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Autore Topic: Qual è il vero motivo per cui i bambini Rom non vanno a scuola?  (Letto 12154 volte)
aemme
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****
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« il: 22 Luglio 2008 - 06:55:20 »

Gelmini e Maroni: quando l’orco cerca goffamente di travestirsi da agnello
… …ma non ingannerebbe nemmeno quella tonta di Cappuccetto Rosso
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di Adriana Stazio 


Dopo Maroni, ecco accodarsi la Gelmini:

"Non voglio più lasciare soli questi bambini che di fatto vivono in uno stato di abbandono ", ha detto Gelmini. "Sono almeno 23.000 i minori rom che ogni giorno mancano all'appello delle maestre. Il 66% dei minori rom non è mai andato in classe. Darò un'istruzione a questi 23mila bambini". E in polemica con Famiglia Cristiana, la cattolica Gelmini ha detto che "non può dirsi cattolico o attento chi fa finta di non vedere che i bambini rom non vanno a scuola e vengono invece utilizzati per l'accattonaggio". (da “Impronte pro e contro: ma non siano un marchio...” su TuttoscuolaFOCUS)


Ma quanta ipocrisia! Che vergogna!!!

Innanzitutto viene da chiedersi se qualcuno sa con certezza quanti italianissimi e arianissimi (precisazione d'obbligo, dato che molti rom sono italiani) bambini a Scampia come allo Zen o a Quarto Oggiaro evadono l'obbligo scolastico; quanti lavorano invece di andare a scuola o dopo scuola; quanti sono utilizzati come corrieri della droga o per scippi e piccoli reati, ma anche come baby killer per le organizzazioni criminali (i minori di 14 anni costano poco e non rischiano il carcere). Il ministro ha le cifre esatte? A quanto mi risulta il fenomeno dell’evasione scolastica in Italia è ancora abbastanza grave, drammatico in alcune zone del Paese, ma poco conosciuto e poco combattuto, così come quello dell’utilizzo di minori da parte delle organizzazioni criminali e del lavoro minorile.

I rom in Italia sono 200.000 di cui 90.000 bambini sotto i 14 anni e di questi 65.000 hanno tra 0 e 5 anni. Già, quasi la metà dei rom sono bambini. Perché hanno tanti figli, certo, ma anche perché la speranza di vita dei rom in Italia è di appena 35-40 anni (e la mortalità infantile è di 15 volte superiore a quella dei bambini italiani non rom). Cifre che già parlano di una grave discriminazione, della vergogna dei ghetti cosiddetti "campi nomadi" il più delle volte fatiscenti in cui sono costretti a vivere, dei soprusi e della mancanza di diritti a cui sono ogni giorno sottoposti. Sono dati di cui dovremmo come italiani solo vergognarci e di cui i governanti dovrebbero rispondere.

Qual è il vero motivo per cui questi bambini non vanno a scuola? "Perché i genitori sono cattivi, ignoranti e sfruttatori!" rispondono i nostri governanti scopertisi paladini dell'infanzia. Certo, troppo comodo incolpare i genitori, che, come tutti i genitori del mondo, vogliono solo il meglio per i loro figli. Mi rendo conto che sia difficile per un razzista-dentro, pieno di pregiudizi e barriere, capire che indipendentemente dalla razza e dalla cultura di origine siamo tutti esseri umani con uguali sentimenti e aspirazioni, ma è così.

In realtà ci sono situazioni di estrema povertà in cui anche l'apporto minimo che può dare un bambino è fondamentale per portare un piatto a tavola la sera (pensiamo alle situazioni analoghe dei minatori bambini nell'Europa dell'Ottocento o ai bambini asiatici costretti dalla miseria a lavorare in fabbrica o in discarica) ed è una vergogna che in un Paese che si reputa civile e che fa parte del club dei paesi più ricchi del mondo debbano esistere situazioni di tale miseria ed emarginazione.

Soprusi continui, discriminazioni razziali per cui è ben difficile per un rom trovare lavoro perché appena sanno che vivi in un campo e che quindi sei rom (ora basterà guardare i documenti come 70 anni fa) difficilmente ti assumono per un lavoro. In città come Firenze è stato anche vietato lavare i vetri o suonare per strada. Ma come pensano che questi genitori possano mantenere i propri figli? La verità è che siamo in un paese in cui la povertà è diventata una colpa e un reato. Basta pensare ai termini in cui si è parlato delle povere baracche in cui tanti esseri umani sono costretti a vivere, anche da parte di sindaci e politici del cosiddetto centro-sinistra, a partire dall'ex sindaco di Roma, tanto preoccupati di dimostrare a parole e nei fatti di non essere da meno della destra e di aver superato insieme al comunismo anche il "buonismo della sinistra". Non compassione quindi, ma orrore, disprezzo.

Vivere nelle baracche è un'accusa, una colpa, poiché -corollario del teorema- se sono in quelle condizioni è perché se lo vogliono loro, gente che non vuole lavorare né vivere in case normali, che preferisce rubare e chiedere l'elemosina. Ci manca solo il disegno delle linee somatiche del "tipo zingaro" alla Lombroso, ma il concetto è quello. Ora la tara è di tipo antropologico anziché genetico-razziale, ma la sostanza è la stessa. Invece è vero che dalle baracche di Ponticelli e di tutta Italia proviene un'accusa, ma è rivolta ad una società che costringe degli esseri umani (o meglio da antispecista direi degli esseri senzienti) a vivere in quelle condizioni.

Ma non è solo questo il problema. La stragrande maggioranza dei rom vorrebbe mandare i propri figli a scuola, ma gli ostacoli sono tanti:

- bambini discriminati che tornano a casa piangendo,
. genitori di bambini "ariani" che non vogliono "zingari" in classe coi figli,
- scuole che rifiutano le iscrizioni trincerandosi dietro problemi burocratici...

Sui giornali si leggono tanti episodi del genere, tanti altri sono denunciati dalle associazioni rom, buona parte rimangono nell'ombra. Senza contare la dislocazione dei campi rom, sistemati in posti isolati, lontani dai non rom, e quindi anche dalle scuole; la mancanza di servizi igienici che può rendere davvero difficile lavare i bambini e i loro vestiti e quindi renderli presentabili per la scuola, oltre allo stesso costo di libri, quaderni e vestiti.

Consiglierei al ministro e ai suoi colleghi al governo e in Parlamento, la lettura, tra le altre cose, della “Relazione sulla situazione dei bambini e ragazzi Rrom in Italia” disponibile in pdf in italiano e in inglese presentata a gennaio 2008 dal Gruppo EveryOne, se non sapessi che in realtà loro già sanno.

E’ un rapporto molto puntuale, in cui si racconta di una grave situazione di apartheid ed emarginazione non solo, ma di reale persecuzione in atto nel nostro Paese da tempo e che va aggravandosi sempre più negli ultimi anni. Si legge tra l’altro a proposito della scuola: “La frequenza scolastica dei bambini Rrom è minima e spesso le amministrazioni si fregiano di pochi esempi, educativamente irrilevanti, per mostrare un volto tollerante e antirazzista, volto dietro il quale si cela però una volontà di oppressione, allontanamento, privazione dei mezzi di sussistenza. La campagna mediatica razziale sviluppatasi in tutto il territorio italiano ha prodotto inoltre un risultato inquietante effetto presso la cittadinanza infantile e giovanile italiana. Nella cultura dei bambini e dei ragazzi italiani, i termini “Rom” e “zingaro” hanno ormai assunto un significato dispregiativo.

Nel mese di novembre 2007 in Veneto si sono verificati numerosi episodi di manifesto razzismo da parte di bambini (e genitori) italiani contro i coetanei Rrom. […] Noi stessi del Gruppo EveryOne abbiamo inoltre ricevuto segnalazioni di aggressioni di bambini Rrom da parte dei compagni di scuola italiani da altre città: Milano, Roma, Firenze, Venezia, Brescia ecc.

Riguardo all’abbandono scolastico, vi è da dire che nella situazione persecutoria attuale, si aggrava progressivamente e se fino a qualche anno fa il dieci per cento dei ragazzi Rrom prendeva la licenza media, ora dobbiamo registrare dati assai più preoccupanti, ma soprattutto una condizione di segregazione, umiliazione e tormento che tocca tutti i bambini e i ragazzi Rrom nelle istituzioni scolastiche.”

“«Nelle scuole i bambini Rrom e Sinti subiscono tanto razzismo, sono sempre gli ultimi della classe e spesso gli ultimi di banco… disegnano, mentre gli altri bambini imparano a leggere e a scrivere. In classe i bambini Rom e Sinti si trovano a rappresentare per gli altri la negatività. In adolescenza capiscono cosa significa vivere isolati ed esclusi! Condividono gli stessi sogni dei loro compagni, ma iniziano a capire che hanno ben poche speranze di realizzarli.» Graziano Halilovic, Rom Xoraxané, operatore interculturale.”

Quanti sanno dello scandalo per cui i bimbi rom sono assimilati ai disabili?
Il Consiglio d’Europa si è espresso chiaramente: “I problemi ai quali sono confrontati i Rom e i Sinti in ambito scolastico sono in larga parte conseguenza delle politiche educative da tempo perseguite le quali hanno condotto all'assimilazione ed alla segregazione dei fanciulli rom e sinti nella scuola basandosi sul pretesto di un loro handicap socioculturale” (Raccomandazione n. R (2000) 4).

“In Italia, per altro, erano gli Uffici Handicap degli ex Provveditorati agli Studi che si occupavano dei minori sinti e rom e che ancora oggi sono deputati a questo scopo in molte zone del Paese e il risultato è sotto gli occhi di tutti.” denuncia Sucar Drom.

Questa situazione di esclusione ed emarginazione va ovviamente peggiorando, proprio grazie a chi ora va dicendo di amare tanto i bambini rom e invece orchestra campagne razziste, diffonde artatamente pregiudizi e diffidenza, istigando la gente al razzismo e alla discriminazione. I casi di violenze e aggressioni contro i rom sono in pericoloso aumento in Italia, aumentano di pari passo col procedere di sgomberi forzati, schedature e ronde varie.

Vogliamo ricordare l'ultima sortita della Lega Nord, il cui capo delegazione alla Giunta della Regione Lombardia ha chiesto di schedare i bimbi rom anche con un passaporto sanitario perché porterebbero malattie come la TBC?

D’altra parte era stato un deputato leghista, Matteo Salvini, ad affermare: "I topi sono più facili da debellare degli zingari".

Il ministro Gelmini sa quanti bambini rom non torneranno a scuola a settembre a causa degli sgomberi e delle deportazioni che stanno avvenendo in tutta Italia?

I bambini rom di Ponticelli andavano a scuola, erano perfettamente integrati, tanto che i loro compagni di scuola non rom si sono recati con gli insegnanti in Comune per chiedere che i loro compagni potessero tornare a scuola. Dove sono ora? Sarà garantito loro il diritto a tornare tra i banchi a settembre?

Anche i bambini del campo del Foro Boario di Testaccio andavano a scuola. Quando la polizia si è presentata per eseguire lo sgombero agli inizi di giugno, i bambini si stavano preparando per la scuola e hanno cominciato a piangere perché facevano tardi. I genitori sono riusciti ad ottenere un rinvio di poche ore, per permettere ai figli, che nel frattempo erano andati a scuola, di trovarli al ritorno, perché, incuranti di ciò, le forze dell'ordine volevano procedere immediatamente. A chi ha chiesto "cosa ne sarà di questi bambini schedati a vita come rom?", un poliziotto ha risposto sprezzante: "Tanto la scuola è finita". Si, è finita per quest'anno: ma l'anno prossimo? O forse voleva dire che per questi bambini la scuola è finita per sempre?

I bambini con le loro famiglie sono poi stati portati in una zona a Tor Vergata senza acqua né luce. Sono stati soccorsi dalle maestre e dai compagni di classe, che li ospitano per le docce e per il bucato e che hanno scritto alle autorità affinché sia consentito loro di tornare a scuola l'anno prossimo. La storia è stata riportata anche da la Repubblica.

Ci vuole davvero una bella faccia tosta, cara Gelmini, caro Maroni, ad ergersi a difensori dei bambini, a scandalizzarsi per situazioni che voi stessi create. E' questa la cosa più rivoltante di tutta la questione, probabilmente.

Il problema è che, al di là della propaganda, degli slogan e delle belle parole, c'è un disegno ben preciso, che è stato denunciato da più parti: togliere i bambini alle famiglie, isolare ed emarginare sempre di più i rom, in una parola perseguitarli. Che senso ha prendere le impronte digitali? Che c'entra con l'integrazione? E censire cittadini italiani o regolarmente residenti? E' una cosa che è sotto gli occhi di tutti.

Ricordiamo che non esistono pro e contro, ma solo un dato di fatto: la persecuzione degli ebrei cominciò proprio con un altro censimento; anche allora era estate, era il 1938, esattamente 70 anni fa.

Ricordiamo inoltre che tra i perseguitati di allora ci furono anche i rom e i sinti, sterminati nelle camere a gas, vittime dei più crudeli esperimenti di vivisezione, ecc.

Sono decenni che ogni anno decine, forse centinaia di bambini rom sono tolti alle famiglie, per sospetti sulla paternità (si sa, gli zingari rubano i bambini...) o per troppa povertà o per cavilli burocratici, fenomeno, manco a dirlo, in scandaloso aumento negli ultimi anni. Centinaia di bambini spariti nel nulla, di cui non si sa più nulla. De-ziganizzati. Lo ha denunciato anche l'euro-parlamentare rom ungherese Viktoria Mohacsi. Risulta più che legittimo chiedersi a questo punto chi siano i ladri di bambini...

Una madre costretta a chiedere l'elemosina porta il figlio con sé: glielo tolgono per sfruttamento di minore. Un'altra lo lascia a casa: glielo tolgono per abbandono di minore. Se sei povero (e rom) non hai scampo.

Ora, con questa campagna contro l'evasione scolastica, avranno altre scuse per togliere i figli ai genitori, per distruggere famiglie, come quella di cui parla Alberto Prunetti su Carmilla

Il ministro Gelmini ha il coraggio di criticare Famiglia Cristiana per il suo articolo. Se una colpa ha la Chiesa è solo quella di non essersi levata con forza nel suo complesso contro le leggi razziali proprio come fece 70 anni fa. Il dovere di ogni cristiano è stare con gli ultimi, con chi vive in miseria e non ha da mangiare, con i perseguitati. Gesù, se fosse nato oggi, forse sarebbe un rom, di sicuro sarebbe in mezzo a loro.
 
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