiscriminatamente sui pc degli insegnati mail di propaganda che un'idea te la danno.
Si dice ed è vero: spesso un esempio vale più di mille discorsi. Eccolo qui, debitamente modificato per non fare malaccorta pubblicità e non offrire occasioni a prevedibili richiese di danni materiali e morali. Il danno, quello vero ed evidente, lo subisce la scuola.
Emanuela Cerutti - 26-09-2012
Il concorso ... rappresenta ''una grande opportunità'' per i docenti.
Ne è convinto il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, secondo cui ''le persone con grande saggezza parteciperanno, perchè è data loro la possibilità, indipendentemente dalla loro posizione in graduatoria, di accelerare il loro percorso e di entrare in ruolo prima di altri".

Collettivo Autorganizzato Università - 25-09-2012
Ormai siamo ad uno stadio avanzato: "non c'è trucco, non c'è inganno", ma non c'è nemmeno un illusionista. La notizia scovata qualche giorno fa su Il Tempo è paradigmatica nella sua autentica brutalità. La FIAT lancia, con la collaborazione del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, il progetto "FIAT likes U": "Fiat mette a disposizione un servizio di car sharing gratuito e accessibile online; 8 borse di studio da 5.000 euro per tesi di laurea legate al mondo automotive e 8 stage retribuiti in azienda, oltre a promozioni speciali per gli universitari che acquisteranno una vettura Fiat a tassi super agevolati per i laureati con lode".
Maurizio Tiriticco - 24-09-2012
...che le prove siano ben fatte!!! Dopo tanti anni ecco finalmente il concorso! La polemica divampa su più fronti e non voglio entrare nel merito della scelta effettuata e delle finalità perseguite. Mi limito soltanto alle modalità operative come emergono dalle bozze in circolazione, ufficiose, ma non più di tanto, quindi sui contenuti delle prove e le modalità delle correzioni e delle valutazioni.
Marco Palone - 24-09-2012
Segue il testo di una lettera a Napolitano, redatto da un gruppo di insegnanti che espongono non tanto il loro problema, ma quello più generale dello smantellamento delle istituzione italiane all'estero, sotto i colpi di una politica di rispamio miope, che taglia anche le possibilità di sviluppo e crescita.
Giuseppe Aragno - 22-09-2012
I numeri anzitutto: 30.000 operatori fermi (stipendio medio 76mila dollari l'anno), 350-400 mila alunni senza docenti dall'asilo alla high school, 700 scuole chiuse, 114 a orario ridotto: niente scuola a Chicago per sette giorni. Insegnanti in sciopero generale.
Non ce l'hanno detto perché nelle colonie vige il coprifuoco, ma nell'eden della valutazione i docenti hanno bocciato il sindacato - la Chicago Teachers Union - e rifiutato accordi penosi che qui da noi diventano dono della provvidenza. Il bello è che nessuno s'è scandalizzato, neanche i genitori, per i quali lo sciopero è stato una mazzata. Il sogno americano produce incubi e fuori dalle scuole non c'è ragazzo che non rischi di trovarsi nei guai. Senza puntare l'indice, i genitori si sono organizzati e se non s'è trovato dove mandarli, se ne sono stati a casa con i figli.
Laboratorio ora alternativa - 21-09-2012
La narrazione tratta un tema di educazione civica, la Dichiarazione dei Diritti dell'Infanzia, in maniera originale: come "regole per essere felici". Dal punto di vista didattico, tutti i bambini "hanno contribuito in egual misura", secondo quanto riferisce la docente, e i materiali grafici e audio sono di loro originale e autonoma produzione. La docente ha provveduto a mettere in sequenza gli argomenti e ad aggiungere musiche e qualche foto. I bambini hanno sperimentato i benefici del dialogo e della collaborazione tra loro. Dal punto di vista comunicativo la narrazione si presenta fresca e ritmata, con un'alternanza di immagini e foto nella comunicazione visiva e vivaci scambi di battute negli audio. Le voci dei bambini, nella loro spontaneità, lasciano emergere l'entusiasmo con cui hanno lavorato al progetto.
Claudia Fanti - 20-09-2012
Non ho più parole per descrivere e raccontare la lontananza che si è instaurata negli anni tra scuola reale e immaginario collettivo su ciò che la scuola è nella quotidianità...Vorremmo soltanto essere lasciate in pace a lavorare con il niente che abbiamo e che là, al quartier generale, si mettessero in testa, in quelle teste dure, che ormai è da tempo immemore che stiamo tappando le falle di un sistema dimenticato dalla politica e dai governi, quando si tratta di investire nella scuola e rispettare i lavoratori della conoscenza per il ruolo vitale che hanno nel Paese, un sistema ricordato invece quando si tratta di "rimpicciolire", "tagliare", ridimensionare. E vorrei ricordare, a scanso di equivoci e recriminatorie da parte di chi snocciola numeri sulle scuole europee, che la scuola italiana integra, include, accoglie, prende, ingloba...e perciò non va superficialmente confrontata ad altre ben diverse scuole per qualità e rispetto della dignità umana.
Cosimo De Nitto - 19-09-2012
I governi e i governanti fanno tante cose. Spesso hanno mille incarichi e quanto rendano su tanti fronti solo il padreterno lo può sapere. Quanto all'attività di governo la loro azione si può schematicamente dividere su due piani: quello più propriamente politico che investe le decisioni, gli atti legislativi e quelli di governo più tecnicamente intesi; e quello della presentazione e della comunicazione, diciamo pure della "giustificazione" degli orientamenti e degli obiettivi che guidano l'azione di governo.
Relativamente al governo attuale della scuola ciò che lo connota in modo marcato è la discrasia al limite della contraddizione tra ciò che ministro e il suo entourage dichiarano a livello di principi e ciò che fanno in realtà con gli atti di governo concreti.
Guido Lapillo - 19-09-2012
Scontata la pervenuta solidarietà del Direttore Generale Usr Lombardia agli idonei del concorso DS, così come si può ritenere di rito il rammarico per non aver potuto siglare con gli stessi gli agognati contratti e spedirli a dirigere le scuole lombarde. Glisso sulla previsione che "questi docenti possano diventare risorse effettive di sviluppo qualitativo della scuola della Lombardia", anche perché il Direttore farebbe meglio aspettare e vederli all'opera, prima di azzardare ardite previsioni. Poi ci sono i soliti richiami alla correttezza procedurale dei lavori della commissione e la certezza che la giustizia non mancherà di riconoscere tale correttezza, nonché valutare gli effetti benefici che lo sblocco delle nomine avrà sulla scuola lombarda.
Suggerirei al Direttore Usr Lombardia di considerare qualche altro aspetto di questa martoriata procedura concorsuale...
Enrico Maranzana - 18-09-2012
La densità del lavoro di Marta De Vita è stata alla ribalta in questi giorni, al momento del suo commiato. La sua eredità non andrà dispersa se le sue idee saranno messe a frutto.
La lungimiranza del suo procedere è riflessa con nitidezza dal tema "competenze": il momento della relativa certificazione non ha condizionato la sua azione ma, come una mosca bianca, ha agito per indicare strategie idonee alla loro promozione.
Emblematico il progetto ministeriale per l'indirizzo informatico Mercurio, da lei diretto alla fine degli anni 80, fulgido esempio di come si DEBBANO ideare Pof funzionali al conseguimento delle finalità del Sistema educativo di istruzione e formazione.
Claudia Fanti - 18-09-2012
La questione del concorso e dei precari dovrebbe muovere ogni coscienza che si dica democratica e civile. Non ci sono giri di parole, analisi storiche, giustificazioni di alcun tipo per sostenere che questo concorso annunciato debba essere bandito. Non ci possono essere né se né ma. Spero ancora che il ministro Francesco Profumo si renda conto della disfatta politica, umana e professionale, a cui vanno incontro lui, i suoi sottosegretari e molti silenti dirigenti e docenti di ruolo.
Lorenzo Picunio - 17-09-2012
Le spese militari sono ancora la metà di quelle per l'istruzione (grazie anche a idee ignobili, come le portaerei e i costosissimi e inutili caccia F 35): un dato inqualificabile, nel momento in cui è chiaro a tutti come l'istruzione è il futuro di tutti noi, è la prospettiva dei nostri giovani in un'Europa che si potrà innovare solo alzando il livello della cultura e della preparaziuone delle persone.
Paolo Giugliano e Alfonso Marino - 17-09-2012
Le condizioni storiche e ambientali di molte aree del Meridione evidenziano difficoltà e problematiche non risolte. L'evasione scolastica con il suo collegamento al lavoro illegale e alla manovalanza per la camorra, rappresenta un disagio evidente e diffuso. Un problema che deve veder impegnate in prima istanza le istituzioni pubbliche, le imprese, le parrocchie. Una prima possibile iniziativa è conoscere il fenomeno. La rilevazione non basta, ma è un primo passo. Il problema di fondo è che "il banco" per molti ragazzi è una sofferenza, dunque la scuola è lontana, altrove. Il problema sono i programmi, i contenuti, ma anche le modalità ed il luogo in cui la lezione si svolge. È necessaria una riflessione profonda. Nella stessa città, il programma di studi dovrebbe essere adattato alla diversa realtà di provenienza che i ragazzi rappresentano: far comunicare le differenze, facile a dirsi, facili a farsi, ma questa è la sfida.

Monica Capezzuto - 14-09-2012
E' iniziato un nuovo anno scolastico, ma le scuole del comune di Napoli (asili nido e scuole dell'infanzia che ospiterebbero ben 9000 bambini) non erano pronte. Fisicamente e psicologicamente. Perennemente sotto organico, con i vincoli di bilancio e una sudata delibera sull'indispensabilità dei servizi, con ben - ironico - 37 incarichi annuali conferiti a fronte di un fabbisogno che sfonda il muro delle 300 unità, è suonata la campanella. Ma sembrano più campane a lutto. Bambini in una fascia d'età delicatissima - 0 a 6 anni - si sono ritrovati facce nuove ad accoglierli. Se non hanno addirittura trovato i portoni chiusi. In un giorno si sono frantumati tutti i principi che vogliono, nell'accoglienza, una delle fasi più delicate di un intero anno: sbagliare l'accoglienza nei primi giorni, significa distruggere un anno scolastico.
Coordinamento nazionale - 14-09-2012
Per dire:

SI' al rilancio della democrazia scolastica per un'effettiva libertà di insegnamento; NO alla proposta di legge 953 ex Aprea e al decreto sul Servizio Nazionale di Valutazione, che - rafforzando i poteri manageriali del dirigente e quelli del ministero - contrasta con i principi di autonomia degli Organi di democrazia scolastica
Unione Sindacale Italiana - 13-09-2012
La proposta rivolta ai docenti precari di Mantova è stata quella di conciliare in base all'art. 135 del Contratto, rinunciando agli effetti della sentenza pur di ricevere la supplenza. Sembra pertanto che i docenti coinvolti avrebbero sottoscritto la conciliazione, rinunciando al giudicato della sentenza per avere in cambio una supplenza.
Giuseppe Aragno - 13-09-2012
Dallo Speciale Racconti



La crisi non abita in Costa Smeralda. Proprietà privata più che repubblica nata dalla Resistenza, Porto Cervo è un groviglio di ville e prepotenti divieti; è cemento con velleità di architetti in un mondo di "case fotocopia". Non c'è storia, non ci sono radici, si vive secondo logiche da "usa e getta", come insegna la filosofia del mercato, ma nel suo genere è un capolavoro: un nulla riempito di milioni.
Porto Rotondo, per sfida, tiene all'ancora uno squalo nero, un lungo siluro con la bocca vorace e gli occhi sottili che promettono pazzie; in Piazza Quadra persino una platinata ottantenne s'è rifatta le labbra visibilmente crucciate per "Fabrizio, poverino, che stasera non sarà dei nostri, ma che vuoi che ti dica? Una volta i giovani sfidavano la vita e la lotta era bella".
E' un rimpianto risentito, da vita sprecata, questo della vecchia, da vita per se stessa vissuta, vita per cui non conta un altro tempo, il tempo degli altri coi suoi giovani e le sue sfide.
Enrico Maranzana - 12-09-2012
Il programma per il concorso a cattedra, rilasciato dal Miur per selezionare i futuri insegnanti delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria, è analogabile a quello di un ospedale che intende selezionare chirurghi in base all'abilità di maneggiare il bisturi.
Le politiche del personale trovano la loro significatività nei caratteri dell'ambiente in cui avverrà l'inserimento degli aspiranti al posto di lavoro. Si tratta di un principio universalmente condiviso e applicato .. ma .. il Miur l'ha eluso (non è la prima volta che prima volta che il ministero decide di rimanere al calduccio della tradizione, dimentico del sistema di regole in cui l'istituzione è immersa. Si veda ad esempio quanto è avvenuto per il concorso dei dirigenti scolastici: in rete "La scuola è stata imbalsamata".) : le conoscenze disciplinari costituiscono l'asse portante del bando.
Claudia Pepe - 12-09-2012
... di professione insegnante. Quasi perfetto se non fosse per quel sostantivo: insegnante. Sì perchè io sono insegnante precaria.
Precaria nei tempi, nella didattica, nella retribuzione, nella socialità. Negli ultimi giorni delle mie vacanze, trascorse a casa perché, come lei ben saprà, il mio stipendio cessa a Giugno, è deflagrato nel mio futuro e nei miei travagliati sonni il suo Eureka: l'annuncio del suo innovativo concorso. Allora ho incominciato a leggere e ascoltare ...
Claudia Fanti - 11-09-2012
Su tanti annunci ministeriali, come su quello della valutazione di sistema si può soprassedere, tanto esprimersi non serve a nulla. Ma sulla vicenda del concorso e dei precari non è possibile astenersi dal commentare. Credo sia un dovere e credo che uno stato civile non possa trattare come sudditi privi di valore tante persone che hanno lavorato, studiato, superato corsi, conseguito idoneità, abilitazioni, master... e fatto molteplici e complicate esperienze sul campo tanto da poter insegnare e rivelare a qualunque ministro le vere problematiche della scuola. Sarebbe un bene ascoltare qualche consiglio da loro su vari ambiti, anzichè fingere che non esistano o fingere che il loro numero sia ridotto a poche migliaia di unità, quando si sa che superano il centinaio di migliaia!
Enrico Maranzana - 11-09-2012
"La valutazione è l'araba fenice dell'intero nostro sistema scolastico! Nessuno sa che cos'è!" è lo stimolo che Maurizio Tiriticco lancia, affrontando sia quel pasticciaccio brutto del TFA, sia il regolamento sulla valutazione.
La questione di fondo riguarda il livello del punto di vista da cui osserviamo la realtà scolastica che, come le cipolle, è a più strati.
Collochiamoci su un piano superiore a quelli del dibattito in corso per prefigurare un mansionario che compendi le competenze richieste ai novelli insegnanti.
Due sono le principali vie risolutive...
Giorgio Di Marco - Anffas - 10-09-2012
Credendo all'importanza del processo d'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, per cui siamo come Paese di esempio a livello internazionale da più di 35 anni, chiediamo cortesemente di dare larga diffusione all'appello - documento allegato rivolto ai dirigenti scolastici attraverso i propri canali d'informazione.

ANFFAS è consapevole che il processo dell'inclusione scolastica, in questo momento, attraversa una fase critica a causa del contesto economico, sociale e politico. Per tale ragione è particolarmente impegnata nel ribadire e difendere il ruolo centrale dell'Istituzione scolastica che è il primo luogo di formazione che una persona incontra dopo la famiglia.
Carla Giulia - 10-09-2012
Aula di informatica gremita di insegnanti vocianti.
Dopo un'ora di spiegazioni tecniche (?), uno dei docenti - allievi fa presente che il programma in questione presenta opzioni che danno per scontate scelte che il Collegio dei Docenti non ha mai effettuato.
Il docente - insegnante risponde : "non ho capito" !
Questo è il punto!
Molti insegnanti non sanno più cosa vuol dire confrontarsi in sede di Collegio dei docenti per prendere decisioni, fare scelte insieme.
Gli organi collegiali sono stati svuotati di significato e il Collegio dei Docenti è diventato il luogo dove il Dirigente informa gli insegnanti di scelte fatte da altri.
L'Università che vogliamo - 06-09-2012
Ieri, 05/09/2012, presso la sede dell'Istituto Superiore "Bonomi Mazzolari" di Mantova, si sono tenute le convocazioni per le assegnazioni delle nomine dei precari per i contratti a tempo determinato.
Durante la mattinata si è verificato un fatto grave: il provveditore di Mantova dottoressa Bianchessi ha letto una circolare del Direttore Generale dell'USR Lombardia Colosio che diceva che "non potranno essere stipulati con i ricorrenti nuovi contratti a tempo determinato stante che il carattere illecito dei contratti vieta all'amministrazione di avvalersi nuovamente di quel lavoratore per il futuro".
Con questo atto intimidatorio vengono lasciati senza lavoro 150 precari, abilitati ed inseriti a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, che hanno prestato servizio nella scuola pubblica per anni, svolgendo il proprio lavoro con professionalità e passione, nonostante la difficoltà di vivere in una costante situazione di incertezza.
Precari uniti contro i tagli - 05-09-2012
C'è chi torna sfinito dal presidio dei Precari Uniti Contro i Tagli al MIUR, ma la lotta non è terminata. I docenti precari non si sono dati per vinti. Per provare a bloccare il bando per l'assunzione di insegnanti, molti dei quali chiamati a rimettersi in prova per l'ennesima volta dopo anni trascorsi in cattedra, hanno lasciato altri compagni che hanno dato il cambio per la notte. La stanchezza è tanta, la pioggia ininterrotta li ha ridotti allo stremo delle forze, ma la rabbia e la voglia di lottare affinché la scuola non venga distrutta è più forte di ogni altra cosa. Per questo la loro protesta continuerà...NO PASARAN!
Per tutta la giornata, in viale Trastevere, davanti al Ministero dell'Istruzione, la manifestazione di protesta dei docenti ha chiesto un incontro col Ministro che non l'ha tenuta in alcuna considerazione.
Giuseppe Aragno - 05-09-2012
Poche note su scuola formazione e ricerca, a margine di un dibattito che sconcerta, partendo da un principio: non è vero che la storia non insegna nulla. Nel cuore di una crisi che sembra economica ma riguarda anzitutto la democrazia, va sempre così e non aveva certamente torto Robespierre: in una fase di transizione, gli uomini che cercano soprattutto il bene pubblico sono le prime vittime di coloro che cercano solo se stessi. Diciamolo chiaro: c'è un nuovo dio, la valutazione. Governa la formazione con l'ambizione di una rivoluzione etica e gioca la sua partita tra verità e finzione. La buona novella ha un nome che incanta: si chiama merito e in un tempo buio non fatica a trovare credenti.

"il Manifesto", 7 settembre 2012
Enrico Maranzana - 04-09-2012
Sono più di quarant'anni che nelle scuole configgono due partiti: da un lato agiscono le forze che operano per fronteggiare il vorticoso e disordinato dinamismo della società, dall'altro lato quelle abbarbicate alla tradizionale struttura di comando, sostenitrici di tradizionali pratiche didattiche. La decisione di valutare i dirigenti scolastici è una scelta di campo: allinearsi sul secondo fronte.
Maria Fortino - 03-09-2012
Perchè no al concorso per aspiranti docenti nelle scuole voluto dal Ministro Profumo? In primo luogo occorre sgomberare il campo da inutili fraintendimenti, basta dunque con questa diatriba, fasulla, che vedrebbe opposti i giovani neolaureati ai vecchi precari della scuola. Il no al concorso è un no secco e chiaro, un no senza se e senza ma. Il no al concorso non è dettato dalla volontà di proteggere alcuni piccoli "privilegi" se così vogliamo dire, i motivi che generano l'opposizione a questa vecchia trovata del Ministro Profumo sono di natura diversa. Un concorso non è un percorso formativo e pratico, si tratta di una semplice lotteria dove non si perseguono fini formativi, appunto, ma semplicemente si vanno a misurare la quantità di nozioni in possesso dei candidati.
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