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Lingua e cultura ROM => Abitare => Topic iniziato da: Luisa - 23 Agosto 2008 - 04:49:10



Titolo: Reggio C. - Opera nomadi interviene su ritardo assegnazione case
Post di: Luisa - 23 Agosto 2008 - 04:49:10
Reggio C. - Opera nomadi interviene su ritardo assegnazione case       
Venerdì 22 Agosto 2008 15:36 

Dopo un anno esatto dalla demolizione dell’ex caserma 208, sei famiglie rom che avevano abbandonato l’insediamento perchè il Sindaco aveva promesso loro  l’assegnazione di un alloggio in dislocazione entro dicembre 2007,  ancora oggi non hanno una casa.

Tre famiglie vivono in albergo da un anno con tanto di bambini piccoli, due sono  ospiti dei parenti e una è in affitto.

L’Amministrazione da mesi non da alcuna risposta a queste famiglie che continuano a chiedere la sistemazione promessa in dislocazione, ma spesso non vengono nemmeno ricevuti.

In questi giorni una delle famiglie che risiede in albergo ,  è stata invitata per il 25 agosto  ad accettare un alloggio ad Arghillà dove sono concentrati già  106 nuclei rom.

Eppure dopo l’abbattimento del ghetto storico del “208” il Sindaco ha avviato una vera campagna mediatica di livello nazionale, dichiarando che la sua Amministrazione ha  trovato un “modello ” ( modello Reggio)  per l’inclusione sociale dei rom e l’eliminazione dei ghetti che  si basa sull’equa delocalizzazione delle famiglie sul territorio e sul dialogo con i rom.

Ma la realtà è ben diversa rispetto a quanto dichiarato .

Il dialogo con i rom si è sviluppato solo nel mese di agosto 2007 quando era necessario convincere le  famiglie a lasciare il 208 senza che gli venisse assegnato un alloggio, ma poi tutto è finito. L’Amministrazione comunale ha avuto sì il merito di aver applicato effettivamente l’equa  dislocazione  per 40 nuclei , ma nello stesso tempo ne ha ghettizzato altri 30 ad Arghillà, quartiere-dormitorio dove già risedeva una comunità  rom numerosa, contribuendo  a realizzare il più grande ghetto della storia della città.

L’Amministrazione non ha rispettato la delibera del Consiglio comunale del giugno 2005 con la quale la massima Assemblea aveva deciso che ad Arghillà dovevano  essere allocati non più di 12 famiglie e non 30 come poi è avvenuto.

Ma quello che è più grave che questo non sembra un semplice errore di rotta, ma  un preciso orientamento.

Difatti nelle prossime settimane , oltre alla famiglia del 208, tante altre  famiglie rom verranno invitate ad accettare un alloggio  ad Arghillà.

Il Sindaco, pur sapendo da tempo che  30 famiglie rom residenti a Ciccarello, vincitrici del bando 1999,  hanno ricevuto un decreto di assegnazione di un alloggio per Arghillà a sua firma , non ha preparato alcun programma di equa dislocazione né ha risposto alle rinunce più volte presentate dalle stesse famiglie e quindi in questo modo li sta spingendo ad accettare questa sistemazione ghettizzante .

Per giustificare questa posizione del tutto contraddittoria rispetto al modello dell’equa dislocazione,  qualche assessore sostiene da tempo che l’assegnazione di altri alloggi ad Arghillà è  anche questa una forma di dislocazione. Secondo costoro  è sufficiente che  i nuclei vengano distribuiti nei vari condomini perché ci sia una delocalizzazione.

Oggi Arghillà è un quartiere isolato della città dove, nell’arco di quasi venti anni, attraverso la politica ghettizzante degli alloggi popolari è stata concentrata la popolazione più debole della città ( rom e non rom) , creando un tessuto sociale sempre più  fragile.  Un capitale sociale negativo determinato dalla somma di tanti svantaggi sociali hanno fatto  di quest’area un “non-luogo” nel quale i residenti non hanno alcuna possibilità di migliorare la loro condizione già precaria , ma solo di vederla peggiorare.

Data la situazione è urgente non insediare altre famiglie svantaggiate ( rom e non rom) ma anzi  dislocare il maggior numero di famiglie rom e di altri soggetti svantaggiati  in altre aree della città per offrire loro un habitat inclusivo e per migliore lo stesso tessuto sociale di questo quartiere.

Alla luce di questa necessità l’Associazione e la comunità rom chiedono al Sindaco di voler abbandonare l’orientamento intrapreso del concentramento ad Arghillà, aprendo il dialogo con le famiglie rom per costruire assieme un programma di equa dislocazione per le sei famiglie rom del 208, per quelle di Ciccarello e di Arghillà.

 

Reggio Calabria, 22 agosto 2008

 

IL presidente

Sig. Antonino Giacomo Marino
 
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