Alessandra Righini - 01-03-2010
Con toni trionfalistici il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini ha annunciato, il 4 febbraio scorsa, un evento epocale: l'avvio della Riforma delle Scuole Superiori.
Gli annunci ad effetto sono, infatti, una specialità di chi ci governa, ma è impossibile per chi ha un minimo di capacità critiche non vedere i punti di debolezza della questione, anzi, il caos in cui si trovano la scuola e le famiglie italiane.
Innanzitutto, a voler essere precisi, questa non è una Riforma bensì un semplice riordino delle Superiori, o, peggio ancora, una Controriforma. Affermo questo perchè non è stato minimamente avviato un dibattito intorno al modello di cittadino e di società verso il quale si vuole andare in futuro, dibattito dal quale sarebbero potuti emergere gli obiettivi di una riforma coerente e ben costruita.
Gli annunci ad effetto sono, infatti, una specialità di chi ci governa, ma è impossibile per chi ha un minimo di capacità critiche non vedere i punti di debolezza della questione, anzi, il caos in cui si trovano la scuola e le famiglie italiane.
Innanzitutto, a voler essere precisi, questa non è una Riforma bensì un semplice riordino delle Superiori, o, peggio ancora, una Controriforma. Affermo questo perchè non è stato minimamente avviato un dibattito intorno al modello di cittadino e di società verso il quale si vuole andare in futuro, dibattito dal quale sarebbero potuti emergere gli obiettivi di una riforma coerente e ben costruita.