mo(n)do solare mo(n)do notturno 
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Alessandro Adriano
 
SE IL MONDO NON VA NEL MIGLIORE DEI MODI...
 
...Un moto d'incertezza ti prende e non sai da che parte sta la verità. O meglio: sai che altri ne hanno certezza, ma non tu che nemmeno la cerchi.
Non ti si addicono la luce e il buio. Zone d'ombra ti ispirano: soffici manti di aria placida e incerta carezzevolmente intriganti.
La contraddizione esiste tra la nicchia rassicurante che ti accoglie e facilita gli spiriti osservatori e, dall'altra parte, il subbuglio di sensazioni che ti si agitano dentro alla ricerca di uno spiraglio attraverso il quale proiettarsi sul bianco quaderno per dare consistenza a questa vita.
È vero, hai ragione: sono fastidiosi come mosche quei mercanti della cultura che dall'alto del loro parallelo vogliono rincasarti giù, nel fondo più profondo: ed hanno convinzione, o sicumera, di aver ragione, i pidocchi!
In fondo, basta grattarsi la testa per disperdere queste truppe tenute insieme dal soldo.
Essi usano la luce del sole per accecarti, non per rischiarare la tua anima. E la notte è il regno dei trafficanti.
Ma tu sai come diventa chiara la tua penna quando più sei immerso nel buio e districhi e sgarbugli i temi strani che di giorno ti sembrano invincibili.
Alla luce del sole vanno fatti i duelli; e allora sì che riesci ad esaltarti!
Franche contrapposizioni, sguardi dritti negli occhi, la fase statica che precede lo scontro è di certo la più ricca di tensioni, passioni, idee che scorrono a velocità indescrivibile e che pur tuttavia riesci a cogliere, non semplici sensazioni; scatenamenti sensuali, paura, orgoglio d'animale che sa, "sente" che il destino è quello e non può sottrarvisi, volontà sovrastante il desiderio, forza superiore che annichilisce ogni eventuale ipotesi di fuga, ma anche forza interiore d'uomo che nel momento del confronto, della 'misurazione' sa di affermare il proprio diritto a vivere o morire, poco importa se in senso reale o figurato.
Ma tutto questo è sterile romanticismo. Oggi è la notte il regno dei conflitti.
Non solo i deboli si rifugiano nel buio ad innescar combutte. La regola è il 'doppio', la finzione nella versione negativa: l'ipocrisia. Non c'è seduzione in tutto questo, ma solo debolezza.
Debolezza morale.
Non la morale è il rifugio dei deboli, come sosteneva Nietzsche.
La debolezza morale, bensì, spinge gli uomini a cercar rifugio nel deserto della competizione. E vincono, possono vincere se, chi alla legge morale si richiama, rifiuta la lotta.
Il deserto della competizione va affrontato, attraversato, vinto senza cedere all'abilità del camaleonte né agli agguati insidiosi del serpente, per poter conquistare le montagne blu con la saldezza morale che dà forza e vigore per scivolare indenne sulla levigata superficie del fragile specchio della vita.
Queste considerazioni ti potranno apparire ricche di contraddizioni.
È vero!
Come i tuoi dubbi, le tue scelte, i tuoi passi, destro e sinistro, che tuttavia ti fanno avanzare; come le oscillazioni del pendolo spingono intorno le lancette.
Su questa convessa superficie anche tu credi di avanzare, e invece giri intorno, sfiorando con i tuoi riccioli neri il profilo concavo del cielo.
È una questione di stile.
Uno spazio di contatto si apre per lasciarti passare e tu lo attraversi fino a quando questa grande vulva ti si richiude attorno. Ed è l'assoluto. Il solo concetto - se concepibile è - di fronte al quale ogni dubbio si infrange, rimbalza distillato, schizza e vaporizza in un pulviscolo di verità.
Tienteli i tuoi dubbi e coltivali con affetto e moderatezza.
Non gli eccessi razionali e luminescenti della solarità che sprigionano riflessi caduchi o disorientanti; neppure però la lucidità dell'ebbrezza notturna, che è sogno o incubo, ma comunque territorio estremo.
Non voglio certo sottrarti il piacere del dramma, l'escavazione delle passioni che questo territorio popolano, né il compiacimento che dà la pratica sconfinante della sottigliezza intellettuale. Ma sono le zone d'ombra il tuo mondo; dove si intuisce, si intravvede, si comprende, si contesta, si coglie il complessivo senza disperdere la molecola, si avverte la rapidità del tempo e la suggestione dello spazio, in cui la città sfuma i suoi contorni e si prepara ad ospitare altri, si crea.
Sono le zone d'ombra il tuo mondo: e l'alba e il tramonto sono le zone d'ombra, una specie di sala dei passi perduti dove è ancora possibile 'profanare' - nel senso di interessarsi di cose profane -, in attesa di entrare nel tempio dove ciò non sarà più consentito.