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Mario Amato
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POESIE
 
Confessione

L’animo mio si strugge dinanzi a tutte
Le antiche colonne d’Ercole non valicate
È consunto dalla nostalgia del primo albore del mondo
Logorato dall’invidia della creazione primigenia
Cerco l’aleph iniziale, il segno primordiale
Scalfito nei sogni di tutti i poeti

La mia anima è percossa
Dai venti aridi del deserto
Dalle tacite notti delle steppe
Dai silenzi di ere di solitudine
Trascorse nella rimembranza
Di passate esistenze

Cerco l’aleph, il geroglifico inciso
Dalle orme pietrificate di nomadi
Il segno ancestrale inciso su pietra
Su corteccia d’albero da mano artefice
Di sogni e miraggi a venire

Cerco la traccia iniziale
Impressa sulla rena del deserto
Trascritto tra le intercapedini degli astri
Caduta dal nero caffettano
Sulla via di là dagli orizzonti

Cerco l’aleph, la lettera originaria
Incisa dalla malinconia
Del primo scacciato dal Paradiso
Bruciata nelle tenebre ghiacciate

Ma qui sta la meraviglia
Dalla cenere nasce il campo fertile
Fra mille e mille e più segni
Lo cerco per le eternità


Tracce

Io sono
Una parola fra le infinite
Scritte da tutti i poeti
Dall’alba del mondo
Generati dalla fertile
Terra
Un segno fra le incisioni
Sugli antichi volumi
Tracciate da vetusti
Amanuensi


Segni

Lascerò
una parola fra le infinite
incise da tutti i poeti
dalla terra generati
un segno tracciato
dalla musica
dello stridio degli stili
di amanuensi


Un giorno mi sveglierò dall’effimero

Un giorno mi sveglierò dall’effimero
Susseguirsi del tempo
E saprò che i sogni non esistono
Mi ricorderò che tutte le donne
Che ho desiderato amare
Hanno ricambiato il mio amore
Mi ricorderò di tutte le vite
Che ho attraversato

Un giorno aprirò gli occhi
E nuovamente proverò
L’incanto del vivere
Saprò piangere dinanzi
Ad un tramonto
E a lacrime mi muoverà
Una lettera d’amore
Dimenticata sul tavolo
D’un Caffè

Un giorno mi desterò
Dal consunto procedere
Del tempo
E saprò che le faticose giornate
Appartengono al regno
Della menzogne
E solo nella notte
Al vero
In mistica carnalità
Ci congiungiamo

Un giorno mi scuoterò dal torpore
Del sonno
E scoprirò che nessuna bandiera
Sventola sulla terra
E nessuna frontiera separa
Uomini di diverso idioma

Un giorno scrollerò l’inerzia
E avrò notizia che nessuna guerra
Ha mai colorato il mondo di sangue
E sul mondo non abitano ricchi e poveri
Buoni e malvagi
Governi e governati
E nessun bambino piange per fame

E un giorno
Non sarà un sogno
La terra sarà dimora
Soltanto di esseri umani