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Autore Topic: Domani incontro operativo con responsabili delle prefetture Napoli Milano Roma  (Letto 1946 volte)
Luisa
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« il: 04 Luglio 2008 - 08:28:59 »

Il Corriere della sera 03-07-08
Impronte per i bimbi nomadi Nuovo stop del prefetto di Roma
Il commissario Ue Spidla: «Non tollereremo il razzismo»

Domani l'incontro operativo anche con i responsabili delle prefetture di Napoli e Milano ROMA — Tre mesi di tempo per portare a termine il censimento dei nomadi nella Capitale, a Napoli e a Milano. Dal 10 luglio al 15 ottobre. Ma almeno all'ombra del Cupolone ai bimbi rom non saranno prese le impronte digitali. È questo l'orientamento della prefettura dove domattina si dovrebbe tenere l'ultima riunione operativa, anche con i responsabili delle prefetture di Napoli e Milano, prima del via all'operazione nelle tre città, previsto per giovedì. A Palazzo Valentini l'intenzione del prefetto Carlo Mosca è quella di non coinvolgere, se possibile, i bambini. Niente impronte, per loro. A meno che la polizia non si trovi di fronte a situazioni che per motivi esclusivamente di indagine richiedano un'identificazione di questo tipo.

I bimbi rom potrebbero essere invece registrati con altri sistemi, come le fotografie.

Una svolta che segue il mandato dato dal ministro Maroni ai tre commissari straordinari per l'emergenza nomadi: attuare il censimento con criteri che i prefetti ritengano adeguati, purché in maniera univoca. Sui criteri univoci ci sarà ancora da discutere, domani: le posizioni di partenza tra Roma, Milano e Napoli erano molto distanti.

In queste ore il prefetto Mosca sta completando la composizione dello staff che seguirà il censimento. Ieri c'è stato un primo incontro fra un rappresentante di Palazzo Valentini, l'Opera nomadi e i capi dei gruppi rom cittadini per definire non solo l'organizzazione del censimento, che riguarderà circa 9 mila persone, ma anche altri temi, come l'integrazione sociale e la scolarizzazione dei bambini.

Sembra comunque confermata la decisione di identificare con le impronte soltanto chi non è in possesso di documenti d'identità, di passaporto o permesso di soggiorno. «Peraltro la legge consente di prenderle, per il permesso di soggiorno, a bimbi sopra i 6 anni soltanto con il consenso dei genitori. Il che esclude i romeni, che sono comunitari», sottolineano in prefettura.

Chi non collaborerà sarà accompagnato in commissariato per accertamenti, così come accade a chi si rifiuta di esibire i documenti.

Intanto sempre ieri, al question time alla Camera, Maroni ha ribadito che sulle impronte «non c'è nessuna violazione delle norme europee e delle Carte dei diritti dei minori, e nessuna schedatura, ma solo la necessità di identificare chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi esistenti in Italia, non solo i rom» e che si tratta di «un'ordinanza di protezione civile in vigore già da un mese: le polemiche degli ultimi giorni sono strumentali e infondate».

Immediata la replica del Commissario Ue per gli Affari sociali e le Pari opportunità, Vladimir Spidla: «L'uguaglianza è un valore fondante dell'Unione europea — ha sottolineato — le norme Ue dicono chiaramente che non si può fare distinzione sulla base dell'etnia», definendo il piano- impronte italiano «un problema assai grave». «Troppo spesso i rom sono i cittadini dimenticati d'Europa, occorre fare di più per integrarli — ha aggiunto Spidla — non tollereremo il razzismo».

E mentre il Pd ha presentato alla Camera una mozione per revocare con urgenza le misure sulle impronte digitali ai bimbi rom, si moltiplicano le prese di posizione contro l'operazione. «Discriminatoria», la definiscono Amnesty International e Save the Children, e l'Arci ha organizzato una «schedatura pubblica e volontaria» domenica prossima all'Esquilino. Lo stesso, ma a favore di Maroni, farà la Lega Nord in Veneto, mentre la Confcommercio invita il ministro a far prendere le impronte «a tutti, anche ai nostri figli».
Rinaldo Frignani
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