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Autore Topic: ROM/SINTI. MILANO: NIENTE PIÙ CASE  (Letto 2895 volte)
Redazione
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« il: 06 Ottobre 2010 - 01:28:13 »

(fonte: Redattore sociale)

27 settembre 2010

Niente più case pubbliche ai rom. Palazzo Marino fa marcia indietro rispetto al piano concordato in estate tra Comune, Casa della Carità e Caritas Ambrosiana, che prevedeva di assegnare alle due associazioni 25 appartamenti Aler per i rom dei campi di via Triboniano e via Novara (vedi lancio del 23 agosto e successivi, ndr). La decisione e' stata presa questa mattina in occasione di un vertice alla Prefettura di Milano, in presenza del ministro dell'Interno Roberto Maroni, del Prefetto Gian Valerio Lombardi e del sindaco Letizia Moratti. Presenti al tavolo anche il vicesindaco Riccardo De Corato, il presidente del Consiglio regionale Davide Boni e il consigliere regionale Romano La Russa. Per i 25 nuclei familiari rom interessati dal piano siglato in estate con il privato sociale dall'assessore ai Servizi sociali, Mariolina Moioli, bocciato il 16 settembre da espoenenti della Lega e dello stesso Pdl, saranno individuate "altre soluzioni" da parte da parte del Prefetto e Commissario straordinario per l'emergenza rom, Gian Valerio Lombardi. Alle altre 38 famiglie nomadi residenti nel campo autorizzato di via Triboniano non resta che attendere la chiusura del campo, attesa di certo entro fine anno, forse già verso fine ottobre. Per alcuni di loro si profila il rimpatrio in Romania con percorsi di reinserimento sociale nel loro Paese "anche con l'assistenza da parte del Comune", precisa il Prefetto.

"Abbiamo voluto dare un segnale in vista dell'ingresso della Romania tra i paesi dell'area Schengen (dal nome del trattato europeo che prevede l'abolizione delle frontiere e la libera circolazione dei cittadini, ndr), che avverra' forse gia' a marzo 2011 -ha detto il ministro Maroni, ribadendo la linea del Governo e del Comune di Milano per affrontare la questione rom-: chi ha diritto a restare restera' e verra' aiutato a trovare una sistemazione, chi non ha diritto a restare sara' allontanato". In proposito il Ministro ha annunciato una "innovazione legislativa", che proporra' anche in sede europea, per rivedere le condizioni per risidere stabilmente in un paese dell'Unione, anche da parte di un cittadino comunitario: "Avere un lavoro, un reddito, e un'abitazione, altrimenti si potra' rimanere solo fino a 90 giorni", ha detto Maroni.

Il titolare del Viminale ha poi applaudito al "modello Milano" che ha diminuito la presenza di nomadi in città "da circa 10 mila a poco più di mille in quattro anni", ammettendo che la decisione di oggi "è una scelta politica, una scelta di saggezza che deve mettere d'accordo tutte le sensibilità". Ora però resta il problema di sistemare le 25 famiglie a cui era stata promessa una casa: un compito affidato al Prefetto Lombardi, che ancora non si sbilancia, pur ipotizzando il ricorso al mercato privato degli alloggi. "Perchè invece non rivolgersi alla Curia di Milano? -propone a margine il vicesindaco De Corato-: loro hanno migliaia di immobili".
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