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Autore Topic: La comunità Rom di Sulukule - Istanbul  (Letto 4930 volte)
Luisa
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Posts: 358


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« il: 16 Giugno 2008 - 12:51:59 »

Gli zingari non sono benvenuti a Istanbul                                        
14/6/08


http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=7092

di Pelin Turgut - da Time Magazine.
Scelto e tradotto per Megachip da Fabrizio Bottini

All'ombra dei bastioni bizantini, una frotta di ragazzine ridenti corre avanti e indietro fra le case diroccate, fermandosi ogni tanto a muovere ritmicamente i fianchi facendo ruotare i polsi. Sono inseguite da parecchi ragazzini urlanti, che alla fine riescono a prenderle e a trascinarle in “prigione”, in un certo punto contro il muro. I bambini zingari di questo quartiere povero di Istanbul, Sulukule — che ospita la più antica comunità Rom del mondo — chiamano questo gioco Guardie e Danzatrici del Ventre, versione adattata Guardie e Ladri, a rispecchiare la propria esperienza di un mondo dove si balla e si cerca di evitare la polizia.
 
É il primo pomeriggio di un martedì, però, e i ragazzini che giocano nelle strade dovrebbe stare a scuola. Il motivo per cui non ci stanno è la paura: “I bambini sono spaventati” spiega Dilek Turan, studente di psicologia che fa volontariato a Sulukule. “Non vogliono andare a scuola perché temono, tonando a casa, di non trovarla più”. Ed è una paura fondata: le autorità cittadine prevedono di demolire le loro case nel quadro di un controverso progetto di rinnovo urbano legato all'ammodernamento di Istanbul in tempo per il 2010 quando sarà ufficialmente Capitale Europea della Cultura.

Gli antenati dei bambini Rom di Sulukule si insediarono in questa particolare zona nell'epoca bizantina, vicino al Corno d'Oro e a ridosso delle mura del V secolo dell'antica Constantinopoli. Le prime notizie ufficiali della comunità, che risalgono al 1050, riferiscono di un gruppo di persone, che si ritiene venuto dall'India (luogo che in effetti molti storici ritengono originario dei Rom) accampate in tende nere fuori dalle mura cittadine. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani, alla comunità è garantito dal Sultano Mehmet II il permesso ufficiale di costruirsi le proprie case in quello che ora è Sulukule.

Per secoli la comunità Rom si guadagna in qualche modo da vivere, musicisti di strada, lettura della mano, danzatori per la corte ottomana, e poi coi turchi di tutte le classi sociali: una tradizione ripresa sullo schermo ad esempio anche nel film di James Bond Dalla Russia con amore. Le fortune declinano negli anni '90 quando le “case del divertimento” – abitazioni private dove le famiglie zingare cucinano, fanno musica e danze per i ricchi abitanti di Istanbul — vengono chiuse dopo accuse di gioco d'azzardo e prostituzione.

I Rom di Istanbul sono molto poveri, con un reddito medio di circa 250 dollari al mese, ma la terra che occupano, un tempo periferia priva di importanza, ora è di grande valore immobiliare, a pochi minuti dal centro città. Se costruttori e amministrazione municipale riusciranno nel loro intento, l'intero quartiere di Sulukule — coi suoi 3.500 abitanti — sarà demolito entro la fine dell'anno per far posto a una gated community di 620 case di lusso in stile ottomano.
“Ogni giorno ci chiediamo per quale casa arriveranno le ruspe” racconta Nese Ozan, che fa volontariato alla Sulukule Platform, gruppo di architetti, attivisti e operatori sociali impegnato contro la the demolizione. Una ogni tre-quattro basse case cadenti è stata ridotta a un cumulo di macerie e ferri contorti. Una X rossa contrassegna i prossimi obiettivi delle squadre di demolizione.

Mustafa Demir, sindaco del municipio di Fatih a capo di una maggioranza conservatrice, che gestisce il piano di demolizione, sostiene che si tratta di un assai necessario progetto di rinnovo “per sostituire dei tuguri”.

Il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan ha definito Sulukule “orrendo”, ed espresso sconcerto per le proteste anti-demolizione. É evidente il fatto che il quartiere abbia assoluto bisogno di essere risanato, ma i critici accusano l'amministrazione di non aver coinvolto in alcun modo nel piano di trasformazione quella che è una delle più antiche comunità presenti in città. Invece, ai Rom sono state offerte due alternative: possono o cedere gli immobili a un prezzo molti inferiore a quello di mercato (con la minaccia comunque dell'esproprio), oppure trasferirsi nelle case di proprietà pubblica a Tasoluk, a quaranta chilometri dalla città, per le quali devono pagare un mutuo di quindici anni che in pochi possono permettersi.

“La municipalità non capisce che se vuole rinnovare l'area deve farlo in modi che consentano alla comunità di continuare a vivere qui” spiega Ozan. “Non possono semplicemente mandare tutti via, demolire e costruire un quartiere suburbano. Si tratta di una comunità storica”.

Il ricercatore britannico di etnia Rom Adrian Marsh individua un progetto ancora più oscuro. “Quello che vediamo qui, è il caso di una municipalità fra le più religiose del paese, che si confronta con quello che considera un gruppo sociale storicamente non religioso. Se intervenissero con la comunità in un piano di rigenerazione inclusivo, guadagnerebbero 3.000 voti, ma non lo fanno. Perché? Perché considerano la comunità di Sulukule non recuperabile”. Le soluzioni di lungo termine, come il consentire ai Rom di organizzare locali da musica regolari che producano reddito, non piacciono all'amministrazione locale dominata dagli islamici, che non vuole favorire alcun tipo di intrattenimento , conclude Marsh.

Una cosa è sicura: disperdere la comunità Rom di Sulukule distruggerà la sua cultura, premessa di vita comune. Le famiglie allargate condividono le abitazioni e formano gruppi musicali, utilizzando le strade come sale prova. “ Sulukule propone un modello di vita unico ” ha concluso un gruppo di ricerca sulla progettazione urbana dello University College di Londra. “Cosa che va considerata e tutelata in qualunque piano di trasformazione dell'area”.
Il gruppo Sulukule Platform sta tentando di ottenere da un tribunale una sentenza contro le demolizioni, e il parlamento ha nominato una commissione di indagine. Ma le ruspe non stanno ad aspettare i risultati. Il gioco della vita a Guardie e Danzatrici del Ventre non si mette bene per chi danza.

Nota: il testo originale anche sul mio sito Mall_int sezione Society (f.b.)
http://eddyburg.it/index.php/article/articleview/11447/0/239/
« Ultima modifica: 16 Giugno 2008 - 07:14:25 da Amministratore » Loggato
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