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361  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / Riconoscere i Rom come minoranza linguistica - 22.01.2008 il: 05 Giugno 2008 - 02:13:45
Conferenza europea sulla popolazione Rom.
Riconoscere i Rom come minoranza linguistica - 22.01.2008


Lucidi: «L'Italia è impegnata nella protezione dei diritti dei rom in un contesto di legalità dove i doveri sono imposti a tutti»

Alla presenza del ministro dell'Interno Amato, il sottosegretario ha aperto la ‘Conferenza europea sulla popolazione Rom’ alla SSAI. Presentata una ricerca del Professor Mannheimer. Il ministro della Solidarietà sociale Ferrero ha proposto di creare un progetto nazionale con fondi 'dedicati'.

Riconoscere i Rom come minoranza linguistica. Questa la proposta del sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi, in apertura della ‘Conferenza europea sulla popolazione Rom’, organizzata dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno e dal ministero per la Solidarietà sociale, che ha preso il via alla Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno con l'inaugurazione della mostra ‘Fotografie e documenti’.

Il sottosegretario Lucidi ha illustrato il progetto di riconoscere la minoranza linguistica dei rom, riprendendo quanto già previsto da una legge del 1999, e anche di agevolare la ricostruzione dello status giuridico dei rom, di cui si occuperà una commissione interministeriale ed anche le associazioni delle comunità. Per il sottosegretario, l'obiettivo del Governo è predisporre politiche nazionali positive contro l'emarginazione, che interessino i rom, i sinti e i camminanti, a cui ha chiamato a lavorare, con responsabilità, gli enti locali e le associazioni.

«Sia ben chiaro - ha affermato - dire come invece vogliamo che l’Italia, come e con gli altri Paesi europei, è impegnata nella protezione dei diritti dei Rom  e nella loro integrazione non significa chiamar fuori questo progetto da un contesto di legalità, dove i doveri sono imposti a tutti. ”Una sfida per l’unione europea”, come è scritto in una recentissima risoluzione del Parlamento europeo, una questione complessa, quindi, che sarebbe anche utile adottare in un’ottica di condivisione tra i Paesi comunitari perché sia politicamente sostenibile da quelli che sono più interessati da presenze e flussi di ingresso. E tra questi c’è certamente l’Italia».

«Per queste comunità - ha proseguito - vanno affermati diritti e doveri ed è necessaria la collaborazione tra Stati europei». Anche per quanto riguarda la sicurezza, il sottosegretario Lucidi ha precisato che si tratta di un tema che vale per tutti, compresi le donne e i bambini rom, che ben conoscono i comportamenti violenti di cui sono vittime. «La storia ci dice - ha affermato - che i rom non hanno mai combattuto una guerra. E' anche questa una buona ragione per cui si meritano la nostra attenzione».

La Conferenza è stata organizzata alla vigilia della Giornata della memoria, per sottolineare la necessità di non disperdere il ricordo dello sterminio dei Rom durante la Seconda Guerra Mondiale; nel corso delle due giornate di dibattito, per una migliore conoscenza delle minoranze, sarà svolta una ricostruzione storica della presenza dei Rom, Sinti e Camminanti in Italia e in Europa e saranno affrontati i temi dell'istruzione, come elemento fondante della convivenza, della casa, come sostegno per un’integrazione possibile, e della tutela dei diritti e rispetto delle regole.

«Ci è sembrato giusto e doveroso svolgere comunque questa conferenza - ha concluso il sottosegretario - perchè ha un valore simbolico sulla responsabilità che il Governo ha su questi temi».

Il Professor Marco Impagliazzo, docente all'Università per stranieri di Perugia, ricostruendo la storia della presenza dei Rom in Europa ed in Italia, ha ricordato che «la più grande minoranza d’Europa, circa 7-9 milioni di Rom sono presenti sul nostro continente sin dal XIV sec, viene da una storia fatta di sette secoli di intolleranza nei loro confronti e di persecuzioni culminate con il genocidio subito sotto il nazismo. Anche il sentimento diffuso in Europa di “antigitanismo” ha provocato ed è stato alla base dello sterminiio subito dal popolo zingaro».

«Attualmente gli zingari sono tra i 110.000 ed i 130.000 - ha affermato il Prof. Impagliazzo - 60.000 dei quali sono italiani. Dobbiamo superare l'approccio emotivo ed emergenziale al tema della presenza degli zingari in Italia, che risale al quindicesimo secolo, e non può essere trattata come un'emergenza».
«Gli zingari - ha concluso - sono a pieno diritto cittadini europei, ma non sempre godono degli stessi diritti degli altri abitanti del continente».

Alla giornata inaugurale della Conferenza ha offerto il suo contributo anche il Prefessor Renato Mannheimer, Presidente dell'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO), che ha illustrato i risultati della ricerca quali-quantitativa 'Italiani, Rom e Sinti a confronto'.

Alexander Vladychenko, direttore generale della coesione sociale del Consiglio d’Europa, ha riferito l'apprezzamento dell'Organizzazione europea per lo sforzo del governo italiano «di organizzare questa conferenza sui Rom con i Rom  perché, e questo è anche l’approccio del Consiglio, se si lavora per i Rom si deve lavorare con i Rom».
«La minoranza Rom deve  essere riconosciuta - ha detto Vladychenko - attraverso una specifica legge di tutela così come avviene per le minoranze linguistiche e per tanto si dovrebbe estendere la tutela prevista dalla legge sulle minoranze anche  ai Rom».

«Il problema dei Rom - ha detto Dana Varga, consigliere personale del primo ministro romeno per la problematica dei rom - non deve essere affrontato a livello politico nazionale, ma occorre portare il problema  a livello europeo con soluzioni condivise chiare e concrete».

Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha quindi concluso i lavori della prima giornata della Conferenza: «E’ stato importante e significativo aver organizzato questo convegno - ha detto Ferrero - in un data vicina al giorno della Memoria anche per ricordare il genocidio subito dal popolo Rom durante il nazismo». Il ministro ha proposto «di creare un progetto nazionale con fondi 'dedicati', nel rispetto delle autonomie degli enti locali ma che vada coordinato e supportato a livello centrale».

«Va ricordato - ha detto il ministro - che i Rom non sono incompatibili con il fatto di avere una casa, andare a scuola ed avere un lavoro. Ecco perché è necessario costruire una politica su tre pilastri: scuola, casa e lavoro».

Il ministro si è espresso per un riconoscimento della minoranza Rom «perché – ha concluso - il processo di inclusione deve andare di pari passo con la possibilità di preservare la propria identità culturale».

http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/minoranze/0992_2008_01_22_conferenza_rom_sinti.html
362  Lingua e cultura ROM / Rassegna stampa / Milano, i docenti di una scuola media scrivono al ministro dell'Istruzione il: 05 Giugno 2008 - 10:41:17
Milano, i docenti di una scuola media scrivono al ministro dell'Istruzione Gelmini: "Tanti ragazzi sono già spariti"
Insulti e minacce a studenti rom "Schifosi, tornatevene a casa"
di ZITA DAZZI

MILANO - il collegio docenti dell'istituto "Martinengo-Alvaro"

MILANO Rincorsi fuori da scuola e minacciati, insultati. Gli alunni rom di una scuola media della periferia milanese sono perseguitati dai giovani del quartiere. Ma in loro difesa scendono in campo gli insegnanti della loro scuola, che scrivono al ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini denunciando il "clima di intimidazione e gli effetti devastanti degli ultimi sgomberi, dopo i quali molti ragazzi hanno abbandonato le lezioni".

La lettera aperta è firmata dal collegio docenti dell'istituto "Martinengo-Alvaro", frequentato da una trentina di ragazzi dei diversi campi nomadi di Chiaravalle, zona sud della metropoli, dove esistono diversi insediamenti abusivi, alcuni già smantellati, altri in attesa di esserlo.

Nell'appello al ministro, i professori, impegnati da anni per integrare i figli degli zingari che vivono nella zona, parlano della "situazione di angoscia e di profondo disagio vissuto dagli alunni di etnia rom". Il documento sottolinea la situazione dei piccoli nomadi che nelle ultime settimane sono stati più volte attesi al varco da un gruppo di coetanei milanesi, pronti a insultarli: "Denunciamo la paura di questi bambini che rischiano di perdere ogni punto di riferimento, costruito con fatica nel tentativo di attuare una lenta, ma costante integrazione nel territorio".

Alla decisione di scrivere al ministro, i professori sono arrivati dopo il quarto agguato teso agli alunni, alla fine delle lezioni. La professoressa Angela Quattrone racconta come vivono gli alunni: "Sono terrorizzati, hanno già subito diversi sgomberi. Vivono in un altro quartiere e per venire ogni giorno in classe si sobbarcano un lungo viaggio in autobus".

Uno sforzo che non viene ripagato. Anzi. "Negli ultimi tempi hanno paura di venire a scuola - continua la professoressa - Temono di trovare brutte sorprese all'uscita, quando vanno al doposcuola dalle suore qui vicino. Il rischio è che ora abbandonino gli studi, dopo tutti gli sforzi fatti. Alcuni se ne sono già andati e non abbiamo più notizie di loro".

Gli alunni rom vengono insultati con cori razzisti e minacce di ogni tipo. "C'è un giovane, un trentenne che organizza i raid, al grido di "Zingari schifosi, dovete tornarvene al vostro paese"", racconta suor Ancilla, responsabile dell'associazione Nocetum, che da anni segue quei ragazzi rom nel doposcuola. E aggiunge: "Quel che sta accadendo è gravissimo. Prima gli sgomberi senza preavviso, adesso le aggressioni vere e proprie. Ogni giorno gli alunni sono più spaventati, rischiamo di perdere tutto il lavoro svolto con loro e con le loro famiglie. Se quei bambini lasciano la scuola per paura, proprio loro che sono il tramite con le famiglie, sarà difficile riuscire ad integrare queste persone nella nostra società".

Alcuni studenti in effetti si sono già ritirati dalla scuola, dopo le ruspe che hanno abbattuto il campo abusivo dove abitavano, in via San Dionigi. I docenti concludono l'appello al ministro con un ammonimento: "L'intenzione di delocalizzare gli insediamenti rom e di criminalizzare tutta l'immigrazione clandestina vanificano il processo educativo, aumentano il rischio di far uscire dal percorso scolastico i minori, gettandoli nell'illegalità".

(4 giugno 2008)

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-7/sicurezza-politica-7/sicurezza-politica-7.html
363  Lingua e cultura ROM / Proposte ed iniziative / Roma, domenica 8 giugno 2008 il: 05 Giugno 2008 - 09:23:48


"THÈM ROMANÓ" ONLUS
fondata nel 1991
Associazione Autonoma di Rom e Sinti
Centro di Promozione Interculturale
Coordinamento Nazionale


Per promuovere un corteo di protesta civile contro atti di razzismo nei confronti dei Rom e Sinti   in Italia

Roma, domenica 8 giugno 2008


L'iniziativa è promossa da intellettuali italiani e Rom, associazioni, artisti e persone di buona volontà che non vogliono essere strumentalizzati da nessuno.

Le Associazioni che aderiscono all'iniziativa diventano automaticamente anche organizzatori e promotori partecipando con i propri rappresentanti al costituente Coordinamento Nazionale Permanente e al corteo antirazzista nel rispetto dei principi che hanno mosso l'iniziativa.

Domenica 8 giugno, Roma

Dalle 12 alle 16
ritrovo dei partecipanti al COLOSSEO (Piazza del Colosseo, dal lato dei   Fori Imperiali) ci si arriva in pulman, in auto e con la metro B)
Dalle 16 alle 17
corteo dal Colosseo fino al Foro Boario
Dalle 17 alle 20
Foro Boario, Villaggio Globale libera discussione, proposte:
•  Costituzione del Coordinamento Nazionale Antirazzista
•  Creazione di una rete informatica, contro l'inquinamento e la mistificazione delle informazioni
•  Creazione di una Consulta romanì costituita dalle associazioni storiche e le organizzazioni rom
•  Varie ed eventuali
Dalle ore 20
Festival Interculturale Antirazzista:
Alexian Group (Italia)
Musicisti Rom del Kossovo
Taraf de Bucarest (Romania)
Chaja Chelen (Bosnia Erzegovina)
Lucio Pozone (chitarra flamenca)
Alessandro Cavallucci (chitarra flamenca)
Jamal Quassini
Nuove Tribù Zulu
 
Associazione Nazionale http://www.associazionethemromano.it/newsletter.htm
 
La partecipazione è aperta a tutti gli artisti
La partecipazione è libera e gratuita LE ADESIONI SONO APERTE A TUTTI

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FERMIAMO UN   GENOCIDIO CULTURALE

Dopo l'ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare   in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole.

L'8 Giugno le Associazioni   Rom e Sinte in Italia e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile.

Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!!
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Occorre ribadire alcuni concetti   che vengono mistificati,
              Tutti credono che Rom siano   solo stranieri.
Non è vero !, infatti l'80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia   sono cittadini italiani
            Tutti credono che i Rom sono nomadi.
Non è vero !, Infatti   la maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari
            Tutti credono che il campo   nomadi è la soluzione ideale.
Non è vero !, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un'imposizione dovuta alla non conoscenza.
            Tutti credono che   zingaro sia il nome di questo popolo.
Non è vero !, infatti il termine corretto è Rom o Sinto.
Occorre far rispettare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell'uomo in Italia per i Rom non vale.
Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!
 
Protesta anche tu!
Invia la tua protesta a:

-Presidente della Repubblica ON. Giorgio Napolitano ( https://servizi.quirinale.it/webmail/ )
-Capo del Governo On Silvio Berlusconi             Presidenza del Consiglio dei ministri
                                                                        Palazzo Chigi   Piazza Colonna 370
                                                                        00187 Roma - Italy    tel. (+39) 0667791
-Ministro degli Interni On. Maroni ( DipartimentoAffariInternieTerritoriali@interno.it)
-Ministro per le Pari Opportunità On. Carfagna ( serep@pariopportunita.gov.it )
-Giornalisti
-I tuoi conoscenti,
-La tua mailing list,
-Il tuo blog

EVITIAMO UN SILENZIO INCIVILE, FAI SENTIRE LA TUA VOCE E PASSA PAROLA!!!

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i nostri slogan
 
Basta Razzismo contro i Rom! 
No all'informazione razzista! 
Non si può condannare un popolo! 
Stop alla Xenofobia!
 No ai pogrom! 
Io sto coi Rom 
     

____________________________________

Per informazioni e adesioni
ASSOCIAZIONE   NAZIONALE THÈM ROMANÒ ONLUS   
Presidente Nazionale Alexian Santino Spinelli   
Centro di Promozione Interculturale- Associazione Autonoma di Rom e Sinti
 
Sede Nazionale Lanciano (CH)
 
tel: 0872 660099 cell. 340 6278489   http://www.associazionethemromano.it
email: spithrom@webzone.it
http://www.alexian.it
PER ADERIRE spithrom@webzone.it
364  Lingua e cultura ROM / Documenti e riferimenti normativi / PROPOSTA DI LEGGE minoranze linguistiche rom e sinti il: 03 Giugno 2008 - 02:08:20
PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei deputati

FRIAS, MASCIA, ALLAM, AMICI, BOATO, BUCCHINO, CASSOLA, DATO, DURANTI, GIANNI FARINA, FOLENA, LICANDRO, NICCHI, LEOLUCA ORLANDO, FRANCO RUSSO, SMERIGLIO, TURCO

Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, per l'estensione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche alle minoranze dei rom e dei sinti
Presentata il 3 luglio 2007

Onorevoli Colleghi! - La legge 15 dicembre 1999, n. 482, definisce il quadro generale per l'attuazione dell'articolo 6 della Costituzione, affidando alle regioni e ai comuni precisi compiti di programmazione e di intervento in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche.

La presente proposta di legge, facendo proprie le risoluzioni e le raccomandazioni adottate a livello comunitario, individua le modificazioni alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, necessarie ad estendere alle minoranze rom e sinte la tutela assicurata dalla medesima legge alle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e a quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.

Durante l'iter parlamentare della legge (atto Camera n. 169 della XIII legislatura), il riferimento alle minoranze sinte e rom fu stralciato dal provvedimento, nonostante più di una proposta di legge abbinata ne tenesse giustamente conto. La grave omissione da parte del legislatore fu denunciata all'indomani dell'approvazione della legge n. 482 del 1999, da quella parte della cosiddetta «società civile» sensibile alle problematiche relative a tali minoranze. Oggi come allora la considerazione che lo stralcio fosse coerente con le norme tipiche della legge risulta infatti insufficiente. Quel pregiudizio culturale, che storicamente e socialmente accompagna l'idea dei rom e dei sinte, sembrò infatti prevalere su un approccio più moderno e coerente ad una, seppur complessa, realtà sociale. La conseguenza di questa decisione fu quella di rinviare ad una legislazione ad hoc (peraltro mai varata) le realtà rom e sinte, respingendo in una sorta di «ghetto culturale» un mondo ricco di esperienze e di fermenti propri.

Attualmente i rom e i sinti che vivono in Italia sono tra i 100 mila e i 150 mila, la maggioranza dei quali cittadini italiani da generazioni. La radicale trasformazione della società italiana nell'ultimo cinquantennio ha necessariamente comportato dei processi di adattamento socio-economico di queste comunità. Tali processi non sono stati tuttavia sufficienti ad arrestare l'emarginazione di una consistente parte di questa popolazione, determinando conseguentemente il diffondersi di un'immagine negativa di queste comunità che sempre più spesso vengono percepite come un problema sociale. Il rifiuto del diverso, diffusosi negli ultimi anni anche in seguito all'aumento dei fenomeni migratori, ha accentuato il clima di generale pregiudizio nei confronti di queste minoranze. Le resistenze diffuse a tutti i livelli, anche per l'ignoranza relativa alla storia e alla cultura di questi popoli, hanno permeato il dibattito politico inducendo le istituzioni a dare risposte inadeguate sul piano sociale. Tra queste vi è, ad esempio, la realtà dei «campi» creati dalle amministrazioni locali spesso in totale assenza di dialogo con le comunità interessate. Si tratta di moderni ghetti collocati vicino a periferie già povere e a rischio o vicino a zone industriali semiabbandonate. Tale marginalizzazione si sovrappone alla povertà e al disagio delle stesse periferie incancrenendo problemi esistenti e creando in molti casi situazioni di «emergenza sociale».

Con la presente proposta di legge si intende pertanto riportare l'attenzione sulle minoranze sinte e rom in quanto portatrici di una cultura propria al fine di superare le logiche segreganti e assistenziali che hanno condizionato le politiche degli ultimi anni. Dopo secoli di bandi, espulsioni, persecuzioni, culminate con l'internamento e lo sterminio nel periodo nazifascista, non riconoscere la specificità di questa cultura costituirebbe infatti una ingiustificata e ulteriore forma di discriminazione. Il primo passo, a nostro parere, è il riconoscimento dello status di minoranze linguistiche (negato nel 1999 in Italia ma riconosciuto da paesi europei come Spagna, Svezia e Austria) al fine di costruire percorsi di riconoscimento reale delle diverse espressioni culturali presenti nel Paese. Tali percorsi devono inevitabilmente passare per la valorizzazione della lingua e della cultura proprie dei popoli sinti e rom.

Il loro riconoscimento coadiuverà la promozione di quei processi di inserimento sociale e formativi in ambito locale e nazionale, attivando peraltro una sempre più stretta collaborazione tra gli enti locali e l'associazionismo che opera nel settore.

È significativo dunque che la presente proposta di legge novelli la legge 15 dicembre 1999, n. 482. Si ritiene infatti che a partire da ciò debba prendere avvio un nuovo percorso teso a ricercare soluzioni legislative riguardanti le minoranze rom e sinte nell'ambito dei temi di volta in volta all'esame del Parlamento o delle assemblee regionali. Esattamente come oggi avviene per le altre minoranze che vivono sul territorio nazionale.

Oltre ad inserire i rom e i sinti nell'elenco delle minoranze linguistiche a cui la normativa vigente si rivolge, un comma aggiuntivo all'articolo 1 della legge n. 482 del 1999 stabilisce che la Repubblica promuove la valorizzazione delle lingue e delle culture diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito della disciplina prevista dalla stessa legge. Si tratta di una previsione necessaria in considerazione della diffusione a macchia di leopardo delle comunità dei rom e dei sinti sul territorio nazionale. Tale norma, peraltro, recepisce i princìpi della «Carta europea delle lingue regionali o minoritarie [parte I, articolo 1, lettera c)] che riconosce le «lingue non territoriali» ovvero le lingue «che, sebbene siano usate tradizionalmente sul territorio dello Stato, non possono essere ricollegate a un'area geografica particolare di quest'ultimo».

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.


      1. Alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

          a) all'articolo 1, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

      «2-bis. La Repubblica promuove, nei modi e nelle forme che saranno di caso in caso previsti, la valorizzazione delle lingue e delle culture tutelate di cui al comma 2, anche quando queste sono diffuse in aree del Paese in cui la presenza minoritaria è tale da non poter essere inquadrata nell'ambito della disciplina prevista dalla presente legge»;

          b) all'articolo 2, comma 1, le parole: «e croate» sono sostituite dalle seguenti: «, croate, rom e sinte».


Art. 2.

      1. Entro sei mesi della data di entrata in vigore della presente legge, al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345, sono apportate le modificazioni necessarie al fine di adeguarlo alle disposizioni della presente legge.


http://english.camera.it/_dati/lavori/schedela/trovaschedacamera_wai.asp?Pdl=2858

365  Lingua e cultura ROM / Presentazione dell'area e istruzioni / Vento d'Europa: bambini, ragazzi, giovani donne e adulti Rom nelle nostre scuole il: 30 Maggio 2008 - 12:02:03
Vento d'Europa: bambini, ragazzi, donne e giovani adulti Rom nelle nostre scuole.
Tavolo di lavoro per una scuola che ti cammini accanto

Apriamo questo spazio, inteso come tavolo di lavoro oltre che di confronto, in un momento di particolare incertezza per i cittadini Rom, italiani ed europei, presenti nel nostro paese e nelle nostre scuole.

I fatti di Napoli, le tante e diverse emergenze delle citta' interessate dalla perdurante vergogna dei Kampi, gli  episodi di intolleranza razzista, hanno riempito le cronache di questo maggio colpendo anche quanti in questi anni hanno lavorato e lavorano nella direzione dell'incontro e della interazione tra  le culture.

La scuola, che ha visto nascere proprio con i Rom, primi tra gli stranieri ad aver avuto accesso allo studio, le tematiche dell'intercultura, e' stata in questi anni il luogo principale di contatto e incontro tra una comunita' per secoli discriminata e gli altri: genitori, insegnanti, coetanei, operatori del sociale.

Contemporaneamente molte sono state le iniziative interistituzionali, le strategie integrate sul territorio, le buone pratiche faticosamente messe in atto spesso su sollecitazione diretta della scuola. Un bagaglio di esperienze che ha coinvolto la didattica e la politica scolastica, ha conosciuto progressi e fallimenti, consentendo comunque in molti casi il successo formativo.

Questo patrimonio vorremmo fosse conosciuto e socializzato affinche' diventi  rapportabile ad una  nuova progettualita'  che, anche grazie all'iniziativa diretta della Comunita' Europea, si prospetti come significativa sul piano della valorizzazione e della tutela della cultura e della lingua Rom, su un terreno da tutti condiviso.

Agli insegnanti, alla comunita' Rom, a quanti in direzione costruttiva operano nel sociale, e' rivolto l'invito ad intervenire,  a diffondere l'iniziativa e piu' in generale ad impegnarsi affinche' la promessa di Futuro formulata dalla scuola sia affidabile, sicura, al riparo dai toni tragici di campagne razziste ed efficacemente mantenuta.
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