Gianni - anno scolastico 2007-2008
Gianni Gandola - 21-05-2008
I dati dell'Istat - scrive Curzio Maltese - certificano che il sistema scolastico italiano è fallimentare. Da qui allora bisognerebbe partire, da un'analisi seria dei punti di debolezza e di inefficienza. Certo, servono risorse e - soprattutto - volontà politica. Dubitiamo che questo governo abbia a cuore così tanto il destino della scuola pubblica. Almeno stando alle prime scelte compiute, alle nomine ministeriali. Ci auguriamo di sbagliare, nell'interesse del nostro sistema di istruzione e del Paese.
Gianni Mereghetti - 15-03-2008
Nel Convegno sull'emergenza educativa organizzato dalla Cisl-Scuola Lombarda il ministro Giuseppe Fioroni è tornato a parlare dei debiti scolastici ribadendo che «la scuola sta mettendo in campo un grande sforzo per il loro recupero, ribadendo che i debiti vanno pagati». Sarebbe ora di finirla con questa farsa...
Gianni Mereghetti - 23-11-2007
Carissimo Marco Lodoli,
ho letto il suo articolo "Quando gli studenti ci danno una lezione" nel quale riporta l'analisi di un suo studente sulla società e sulla scuola con una sua riflessione conclusiva. Le confesso che il tutto mi ha lasciato una profonda tristezza, forse che il nostro impegno educativo finisca in grandi e superdettagliate analisi su come la società uccida il desiderio? Spero proprio che possiamo, io e lei, tentare qualcosa di meglio, altrimenti faremmo crescere non solo dei disperati, ma con in più la coscienza lucida di esserlo. Meglio allora che i nostri studenti si stordiscano dietro le soddisfazioni che la società confeziona appositamente per loro
Gianni Mereghetti - 07-11-2007
il ministro Fioroni ha firmato l'ordinanza per attivare la procedura del recupero dei debiti. Il principio è giusto, è urgente che ognuno di noi abbia a coinvolgersi con i suoi studenti fino a portare sulle spalle le loro lacune così che trovino le motivazioni e le energie per colmarle. E' la conoscenza la meta di questa strada, la conoscenza di loro stessi e del reale, e sta qui tutto il fascino del nostro entrare in classe ogni mattina. Se il principio dell'ordinanza è giusto, il problema è l'ambiguità che lascia aperta, tanto che è facile immaginare che alcuni di noi se ne serviranno per bocciare di più, altri invece per promuovere indiscriminatamente così da non sottoporsi alle forche caudine dei recuperi estivi.
Gianni Mereghetti - 20-10-2007
Il decreto del ministro Fioroni che al di là di tanti nominalismi restaura gli esami a settembre è obiettivamente scritto male, ma afferma un principio decisivo per il futuro della scuola, quello che le attività di sostegno e di recupero fanno parte integrante dell'attività didattica. E' infatti responsabilità del docente mettere in atto ogni strategia per realizzare gli obbiettivi educativi e di apprendimento programmati, anche con quegli studenti che si trovino in difficoltà a seguire l'iter di apprendimento per mancanza di motivazioni o per lacune pregresse o per disimpegno nello studio personale.
Gianni Mereghetti - 06-10-2007
in occasione della GIORNATA MONDIALE DELL'INSEGNANTE lei ha scritto una lettera a noi insegnanti in cui ci ringrazia per l'impegno quotidiano nell'istruzione e nell'educazione.
E' significativo che un ministro riconosca il valore della professione docente e lo dica pubblicamente in un contesto sociale che di fatto considera l'insegnamento una professione marginale e del tutto inincidente nella crescita dei giovani. Invece le cose stanno come lei sostiene e di fatto l'esperienza quotidiana di chi vive dentro la scuola è di essere in prima linea di fronte ad un'emergenza educativa che chiede di non perdere tempo. Se è commovente la sua stima per il nostro impegno, signor ministro, mi permetta però chiederla di far seguire alle parole i fatti. Da lei ora ci aspettiamo più libertà nella scuola e più libertà delle scuole.
L'anno scolastico è ormai ai blocchi di partenza, ancora pochi giorni e tutti in classe, tutti con la stessa domanda: "da dove ricominciare?". Oggi a rispondere a questa domanda torna più vero che mai quanto disse don Luigi Giussani trent'anni fa a Viterbo ad un Convegno di insegnanti. In un contesto segnato dallo scontro ideologico e dove era facile esserne fagocitati don Giussani disse che la domanda da cui iniziare non è "cosa devo fare?", neanche "come devo essere?", ma "che cosa sono?". Quella che don Giussani scatenò a Viterbo fu una sfida che continuamente in questi trent'anni è ritornata e oggi è di una attualità impressionante.
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