tracce segni pre-sentimenti 
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Renzo Scasseddu
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TRACCE SEGNI PRE-SENTIMENTI
 
C’era una volta una «traccia», un «segno»: la PAROLA…

Tutti conosciamo l’espressione (la traccia, il segno) leviana «le parole sono sassi»… ho il pre-sentimento, oggi, che tale espressione, purtroppo, abbia perso – ma non in sé – il suo profondo valore.
Non in sé, ma in una società sempre più povera di valori, di cultura, di sentimenti, d'istoria (altra interessantissima… traccia – scritta giusto così!) e quindi sempre più povera di parole, quelle vere, quelle… «sassi».
Provo a fare una passeggiata (forse nostalgica… «solo e pensoso…») in un piccolo dedaleo giardino (che grecamente era paràdeisos, lat. paradísus…) di parole, cercandone gli antichi «caratteri», i primordiali - e perciò stesso fondamentali - incorruttibili, adamantini segni distintivi.
Voglio fuggire, cerco di fuggire da un globo che mi opprime, voglio fuggire da questa moderna globalizzazione – termine orroroso, anche fonologicamente…, voglio camminare sulle tracce, sui segni, non sempre percettibili, di un’amica a me sempre cara: la Filologia, intesa, anche semplicemente, come amore per la parola, per la sua sostanza… non a caso, il «sostantivo».
Entro, in punta di piedi. Il giardino, dietro il velo, la traccia di una sua antica eleganza, e d'antico segno ancor vago profumando, mi sembra purtuttavia un po’ spoglio, dimesso, pressoché abbandonato, 'diserto'…
Ecco, al posto di globo, incontro MONDO, in tutta la sua purezza, sì, la sua pulizia (…omnia munda mundis!…). Egli si lamenta, con tutte le sue 'radici', che il suo profondo signum, il suo vero charaktèr non esiste quasi più; tutti (ab)usano ormai del nome, senza sentirne l’importanza: il-mondo è diventato im-mondo. Il MONDO, opera d’incanto, di fascino, di… prestigio, viene pervicacemente reso immondo, ad esempio, da fatiscenticarcassenonpiùnatanti che, arroganti, ardiscon di… fregiarsi, indegnamente, di nomi come… «Prestige», una di quelle che ha… sfregiato, immondato, insieme ad altre carcasse, mezzo… mondo!
Gli fa eco, più in alto, seminascosto, un suo antenato, KOSMOS, un tempo (… dopo Krònos, però…) 'padre' onorato e ornato di ordine, regola, giustizia: tracce (ri)perdute nel Chaos, che tracce non ha. Seminascosto, e usato solo nei centri… cosmetici: ancora una violenta perdita di tracce, di segni, di identità.
Con buona pace del COSMOpolitismo di ellenistica memoria…
Altre tracce, analoghe, mi portano verso una figura immensa, il Titano ‘infinitimane’ UNIVERSO, cui tutti sono in debito di riconoscenza e, ingrati, lo nominano senza ricordarne, o saperne, il nomen, (la traccia, le antiche vestigia…), il nòmos, il numen, il numerus, il… nummus (il valore). Mi esemplifica parlando di sé in un’antica, nobile lingua (con lei pure, molti in debito di riconoscenza, dopo averne succhiato linfa vitale), a pochi ahimé! familiare: - … cives ad moenia patriae defendenda universi concurrerunt
Universi, cioè versi, volti ad un unico punto, scopo: la difesa della patria. Patria, un valore… universale, nel tempo e nello spazio, con segni ossimoricamente aoristici, infiniti.
(… La patria: chi è (era o fu) costei?!…)
Continuo a camminare su altre tracce. Ho il pre-sentimento di trovare altri 'fiori' fuori posto.
LAICO, forte, umoroso, nobile nel suo segno di «popolare», appartenente al popolo, mi mostra immagini di alcuni famosi suoi 'epigoni': Laomedonte, Menelao, Acusilao, Agesilao… : ne ricorda le gesta, mitiche e storiche e, 'laicamente' smadonna un po' contro quelli (e sono in tanti, forse tutti!) che lo contrappongono, riduttivamente, esclusivamente, ad un suo segno familiare, del quale pure la carta d’identità è ormai 'scaduta'.
Lo guarda, infatti, sottecchi, CATTOLICO, diventato, suo malgrado, 'pretigno' e costretto a giocare in una squadra che una volta 'spaziava' a tutto campo e in tutti i campi - giusto significando, katà hòlon, «dappertutto» - e che ora veste solo color giallobiancopapalino, relegata all'interno delle (pur belle) Mura Vaticane…
Vaticane… come il Concilio ECUMENICO.
Eccolo, ECUMENICO, seduto in panchina, ma pronto a giocare al fianco di CATTOLICO (coppia vincente nell'Arengo dell'Historia, lasciando spesso fuori squadra… CRISTIANO…), per difendere interessi tanto più stretti, oggi, quanto larghi erano, furono quelli dei loro antichi segni. Vado infatti sui segni, sulle tracce di ECUMENICO, e… che ti trovo? Ma guarda: òikos, oikèo, quindi «spazio, luogo abitatato», insomma il pianeta Terra e/o altri pianeti. Capito? Altro che spazi stretti!
Cerco di rincorarlo: gli dico, convinto, che c'è ancora, nell'oikoumène, qualcuno che ben conosce, rispetta, ha sentimento del suo segno, del suo charaktèr, e doverosamente, opportunamente, se ne mette sulle tracce.
Spero di essere riuscito a convincerlo. ECUMENICO, comunque, mi fa cenno di parlare anche con un altra 'pianta', della sua stessa famiglia, con identiche radici… segni e tracce…
La vedo e la sento tanto schiva e preoccupata per la sua intima identità, per i suoi 'segni particolari', di cui ha smarrito le tracce, quanto presente, 'parlata'… inflazionata e sempre sbattuta in prima (e non solo) pagina: è ECONOMIA.
"Il mio segno, un tempo – mi racconta con voce flebile - era la legge, la regola, l'amministrazione, l'attribuzione di un territorio, di uno spazio, ambiente, casa…: ero «la legge di/su/per il territorio». Che bello! Oggi, invece, sono diventata… soldi, solo soldi, esclusivamente soldi, maledetti soldi!
Poi, con sospiro profondo, con accento (segno, traccia, pre-sentimento) virgliano:

… quid non mortalia pectora cogis
auri sacra fames?!


«… a che i mortali petti non spingi
d'oro esecranda fame?!»

Sento, ho il pre-sentimento – conclude, prima di ritrovare un sito conveniente, opportuno – che questi soldi, come un tempo, come sempre, porteranno alla rovina il mondo, meglio, quello che prima era, fu il MONDO: l'uomo, alunno distratto/distrutto non ha ancora imparato le lezioni dell'Istoria!"
"No! – le rispondo – anch'io amo seguire tracce e segni e da questi ho un pre-sentimento: ho imparato che posso ancora nutrire qualche speranza (non a caso il Vaso di Pandora è stato aperto tanto intempestivamente, quanto tempestivamente richiuso… altro segno… A tal proposito, mi piace raccontare un brevissima 'favola': La Morte bussò alla porta. La Speranza andò ad aprire: non c'era nessuno!).
La speranza nell'UOMO: sì, perché, nonostante tutto, sono impenitentemente ottimista: persone (uomini che ancora 'per-suonano' la loro voce…) come Socrate, Cristo, Francesco, Gandhi, non sono morte (invano).
Voglio ancora credere, protagorico, nell'«Uomo-Mètron, nell'Uomo Misura della Realtà»".