Antonello - 15-03-2005
Il Collegio dei docenti dell’Istituto Magistrale Statale “Eleonora D’Arborea” di Cagliari, si è riunito in seduta straordinaria venerdì 11 marzo 2005, per discutere sullo “Schema di decreto legislativo relativo alla Riforma del Secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione…”.
La Legge 53 avvia un processo di destrutturazione del sistema scolastico pubblico, finora aperto a tutti e ricco di saperi.
In particolare la Legge 53, come dimostra la bozza dei decreti attuativi specifici, prevede:
• la divisione del sistema scolastico e formativo in due canali: quello liceale, di competenza dello Stato, sostanzialmente finalizzato al proseguimento degli studi universitari; quello tecnico-professionale, gestito dalle Regioni, di durata inferiore, appiattito sulla “formazione professionale” e orientato all’inserimento precoce nel mondo del lavoro;
• una forte riduzione del tempo scuola (25-27 ore settimanali erogate) con gravi conseguenze sulla qualità del servizio fornito ai cittadini;
• un Terzo canale formativo, mascherato dall’alternanza scuola/lavoro (altro decreto);
• la distinzione tra ore obbligatorie e ore facoltative;
• il ridimensionamento del carattere nazionale dei curricula (ogni scuola, in nome dell’autonomia, può inventarsi nel monte ore opzionale i percorsi curriculari che desidera);
• privatizzazione dei percorsi curriculari opzionali;
• diminuzione, nei curricula, delle discipline di indirizzo per oltre la metà del monte ore attuale.
Ne consegue un generale impoverimento della Scuola.
La Legge 53 avvia un processo di destrutturazione del sistema scolastico pubblico, finora aperto a tutti e ricco di saperi.
In particolare la Legge 53, come dimostra la bozza dei decreti attuativi specifici, prevede:
• la divisione del sistema scolastico e formativo in due canali: quello liceale, di competenza dello Stato, sostanzialmente finalizzato al proseguimento degli studi universitari; quello tecnico-professionale, gestito dalle Regioni, di durata inferiore, appiattito sulla “formazione professionale” e orientato all’inserimento precoce nel mondo del lavoro;
• una forte riduzione del tempo scuola (25-27 ore settimanali erogate) con gravi conseguenze sulla qualità del servizio fornito ai cittadini;
• un Terzo canale formativo, mascherato dall’alternanza scuola/lavoro (altro decreto);
• la distinzione tra ore obbligatorie e ore facoltative;
• il ridimensionamento del carattere nazionale dei curricula (ogni scuola, in nome dell’autonomia, può inventarsi nel monte ore opzionale i percorsi curriculari che desidera);
• privatizzazione dei percorsi curriculari opzionali;
• diminuzione, nei curricula, delle discipline di indirizzo per oltre la metà del monte ore attuale.
Ne consegue un generale impoverimento della Scuola.