salomè o della seduzione 
[ Testo:  precedente  successivo  ]  [ fascicolo ]  [ autore
Alfonso Cardamone
[ a.cardamone@email.it ]
 
LE MASCHERE DI SALOMÈ
 
della lama il rilucente filo
forse perché il taglio è obliquo dei tuoi occhi
e la bocca è larga nel sorriso torno
senza stupore ad osservare sulle tue
ginocchia le forbici del dio e di tanto
in tanto con il dito assaggio della lama
il rilucente filo


arianna
e tu cedevole e lubrica
tu alle ostinate porte disegnavi
infinitamente uguali oppiate
fenditure e ignara se gli slip
ammainavi come nelle soste
la bacchetta della maga


per un amore
battello zavorrato che scarrocciando si deriva
alla marina imperscrutabile una creta
tenera e compatta vado nel giro spudorato
dei miei giorni graffiando ebbro che traluca
furtiva l'ala lubrica a tratti dell'ombrina


labirinti paralleli
labirinti paralleli frazionati e scissi sghembe
fioriture e libagioni
di noi irrefrenabili che gridiamo forte e un poco
ci ascoltiamo


quando da vesti leggere o d'inverno
quando da vesti leggere o d'inverno
dal candido giaco tu lasci sgusciare
ed offri sul palmo o regina negli occhi
abissali che lusingano i cieli i tuoi seni
dolci come prugne d'estate e arditi
come nell'urna ex voto in un grido
la mia anima accorre stordita sui denti
e alle labbra sì come
immemore sangue da ferita alla morte


primavera
come se fragili gemme di marzo
passeggiare gli occhi e le dita
sopra le tue piccole rughe che un vento
inquietante ritarda
a sbocciare