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Autore Topic: I rom in tribunale contro il governo: «Il censimento ci discrimina»  (Letto 3270 volte)
Redazione
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« il: 06 Ottobre 2010 - 01:07:09 »

17 settembre 2010 (fonte: Ansa)

MILANO - Una decina di nomadi milanesi, assistiti da alcune associazioni e da Valerio Onida in rappresentanza di una Ong americana, hanno chiesto venerdì, attraverso i loro legali, che il tribunale civile di Milano accerti il carattere discriminatorio dei provvedimenti del governo sulla «emergenza rom» e che vengano sospesi immediatamente. In particolare, hanno chiesto che vengano sospesi i censimenti nei campi nomadi. L'udienza si è tenuta davanti al giudice della prima sezione civile e, dopo la testimonianza di un consulente del Centro europeo per i diritti dei rom, è stata rinviata al prossimo 5 novembre, quando verrà discusso il ricorso presentato dai nomadi, assistiti dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri.

ONIDA: MINORANZE DISCRIMINATE - In particolare, nel ricorso si contesta il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2008 e una successiva ordinanza governativa che hanno dato il potere ai prefetti in Lombardia, Campania e Lazio di effettuare i censimenti nei campi nomadi, visto lo stato di emergenza. «Il censimento è un controllo con carattere discriminatorio», ha spiegato l'ex presidente della Corte costituzionale e ora candidato alle primarie del centrosinistra a Milano, Valerio Onida, che assiste la Open Society Justice Initiative, Ong americana di George Soros, aggiungendo che «questi provvedimenti sono discriminatori perché hanno per destinatari delle minoranze, i rom e i sinti».

RICORSO ALLA UE - I nomadi, attraverso i loro legali, hanno chiesto al giudice di sollevare la questione alla Corte di giustizia dell'Unione Europea, qualora il magistrato lo ritenga necessario per l'interpretazione delle normative comunitarie sui comportamenti discriminatori. Questa richiesta dunque, è in subordine rispetto alla principale, ossia, l'accertamento del carattere discriminatorio e la sospensione dei provvedimenti del Governo. Il 5 novembre, dopo la discussione, il giudice si prenderà alcuni giorni per decidere.

«PERQUISITI ALLE 5 DEL MATTINO» - «I nomadi hanno vissuto questi censimenti, che sono stati veri e propri controlli di polizia, come dei maltrattamenti nei loro confronti», ha spiegato Andrea Ansaldi, consulente del Centro europeo per i diritti dei rom, testimoniando davanti al giudice civile di Milano. Il consulente, che ha svolto una ricerca sui campi nomadi e che è stato chiamato a testimoniare dai promotori della causa, ha parlato davanti al giudice per circa un'ora e mezza, spiegando le modalità con cui sono stati effettuati i censimenti nei campi nomadi milanesi. Ansaldi ha spiegato che queste «vere e proprie operazioni di polizia» sono state svolte dalle forze dell'ordine e non «da operatori come deve avvenire in questi casi». Secondo Ansaldi, ci sono state perquisizioni che sono avvenute spesso tra le 5 e le 7 del mattino. In alcuni casi, come a Napoli, secondo il consulente, «ai nomadi veniva richiesto di specificare la propria l'etnia». Il testimone ha aggiunto che ai rom non sono stati fatti firmare «fogli per il consenso» e ha spiegato che i dati di questi censimenti non sono stati mai forniti dalle autorità.

ONIDA: SGOMBERO TRIBONIANO IMPENSABILE - Gli sgomberi dei rom dai loro campi «sono cose impensabili in una società civile, basta un po' di comprendonio per capirlo e il minimo standard di civiltà», ribatte Valerio Onida. A chi gli chiedeva se difendere i rom in questa causa non sia un «regalo» per Letizia Moratti, Onida ha risposto: «Non è un regalo. Io sto seguendo una tesi di cui sono assolutamente convinto. Non si può infatti sgomberare delle persone senza dargli alternative». Onida ha parlato anche dello sgombero del grande campo di via Triboniano che dovrebbe avvenire ad ottobre, spiegando che è una cosa «impensabile. In certi casi qua a Milano hanno buttato fuori anche dei bambini».

DE CORATO: FA CAMPAGNA ELETTORALE - Pronta la reazione del vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. «L'accanimento terapeutico per i nomadi abusivi sostenuto da alcune ong francamente ci fa sorridere. Al pari dell'enfasi, imbarazzante, di Onida, neo paladino dei rom, che strilla solo perché è in campagna elettorale. La verità è che sulla questione della presunta illegittimità dei censimenti nei campi autorizzati si è recentemente espresso il Tar. Che ha dato ragione a Comune e Prefettura». «Nel febbraio 2010 - spiega De Corato - il Tar Lazio, confermando una precedente decisione in sospensiva del Consiglio di Stato, ha legittimato la correttezza delle procedure previste dal regolamento prefettizio sulle norme di identificazione e censimento dei rom previste nei regolamenti comunali. E conseguentemente ha spazzato via le pretestuose polemiche avanzate da fasulli buonisti e benaltristi che, mentendo a se stessi, evocano inesistenti fantasmi discriminatori e razzisti approfittando dei ricorsi a orologeria del mondo dell'associazionismo che campa sul caso rom». «Non va poi dimenticato che nel settembre 2008 - prosegue De Corato - il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso, presentato da alcune associazioni, contro lo sgombero degli abusivi di San Dionigi del settembre 2007». «Che si voglia arrivare fino all'Unione europea - sottolinea De Corato - non ci fa alcuna paura. Ed è bene ricordare che proprio una direttiva Ue, la 38 del 2004, invita ad allontanare i rom che dopo tre mesi stanno a carico di altri Stati membri non avendo alcuna fonte di sostentamento e sfuggono al censimento anagrafico».
« Ultima modifica: 06 Ottobre 2010 - 01:13:04 da Redazione » Loggato
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