Michele - anno scolastico 2005-2006
Michele Bonicelli - 08-04-2006
La chiesa cattolica come strumento di controllo sociale.

La chiesa e le organizzazioni sociali cattoliche svolgono sempre più chiaramente la funzione di mediatori sociali intenti a far accettare alla popolazione la visione socio-culturale liberista.
Questa prospettiva, anche relativamente al mondo scolastico, è particolarmente evidente nel comportamento della CEI e della CISL.
A tal proposito non mi sembra sia stata preso adeguatamente in considerazione il documento "La riforma del sistema educativo e le prospettive del Paese" appena pubblicato dal Consiglio nazionale della scuola cattolica, organismo della Conferenza Episcopale Italiana.
Questo scritto consiste sostanzialmente in una sperticata difesa della riforma Moratti vista come coerente conclusione di un disegno iniziato con la legge sull'autonomia e proseguito con la legge 30 di Berlinguer. Viene esaltata la personalizzazione e l'impianto aziendal-produttivo della riforma con valutazioni che si potrebbero comprendere da un manager delle comunicazioni ma stonano alquanto dalla in bocca ai pastori della chiesa. Di Vangelo e carità neanche una traccia, gli immigrati sono problemi e i figli degli operai "storicamente" devono continuare la loro via predestinata di servi della gleba.
La soluzione a tutto? Visto che la nella scuola italiana "la libertà educativa continua a essere gravemente disattesa" la proposta risolutiva è quella di dare più soldi alle scuole paritarie. Gli altri si arrangino. Questo ragionamento mostra palesemente il limite, anche in senso evangelico, dell'impostazione morale della CEI: se il fine del cristiano è l'aiuto al debole e la carità chi si rende conto di questa situazione di oppressione culturale non dovrebbe adoperarsi per rimuoverla invece che invitare alla fuga in paradisi privati? Non parliamo neppure del rispetto dell'art. 3 della Costituzione.
Adesso io non sono di quelli che pensano che la chiesa cattolica non si debba esprimere sulle questioni sociali e politiche. Tutti lo fanno e questo è il sugo della democrazia. Ogni partito, ogni associazione ha un suo statuto, una sua idea del mondo, una sua fede o filosofia ed è giusto che si esprima anche pubblicamente sugli argomenti di sua pertinenza. Ognuno di noi è qualcosa: new ager, buddista, popperiano, socialista, massone, interista... e in base a questi modelli si associa e esprime idee. Sono più rischiose decisamente le lobby di pensiero occulto.
No, qui il problema, e lo dico da cattolico praticante, è che questa gente della CEI sembra che si sia letta un Vangelo tutto particolare con fonti di ispirazione più vicine a Condoleeza Rice che Don Milani o San Francesco. Non è un discorso recente ed è almeno dal dopoguerra che la chiesa e la mafia fungono da digestivi sociali per la penetrazione culturale americana.

Se la chiesa fornisce il supporto ideologico a questa invasione la CISL completa il discorso sociale.
Michele Corsi - 29-03-2006
La lettura di questo pezzo è del tutto sconsigliata a chi non ha letto Harry Potter e a chi non crede alla magia.

Nella mia scuola diversi ragazzi/e sono in lutto: Silente è morto. Così c'è scritto nelle ultime pagine del sesto volume di Harry Potter. Qualcuno ha anche pianto. L'ha ammazzato quel vigliacco di Piton. Un insegnante che basa la propria autorevolezza sulla paura che incute agli studenti. Ognuno di noi ha un incubo di quel tipo e che somiglia terribilmente a un qualche prof in carne ed ossa che abbiamo avuto negli anni che furono.

Ho letto varie interpretazioni sul perché Harry Potter abbia spinto alla lettura forsennata una quantita' strepitosa di ragazze e (udite udite) di ragazzi, una generazione dipinta come asservita al mondo delle immagini. Non ne ho una nuova. Mi limito però a fare una osservazione: la saga più di successo di tutti i tempi della letteratura cosiddetta per l'infanzia gira tutta intorno ad una scuola, anche se una scuola sui generis, una scuola di magia.

Naturalmente nei libri di Harry Potter vi sono anche altri ambienti, ma tutti ruotano intorno alla scuola. Come si sa una parte della narrazione si svolge nel mondo dei babbani, cioé noi, gente che non crede e non sa che esiste un mondo parallelo, un mondo fondato per l'appunto sulla magia. Il mondo dei babbani è scontato e squallido: il nostro. L'altro è ardente e avventuroso. Solo là si vivono fino in fondo l'amicizia, l'odio, l'amore, e ogni passione, senza sconti e senza riserve. Ogni volume della saga è scandito sull'anno scolastico passato da Harry nella scuola di Hogwarts.

Ho parlato con ragazzi che mi raccontavano che avrebbero desiderato fortemente essere ad Hogwarts. Non è che lo sognavano: era il loro più forte desiderio, un desiderio "concreto". All'inizio mi chiedevo: ma perché? Che ci trovano di così attraente in quella scuola? Non è una scuola dove accadono solo cose meravigliose: c'è diversa gente che ci rimane secca, circolano numerosi individui disgustosi e ambigui. Inoltre il rispetto della 626 lascia largamente a desiderare, con tutte quelle scale che si muovono. La Rowling, poi, poteva almeno approfittare dei suoi libri centrati su una scuola per disegnare un tipo di didattica un po' più innovativa, sul piano pedagogico. Invece ad Hogwarts ci sono banchi, sedie, insegnanti simpatici, ma altri pallosi, alcuni sadici ed altri ancora, francamente, completamente fuori di testa. Come da noi.
Michele Bonicelli - 25-03-2006
Finiti i soldi per le supplenze in Emilia Romagna.

Non mi sembra sia stata adeguatamente evidenziata la situazione scandalosa venuta a crearsi nel feudo della Stellacci. Con una laconica nota del 7 marzo l'USR comunicava che, causa tagli e ...
Michele - 01-10-2005
Riceviamo da Indymedia la segnalazione che volentieri pubblichiamo - (Red)

Uno spettacolo disgustoso, solo così posso definire quello a cui ho assistito, io e 200 colleghi, io e 200 persone che dovrebbero insegnare ai nostri giovani ad inserirsi ...
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