Lia - anno scolastico 2010-2011
Liana Gerbi - 07-07-2011
Molti hanno l'aria di esserne ben convinti: leader e manager si diventa ...dopo aver frequentato l'apposito Corso, obbligatoriamente -e gratuitamente- previsto dal Ministero. Si diventa, cioè si acquisiscono d'emblée, e fino alla fine della propria carriera, abilità e capacità, attitudini alla comunicazione efficace, al sostegno e alla valorizzazione delle risorse umane, ecc...
Se anche voi nutrite qualche dubbio in proposito e noi ne abbiamo (e di fondati) molti, abbiate la cortesia di seguirci in questo breve itinerario che ci conduce lontano dalla nostra terra, proprio per meglio osservare e comprendere la nostra realtà culturale, ambientale, emotiva.
Liana Gerbi - 14-12-2010
Tornare una volta di più sulla definizione di counseling è un modo per contribuire a una sempre maggiore chiarezza rispetto alla nostra professione. Quando una disciplina diventa chiara diventa più facilmente trasmissibile. Diventa più forte. Questa chiarezza si impone, come bisogno, per aiutarci a cogliere e a definire lo spazio del counseling nell'ambito delle scienze umane. In particolare, è importante definire il confine fra counseling e psicologia, fra counseling e psicoterapia. Mi sembra che esista confusione in merito e che occorra dibattere questo argomento per evitare fraintendimenti.

Il counseling non è psicologia e non è psicoterapia, come psicologia e psicoterapia non sono counseling. Si tratta di discipline diverse con ambiti di competenza diversi. E' importante che esista un confine che indichi chi è il counselor, chi è lo psicologo, chi è lo psicoterapeuta e quali sono gli ambiti di competenza di queste professioni.
Liana Gerbi - 15-11-2010
Sono formata in Counseling scolastico....ma ho sempre lavorato PRIMA di TUTTO sul POTENZIALE UMANO", sulla facilitazione della comunicazione.
I mass media, le nuove tecnologie SEMBRANO rendere la vita piu' ricca e facile ... ma il valore... il TESORO che e' in ognuno di noi nella nostra UNICITA' ed IIRRIPETIBILITA' chi riesce a TRARLO fuori con sapiente arte MAIEUTICA?
EDUCARE = EX DUCERE = PORTARE FUORI
Che cosa ?
LA parte MIGLIORE di NOI !!!
Quanti Insegnanti oltre che dispensare SAPERE ... COMUNICANO SAPERE e sollecitano il POTENZIALE che c'e', ESISTE nell'allievo?
Purtroppo sono per primi gli INSEGNANTI oltre ai GENITORI talvolta a MORTIFICARE lo sviluppo del potenziale ... non riconoscendolo per primi DENTRO di LORO .
Liana Gerbi - 11-11-2010
Chi comunica orienta e dirige il proprio sforzo per farsi comprendere, per influenzare, per valutare, per ascoltare ed esprimere: problemi, necessità, interessi, opinioni, ecc. Tutto ciò ci permette di entrare in relazione di comunicazione con gli altri.
Come esempio di tale atto comunicativo vogliamo presentare come avviene l'investimento di energia che spesso viene richiesto nella relazione tra insegnanti e allievi.
Ciò che il ragazzo comunica all'insegnante è influenzato dalla reciproca percezione.
Il processo di percezione è determinato dalla valutazione che si ha della persona con cui si interagisce. Questa valutazione definisce il processo di attribuzione di intenzioni in funzione dell'azione comunicativa in atto tra gli attori stessi della comunicazione: richiesta di aiuto, valutazione, ordine, sanzione, ecc...
Rete Scuole di Italiano per Migranti di Bologna - 25-10-2010
E' iniziato quest'estate l'iter per l'approvazione dell'Accordo di Integrazione previsto dal Pacchetto Sicurezza, che introduce un sistema di prove e crediti ai fini dell'ottenimento del permesso di soggiorno.
Tra le velleità, le astrattezze, le ipocrisie e le incoerenze che animano tutto il provvedimento non ci stupisce di trovare tra i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno anche la competenza linguistica: il migrante ha due anni di tempo per raggiungere un livello di certificazione A2 ed ottenere così 20 crediti. In caso di mancata certificazione il permesso di soggiorno è dapprima prorogato di un anno e poi revocato. A partire da dicembre la stessa certificazione A2 sarà vincolante per l'ottenimento del permesso per soggiornanti di lungo periodo, un documento a tempo indeterminato che riconosce ai migranti maggiori diritti e welfare, liberandoli dall'incubo di ritornare all'irregolarità se perdono il lavoro.
È evidente che non contestiamo l'utilità dell'apprendimento della lingua italiana, ma siamo contrari ad un disegno che lo pone come requisito per l'accesso ai diritti.