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Autore Topic: Lacio Drom Teresa su sivola.net  (Letto 5017 volte)
Luisa
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« il: 07 Settembre 2009 - 12:46:11 »

Milano, leggo con stupore e dolore sul sito di Emergency, della morte di Teresa Sarti, moglie di Gino Strada e anima dell'associazione. Per ricordarla, ripubblico una sua intervista di parecchi anni fa, quando Emergency era appena nata, intervista rilasciata al bollettino rom Il Vento e il Cuore

http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3323

I mondi dei Rom e degli "stanziali" tendono a comunicare tra loro il meno possibile, di solito ci si sopporta. Ma qualche volta le due realtà si cozzano violentemente e la realtà degli altri irrompe nel tuo mondo.

E' sera e il tempo promette pioggia. Il campo è povero, come quelli che vedete in televisione. Tanti bambini che ci guardano, curiosi e timorosi. I più piccoli in braccio. C'è il fuoco acceso, parliamo a fatica
Sono razzisti
Una cosa così, io non voglio neanche crederci...
Non gli basta come viviamo, vogliono ucciderci...
Io mi ricordo quello che diceva mia madre della guerra, e degli aerei americani che buttavano le bombe a forma di caramelle...

Inverno 1995,: vicino a Pisa due bambini allungano le braccia per ricevere un pacco regalato loro da un automobilista. Ma questo pacco è un dono avvelenato: perché contiene una bomba che scoppia, portandosi via i loro occhi e le mani. Due mesi prima era successo un fatto simile. Le strade della solidarietà, come quelle dell'odio, si incrociano quando meno te l'aspetti, ma i frutti che ne nascono rimangono a lungo. Ecco un'intervista che effettuammo in quei giorni. Siamo andati a parlare con un'associazione che ha sede a Milano, e che ogni giorno si occupa di guerre e delle sue vittime. Quanto segue è il riassunto del nostro colloquio con la signora Strada

EMERGENCY, la nostra associazione, si occupa di soccorso alle vittime civili di guerra. Opera con medici e chirurghi. Oggi i soldati combattono, ma sono i civili, le persone indifese a subirne le conseguenze. Il 90% dei morti e dei feriti di una guerra o di una guerriglia non fa parte di nessun esercito: ma pagano il prezzo dei bombardamenti nelle città e nelle campagne, delle carestie, delle retate degli eserciti e dei banditi, degli scoppi delle mine antiuomo. In certe zone un soldato non solo viene pagato, ma ha anche molte più possibilità di un abitante, di un medico o di un volontario, di salvare la pelle.

Gino Strada, il fondatore di EMERGENCY, opera da otto anni come chirurgo in zona di guerra. Può essere l'Afghanistan o il Ruanda, o la Bosnia e dice "Sono stanco di vedere ogni giorno madri e bambini senza occhi o braccia, curarli, sapendo che nessuno potrà ridargli quello che hanno perso e che domani avrò ancora da visitare altre donne e bambini, in un ambulatorio senza corrente, magari senza medicine e anestetici".
Siamo stati conosciuti l'anno scorso, con la partecipazione al "Maurizio Costanzo Show". Abbiamo parlato non solo degli orrori delle guerre, ma abbiamo portato prove per denunciare chi arma gli eserciti, chi permette di uccidere o mutilare. I maggiori produttori di armi sono fabbriche dell'ex Unione Sovietica, della Cina e dell'Italia, oltre naturalmente ai loro governi. Spinto dell'interesse per quell'intervento in televisione, il governo italiano si è impegnato per abolire il commercio delle mine antiuomo.

Cosa sono le mine antiuomo? I bombardieri ne lasciano a migliaia per volta sul terreno, hanno forme innocue, magari assomigliano alle farfalle o ai giochi, sono colorate vivacemente. Quando qualcuno le calpesta o le raccoglie scoppiano, magari non subito, e sono fatte per mutilare gli arti e gli occhi. La gente lo sa, sa che il terreno intorno è seminato a morte, ma deve raccogliere la legna o pascolare gli animali. Così per sopravvivere rischia ogni giorno.

Queste mine resistono anche per decine d'anni, sono armi poco costose (circa £. 10.000 l'una) alla portata anche degli stati più poveri. Il ragazzo mutilato non può più produrre, per tutta la vita dovrà essere curato e mantenuto. Il mondo è pieno di queste mine, che si confondono con l'erba e i sassi, vengono trascinate a valle dalle piogge. La loro presenza fa continuare la guerra anche dopo anni che le ostilità sono cessate.

A mia figlia sono venuti i brividi quando ha sentito dell'attentato di Pisa. I pensieri si affollano in testa: il colpire non visti, carpire la fiducia dei bambini con un involucro per giocattoli, prendersela con chi non può difendersi e togliere loro l'unico mezzo per sopravvivere... Senza parlare di una paura più generale che riguarda il popolo Rom: cosa fare se non si può neanche lavare i vetri ai semafori e chiedere il pane per strada? Come fidarsi ancora di chi offre qualcosa?

...eppure, il giorno stesso abbiamo ricevuto una telefonata da Pisa: era un gruppo che già voleva fondare una sezione di EMERGENCY, ci diceva che dopo quel fatto ce n'era ancora più bisogno.

Una chiacchierata non risolve niente. Lo sforzo è cercare una nota positiva...forse la voglia di non arrendersi che traspare dai discorsi della signora Strada. Forse la conferma che i Rom, da bravi "ultimi della classe", sono tanti e sparsi in tutto il mondo.
In quei giorni la gente era attenta, curiosa, presente, i membri di EMERGENCY erano continuamente chiamati a parlare nelle scuole. Proprio per le scuole, stava partendo la campagna presentata dal personaggio a fumetti LUPO ALBERTO. Il Belgio per primo mise al bando le mine-antiuomo, poi convegni, accordi, mezze verità, parecchi passi avanti.
Ma cosa succederebbe se questo interesse venisse a mancare? Ecco il senso del titolo di allora: SIAMO TUTTI ZINGARI! Non ricordarti di loro e della maggioranza del mondo solo quando ne parlano i giornali. Che faccia piacere o no, la vita continua...
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