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Autore Topic: Le proposte delle associazioni al ministro Maroni - 18 luglio, 2008  (Letto 4056 volte)
Luisa
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« il: 28 Luglio 2008 - 07:53:23 »

Italia: le proposte delle associazioni al ministro Maroni
venerdì, 18 luglio, 2008
 
Ci sono volute una risoluzione del Parlamento Europeo, l'espressione di seria preoccupazione del Consiglio d'Europa, i commenti negativi sui provvedimenti del governo da parte di alcuni commissari per i diritti umani dell'Onu, una strigliata di Famiglia Cristiana, una manifestazione nazionale indetta dall'Arci, che per provocazione, ha raccolto le impronte digitali di quelli che volontariamente si sottoponevano a schedatura, e un rapporto (.pdf) di un gruppo di organizzazioni che lavorano per i diritti umani guidati dalla Open Society Institute e che evidenzia le ripetute violazioni da parte delle autorità italiane delle convenzioni internazionali e delle direttive comunitarie nei confronti dei Rom, oltre all'indignazione di buona parte della società civile, per convincere il ministro Maroni ad aprirsi al dialogo sulla “sicurezza”. Le bacchettate, sopratutto quelle internazionali, si sono fatte sentire, e se certo non si può plaudire al tempismo del ministro leghista, si può notare almeno qualche passo indietro rispetto al famigerato “pacchetto sicurezza” e la volontà di dialogare con la società civile per apportare le dovute modifiche.

Un passo verso un possibile cambiamento di rotta è stata la partecipazione del ministro al Tavolo Interassociativo promosso da Unicef Italia. Un momento di incontro tra Roberto Maroni e un gruppo composto da 33 associazioni* che, a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del cosiddetto "Pacchetto Sicurezza" hanno elaborato un documento (.pdf) sugli effetti del provvedimento governativo sui diritti dei bambini e degli adolescenti stranieri presenti in Italia. Richieste chiare e concrete da parte degli uni, e volontà di venirsi incontro e apertura ai suggerimenti da parte dell'altro. Per l'Unicef Italia - come ha sottolineato il neo-presidente Vincenzo Spadafora è prioritario - “istituire un Garante nazionale dell'Infanzia, una figura che è ormai presente in gran parte dei paesi europei. Tra le altre priorità - continua il presidente di Unicef Italia - c'è anche la necessità di riportare al centro dell'attenzione la Convenzione internazionale dei diritti dell'Infanzia (.pdf), rispetto alla quale il nostro Paese non ha compiuto alcun adempimento”.

Altra questione importante presente nel documento è la richiesta di eliminare il reato di immigrazione clandestina o, nel caso venga introdotto, stabilire almeno che non possa essere contestato ai minori. Il reato di clandestinità è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e prevede l'arresto obbligatorio dell'autore del fatto e il rito direttissimo. “Il disegno di legge non prevede alcuna tutela per i minorenni – si legge nel documento che le associazioni hanno consegnato al ministro – benché per i minori viga il divieto di espulsione (salvo il diritto di seguire il genitore o l'affidatario espulsi) il reato di ingresso illegale potrebbe essere contestato anche ai minori, sia accompagnati che non accompagnati”. La preoccupazione di chi opera per il rispetto dei diritti degli immigrati minorenni è che questo indurrebbe i minori che sono entrati in Italia irregolarmente (la quasi totalità dei minori non accompagnati) ad evitare qualsiasi contatto con le istituzioni, i servizi sociali, i servizi sanitari, la scuola e le stesse organizzazioni per paura di essere denunciati. Se venisse introdotto il reato di immigrazione illegale “aumenterebbe moltissimo il rischio che un numero di bambini e adolescenti stranieri restino al di fuori del sistema di protezione dei minori, che non hanno accesso ai servizi sociali e alle strutture d"accoglienza, ai servizi sanitari, alla scuola, ai percorsi di regolarizzazione e di integrazione - si legge nel documento. In conseguenza dell’emarginazione e della mancata protezione, inoltre, vi sarebbe un forte aumento del rischio dello sfruttamento di minori nell’ambito della prostituzione, dell’accattonaggio, dello sfruttamento lavorativo, nonché delle attività illegali”.

“Il perseguimento della "sicurezza", motivo e oggetto del Pacchetto - si legge nel documento - è di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza riconosce loro. Occorre però riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani”.

A preoccupare è anche la decisione di utilizzare la decretazione d'urgenza per misure che, oltre a non presentare le caratteristiche di necessità e urgenza previste dall'art. 77 della Costituzione, hanno un forte impatto negativo sui diritti dei bambini e degli adolescenti. Le associazioni hanno sottolineato che se questo norme venissero adottate non solo non sarebbero coerenti con l'obiettivo per il quale sono state predisposte, ma sarebbero neppure in grado di offrire un valido contributo al miglioramento delle politiche migratorie, visto che si basano solo sulla repressione dell'immigrazione irregolare, trascurando le esigenze di inclusione sociale e di sicurezza di tutte le persone che si trovano sul territorio italiano. Per questo è stato proposto poi di utilizzare i fondi previsti per queste misure legislative a favore di provvedimenti che garantiscano un'effettiva sicurezza sociale, ad esempio a favore di misure per l'inclusione, la scolarizzazione, l'accesso ai servizi sanitari, l'avviamento al lavoro. Da parte degli operatori ci si auspica che il Governo e il Parlamento aprano un dialogo permanente e costruttivo con le Associazioni per promuovere il rispetto delle norme internazionali volte alla tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, con particolare riferimento ai diritti dei minori migranti.

“Confermiamo la nostra soddisfazione e la totale disponibilità a lavorare assieme sul piano della scolarizzazione per i bambini rom, stabilendo anche una road map, che dovrebbe condurci a settembre a definire questo piano – ha affermato il presidente Unicef. Ci sono sembrate positive le rassicurazioni del ministro Maroni, che ha sollecitato i prefetti a precedere al censimento senza ricorrere all’uso generalizzato della rilevazione delle impronte. Del resto nella stessa ordinanza si parla in modo esplicito solo di rilievi segnaletici. Ma il dato più importante – conclude – è l’impegno a procedere in modo celere alla stesura e all’attuazione dei piani di scolarizzazione, di accesso ai servizi sanitari e più in generale di salvaguardia di condizioni di vita dignitose”.

Obiettivo raggiunto? C'è da essere ottimisti: il ministro Maroni - che si è riservato di valutare le osservazioni del documento - ha dichiarato di voler lavorare per dare la nazionalità italiana ai minorenni che si trovano nei campi nomadi e che non hanno genitori certi. Ha poi invitato l'Unicef e le associazioni presenti all'incontro, a prendere visione e a lavorare anche ad eventuali osservazioni sui tre decreti legislativi legati al pacchetto sicurezza, riguardanti i ricongiungimenti familiari, le richieste di asilo e il diritto a stabilirsi in un altro paese dei cittadini comunitari.

Per capire se il ministro fa sul serio c'è da aspettare il 25 luglio, quando i tre decreti, saranno presentati durante il Consiglio dei Ministri.

Elvira Corona


*Nota: Le Associazioni che hanno sottoscritto il documento consegnato al ministro Maroni sono: AGESCI, Associazione Amici dei Bambini (AIBI), AIDOS, Alisei Cooperativa Sociale, Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie (ANFAA), ARCI, Arciragazzi, Associazione Culturale Pediatri (ACP), Associazione Kim Onlus, ANCI/Associazione Nazionale Comuni Italiani, Associazione Nessun luogo è lontano, Associazione Valeria, Centro Alfredo Rampi Onlus, CIAI Onlus, CIDIS Onlus, CGIL, CIFA, Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia (CISMAI), Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Coordinamento Regionale Minori Friuli Venezia Giulia (CO.RE.MI.), Defence for Children International-Italia, ECPAT Italia, FIMP-Federazione Italiana Medici Pediatri, G2 Seconde Generazioni, Istituto Fernando Santi, ItaliaNATs, La Gabbianella Onlus, Legambiente, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei bambini Onlus, Telefono Azzurro, Terre des Hommes Italia, UNICEF Italia. 

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